Il commissario europeo per il Mercato Interno, in un tweet, lancia un avvertimento al colosso dell’intrattenimento cinese
TikTok è cresciuta esponenzialmente in popolarità negli ultimi anni, imponendosi come un gigante dell’intrattenimento grazie alla facilità e versatilità nella creazione dei contenuti e un algoritmo raffinato. Gli utenti riconoscono e apprezzano la semplicità d’utilizzo e la possibilità di scoprire sempre nuovi contenuti allineati ai propri interessi, e le aziende ne hanno sfruttato il potenziale lanciandosi in campagne di marketing efficaci e accattivanti.
Come per ogni social, però, ci sono dei rischi correlati all’esposizione a community non moderate e a contenuti inappropriati, specie considerando che la gran parte degli utenti di TikTok è in età scolastica.
Molti stati americani, inoltre, hanno già emesso un ban dell’app sui dispositivi governativi per via delle pratiche di raccolta dati non esattamente trasparenti, e fioccano le richieste pervenute alla Casa Bianca di prendere provvedimenti contro l’app. Ma qual è la situazione in Europa?
Il Digital Services Act: come cambia il vento
La pressione normativa cresce un po’ ovunque per TikTok, ma in Europa la morsa potrebbe farsi ancora più stretta con l’avvicinamento dell’entrata in vigore del Digital Services Act, prevista per il 1° Settembre 2023.
Lo scopo dichiarato di questa normativa europea è quello di vigilare sull’operato delle grandi aziende tech come YouTube, Facebook, Instagram e TikTok affinché siano più trasparenti e responsabili riguardo ai rischi sociali derivanti dal loro utilizzo e la diffusione di contenuti illegali.
Finisce dunque l’era delle aziende tech che si autoregolano, decidendo autonomamente le policy e moderando i loro stessi contenuti. L’Europa chiede regole chiare ed esplicite riguardo la gestione di contenuti illegali e più trasparenza sui sistemi di raccomandazione, raccolta dei dati e profilazione.
In guardia dal “rischio sistemico sociale”
E non è finita qui: la novità assoluta, e quella forse più attesa, è che il DSA riconosce il “rischio sistemico” che le grandi piattaforme pongono alla società, in termini di effetti negativi sui diritti fondamentali, libere elezioni, violenza di genere, e salute pubblica. La legge prevede dunque che le piattaforme con oltre 45 milioni di utenti in Europa (tutte quelle citate sopra) debbano valutare formalmente in che misura i loro prodotti, inclusi i sistemi algoritmici, esacerbino questi rischi, e prendano misure attive per prevenirli. Saranno in grado?
Le preoccupazioni e le minacce del commissario europeo
Il Commissario Europeo per il Mercato Interno, Thierry Breton, non ha dubbi: se la situazione non cambia, TikTok è a rischio ban in tutta l’Unione Europea. Nel corso di una videoconferenza, Breton ha ribadito al CEO di TikTok Shou Zi Chew quali sono i termini per poter continuare a restare operante in Europa, e ha chiesto espressamente più fatti e meno promesse:
Con un pubblico più giovane servono maggiori responsabilità.
In quanto piattaforma che raggiunge milioni di giovani europei, TikTok deve rispettare pienamente il diritto dell’UE, in particolare il DSA.
Ho chiesto al CEO di TikTok Shou Zi Chew di dimostrare, il prima possibile, non solo gli sforzi ma anche i risultati.
Le preoccupazioni del commissario riguardano soprattutto la protezione degli utenti più giovani: ha dichiarato, infatti che non è accettabile che gli utenti possano accedere in solo pochi secondi a “contenuti dannosi e talvolta persino pericolosi per la vita“.
Breton ha promesso al colosso cinese che sarà oggetto di un esame specifico quando entrerà in vigore il DSA e ha specificato che, se quest’esame dovesse avvenire oggi, nella forma attuale, sicuramente risulterebbe in una bocciatura. Non solo sanzioni dissuasive, dunque: il rischio di ban è concreto e reale.
TikTok, dal canto suo, si è resa “pienamente intenzionata” a rispettare il DSA e le altre normative europee, dichiarando di stare già adoperandosi a livello aziendale per garantire la conformità al regolamento.