Il nuovo motore di ricerca di Google, potenziato con l’IA, è appena stato lanciato, ma sembra un enorme flop
L’intelligenza artificiale prodotta da Google non è nata sotto la migliore stella. Già Bard, il chatbot che avrebbe dovuto surclassare ChatGPT, non ha convinto gli investitori dopo alcune risposte completamente sbagliate. Ora anche il motore di ricerca integrato con l’IA non convince.
A maggio Google ha introdotto una funzione sperimentale chiamata Search Generative Experience (SGE) che utilizza i sistemi di intelligenza artificiale di Google per riassumere i risultati della ricerca. L’idea è che non dovrete fare clic su un elenco di link o digitare qualcos’altro nella casella di ricerca, ma Google vi dirà semplicemente cosa state cercando. In teoria, ciò significa che le query di ricerca possono essere più complesse e colloquiali – un’idea che abbiamo già sentito! – ma Google sarà comunque in grado di rispondere alle vostre domande.
Se avete optato per SGE, che è disponibile solo per chi si iscrive alla lista d’attesa di Google sui suoi Search Labs, i riassunti dell’intelligenza artificiale appariranno proprio sotto la casella di ricerca.
Ma le risposte sono spesso accompagnate da una serie di informazioni aggiuntive. Su desktop, Google visualizza le informazioni sulle fonti come schede sulla destra, anche se non è facile capire quali informazioni provengano da quali fonti. Sui dispositivi mobili (per ora solo sull’app di Google), le schede appaiono sotto il testo riassuntivo. Al di sotto della risposta alla query, è possibile fare clic su una serie di potenziali richieste di follow-up e sotto tutto questo c’è un risultato di ricerca standard di Google, che può essere pieno di caselle di informazioni aggiuntive.
La cosa peggiore della nuova esperienza di ricerca potenziata dall’intelligenza artificiale di Google è il tempo di attesa.
Vi viene in mente l’ultima volta che avete aspettato un risultato di Google Search? In genere (salvo connessioni molto lente o macchine sovraccariche) le ricerche sono istantanee. Si digita una cosa nella casella di ricerca, Google fornisce quasi immediatamente una risposta a quella cosa e poi si può fare clic su alcuni link per saperne di più su ciò che si è cercato o digitare qualcos’altro nella casella. È un ciclo virtuoso e utile che ha trasformato Google Search nel sito web più visitato al mondo.
La Search Generative Experience di Google, invece, presenta animazioni di caricamento.
Mentre Google sta generando una risposta alla vostra domanda, appare un riquadro colorato vuoto, con barre di caricamento che si attenuano. Quando il risultato della ricerca viene finalmente caricato, il riquadro colorato si espande e compare il riepilogo di Google, spingendo l’elenco dei link in fondo alla pagina.
Si tratta, nella maggior parte dei casi di aspettare anche 6 secondi prima di avere una risposta. Certo, detto così sembra di cercare il “pelo nell’uovo” e che pochi secondi non fanno la differenza. Provate allora a cercare qualunque cosa e contare in quanto tempo arriva il risulato. 6 secondi, in internet, sono una vera e propria eternità.
L’assistente di ricerca di Google dovrebbe facilitare e velocizzare le richieste degli utenti, fornendo tutti i risultati possibili e più appropriati. Tuttavia, se questo si traduce in un allungamento dei tempi il gioco non vale la candela. Anche perché, secondo le testimonianze di chi l’ha provato, i suggerimenti aggiuntivi si traducono in banner che sporcano lo schermo e contenuti poco utili.
Insomma, sembra che la strada di Google per rivoluzionare il mercato con l’IA sia abbia ancora una lunga strada da fare e speriamo che venga percorsa con maggiore velocità nei caricamenti.
This post was published on 5 Giugno 2023 15:17
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