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Tempi bui per chi scrocca le password | Netflix ha detto basta alla condivisione, anche in Italia

È finita la pacchia. Netflix ha deciso di chiudere il rubinetto degli abbonamenti condivisi da chi non fa parte dello stesso nucleo familiare. Non è finita qui, stanno anche arrivando le e-mail di avviso ai clienti che dovranno pagare un sovrapprezzo se vorranno continuare a condividere la password con gli amici.

Netflix consente la condivisione di account all’interno dello stesso nucleo familiare attraverso una funzionalità chiamata “Profilo Famiglia”. Questa opzione consente ai membri della famiglia di creare profili separati all’interno dello stesso account principale.

D’altronde, Netflix, nelle sue prime campagne di marketing, aveva sottolineato la possibilità di condividere le password come uno dei vantaggi dell’utilizzo del servizio. Questo approccio è stato adottato per promuovere la diffusione e l’adozione del servizio, in quanto la condivisione delle password poteva aiutare a creare una base di utenti più ampia.

Nel corso degli anni, tuttavia, Netflix ha adattato la sua posizione sulla condivisione delle password. Sebbene la pratica non sia mai stata proibita esplicitamente, i termini di servizio di Netflix specificano che l’account può essere utilizzato solo per uso personale e all’interno del nucleo familiare. L’azienda ha iniziato a prendere misure per contrastare la condivisione abusiva delle password con persone non autorizzate.

Netflix ha iniziato a monitorare l’utilizzo degli account e ha introdotto misure come la richiesta di verifica dell’indirizzo di residenza per confermare l’appartenenza al nucleo familiare. Queste misure sono state prese per tutelare gli interessi dell’azienda e garantire un utilizzo corretto del servizio.

Perché Netflix sta facendo guerra agli “scrocconi”?

Se la guardiamo stando dalla parte dell’azienda, non possiamo negare che impedire di condividere la password anche con amici e persone che non fanno parte dello stesso nucleo familiare ha assolutamente senso. Una condivisione massiva e senza regole potrebbe arrecare danno alle finanze di Netflix e, di conseguenza, alla sua offerta di serie tv.

Quando un account viene condiviso tra più persone, l’azienda perde la possibilità di guadagnare dalle iscrizioni individuali. Ad esempio, se una famiglia condivide un unico account invece di iscriversi separatamente, Netflix perde potenziali entrate da tutte le altre persone che avrebbero potuto iscriversi individualmente.

Se questo viene fatto anche da persone che non fanno parte della stessa famiglia, le perdite si moltiplicano. Ciò può avere effetto anche sull’offerta che Netflix propone ai suoi clienti, considerando che tutto ciò che è presente sul catalogo ha un costo per la società.

Netflix investe una quantità significativa di denaro per ottenere licenze di distribuzione per contenuti popolari e originali. Questi accordi di licenza comportano spese elevate per l’azienda, poiché deve pagare i creatori dei contenuti o gli studi cinematografici per ottenere i diritti di trasmissione.

La condivisione “abusiva” degli account può ridurre il numero di abbonamenti necessari per accedere ai contenuti di Netflix, il che a sua volta può influire negativamente sulle entrate dell’azienda. Una riduzione delle entrate potrebbe limitare la capacità di Netflix di investire in nuovi contenuti e acquisire diritti per serie TV e film aggiuntivi.

Di conseguenza, se l’azienda riscontra un’eccessiva condivisione degli account, potrebbe essere costretta a prendere misure per compensare le perdite di entrate. Queste azioni potrebbero includere l’aumento dei prezzi degli abbonamenti, la riduzione degli investimenti in nuovi contenuti o l’intensificazione degli sforzi per contrastare la condivisione abusiva delle password.

E proprio quest’ultimo scenario si è venuto a verificare.

Netflix dice basta: non potete più condividere la password

Netflix ha recentemente comunicato che gli utenti italiani (e di altri paesi) dovranno sostenere un costo aggiuntivo se desiderano condividere le password di accesso al servizio con persone esterne al “nucleo domestico”. Questa nuova politica è stata testata per un anno ed è stata già implementata in Canada. Tale decisione segue un periodo difficile nel 2022 per il colosso dello streaming, che ha incluso il lancio di un abbonamento a prezzo ridotto con inserzioni pubblicitarie.

Netflix conferma che la misura è stata adottata perché la condivisione account da parte di persone esterne al nucleo familiare comporta gravi perdite per l’azienda:

Più di 100 milioni di famiglie condividono il loro account, il che influisce sulla nostra capacità di investire in grandi film e serie TV

Gli abbonati di Netflix stanno anche ricevendo un’email che li informa delle nuove restrizioni:

L’account Netflix è destinato a un unico nucleo domestico, ovvero a te e a chi vive con te. Tutte le persone che fanno parte del tuo nucleo domestico possono guardare Netflix dove desiderano (a casa, in movimento, in vacanza) e usufruire di nuove funzionalità come Trasferisci profilo e Gestisci accessi e dispositivi” ma chi invece è ”un utente extra” dovrà pagare l’extra.

A quanto ammonta questo extra? Per noi italiani, sono 4,99 euro al mese. Non una cifra esorbitante, certo, ma siamo sicuri che questa impopolare decisione di Netflix avrà un grosso impatto e ripercussioni che non tarderanno a farsi sentire.

This post was published on 24 Maggio 2023 19:30

Michele Longobardi

Laureato in Lettere moderne, scopro la passione per il giornalismo quasi per caso. I videogiochi sono il mio più grande amore e così decido di coniugare le due cose. Il giornalismo videoludico diventa la mia forma finale. Per me i videogiochi sono una forma d'arte e guai a dirmi il contrario. Appassionato di tutto ciò da cui sgorga sangue: cinema horror (registi preferiti Argento e Romero), letteratura gialla e dell'orrore (autori preferiti Christie, Poe e Lovecraft) e ovviamente i videogiochi del genere (Silent Hill e Resident Evil sopra ogni cosa). Il mio videogioco preferito di sempre è Fahrenheit che ho finito un numero non precisato di volte, da lì scaturisce la mia ammirazione per tutti i lavori di David Cage. La mia "carriera" videoludica è segnata da un marchio da cui non sono mai riuscito a staccarmi: PlayStation! In circa 20 anni di gaming, ho completato più di 800 titoli.

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