C’è un’aria di siccità e carestia per le strade della rete. E va avanti da un po’.
Il continuo aumento dei prezzi delle schede video inizia ad incrinare l’antica verità che vedeva il gaming tramite pc più economico di quello tramite console.
Non solo i prezzi di determinati componenti sembrano destinati a continuare ad alzarsi nel lungo periodo, tra miners di criptovalute e levitazione del prezzo del silicio, ma l’Xbox ha lanciato il suo servizio di abbonamento per poter giocare ad un enorme catalogo di titoli.
La risposta dell’AMD per andare incontro a tutti quei giocatori che non hanno particolari pretese di grafica non si è fatta attendere.
Le nuove APU dell’AMD presentano novità che, sulla carta, sembrano essere estremamente interessanti. Per chi non lo sapesse è importante capire fin da subito che un APU (accelerated processing unit) è una CPU (dunque un processore) dotata di una scheda video integrata così performante rispetto la media delle altre da poter essere a tutti gli effetti equiparabile ad una GPU (una scheda video) di fascia medio-bassa.
Ryzen 5 2400G offre 4 core (ognuno in grado di gestire 2 thread, per un totale di 8 threads di esecuzione) in grado di elaborare ad una frequenza di 3,6 GHz (3,9 in Turbo). La GPU integrata dotata di 11 CU (compute unit, o core grafici), grazie alla frequenza operativa fornita dall’architettura Radeon Vega pari a 1.250 MHz, raggiunge gli 1,7 Teraflops di potenza grafica.
La Ryzen 3 2200G, la sorellina minore dell’APU portabandiera, mantiene 4 core, ognuno in grado di gestire un solo thread di esecuzione alla volta, che “viaggiano” ad una frequenza di 3,5 GHz (3,7 in Turbo).
La GPU integrata di questo modello possiede 8 core grafici invece di 11 e raggiunge una frequenza di 1.100 MHz per un totale di potenza grafica attestabile sugli 1,12 Teraflops.
Entrambi i modelli dispongono di una CPU dotata di 2MB di memoria di secondo livello e di 4MB di memoria di terzo livello.
Sono inoltre progettate per montare su socket AM4, che garantirà una compatibilità a lungo termine con tutto l’ecosistema AM4 attualmente sul mercato (circa 120 schede madri) e le nuove memorie ram DDR4. La ram rivestirà, per queste APU, un ruolo particolarmente importante che sarà meglio chiarito tra qualche paragrafo.
Jim Anderson, vice presidente e manager generale di AMD, ha di recente rilasciato un comunicato in cui afferma:
Questa nuova categoria di processori Ryzen desktop è progettata per offrire un’esperienza uniforme in tutte le applicazioni, così come la possibilità di godersi i migliori giochi in HD a 1080p, esperienze di eSport o gestire le funzioni di visualizzazione avanzate.
Se questo è certo per la Ryzen 5, la Ryzen 3 potrebbe necessitare di abbassare ulteriormente impostazioni grafiche.
Si sta comunque parlando di giochi dalle pretese grafiche notevoli e non ottimizzati alla perfezione (come un The Witcher 3 che, nonostante la sua età, continua a mettere in difficoltà molte build). Qualsiasi moba, ad esempio, scorrerà nitido e privo di latenza.
Il merito di ciò va, più che alle singole componenti che queste nuove APU hanno da offrire, al modo in cui sono state assemblate, ovvero alla loro architettura.
La vera innovazione non sta tanto nell’architettura Zen o Vega, quando nel combinarle attraverso il Raven Ridge.
Tutti i precedenti modelli Ryzen, infatti, disponevano di due CCX (CPU Complex: due aree distinte del microprocessore) in cui venivano distribuiti tutti i vari core (anche 8, come nel caso del Ryzen 7). Per svolgere la maggior parte delle funzioni, i due CPU Complex dovevano comunicare tra loro tramite una tecnologia per le interconnessioni a 256 bit esclusiva di AMD denominata Infinity Fabric.
In questi nuovi modelli tutti i core della CPU sono concentrati su di un’unica CCX, lasciando completamente libera la seconda CCX per ospitare la GPU con la sua collaudatissima architettura Vega.
Questo limita la necessità costante di interconnessione tra le due CCX, conferendo un maggior risparmio energico, un minor surriscaldamento e la possibilità di ottenere una frequenza maggiore.
