Nell’era digitale in cui la conservazione e la condivisione dell’informazione sono diventate pratiche comuni, si sono sviluppate controversie legali che sollevano importanti questioni riguardo alla proprietà intellettuale e a come e chi debba prendersi l’onere di preservare il patrimonio storico e culturale in un certo ambito
Ne abbiamo parlato molto qui anche in riferimento ai videogiochi, a proposito dell’impossibilità di fruire oggi di una grossa fetta di videogiochi del passato ormai andata persa. Un caso recente che ha catturato l’attenzione è la controversia tra l’Internet Archive e alcune importanti etichette discografiche riguardo alla digitalizzazione di dischi d’epoca ormai obsoleti. Questo caso mette in luce il conflitto tra l’accesso all’informazione e la tutela dei diritti d’autore.
Internet Archive è una organizzazione no-profit dedicata alla conservazione e all’accesso pubblico a una vasta gamma di contenuti digitali. Fondata nel 1996 da Brewster Kahle, l’obiettivo principale di Internet Archive è di preservare la memoria della società, conservando il suo patrimonio artistico, culturale e storico.
L’Internet Archive svolge diverse attività chiave come l’archiviazione web che si traduce nella raccolta di pagine web da tutto il mondo, formando un’archiviazione in continua evoluzione della storia del World Wide Web. Questo offre la possibilità di esplorare siti web passati, rileggere notizie e analizzare l’evoluzione delle pagine web nel corso del tempo.
La funzione più amata dai sostenitori e dagli appassionati è senza dubbio l’archiviazione di media digitali: Internet Archive, infatti, conserva una vasta gamma di contenuti multimediali, come libri digitalizzati, film, registrazioni audio, musica, immagini, videogiochi e software. Questa collezione abbraccia sia opere protette da copyright che materiali di dominio pubblico. Accade anche che per allargare il contenuto, Internet Archive si occupi di digitalizzare ciò che proviene da un’epoca in cui tutto era fisico, ad esempio VHS e musicassette.
Nel mese di agosto 2023, le etichette discografiche hanno intentato una causa legale contro l’Archivio. L’accusa si basa sulla presunta violazione dei diritti d’autore derivante dalla digitalizzazione di dischi d’epoca che, secondo le etichette discografiche, dovrebbero essere considerati come opere protette.
Le etichette discografiche sostengono che la digitalizzazione e la distribuzione di questi dischi costituiscono una violazione dei diritti d’autore in quanto la proprietà intellettuale delle registrazioni originali dovrebbe essere rispettata. Secondo la loro argomentazione, sebbene alcuni di questi dischi possano sembrare obsoleti, mantengono ancora un valore commerciale e che la loro digitalizzazione senza il consenso delle etichette viola i diritti di esclusiva che esse possiedono.
Internet Archive, d’altra parte, sostiene di avere un obiettivo di preservazione culturale e di accesso all’informazione. L’organizzazione ha sempre operato con la convinzione che la digitalizzazione di materiali ormai obsoleti possa contribuire a preservare la storia e a rendere accessibile il patrimonio culturale a un pubblico più ampio. L’Archivio sottolinea che la maggior parte dei dischi oggetto della controversia non è più in commercio da decenni e che la digitalizzazione non pregiudica le vendite correnti di registrazioni simili.
Il caso solleva una questione importante: come bilanciare la preservazione della cultura e i diritti d’autore? Mentre le etichette discografiche cercano di far rispettare i loro diritti di esclusiva sulla musica registrata, Internet Archive difende il suo impegno per la preservazione di materiale che, senza il suo lavoro (ricordiamolo, è di natura no profit) andrebbe perso e dimenticato.
Esiste un precedente che vede protagonista Internet Archive che è stato portato in tribunale dagli editori. Pochi giorni dopo la presentazione della denuncia da parte delle etichette discografiche, è stato reso pubblico un documento del tribunale che dimostra che Internet Archive ha raggiunto un accordo congiunto con gli editori di libri grazie alla vittoria legale di quest’ultimi all’inizio di quest’anno. L’accordo, se verrà approvato dal giudice, impedirà in modo permanente a Internet Archive di effettuare scansioni non autorizzate di libri quando esistono versioni autorizzate di e-book.
Nel caso degli editori, così come in quello delle etichette discografiche, i danni per ogni opera violata sono stati stimati in circa 150.000 dollari. Il caso degli editori citava 127 opere in violazione. Quello delle case discografiche ne citava più di 2.700. Se Internet Archive non dovesse quindi riuscire a vincere la causa o almeno a trovare un accordo, il costo totale per queste violazioni potrebbe essere davvero altissimo.
Internet Archive svolge un ruolo cruciale, su questo non possono esserci dubbi, ma la sua attività si scontra con delle norme con cui è molto difficile trovare un equilibrio o un punto d’incontro.
This post was published on 19 Agosto 2023 19:00
La celebre "Naruto run" diventerà parte integrante del nuovo capitolo di Assassin's Creed in uscita…
Arriva la conferma sull'interprete del villain Skeletor, nel prossimo live action in sviluppo dedicato al…
Una grande e felice sorpresa: Carlo Conti chiama a Sanremo 2025 una delle più chiacchierate…
Allo stato attuale delle cose è del tutto inimmaginabile vivere senza una connessione internet ed…
Il 2024 videoludico è agli sgoccioli, bisogna già pensare al 2025 con questi titoli non…
Uno smartphone che, grazie alla tecnologia, è in grado di cambiare colore e reagire alla…