Grazie alle nuove tecnologie i malati di SLA potranno continuare a parlare senza fastidiose voci robotiche
Le malattie degenerative consumano lentamente e costantemente l’organismo della persona malata. Più che il malessere fisico, più della salute che man mano diventa critica, la cosa che quasi tutti temono di più è perdere la propria identità come persona. In alcuni casi questa degenerazione è fisica, in altri si estende a tutta la persona.
La Sclerosi Laterale Amiotrofica, meglio conosciuta come SLA, è una malattia neurodegenerativa che colpisce tutto il sistema nervoso dell’organismo, causando progressiva debolezza muscolare e difficoltà a parlare, mangiare e, in fase terminale, a respirare. Per molte persone con SLA, la comunicazione verbale diventa sempre più difficile man mano che la malattia progredisce e si riduce a rantoli o grida, non riuscendo più ad articolare i suoni.
La nuova tecnologia può aiutare
Un nuovo progetto sta lavorando per restituire la voce e la comunicazione alle persone affette da SLA.
“Voice for Purpose – Diamo voce alla SLA” è un progetto ambizioso che utilizza l’intelligenza artificiale per restituire la voce e, quindi, le facoltà comunicative ai malati di SLA. Offrendo una voce espressiva e personalizzata, questo progetto mira a migliorare la qualità della vita di questi individui, aiutandoli a comunicare con il mondo in modo più umano.
Da adesso è possibile donare la voce
Il progetto è nato dall’idea dell’attore e doppiatore Pino Insegno e unisce le forze di Università Campus Bio-Medico di Roma, Centri Clinici NeMO, Nemo Lab, Translated e Dream On. L’obiettivo è creare una “banca della voce” in cui le persone con disabilità vocali possono scegliere una voce espressiva da una selezione di voci donate da persone di tutto il mondo.
Non per forza la voce deve essere di donatori. Infatti, le persone con SLA, magari in uno stadio iniziale della malattia, possono anche registrare la loro stessa voce e conservarla, al fine di preservare la loro identità. Importantissimo riuscire ancora a poter comunicare con la propria voce, riuscire ancora ad esprimersi come sempre malgrado le condizioni avverse del proprio corpo.
Come funziona
Attualmente, sono già 250 le voci donate e chiunque può diventare un donatore semplicemente effettuando la registrazione della propria voce mentre legge un breve messaggio. Quando una persona con disabilità vocale ha bisogno di una sintesi vocale, viene selezionata una voce donata e il potenziale donatore viene contattato.
L’Intelligenza Artificiale farà poi tutto il resto, sintetizzando la nuova voce e ricreando i suoni necessari per parlare in modo naturale.
Niente più voci robotiche
Questo progetto offre un’alternativa al sistema sanitario nazionale che fornisce attualmente una sintesi vocale robotica e metallica per la Comunicazione Aumentativa Alternativa (CAA). Il risultato non è dei migliori: la voce artificiale prodotta con questa tecnologia è priva di qualunque espressione ed evidentemente inumana, al punto che in tanti preferiscono non usarla.
Con la banca della voce, le persone con SLA possono accedere a una voce espressiva che rispecchia la loro identità o che, comunque, può dare la giusta dignità con toni e suoni umani.