Pur riducendo il numero complessivo dei core, almeno nel modello Ryzen 5 2400G questi sono costruiti con un’architettura Simultaneous Multithreading (SMT). C’è modo e modo di permettere ad un solo core di “gestire più di un thread simultaneamente” e l’SMT è, attualmente, il modo migliore. Meno core, dunque, non significa necessariamente minore frequenza, o minore potenza.
Fin’ora abbiamo parlato di risoluzioni non superiori ai 1080p e alla necessità di abbassare determinate impostazioni. Questo però potrebbe non rendere completamente giustizia ai recenti e numerosissimi test di benchmark che sono stati effettuati su questa nuova creatura AMD. Stiamo in ogni caso parlando di architettura Vega: la più avanzata e performante attualmente esistente. Anzitutto è bene tenere a mente la versatilità implicita del gaming tramite pc. Le due nuove Ryzen non saranno l’ideale per chi volesse “mettere tutto a palla” sempre ed in ogni circostanza, ma la loro flessibilità le rende perfette per chi volesse avvicinarsi al mondo dell’overclocking e delle build. A seconda delle vostre necessità, esse si adatteranno in maniera dinamica e responsiva. Cosa si vuole ottenere? State giocando ad un moba o ad un titolo esport e avete bisogno di più fps? Basta abbassare appena determinate impostazioni grafiche. Avete la necessità di migliorare la resa grafica di un titolo singleplayer esteticamente gratificante? Sarà sufficiente aggiungere un banco di RAM (più che sufficiente, anzi), o effettuare un leggero overclock. Volete portare l’architettura Vega al suo massimo e poter giocare in Full HD superando i 50 frame al secondo a titoli ben ottimizzati come GTA V? Basterà fare entrambe le cose.
Senza abbassare alcuna impostazione (ad eccezione di Overwatch, in cui i tester dell’AMD hanno dovuto abbassare determinati dettagli), i risultati sopra riportati sono senza dubbio notevoli. Si potrebbe affermare che il confronto con l’Intel Core i5-8400 è impari e che si sta paragonando un processore con una scheda grafica integrata “minima”, ad un’APU a tutti gli effetti. Tuttavia bisogna tener presente due cose:
La prima è che, ovviamente, l’i5-8400 non si vedrà mai montato su un pc da gaming senza una scheda video. E, ovviamente, con una scheda video di buona qualità metterebbe facilmente in difficoltà la Ryzen 5 2400G (solo se, ovviamente, anche questa fosse sprovvista di scheda video).
La seconda è che l’i5-8400 ha un prezzo superiore di circa 25 € alla Ryzen 5 2400G e, per ottenere prestazioni migliori, ha bisogno di una scheda video. La componente per pc attualmente più costosa in assoluto.
Esistono alcuni pro indubbi di questa nuova tecnologia, primo tra tutti il risparmio.
Nella nostra guida dove veniva consigliata un’ottima build economica per un pc da gaming, la scheda video ed il processore sarebbero oggi acquistabili con 316 € totali. Sostituendole entrambe con una Ryzen 5 2400G si avrebbe un risparmio di 156 € potendo vantare prestazioni forse perfino superiori; con una Ryzen 3 2200G, con un piccolo abbassamento di prestazioni, ci sarebbe un risparmio di ben 210 €.
La natura di SoC (System-on-a-chip) delle nuove Ryzen, rende inoltre la scheda video ad architettura Vega una scheda video autonoma a tutti gli effetti dal processore.
Questo significa che, ad esempio, aggiungere una seconda scheda video (ammesso che i soldi non fossero un problema) non escluderà del tutto la scheda video presente nell’APU, ma permetterà ad entrambe di lavorare assieme per ottenere risultati estremamente superiori.
Un’ultimo punto a favore è la coincidenza tra il dominio di frequenza di Infinity Fabric e quello del controller di memoria: overclockando la memoria si possono avere incrementi di prestazioni davvero notevoli (fino al 39% di velocità in più in Overclock) ed una aumentare la RAM DDR4 della nostra macchina influisce molto di più sul gaming, fornendo un’ulteriore margine di miglioramento.
Di contro parte del risparmio ottenuto sul processore e sulla scheda video potrebbe essere consumato dalla necessità di acquistare un cooler migliore di quello standard dell’AMD, soprattutto se si desiderasse overclockare il tutto. La TDP (Thermal Design Power) complessiva di entrambe le APU è di 65 W.
Inoltre, nonostante l’appartenenza all’ecosistema AM4 assicurerà una compatibilità garantita con le motherboard “del futuro“, alcune motherboard ancora in commercio potrebbero necessitare di un aggiornamento del Bios prima di montare un’APU del genere.
This post was published on 15 Febbraio 2018 16:07
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