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La vita sulla terra viene da pianeti alieni? Forse no, potrebbe arrivare da una stella molto vicina

L’origine della vita sulla Terra è ancora un grande mistero per la scienza, ma il Sole potrebbe aver contribuito molto.

Da sempre gli scienziati, in particolare i cosmologi, si chiedono alcune domande sull’Universo che probabilmente non avranno mai una risposta.
Una di queste riguarda l’origine dell’Universo stesso, la nascita dei corpi celesti e la loro evoluzione nel corso dei millenni e soprattutto come è nata la vita sul nostro pianeta Terra.

Mentre un team di ricerca è a lavoro sullo scoprire i criteri di espansione dell’Universo, pare sia stata fatta una sensazionale scoperta per quanto riguarda l’origine della vita sul nostro pianeta.
Per oltre 50 anni si pensava che i primi organismi terrestri siano stati generati da fulmini, ma adesso invece si è scoperto che c’entra il nostro Sole.

Questa sensazionale scoperta non solo è importante per capire le origini del nostro mondo e degli organismi viventi che ci vivono e ci vivevano un tempo, ma anche per capire qualcosa di più su altre forme di vita nell’Universo che ci circonda.
Uno degli obiettivi principali dei ricercatori è sempre quello di trovare segnali di vita nello spazio extraterrestre.

Gli amminoacidi: dove tutta la vita sulla Terra è partita

Prima dell’origine della vita sulla Terra c’era il cosiddetto brodo primordiale: un luogo ipotetico dove sarebbero avvenuti i primi processi chimico-fisici che hanno dato origine alla vita sul pianeta.
In questo brodo primordiale, prima della nascita dei primi organismi unicellulari, si sarebbero formati gli amminoacidi che danno vita alle proteine.

I primi esperimenti per scoprire cosa ha portato all’origine degli amminoacidi vennero avviati nel 1953 da due ricercatori dell’Università di Chicago: Stanley Miller e Harold Urey.
I due scienziati preparano una miscela di materiali simile a quella che si pensava fosse l’atmosfera terrestre ai tempi, ovvero acqua, idrogeno, ammoniaca e metano.

Miller e Urey successivamente colpirono queste molecole con un fulmine ricreato in laboratorio, il quale diede origine proprio a degli aminoacidi.
Questo esperimento confermò l’ipotesi che l’origine della vita sulla Terra era stata causata da fulmini che hanno colpito il brodo primordiale e l’atmosfera terrestre.

L’esperimento di Miller e Urey però a quanto pare partiva da presupposti sbagliati: nell’atmosfera terrestre durante il periodo Adeano (4,6 milioni di anni fa) non c’era così tanto metano, ma molta più anidride carbonica.
Per questo motivo l’ipotesi è stata ritrattata da Kensei Kobayashi della Yokohama National University in Giappone.

I fulmini non c’entrano nulla: è stata tutto merito del Sole

Kobayashi, in collaborazione con l’astrofisico Vladimir Airapetian del Goddard Space Flight Center della NASA, ha condotto nuovi esperimenti per capire l’esatta origine della vita sulla Terra.
I fulmini sono stati esclusi a priori perché ritenuti troppo deboli per formare gli aminoacidi: ecco che quindi si è passato subito a pensare al Sole.

Il Sole del periodo Adeano, il periodo nel quale si ipotizza sia nato il primo organismo sulla Terra, era molto più instabile di quello che vediamo adesso.
Era una stella abbastanza sbizzarrita e che ogni settimana produceva i cosiddetti super-brillamenti, esplosioni solari molto luminose che al giorno d’oggi si verificano molto di rado.

Kobayashi e il suo team hanno quindi utilizzato l’acceleratore di particelle dell’Università di Yokohama per ricreare i super-brillamenti solari dell’Adeano e capire che effetto avrebbero avuto sul brodo primordiale.
È stato scoperto che l’azione solare era molto più efficace rispetto ai fulmini nel creare amminoacidi.

This post was published on 24 Maggio 2023 12:00

Salvatore Montagnolo

Nasce il 21 maggio 1996 a Napoli e cresce con la passione per i videogiochi e per tutto ciò che c'è di tecnologico nel mondo. Preme il suo primo tasto "START" all'età di 6 anni con Crash Bandicoot per l'inizio di una grande avventura all'insegna di console, comandi e schermi.

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