Il backup è una delle pratiche più importanti in informatica: ancora tante persone non lo fanno e non lo sanno fare, è davvero rischioso
Una delle paure più grandi per chi fa utilizzo di dispositivi elettronici è sicuramente quella di perdere tutto da un giorno all’altro.
Un malfunzionamento, un attacco hacker, un guasto e improvvisamente tutti i nostri dati e i nostri file spariscono nel nulla senza possibilità di recuperarli.
Per questo motivo esiste una funzione chiamata backup che ormai è presente su ogni sorta di dispositivo.
Per backup s’intende una copia ridondante (quindi una copia della copia) di file e dati personali in una memoria diversa da quella principale del dispositivo.
Questo ovviamente aiuta a recuperare i dati quando il dispositivo non è più accessibile per via di un guasto, un virus o attacco hacker.
La pratica del backup esiste da anni e attualmente tutti i dispositivi moderni lo fanno in automatico, ma è stato dimostrato che c’è ancora tanta gente che non lo fa.
Soprattutto per chi lavora in smart working il backup diventa pressoché obbligatorio se non si vuole rischiare di perdere tutto il lavoro di una vita.
Lo scorso 31 marzo si è tenuto il 12° anniversario del World Backup Day: la giornata mondiale dedicata proprio a questa pratica informatica.
In questo evento si ricorda a tutti l’importanza di fare il backup, illustrando i potenziali rischi, e si suggeriscono i metodi migliori del momento per farlo.
Secondo una ricerca del Ponemon Institute, il 29% dei dati globali che vengono persi è per cause accidentali, ma soprattutto è stato dimostrato che il 21% degli utenti che è andato incontro alla perdita dei dati non ha mai fatto il backup.
Uno scenario abbastanza significativo considerando i potenziali rischi che ci sono nel non farlo.
Alessio Pennasilico, membro del Comitato Scientifico di Clusit, ha dichiarato che siamo tutti potenzialmente a rischio quando salviamo sui nostri dispositivi foto, video, file e documenti importanti: per questo motivo dobbiamo munirci di un’ancora di salvezza come può essere quella del backup.
Vediamo adesso quali sono i metodi principali per effettuare un backup dei dati.
Come abbiamo detto in introduzione, la maggior parte dei dispositivi e delle applicazioni effettua backup in maniera automatica a frequenza regolare.
WhatsApp, ad esempio, effettua un backup automatico ogni mese, ma si può scegliere se farlo fare ogni giorno, ogni settimana oppure eseguirlo manualmente a nostra discrezione.
Il backup su WhatsApp ci aiuta a mantenere salvate le chat quando dobbiamo disinstallare l’app oppure installarla su un dispositivo diverso.
I dispositivi Android effettuano il backup grazie a Google Drive, una memoria virtuale accessibile attraverso la nostra mail, mentre gli iPhone utilizzano iCloud che funziona allo stesso modo.
Oltre a Google Drive e iCloud, esistono altri sistemi di memoria per effettuare backup dei dati: uno dei più utilizzati è Microsoft OneDrive.
Questa applicazione funziona esattamente come le altre, solo che è accessibile tramite l’account Microsoft, molto utile per PC Windows e console Xbox.
In alternativa a queste memorie virtuali, è possibile effettuare un backup di sicurezza anche attraverso memorie fisiche come le SSD.
Questi dischi di memoria possono essere attaccati ai nostri dispositivi per garantirci una copia ulteriore dei dati nel caso dovessimo perdere quelli salvati nella memoria del dispositivo.
This post was published on 3 Aprile 2023 17:20
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