Esplora è morto.
Facebook chiude Esplora, il news feed separato testato in questi giorni da Facebook.
Esplora è stato ucciso dalle fake news, dalle lamentele degli editori, dalle indagini di mercato e dagli utenti stessi.
Il social network più famoso del mondo è nato per mettere in contatto tra loro gli studenti delle università statunitensi. In seguito è stato ampliato sempre di più, fino a raggiungere gli odierni livelli di onnipresenza tentacolare e assuefacente.
La nostra home, ormai, è una sorta di rassegna stampa di notizie false fuori da ogni controllo, inframmezzata da foto delle vacanze, da buongiornissimi e dall’occasionale richiesta di condivisione. Una condivisione urgente, categorica e improrogabile, prima che il contenuto in questione venga censurato da loro.
Nelle scorse settimane, però, Facebook ha detto basta. O almeno ci ha provato.
Si tratta di un concetto semplice, almeno all’apparenza.
Attualmente il feed Notizie del social network ci mostra i post dei nostri amici, quelli delle pagine che seguiamo, quelli dei gruppi di cui facciamo parte, i contenuti sponsorizzati e quelli a cui potremmo essere interessati. Tutti insieme.
Stiamo lanciando un feed complementare per gli articoli, le foto e i video più diffusi, personalizzati automaticamente in base ai contenuti che potrebbero interessare ciascun utente. Abbiamo ascoltato gli utenti che desiderano un modo semplice per esplorare i contenuti pertinenti pubblicati da pagine che ancora non conoscono.
Esplora avrebbe raccolto non soltanto i post delle pagine seguite, ma avrebbe offerto anche contenuti basati sui nostri interessi e sul precedente engagement con determinati post.
In modo particolare, avrebbe mostrato articoli e post di pagine dedicate all’informazione.
Con questa soluzione, in home avremmo trovato soltanto i post dei nostri amici, mentre una sezione separata, accessibile con un click, avrebbe mostrato il resto.
Questo tipo di feed separato è stato sperimentato, a partire da Ottobre 2017.
In questi mesi gli utenti di sei Paesi, cioè Slovacchia, Serbia, Sri Lanka, Guatemala, Cambogia e Bolivia, hanno visto nel proprio News Feed soltanto i post dei propri amici.
A questi, naturalmente, si aggiungono sempre i post sponsorizzati, cioè quelli messi in evidenza previo pagamento a Facebook.
Secondo i piani del social network di Mark Zuckerberg, il feed Esplora avrebbe dovuto mostrare articoli d’informazione, post delle pagine seguite e non, e contenuti proposti da Facebook, diversi per ogni utente e personalizzati in base ai suoi interessi.
Perché non è andata esattamente così, come evidenziato dal New York Times.
Separare i post degli amici dalle notizie ufficiali ha favorito la diffusione di notizie false, condivise più o meno involontariamente dai propri contatti, senza però offrire la stessa visibilità agli articoli di demistificazione (o debunking) che smentivano le fake news.
Insomma, i buongiornissimi e i «kondividi prima ke lo cenzurano» avevano vinto, laddove le pagine d’informazione corretta hanno visto un calo del traffico di oltre il 30%.
Il colosso statunitense fondato nel 2004 è intervenuto con fermezza.
Facebook chiude Esplora, almeno per quanto riguarda il presente.
Come riportato da Adam Mosseri, vicepresidente di Facebook nonché capo del team che si occupa del News Feed, nel corso di questa settimana Esplora verrà rimosso nei sei Paesi in cui è stato sperimentato. E per il momento non farà ritorno sui nostri schermi.
Le indagini di mercato condotte nell’ambito dell’esperimento hanno evidenziato la generale insoddisfazione degli utenti.
Esplora non si è dimostrato una via efficace per far scoprire alle persone nuovi contenuti su Facebook. Oltretutto, questo news feed separato impediva agli utenti di accedere facilmente a informazioni importanti.
Nato per favorire interazioni di qualità con i propri amici, questo tipo di news feed si è rivelato, invece, un alleato involontario della disinformazione e delle fake news.
Come evidenziato da questo esperimento, il problema sono gli utenti stessi, con i loro bias cognitivi, le loro vulnerabilità psicologiche e il loro desiderio di gratificazione istantanea.
Mentre Facebook chiude Esplora, noi come possiamo difenderci dalla zia, dal collega e dal vicino di casa che scambiano pagine più o meno satiriche per testate reali?
Basti pensare al Corriere del Corsaro, a Il Fatto Quotidaino, a Ermes Maiolica, eccetera.
E come arginare, invece, le pagine di disinformazione che hanno scopi tutt’altro che satirici, e che costituiscono un reale pericolo per la nostra democrazia?
In fin dei conti, non sono molte le ore che ci separano dalle prossime elezioni politiche.
Le recenti esperienze in Europa e negli Stati Uniti hanno evidenziato il ruolo fondamentale giocato dai social network e dalle fake news nell’agone politico e nelle urne elettorali.
Nonostante l’eccellente lavoro, fornito gratuitamente nella maggior parte dei casi, da pagine come BUTAC, nessun demistificatore (o debunker) potrà mai sopperire al nostro senso critico. Oppure, in gran parte delle occasioni, a una banale ricerca su Google.
Cosa pensate delle notizie false sui social network?
Temete che possano influenzare il voto del 4 Marzo?
Fatecelo sapere nei commenti!
This post was published on 3 Marzo 2018 12:00
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