L’Unione Europea si è espressa definitivamente sulla questione delle batterie degli smartphone, annunciando una decisione storica destinata a cambiare per sempre il mercato.
Anche i più critici verso le istituzioni europee devono convenire sul fatto che l’UE adotta sempre politiche comunitarie che abbiano al centro gli interessi degli utenti contro lo strapotere delle multinazionali. L’introduzione della GDPR, stringente normativa di trasparenza sulla raccolta ed utilizzo dei dati da parte dei siti web cui ogni compagnia deve sottostare, è un ottimo esempio. Oltre alla protezione della nostra privacy, l’Unione Europea ha a cuore anche il portafogli dei suoi cittadini, più volte ha vietato pratiche commerciali dannose per gli utilizzatori finali.
Anche la sua ultima decisione è stata presa in quest’ottica, e riguarda la questione delle batterie degli smartphone, sui cui è stata ripesa una decisione definitiva che tutti i produttori di hi-tech dovranno seguire d’ora in poi.
Chi è abbastanza grande da aver vissuto l’avvento dei primi cellulari negli anni ’90, ricorda con gioia quanto fosse facile sostituire la batteria. Tutti i modelli di telefonini avevano la scocca rimovibile, cosa che permetteva un rapido accesso tanto al vano della SIM quanto alla batteria del dispositivo, che poteva essere facilmente estratta e sostituita in caso di malfunzionamento.
Con l’avvento degli smartphone la situazione è decisamente cambiata: praticamente la totalità dei dispositivi moderni è racchiusa in una scocca saldata e inamovibile, il che ovviamente porta con sé dei vantaggi: semplicità di assemblaggio, impermeabilità, maggior protezione dalla polvere e così via. C’è però anche un evidente svantaggio per l’utente finale, che non può più aprire il dispositivo ed estrarre la batteria. Questo potrebbe sembrare un non-problema, finché il dispositivo funziona correttamente.
Ma cosa succede se la batteria comincia a fare le bizze? In tal caso la scelta è obbligata: recarsi all’assistenza tecnica del produttore. Molto spesso infatti nemmeno i normali centri di riparazione sono in grado di aprire le scocche dei dispositivi più moderni senza danneggiarli, e in ogni caso affidare lo smartphone ad una soggetto che non sia un tecnico autorizzato equivale quasi sempre a invalidarne la garanzia. Non c’è dubbio, rendere inaccessibile la batteria degli smartphone ha giocato a favore degli interessi economici dei produttori, a discapito di quelli degli utenti finali, ovvero tutti noi.
Ora però le cose stanno per cambiare, almeno in Europa: il Parlamento Europeo infatti ha stabilito nuove normative per la progettazione, produzione e smaltimento della batterie. Ciò prevederà, tra le altre cose, l’obbligo di rendere accessibili e sostituibili le batterie la parte degli utenti finali.
Queste nuove procedure sono state pensate non solo in ottica di risparmio economico per gli utenti, ma anche di salvaguardia ambientale facilitando le operazioni di riciclo delle batterie esauste, dalle quali è ancora possibile recuperare le terre rare che vi sono contenute, ovvero questi materiali che sono alla base della produzione die moderni circuiti elettrici che vanno a costituire i microprocessori e altri componenti fondamentali dei nostri moderni sistemi informatici.
Ovviamente non si tratta di un cambio di passo che possa avvenire dall’oggi al domani: i produttori di hardware avranno bisogno di tempo per adeguare le proprie catene di montaggio e reparti di progettazione alle richieste europee, ma la strada è ormai tracciata. Le nuove regole entreranno in vigore dopo 3 anni e mezzo dall’approvazione delle stesse, che stanno venendo messe a punto in questi mesi. Nel giro di pochi anni, quindi, torneremo finalmente a poter sostituire le batterie dei nostri smartphone con pochi, semplici gesti. Una vittoria per noi e per l’ambiente!
This post was published on 22 Giugno 2023 20:30
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