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I Social Network potrebbero evolversi senza Big Tech | Nel futuro prossimo saremo padroni dei nostri dati

I social network sono diventati indispensabili per milioni di persone, in realtà, sono i social ad avere più bisogno di noi che noi di loro. Dietro a queste app ci sono aziende che fatturano miliardi di dollari facendoci credere che siamo noi bisognosi di mostrare il nostro mondo agli altri. Ma se i social non esistessero per il solo profitto?

La parola d’ordine per far sì che possa partire una sorta di rivoluzione da parte degli utenti, per riappropriarsi della propria libertà e dei propri dati è: decentralizzazione.

La decentralizzazione dei social network significa spostare il potere di controllo e gestione dalla società proprietaria della piattaforma a una rete di utenti. Ciò permetterebbe agli utenti di controllare i propri dati e le proprie relazioni sociali, creando una maggiore trasparenza e un ambiente più democratico. In pratica, la decentralizzazione potrebbe significare l’implementazione di tecnologie come la blockchain, che consentono una gestione decentralizzata e peer-to-peer delle attività online.

Le conseguenze della decentralizzazione potrebbero essere molte e variegate. Da un lato, potrebbe portare a una maggiore sicurezza e privacy per gli utenti, impedendo alle società proprietarie di utilizzare i dati degli utenti a fini commerciali o politici senza il loro consenso. D’altra parte, ciò potrebbe rappresentare una sfida per le società proprietarie dei social network, che potrebbero perdere il loro vantaggio competitivo e la capacità di monetizzare i dati degli utenti.

Come diventare noi stessi padroni dei social

Le app social tradizionali come Twitter, Facebook e Instagram operano su un modello client-server. Ovvero, come utente, tutte le interazioni passano attraverso i server di una singola azienda. Quest’ultima, dunque, può gestire a proprio piacimento ogni tipo di dato che gli passa per le mani. Attraverso la decentralizzazione dei social, invece, la rete sociale può diventare “federata”, cioè gestita in modo quasi autonomo.

Una rete sociale federata si riferisce, infatti, a una piattaforma web decentralizzata in cui i dati utente e le funzionalità sono distribuite su più nodi di server a livello globale, piuttosto che essere centralizzati su un singolo server o dominio. In una rete sociale federata, gli utenti possono creare comunità online, pubblicare contenuti e interagire con gli altri utenti di diverse piattaforme e server collegati. Ciò consente agli utenti di condividere informazioni e comunicare tra loro, senza dover necessariamente avere un account su una piattaforma specifica.

In una rete federata, gli utenti interagiscono ancora con un server, ma chiunque può gestire un server che interagisce e opera con gli altri della rete, offrendo agli utenti un maggior numero di fornitori tra cui scegliere. In una rete p2p, non c’è distinzione tra client e server. Ogni dispositivo dell’utente può agire come entrambi, rendendoli funzionalmente equivalenti.

Cosa succede se si crea un social decentralizzato

Gli utenti creano un account su un server, denominato istanza, ma possono comunicare con gli utenti di altre istanze. L’intero insieme di istanze che possono interagire è chiamata “Fediverso”. Le credenziali dell’account sono gestite dall’utente stesso, poiché gli account sono strettamente legati a ogni singola istanza che è di proprietà dell’utente e non del server dell’azienda che lo ospita.

Ogni istanza, inoltre, stabilisce le proprie politiche di moderazione, sia attraverso le decisioni unilaterali di un amministratore, sia attraverso una sorta di votazione collettiva. Gli amministratori possono bannare intere istanze, tagliandone la visibilità. Se un’istanza viene bannata da molte altre, i suoi utenti possono ancora parlare tra loro, ma saranno isolati dal resto del Fediverso.

Per quanto riguarda invece uno dei fattori principali dei social, ovvero la monetizzazione, i social network federati richiedono costi di hosting e di sviluppo per essere mantenuti. Ogni istanza è finanziata dal proprio amministratore e dalla comunità. Lo sviluppo di Mastodon, ad esempio, è finanziato attraverso un Patreon gestito dallo sviluppatore principale. Al momento raccoglie circa 70.000 dollari all’anno, che gli permettono di lavorare a tempo pieno e di coprire i costi di hosting e di un team di moderazione.

Ovviamente, non è cosa semplice vedere i social tradizionali soppiantati da reti sociali federate. In primo luogo, per l’attuale dominio sul mercato dei social tradizionali come Facebook e Twitter che hanno un’ampia base di utenti e sono diventati parte integrante della vita online di molte persone; in secondo luogo, perché questi generano alti introiti pubblicitari, il che li rende estremamente competitivi sul mercato.

This post was published on 15 Aprile 2023 7:30

Michele Longobardi

Laureato in Lettere moderne, scopro la passione per il giornalismo quasi per caso. I videogiochi sono il mio più grande amore e così decido di coniugare le due cose. Il giornalismo videoludico diventa la mia forma finale. Per me i videogiochi sono una forma d'arte e guai a dirmi il contrario. Appassionato di tutto ciò da cui sgorga sangue: cinema horror (registi preferiti Argento e Romero), letteratura gialla e dell'orrore (autori preferiti Christie, Poe e Lovecraft) e ovviamente i videogiochi del genere (Silent Hill e Resident Evil sopra ogni cosa). Il mio videogioco preferito di sempre è Fahrenheit che ho finito un numero non precisato di volte, da lì scaturisce la mia ammirazione per tutti i lavori di David Cage. La mia "carriera" videoludica è segnata da un marchio da cui non sono mai riuscito a staccarmi: PlayStation! In circa 20 anni di gaming, ho completato più di 800 titoli.

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