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I Social Network nei prossimi anni saranno molto diversi, in Cina stanno anticipando il cambiamento con le AI

I social network si rivoluzionano: dalla Cina arrivano nuove piattaforma che fanno un uso intensivo dell’AI e del virtuale (e alcune innovazioni sono già in Facebook e Linkedin)

I social network si apprestano a diventare sempre più potenti e immersivi di quanto lo siano già adesso? Sembra proprio di sì, con le ultime notizie provenienti da luoghi sempre più tecnologiche come la Repubblica Popolare Cinese, già patria di TikTok, uno dei siti più diffusi tra i giovani al momento: indiscrezioni vogliono che alcuni nuovi social cinesi ancora non ancora lanciati o lanciati soltanto all’interno dei confini nazionali stiano per riscrivere il ruolo che AI e realtà virtuale hanno all’interno di queste piattaforme.

Secondo queste indiscrezioni, questi social costituiranno un’integrazione costante tra piattaforma di comunicazione ed e-commerce, nel quale avremo a disposizioni vere e proprie vetrine virtuali grazie alle quali i venditori (che poi spesso potrebbero essere influencer) ci proporranno i loro prodotti come fossero negozianti all’interno delle loro botteghe.

In quest’ottica, a fare capolino è il concetto di “multiverso”: è estremamente probabile che ci siano le premesse affinché i social del futuro sostituiscano la comunicazione testuale con la realtà virtuale, portandoci non più semplicemente a scrivere post, commentare e usare i servizi di messaggistica, ma addirittura a incontrare gli avatar virtuali degli altri utenti. In pratica, i social diventeranno sempre più simili a giganteschi centri commerciali online.

E fin qui quasi nulla di nuovo, se pensiamo quanto già Facebook abbia investito nel virtuale e nel concetto di multiverso, ma la cosa si complica se pensiamo che buona parte dei negozianti che ci troveremo “davanti” online potrebbero essere intelligenze artificiali.

Social network: il ruolo delle ia

La prossima frontiera sembra dunque essere questa: gli utenti di questi nuovi siti potrebbero ritrovarsi di fronte a venditori virtuali completamente guidati dall’ia, come in una sorta di versione seminale della Los Angeles di Blade Runner.

Uno dei tanti fronti sui quali le multinazionali sembrano pronte a non investire più su personale umano, bensì sulla creazione di “personalità artificiali” sempre più addestrate a fare quello che oggi è compito dei guru dell’influencing.

Insomma: nuove professioni destinate a scomparire, se guardiamo bene.

Ovviamente, come spesso capita quando parliamo di IA i processi di trasformazione che tanto temiamo sono già in corso, ed esistono già usi vastissimi delle IA su Facebook e persino in piattaforme di nicchia come Linkedin, dove le intelligenze artificiali hanno il compito di stimolare le conversazioni su alcuni topic (ne parlavamo in questo articolo di qualche mese fa).

Inoltre, l’introduzione di queste dinamiche ha già sollevato diverse polemiche sui suoi esiti: pensiamo al fatto che a detta di molti i processi di monitoraggio dei contenuti sui social sarebbero gestiti dalle IA, e che dunque ogni nostra segnalazione di un post che riteniamo offensivo passi sotto la lente d’ingrandimento non di una persona con idee e sensibilità, ma di un’intelligenza artificiale addestrata per averne.

Bene, e dopo avervi portato a riflettere su cose così inquietanti dal punto di vista tecnologico e sociologico non ci rimane che augurarvi una buona estate!

This post was published on 18 Agosto 2023 5:30

Fabio Antinucci

30 anni (anagraficamente, in realtà molti di più) ha alle spalle esperienze come copywriter, redattore multimediale e critico cinematografico, letterario e fumettistico, laureato con una tesi triennale su Il Cavaliere Oscuro di Christopher Nolan e una magistrale su From Hell di Alan Moore. Appassionato di letteratura horror e fantastica, divoratore di film di genere di pessima lega (ma ha nel cuore pezzi da novanta come Kubrick, Mann e Kurosawa), passa le sue giornate fra romanzi di Stephen King, graphic novel d’autore e fascicoletti di Batman. Scrive (male) da una vita, e ha pubblicato un romanzo breve (Cacciatori di morte) e due librigame (quelli della saga di Child Wood). Crede che il gioco sia una forma di creazione e libertà, capace di farti staccare la spina e al contempo di far riflettere, ragionare, commuoverti e socializzare. Per questo gioca di ruolo da dieci anni (in particolare a Sine Requie, D&D, Vampiri la Masquerade e Brass Age) per questo adora perdersi di fronte alla sua Play. È innamorato del videogioco grazie a Hideo Kojima e al primo Metal Gear Solid, al quale ha giurato amore eterno, ma col tempo ha imparato ad amare gli open-world, gli action-adventure, gli rpg all’occidentale, i punta e clicca, a una condizione: che raccontino una bella storia.

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