“A Heist with Markplier”: anche Youtube avrà il suo “Bandersnatch”

Il logo ufficiale di A Heist with Markiplier

Il 2019 ludico e videoludico sarà senza dubbio ricordato come l’anno della rinascita del racconto interattivo: “iniziata” col debutto di Black Mirror: Bandersnatch, uscito il 28 dicembre 2018 ed esploso nei primissimi giorni dell’anno successivo, proseguita con la pubblicazione o l’annuncio di diversi videogiochi che fanno della narrativa il loro focale e con il revival, anche in Italia, del librogame, quest’annata ha visto l’arrivo di talmente tante “storie partecipative” da far sì che la critica riaccendesse i riflettori su di essi. E non è finita, perché dopo Netflix anche YouTube vuole puntare sui film-game: arriva A Heist with Markplier, in uscita il 30 ottobre

Da gaming youtuber a mattatore

YouTube Premium, la divisione di YouTube per contenuti a pagamento quali film, serie televisive o show originali, ha infatti deciso di sperimentare un vero e proprio spettacolo interattivo in risposta a Bandersnatch, ma anziché costruire un racconto di suspense come il suo competitor sembra voler giocare la carta della simpatia e dello humor coinvolgendo uno dei più seguiti e amati youtuber specializzati in walkthrough videoludici (in particolare di genere horror) in una storia che sembra avvicinarsi molto più a una action comedy.

Classe 1989, un canale fondato nel 2012, Mark Edward Fischbach, in arte Markplier, è conociuto per il suo stile ironico e irriverente, per il suo estro, la sua filosofia di spettacolo particolarmente creativa, e ha partecipato anche a collettivi di yuotuber uniti dall’obiettivo di rendere il loro lavoro quanto più simile a quello di intrattenitori a trecentosessanta gradi. Una carriera che ha visto momenti felici e soddisfazioni, ma anche bruschi stop dovuti a coyright infranti e, purtroppo, anche a eventi traumatici (come la morte di Daniel Kyre, chitarrista e membro di un gruppo di creatori di contenuti di cui anche Markplier faceva parte), ma che ne ha fatto uno degli artisti più amati del suo ambito.

Sperimentatore e creativamente molto vivace, già nel 2017 Markplier aveva anticipato il ritorno al racconto interattivo realizzando un film a bivi sul suo canale, dal titolo A date with Markplier, una specie di stand-up comedy nel quale lo spettatore/giocatore era parte attiva e poteva guidare lo youtuber all’interno di un’avventura assurda e umoristica.

Stando al trailer diffuso nella giornata di ieri, la multinazionale ha deciso di  scritturare quello che a tutti gli effetti si è dimostrato essere un autore completo delle sue performance, adottarne un format espressivo e farne uno dei suoi cavalli di battaglia per la prossima stagione.

Il che ci porta a considerazioni interessanti.

Una fotografia di Markiplier
Markplier, quando fa il serio.

C’erano una volta i prosumer

Di fatto, un percorso come quello di Fischbach – nato come creativo indipendente in grado di utilizzare uno dei mezzi di comunicazione più rivoluzionari del web post-anni 2000 e poi divenuto parte di un’industria in ascesa– è la rappresentazione plastica di come YouTube, soprattutto in uno dei suoi ambiti più popolari (quello dedicato al gaming), stia assumendo sempre più connotati molto diversi rispetto alle premesse da cui era nato.

Da un punto di vista massmediologico generale, appare chiaro che quella che una volta era una piattaforma pensata per l’espressione di indipendenti (blogger, artisti, giornalisti…) è diventato un vero e proprio sistema di intrattenimento che, complice l’apertura e il progressivo potenziamento di un’area “a pagamento”, vuole “piegare” i talenti nati all’interno di essa per farne parte di un meccanismo produttivo più ambizioso.

Sono lontanissimi i tempi in cui YouTube era una sorta di terra vergine nella quale, date alcune premesse e possibilità messe in campo dall’azienda, ciascuno di noi poteva esprimersi al meglio e far sbocciare la propria essenza attraverso lo strumento del video, una possibilità che di sicuro esiste ancora, ma in misura abbastanza ridimensionata a causa dell’entrata in campo di logiche più commerciali e di profitto, tipiche del passaggio da “nicchia” a social medium massificato.

Un processo che vede nel gaming e nelle tematiche a esse associate alcuni dei suoi punti di forza.

 

Una screen dello spettacolo interattivo A date with Markplier (2017)
Una screen da “A date with Markplier”, lo spettacolo interattivo che lo Youtuber ha realizzato e pubblicato nel 2017.

Un’appendice della game industry?

Appare chiaro come la vera notizia della giornata sia, più che il semplice dato di fatto della discesa in campo di YouTube nel settore film interattivo, il fatto che quest’operazione cementifichi e quasi “finalizzi” una sorta di affinità elettiva fra YouTube e videogioco. Nei suoi ormai quattordini anni di vita (vi sentite vecchi, eh?), YouTube è infatti stata il trampolino di lancio per modi fino ad allora inediti di diffondere la cultura del videogioco, dal vlogging ad argomento videoludico all’emergere delle star degli e-sport come veri e propri influencer, passando per la massiccia presenza di publisher e sviluppatori sulla piattaforma (per ovvie ragioni: di fatto non c’è social medium più adatto a pubblicizzare opere videoludiche), facendo nascere anche professionalità (ma anche molte problematiche, in vari ambiti).

Per YT il fare di una di queste figure e delle sue creazioni una carta centrale del suo mazzo rappresenta quindi una mossa strategica, che mira a sfruttare commercialmente la fama fra i gamers dell’influencer scelto, forte di un’aura da fiero artista indipendente e con lo status che il videogioco ha su YouTube con innovazioni artistiche che rendono la piattaforma un perfetto veicolo per racconti interattivi. La perfetta chiusura di un cerchio e di un processo industriale.

Le conseguenze di operazioni di questo tipo?
Impossibile al momento rendersene conto. YouTube premium è senza dubbio una piattaforma meno conosciuta di Netflix, l’esperimento meno “d’impatto” e anche le ambizoni meno complesse. Se però avrà successo, ciò potrebbe cambiare YouTube e il suo ecosistema per sempre e farne qualcos’altro. E questo potrebbe avere anche conseguenze negative.

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