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TikTok multata per svariati milioni per via dei minori | La piattaforma sembra fare nulla a riguardo

In un mondo dominato da internet, i social network rappresentano il modo di comunicare per eccellenza. Che si tratti di comunicazione dirette o di semplice ricerca d’intrattenimento, ogni social riesce ad offrire qualcosa di diverso che riesce ad allietare le nostre giornate. Uno di questi però, TikTok, sin dalla sua nascita ha dovuto affrontare diversi problemi e adesso, si ritrova a dover pagare una multa salata.

TikTok, app problematica

Arriva TikTok

Sin dall’avvento di internet, le persone sono diventate affamate di comunicazione, cercando sempre metodi nuovi, migliori e più veloci, per restare in contatto con amici, parenti e con tutto ciò che ci circonda.

Ad aprire le danze, fu sicuramente Facebook.
Il servizio, nasce nel 2008 da un’idea di Mark Zuckerberg, sulla base del pensiero secondo cui a tutti piace sapere i fatti di tutti. E il tempo, gli ha sicuramente dato ragione. Facebook è diventato il social network più famoso di sempre, con miliardi di utenti all’attivo. Parlare di social ormai, implica necessariamente parlare della grande F.

Il linguaggio social si è però evoluto. Si è passati ad Instagram, che aveva un metodo di fruizione molto più immediato di Facebook, fino ad arrivare a TikTok.

TikTok è una piattaforma cinese di condivisione video che, alla sua fondazione nel 2014, prendeva il nome di Musical.ly. Il successo di TikTok fu travolgente, grazie ad un’immediatezza ancora più prorompente di quella di Instagram, con la possibilità di fruire di video divertenti dalla durata di massimo 1 minuto.

Tuttavia, nonostante il grande successo di pubblico, TikTok si trovò a dover affrontare delle situazioni poco gradevoli.
Diverse accuse vennero mosse direttamente dai governi, come ad esempio quello americano che vide nella poca trasparenza del trattamento dei dati degli utenti di TikTok, una potenziale minaccia, arrivando ad interrogarsi se bloccare il servizio su tutto il suolo americano.

TikTok in the USA

È recente la notizia giunta da Bruxelles ad esempio, secondo cui il Parlamento Europeo vieterà l’utilizzo dell’applicazione cinese sui dispositivi dei parlamentari e dei funzionari, sulla scia di quanto fatto nei giorni scorsi dalla Commissione e dal Consiglio UE.

Altra grande minaccia, è stata vista nell’uso forsennato che molti giovanissimi, fanno dell’app.
L’applicazione, per via della grande mole di contenuti di facile fruibilità, si è rivelata molto attrattiva per un pubblico molto giovane, di ragazzini e ragazzine, molto spesso in età prepuberale.

Vista la poca limpidezza nella gestione dei dati, tanti fra enti governativi e genitori, hanno sollevato delle rimostranze verso il servizio che ha cercato di rispondere al meglio ai problemi presentati. Ad esempio, nelle ultime settimane si è tanto parlato di una misura, mirata a limitare l’uso dell’applicazione.

I minori di 18 anni infatti, se dovessero trovarsi ad utilizzare TikTok per più di 60 minuti al giorno, riceveranno l’avviso di dover inserire una password per continuare a fruire del servizio. Nonostante si tratti di un meccanismo facilmente aggirabile, questa misura potrebbe rivelarsi un ottimo strumento di controllo per i genitori, un degno sostituto del parental control.

Tuttavia, misure come questa, sembrano non bastare e TikTok si trova a dover affrontare un problema abbastanza dispendioso.

Multa per TikTok

Si paga cara

Nonostante i tentativi dell’applicazione cinese, di adattarsi alle richieste di governi e privati, nel limitare l’accesso dei minori al servizio, i risultati sembrano non essere quelli sperati. E la punizione arriva puntuale, dal Regno Unito.

Nello specifico, a far notare delle problematiche sussistenti, è l‘International Commissioner’s Office, il garante delle informazioni del Regno Unito. Secondo quanto dichiarato dall’ufficio del garante, TikTok avrebbe tenuto un comportamento non adeguato, per quanto riguarda l’iscrizione al social da parte di minori di 13 anni.

Nel Regno Unito infatti, i bambini sotto i 13 anni, non possono legalmente registrarsi su alcun social network. A quanto riporta invece l’International Commissioner’s Office, nel solo 2020, più di 1 milione di iscritti a TikTok erano bambini sotto i 13 anni.

Nonostante ByteDance, la compagnia che possiede TikTok, fosse conscia dell’avvenuta contravvenzione alle norme imperative inglesi, non ha fatto nulla per rimediare alla situazione. Non sono stati posti i giusti controlli in entrata, così da limitare le iscrizioni e non sono stati rimossi gli utenti che, anche legalmente, non potevano registrarsi all’app.

Tutto ciò ha portato all’erogazione, da parte dell’International Commissioner’s Office, di una sanzione salatissima: quasi 15 milioni di euro.

Una dichiarazione a riguardo è arrivata da John Edwards, Commissario per le Informazioni inglese, che ha spiegato i motivi della sanzione:

Ci sono delle leggi precise per fare in modo che i nostri figli siano al sicuro nel mondo digitale così come devono esserlo in quello reale. TikTok non ha rispettato quelle leggi. Come conseguenza, 1,4 milioni di bambini si sono iscritti alla piattaforma nel 2020, e i loro dati personali sono stati immagazzinati da TikTok, che li ha usati. La nostra multa da 12,7 milioni di sterline riflette il serio impatto dei loro errori. Sapevano quello che succedeva, e non hanno fatto abbastanza per controllare chi stesse utilizzando la loro piattaforma e nulla per rimuovere chi non potesse legalmente iscriversi

This post was published on 9 Aprile 2023 13:15

Pietro Falzone

Redattore Appassionato di videogiochi sin dal sempre più lontano 2002, quando per festeggiare i 5 anni ricevette una copia di Crash Bandicoot per la prima PlayStation. Il richiamo dell'avventura digitale lo fece innamorare di un mondo fatto di pixel, più o meno definiti. E l'amore non si è mai fermato. Inizia così a tastare tutti gli aspetti del mondo videoludico. Tra le sue più grandi passioni, si piazzano in ordine gli MMORPG (con sempre meno per giocarli, purtroppo), gli sparatutto in prima persona e, doprattutto, giochi di ruolo single player. Così si spiegano le più di mille ore, spalmate sui vari titoli From Software, da Demon's Souls in poi. Dalla fine delle medie, scopre una nuova passione: la scrittura. E come se non bastasse, scopre che nel mondo c'è chi scrive riguardo ai videogiochi, come se fosse un lavoro vero. Cosa fare di due passioni del genere dunque? Inizia così la ricerca disperata del giusto vascello, che riuscisse a convogliare voglia di fare, idee e tempo. Dopo un periodo passato a peregrinare, tra siti e sitarelli, approda su Player.it dove trova una casa in cui convogliare idee e spunti, al fianco di un team solido e costruttivo.

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