Twitter è di nuovo alle prese con le cause in tribunale: stavolta il motivo sarebbe da individuare in un mancato pagamento da parte di Elon Musk.
Da quando Elon Musk è diventato proprietario di Twitter a tutti gli effetti ne abbiamo viste davvero di cotte e di crude, ma se per la maggior parte erano episodi divertenti in questo caso la faccenda si fa molto più seria.
Il magnate sudafricano è finito nei guai per alcune cause legali nelle quali la piattaforma con l’uccellino blu è stata protagonista.
Solo qualche mese fa il fondatore di SpaceX, Tesla e Neurolink aveva seminato il panico su Twitter per la questione delle spunte blu a pagamento.
Sembrava solo un lungo pesce d’aprile, ma a quanto pare questa funzione è rimasta anche nei mesi successivi.
Stavolta però a quanto pare Musk l’ha combinata davvero molto grossa.
A quanto si legge dalle ultime notizie Elon Musk e, in generale, l’intera azienda di Twitter sarebbe finita in tribunale per dei mancati pagamenti legali.
Questa controversia in realtà fa parte di una grande serie di screzi tra il capo della piattaforma e tutti i dipendenti che sono stati licenziati da quando Musk è salito al comando.
Già da qualche mese è stata diffusa la notizia dei tanti licenziamenti che Elon Musk avrebbe fatto una volta diventato proprietario effettivo di Twitter.
Molte persone, allora dipendenti della società Twitter Inc., non hanno ovviamente apprezzato la decisione del magnate sudafricano e hanno cominciato una lunga battaglia legale nei suoi confronti.
Gli ex dipendenti hanno mosso nei confronti del loro nuovo capo principalmente due accuse: in primo luogo a quanto pare Elon Musk avrebbe lasciato loro poco preavviso prima di sollevarli dall’incarico, mentre la seconda accusa (aggiunta successivamente) si riferisce alla loro buonuscita che a quanto pare sarebbe stata inferiore di quanto scritto all’interno del contratto.
Le cause legali sono andate avanti fino a gennaio quando i dipendenti sono stati costretti ad agire diversamente nei confronti di Twitter, procedendo con un metodo alternativo di risoluzione delle controversie chiamato arbitrato legale.
Per fare ciò i dipendenti si sono rivolti a una società terza, ovvero la JAMS che si occupa di queste pratiche.
L’arbitrato legale, secondo il tariffario di JAMS, ha un insieme di spese pari a 2000 dollari che devono essere pagate sia dai dipendenti che da Twitter.
Per rispettare gli standard minimi di JAMS i dipendenti sono tenuti a pagare solo una minima parte delle spese, mentre Twitter si è rifiutata di rispettare queste regolamentazioni chiedendo di poter dividere le spese in parti uguali.
L’unica speranza per gli ex dipendenti di procedere per vie legali è quella di sperare che Twitter si convinca a pagare le tasse pattuite da JAMS, altrimenti sarebbero costretti a rinunciare a quelli che sono gli standard minimi della società.
Così facendo però andrebbero a pagare molto di più del previsto: circa 15.000 dollari al giorno.
La crisi economica di Twitter non è una novità e non lo dimostra solo questa storia, ma anche le vicende in passato nelle quali Musk si è rifiutato di pagare per diverse spese e servizi sulla piattaforma.
Questa situazione però sta molto svantaggiando gli ex dipendenti dato che se la situazione non si sbloccherà presto il caso potrebbe anche venire archiviato.
This post was published on 9 Luglio 2023 9:00
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