L’Unione Europea ha aperto un’indagine sull’acquisizione da parte di Microsoft dell’editore di videogiochi Activision Blizzard. Il motivo dell’indagine non è molto chiaro: con questa acquisizione, l’azienda di Redmond ha la possibilità di bloccare l’accesso ai giochi di Activision.
L’operazione commerciale subisce, così, una importante battuta d’arresto. Si potrà procedere nuovamente solo dopo le indagini ed il verdetto favorevole, ma la Commissione Europea ha ritardato nuovamente la sua decisione. Uno “sgambetto” all’affare dovuto, molto probabilmente, alle accuse sollevate da Sony.
Microsoft ha annunciato l’intenzione di acquisire Activision Blizzard nel gennaio 2022. Da allora, le autorità di regolamentazione dell’Arabia Saudita e del Brasile hanno dato la loro approvazione. Tuttavia, la Federal Trade Commission statunitense e la Competition and Markets Authority britannica non hanno ancora emesso il loro verdetto.
In attesa dell’approvazione di tutti gli organi competenti, la Commissione europea ha avviato un’indagine approfondita. La Commissione aveva annunciato di poter prendere una decisione sull’accordo il 23 marzo 2023, ma il termine è stato ulteriormente allungato, come ha annunciato su Twitter il giornalista e parlamentare UE Samuel Stolton.
Il verdetto arriverà, quindi, non prima dell’11 aprile 2023, ritardando maggiormente l’intero progetto di Microsoft.
Nel frattempo, mentre in Europa ed in America si discute, anche l’Antitrust cinese si è espresso in modo sfavorevole sull’operazione commerciale, bloccandola.
Un’indagine preliminare aveva già sollevato preoccupazioni sulla riduzione della concorrenza nei mercati dei videogiochi. La Commissione ha inoltre rilevato potenziali problemi nel mercato dei PC, affermando che la fusione potrebbe “scoraggiare gli utenti dall’acquistare PC non Windows”.
Sony si è assunta la responsabilità di avvertire le autorità di regolamentazione che la fusione con Activision Blizzard potrebbe dare a Microsoft un vantaggio senza pari nel settore. In questo caso, il vantaggio si presenta sotto forma di controllo della popolarissima e più che redditizia serie di Call of Duty. Da parte sua, Microsoft ha cercato di dissipare le preoccupazioni affermando che non limiterà l’accesso ai giochi di Call of Duty.
Secondo Margrethe Vestager, vicepresidente esecutivo per la politica sulla concorrenza, “la Commissione europea deve garantire che le opportunità rimangano le stesse per gli attuali e futuri distributori di giochi per PC e console. Lo stesso vale per i fornitori di sistemi operativi per PC“.
This post was published on 23 Novembre 2022 12:00
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