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NASA e fenomeni paranormali: le prove sulla vita extraterrestre lasciano perplessi

La NASA non “sa cosa sta cercando”. Un’ammissione di non poco conto, considerando che l’agenzia governativa americana negli anni ha condotto innumerevoli studi per provare l’esistenza della vita extraterrestre. Eppure, nell’ultimo meeting, le prove non convincono.

Mercoledì scorso, i membri del comitato consultivo della NASA incaricato di studiare i fenomeni aerei non identificati (UAP) hanno tenuto la loro prima riunione pubblica, presentando il loro piano su come procedere con il rapporto che dovrebbero scrivere quest’anno. Tra i molti argomenti discussi, diversi membri (e funzionari della NASA) hanno sottolineato che non si tratta di una caccia agli alieni.

L’agenzia di aeronautica spaziale ha condotto numerose missioni per cercare segni di vita o ambienti abitabili nel nostro sistema solare e oltre. Sebbene la NASA abbia effettivamente cercato attivamente prove di vita extraterrestre, non ha mai affermato con certezza che gli extraterrestri, per come li immaginiamo noi anche attraverso l’immaginario dei film catastrofici e di fantascienza, possano esistere. La ricerca di vita extraterrestre è comunque una delle principali aree di interesse scientifico per la NASA, ma fino ad oggi non ci sono prove conclusive di vita oltre la Terra.

La NASA ha condotto diversi studi, come la ricerca di segni di vita su Marte tramite le missioni del rover, come il Mars Rover Curiosity, e ha anche lanciato il telescopio spaziale Kepler per individuare pianeti potenzialmente abitabili in altre galassie.

Le prove non sono convincenti: gli alieni esistono?

Dan Evans, vice amministratore associato del Science Mission Directorate della NASA ha dichiarato durante il convegno della NASA: “Voglio sottolineare a gran voce che non ci sono assolutamente prove convincenti di vita extraterrestre associata agli UAP”

Durante le quattro ore di riunione, trasmesse in livestreaming sul web, il team ha affermato che l’insufficienza di dati e la stigmatizzazione dell’argomento rimangono ostacoli significativi alla scoperta della natura degli UAP. Il presidente del gruppo, David Spergel, ha sottolineato che il ruolo del team non è quello di “risolvere la natura di questi eventi”, ma di creare una tabella di marcia per la NASA che possa guidare le future indagini sull’argomento.

La NASA ha costituito il team UAP nel 2022 con 16 esperti in discipline scientifiche come la fisica e l’astrobiologia per indagare sulle “osservazioni di eventi nel cielo che non possono essere identificati come velivoli o come fenomeni naturali noti“.

Nei decenni precedenti, gli oggetti non identificati nel cielo venivano ufficialmente chiamati UFO. In seguito, però, i funzionari statunitensi hanno cambiato la sigla in “UAP”, che significa “fenomeni aerei non identificati”, per evitare che le persone potessero associare la sigla a qualcosa di catastrofico come si vede nei film hollywoodiani in cui l’avvistamento di un UFO è sempre foriero di distruzione.. Lo scorso anno, il governo statunitense ha ridefinito la “A” di UAP come “anomalo” e ha ampliato la definizione per includere fenomeni che potrebbero verificarsi sott’acqua o nello spazio.

Negli ultimi anni l’interesse dell’opinione pubblica per gli UFO ha subito un’impennata a causa della diffusione di video della Marina statunitense, di articoli del New York Times e della copertura di un incidente del 2004 da parte di 60 Minutes. La nuova mania per gli UFO ha portato molti alti funzionari del governo statunitense, tra cui l’ex presidente Obama, a fare commenti pubblici sulla natura insolita degli oggetti sconosciuti che apparentemente volano nello spazio aereo degli Stati Uniti.

Il gruppo di esperti civili della NASA si discosta dai precedenti approcci governativi, che storicamente ponevano le indagini sugli UAP sotto il controllo militare o della sicurezza nazionale. A differenza dello studio in corso da parte del Pentagono sugli avvistamenti di UAP segnalati dagli aviatori militari, il gruppo della NASA esamina esclusivamente i rapporti non classificati degli osservatori civili.

La NASA ammette: “Non sappiamo cosa cercare esattamente”

I membri del gruppo di esperti UAP hanno ammesso di snon sapere esattamente cosa stanno cercando. In uno scambio di opinioni durante la sessione, dopo aver discusso la natura dei sensori necessari per osservare accuratamente gli UAP, diversi membri hanno descritto la loro frustrazione nel tentativo di studiare fenomeni non ben definiti.

Penso che non stiamo cercando un ago in un pagliaio, ma un’anomalia in un pagliaio“, ha detto Mike Gold, vicepresidente esecutivo del settore Spazio civile.

Gold ha continuato:

Non so quale sia la fenomenologia che stiamo cercando. Diciamo ‘anomalo’: cosa significa? Accelerazione anomala? Penso che quando cerchiamo di esaminare i dati, partiamo da una posizione quasi impossibile se non sappiamo cosa stiamo cercando. È radiazione? È qualcosa di elettromagnetico? È qualcosa di simile? Ecco perché è così impegnativo e frustrante per me che stiamo parlando di monitorare qualcosa che non sappiamo nemmeno cosa dovremmo monitorare.

È importante distinguere tra la ricerca attiva di prove e indizi di vita extraterrestre, che la NASA e altre organizzazioni scientifiche conducono, e le affermazioni sull’esistenza degli alieni. Mentre l’esistenza di vita extraterrestre rimane un’ipotesi scientifica plausibile, richiede ulteriori prove concrete per essere confermata.

This post was published on 4 Giugno 2023 12:30

Michele Longobardi

Laureato in Lettere moderne, scopro la passione per il giornalismo quasi per caso. I videogiochi sono il mio più grande amore e così decido di coniugare le due cose. Il giornalismo videoludico diventa la mia forma finale. Per me i videogiochi sono una forma d'arte e guai a dirmi il contrario. Appassionato di tutto ciò da cui sgorga sangue: cinema horror (registi preferiti Argento e Romero), letteratura gialla e dell'orrore (autori preferiti Christie, Poe e Lovecraft) e ovviamente i videogiochi del genere (Silent Hill e Resident Evil sopra ogni cosa). Il mio videogioco preferito di sempre è Fahrenheit che ho finito un numero non precisato di volte, da lì scaturisce la mia ammirazione per tutti i lavori di David Cage. La mia "carriera" videoludica è segnata da un marchio da cui non sono mai riuscito a staccarmi: PlayStation! In circa 20 anni di gaming, ho completato più di 800 titoli.

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