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Di buchi neri grandi se ne sono osservati tanti, questo però è inimmaginabile

I buchi neri sono uno dei fenomeni più affascinanti e misteriosi dell’universo. Questi oggetti cosmici si formano quando una stella massiccia collassa e la sua gravità diventa così forte che nulla, nemmeno la luce, può sfuggirle.

Il concetto di buco nero è stato proposto per la prima volta dalla teoria della relatività di Albert Einstein, ma solo negli anni ’60 ne è stata confermata l’esistenza.

Da allora, gli astronomi studiano questi oggetti enigmatici per svelarne i misteri. Uno degli aspetti più intriganti dei buchi neri è la loro capacità di deformare lo spazio-tempo. La loro attrazione gravitazionale è così forte da distorcere il tessuto dello spazio-tempo intorno a loro. Questo effetto è noto come lente gravitazionale e permette agli astronomi di osservare galassie e stelle lontane che altrimenti sarebbero invisibili.

Un altro aspetto affascinante dei buchi neri è il loro orizzonte degli eventi. Che cos’è? Si tratta di un punto di non ritorno, oltre il quale nulla può sfuggire alla gravità del buco nero. In pratica, tutto ciò che attraversa l’orizzonte degli eventi viene trascinato verso la singolarità del buco nero, ovvero un punto di densità infinita al centro dello stesso che impedisce la fuga di qualsiasi corpo celeste entri in contatto con esso.

Nonostante la loro natura misteriosa, i buchi neri svolgono un ruolo cruciale nell’universo. Contribuiscono a modellare la struttura delle galassie e svolgono un ruolo chiave nella formazione delle stelle. Si ritiene inoltre che siano responsabili di alcuni dei fenomeni più energetici dell’universo, come i quasar e i lampi di raggi gamma.

I buchi neri sono un aspetto affascinante e misterioso dell’universo. Sfidano la nostra comprensione delle leggi della fisica e offrono uno sguardo sul funzionamento del cosmo. Anche se c’è ancora molto da scoprire su questi oggetti enigmatici, il loro studio continuerà senza dubbio a catturare l’immaginazione degli scienziati e del pubblico. E difatti, ogni volta che si scopre qualcosa di nuovo, è sempre motivo di stupore e, diciamolo, anche di paura perché l’idea di un buco nell’universo che inghiotte qualsiasi cosa un po’ di timore lo mette.

Un buco nero così grande non s’era mai visto

I buchi neri non sono tutti uguali, la loro dimensione può variare anche di tantissimo. Vanno da poche volte la massa del sole a enormi bestioni al centro delle galassie, chiamati buchi neri supermassicci, che possono essere milioni di volte la massa del sole. Recentemente, gli astronomi hanno scoperto un buco nero da record, che si pensa sia uno dei più grandi mai trovati.

In un articolo pubblicato sulla rivista Monthly Notices of the Royal Astronomical Society, gli astronomi dell’Università di Durham, nel Regno Unito, descrivono un buco nero di oltre 30 miliardi di volte la massa del Sole. Per scoprirlo è stato necessario l’uso di un supercomputer e del telescopio spaziale Hubble, utilizzando un nuovo metodo per identificare grandi masse attraverso la modellazione.

La modellazione ha utilizzato una struttura di supercomputer chiamata DiRAC HPC, o Distributed Research using Advanced Computing – High Performance Computing, una struttura specializzata per la modellazione in astronomia e fisica delle particelle. Utilizzando le risorse di calcolo della struttura, i ricercatori sono riusciti a modellare il modo in cui la luce si piega attorno all’enorme buco nero.

Come è stato scoperto questo buco nero?

Per scoprire questo nuovo ed enorme buco nero i ricercatori si sono affidati a un particolare fenomeno chiamato lensing gravitazionale. Questo fenomeno si verifica a causa dell’enorme gravità di oggetti massicci e densi come i buchi neri. La gravità che essi producono è così estrema da deformare lo spazio-tempo, causando la curvatura dei raggi luminosi.

L’enorme buco nero è stato identificato osservando la luce di una galassia lontana che mostrava un arco, indicatore di lente gravitazionale.

Cosa dobbiamo aspettarci ora?

La scoperta del buco nero con una massa oltre 30 miliardi di volte superiore a quella del Sole è di grande importanza scientifica. Questo tipo di scoperte fornisce nuove informazioni sulle proprietà fisiche dell’universo e sulla sua evoluzione, nonché sulla distribuzione dei buchi neri nell’universo stesso.

In particolare, la scoperta dimostra il potenziale della lente gravitazionale come strumento per l’astronomia e potrebbe portare all’identificazione di molti altri buchi neri. Inoltre, la fotografia del buco nero Sagittarius A al centro della Via Lattea, ottenuta attraverso la collaborazione internazionale con l’Event Horizon Telescope, conferma l’esistenza di ciò che era solo un’ipotesi quasi mezzo secolo fa e un sogno per gli ultimi 20 anni.

Fotografia del buco nero Sagittarius A

La scoperta di questo buco nero gigante e quella di Sagittarius A contribuiranno a migliorare la nostra comprensione dell’universo e della fisica delle particelle.


fonte: Monthly Notices of the Royal Astronomical Society

This post was published on 4 Aprile 2023 6:30

Michele Longobardi

Laureato in Lettere moderne, scopro la passione per il giornalismo quasi per caso. I videogiochi sono il mio più grande amore e così decido di coniugare le due cose. Il giornalismo videoludico diventa la mia forma finale. Per me i videogiochi sono una forma d'arte e guai a dirmi il contrario. Appassionato di tutto ciò da cui sgorga sangue: cinema horror (registi preferiti Argento e Romero), letteratura gialla e dell'orrore (autori preferiti Christie, Poe e Lovecraft) e ovviamente i videogiochi del genere (Silent Hill e Resident Evil sopra ogni cosa). Il mio videogioco preferito di sempre è Fahrenheit che ho finito un numero non precisato di volte, da lì scaturisce la mia ammirazione per tutti i lavori di David Cage. La mia "carriera" videoludica è segnata da un marchio da cui non sono mai riuscito a staccarmi: PlayStation! In circa 20 anni di gaming, ho completato più di 800 titoli.

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