Comunicare è un’attività resa sempre più semplice dalle nuove tecnologie. Social media e servizi di messaggistica istantanea hanno reso la comunicazione, sia essa per svago o per lavoro, estremamente veloce e funzionale. Un mezzo che è sicuramente arrivato prima di questi elencati ma che, evolvendosi, rimane essenziale per il lato comunicativo specialmente lavorativo, è l’email o posta elettronica. Qual è il problema dunque?
I servizi posta elettronica sono essenziali per la vita e il lavoro di tutti i giorni, poiché, grazie alle evoluzioni che hanno subito negli anni, rappresentano i metodi più sicuri e “ufficiali” per comunicare. Scrivere una mail è un’arte e farlo nel modo giusto può decisamente fare la differenza, specialmente quando si tratta di comunicare con un datore di lavoro, un professore universitario o qualunque altra figura ufficiale.
E non solo comunicazione: le mail fungono ormai da box virtuali, utili a immagazzinare informazioni. Non è raro che molti tengano, tra le email salvate, codici d’accesso ai propri profili social, dati bancari, dati anagrafici e comunicazioni di un certo rilievo.
A margine delle mail, altri servizi si sono inseriti come ad esempio, il cosiddetto Drive offerto da Google: uno spazio virtuale in cui è possibile raccogliere ingenti quantità di documenti virtuali, da foto in ottima qualità a pagine e pagine di PDF. Strumenti del genere si rivelano essenziali ormai, per svolgere qualunque lavoro implichi lo stare dietro ad un computer.
Una cosa su cui non così spesso ci si sofferma a riflettere è che, affidando tutti questi aspetti della nostra vita, privata e lavorativa alle mail, corriamo il rischio di restare isolati da tanti aspetti della nostra vita, nel caso in cui queste mail smettessero di funzionare correttamente.
Immaginate dia vere password, documenti, foto e video all’interno di alcune mail, sul vostro account personale di posta elettronica e di non potervi più accedere. Vi ritrovereste a subire un disagio, nel caso quel materiale vi servisse per una qualsiasi ragione.
Purtroppo, quello che potrebbe sembrare un rischio lontano e intangibile, per molti utenti è diventato realtà. Sono in tanti a lamentare disservizi e a dirsi delusi. Ma di che si tratta nello specifico?
Due dei più grandi portali di servizi online italiani, posta elettronica e non, sono diventati totalmente non operativi all’incirca 36 ore fa. Stiamo parlando di Libero.it e Virgilio. I due servizi, forniti entrambi dall’azienda Italiaonline, stanno attraversando ore buie e a piangere maggiormente la cosa, sono gli utenti.
Da quasi due giorni infatti, gli utenti delle due piattaforme sono impossibilitati ad utilizzare correttamente anche solo i servizi email. La frustrazione è crescente e subito si sollevano le ipotesi dal web. La prima, su cui tutti hanno puntato a scatola chiusa, riguardava un attacco hacker in corso, con rischio di sottrazione di dati sensibili.
La stessa Italiaonline ha però smentito la voce che vorrebbe degli hacker a gestire la cosa. Tuttalpiù, a detta dell’azienda, si tratta di <<problemi tecnici>> che stanno cercando, disperatamente, di risolvere. L’azienda, evidentemente mortificata per l’accaduto, ha anche voluto specificare come si tratti di una cosa <<mai successa in 25 anni>>.
Di seguito, potete trovare la lettera che Italiaonline, nella persona di Diego Rizzi (Chief Technology Officer) ha deciso di rivolgere ai suoi utenti per spiegare la situazione e i modi in cui stanno cercando di arginare il tutto:
“Stiamo lavorando incessantemente da ormai diverse ore per risolvere un problema infrastrutturale inaspettato e imprevisto e che non è dipeso da sistemi sviluppati di Italiaonline. Possiamo rassicurare, come già scritto sui nostri portali e touchpoint digitali, che i nostri utenti sono stati in questa situazione di emergenza, e continueranno ad essere sempre, la nostra priorità. L’attuale situazione non è dipendente da attacchi cyber esterni».
La promessa è infine quella di avere risposte più concrete, nelle prossime ore, specificando come sia assolutamente <<esclusa la perdita di dati>>. Tuttavia, le associazioni di categoria sono sul piede di guerra.
Il Codacons ha aperto le danze, inviando una formale diffida alla società Italiaonline che gestisce i due servizi, parlando della commisurazione di veri e propri “danni materiali” dato che, oltre al disagio causato, molti utenti premium dei due servizi (utenti che pagano un abbonamento per accedere ad una serie più ampia di servizi) si trovano impossibilitati, come tutti gli altri 9 milioni di utenti su territorio italiano.
This post was published on 25 Gennaio 2023 0:20
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