Il mondo social è sempre in un perenne divenire, in un flusso costante di idee e informazioni aggiuntive destinate a mandarci in pappa il cervello. L’ultimo ritrovato della tecnologia è una piattaforma aggiuntiva per il colosso Instagram chiamata IGTV, ovvero Instagram TV.
Non è una novità che la televisione stia morendo un po’ in tutto il mondo con l’avanzare di internet e dei contenuti video a esso esclusivi. La possibilità per l’utente di fruire contenuti con la massima libertà di scelta senza dover obbligatoriamente sottostare ai ritmi televisivi è uno dei pregi indiscutibili di tali piattaforme, secondo solo all’incredibile quantità di contenuti impossibili da trovare altrove presenti su internet.
A parlare di questi argomenti è stato, nel corso dell’evento di lancio di IGTV, il fondatore e amministratore delegato di Instagram Kevin Systorm.
Secondo gli studi da lui citati gli adolescenti, al momento, guardano il 40% di televisione in meno rispetto a soli cinque anni fa, una percentuale estremamente interessante considerando quanto la piattaforma da lui controllata sia composta da tale target.
I dati rilasciati dal founder di Instagram sono chiari: il social network posseduto da Facebook è utilizzato mensilmente da oltre un miliardo di persone; di queste oltre seicento milioni (il 60%) guardano i video pubblicati sulla piattaforma sotto forma di stories almeno una volta all’anno.
Sembra proprio che Instagram stia per compiere il passo successivo, quello che porterà le storie (che ha quasi rubato a Snapchat) a diventare veri e propri video, un po’ come li possiamo trovare su, udite udite, Youtube.
IGTV tenta di portare l’utenza di Instagram in un mondo parallelo a quello di Youtube.
Instagram aggiunge un’ altra applicazione al carnet di possibilità che offre ai creator: ad affiancare Layout, Boomerang e Panorama arriva stavolta la televisione.
IGTV è il tentativo di capitalizzare ulteriormente l’enorme utenza che l’applicazione ha a disposizione, e per farlo cercherà di sfruttare ulteriormente il boom della pubblicità sul web, specialmente quella su mobile.
Secondo Zenith, nel corso del 2018 le spese delle aziende in pubblicità su internet supereranno di ben 40 miliardi di dollari quelle per le pubblicità sulla televisione, il tutto a livello globale.
Il primo sorpasso è avvenuto nel corso del 2017, grazie al completo sdoganamento della piattaforma mobile e al crescente maturità delle applicazioni che li animano.
Il mondo degli smartphone e dei dispositivi portatili è stato infatti protagonista di una crescita incredibile, passando dall’essere il protagonista del 25% degli investimenti sul web al 60%, diventando in sostanza il 24% degli investimenti totali sulla pubblicità.
Tutti questi numeri potrebbero, a una prima occhiata, spaventare il lettore; nella realtà sono semplicemente le motivazioni dietro questa evoluzione della piattaforma una volta unicamente dedicata alle fotografia. L’azienda vuole accalappiare ulteriori spettatori e utenti del web, per poter cavalcare l’onda del boost di investimenti.
Il trend tentacolare dell’industria IT continua con questa declinazione di Instagram.
Dall’inizio dell’anno possiamo denotare un pattern che molte aziende stanno seguendo: quello degli acquisti in campi estranei al core business
Pensiamo ad esempio ad Apple: l’azienda di Cupertino ha siglato recentissimamente un accordo esclusivo con la regina della televisione americana Ophah Winfrey per farle creare contenuti esclusivi fruibili solamente dagli utenti della mela più famosa del mondo.
Altri esempi li troviamo nell’acquisto dei diritti per la Premier League da parte di Amazon o nel nuovissimo telegiornalismo made in Facebook con la nuova funzione “watch” ; i colossi dell’IT stanno mettendo le mani in pasta al mondo reale in modi assolutamente inediti per il momento.
Per Instagram e IGTV possiamo dire la stessa cosa; uno sdoppiamento, una mitosi e una ripartenza che serve ad attaccare un mercato ancora inedito: quello di Youtube, di Veoh, di Vimeo; video di lunga durata dai contenuti variabili, che siano essi d’intrattenimento o di approfondimento culturale. L’applicazione, approdata da pochissimo sul play store e sul marketplace di iOS è gratuita e una volta installata finisce per integrarsi gradevolmente all’interno di Instagram.
Per il momento IGTV consente ai suoi utenti di seguire le trasmissioni (che badate bene, non sono in tempo reale) degli utenti che segue con il suo account Instagram o di cercare tramite un’ apposita barra ciò che più è di suo gradimento. Differenza sostanziale con il rivale tubiforme è il formato dei video, questa volta verticale per andare incontro al fattore forma degli smartphone.
Dalla durata di quindici secondi delle storie, con IGTV, si passa a un limite di ben 10 minuti di video; con il passare del tempo e a seconda della popolarità del creator l’azienda si è detta disponibile ad aumentare il limite di tempo in modo indefinito.
Dove andrà a parare l’Instagram TV?
Per il momento Systrom non ha parlato in modo esplicito di contenuti pubblicitari e sponsorizzazioni; i creator della piattaforma non saranno sostenuti in alcun modo in un primo momento. Ovviamente con flussi di persone di tale portata come quelli presenti su Instagram è solo questione di tempo prima di veder spuntare fuori numeri pazzeschi.
IGTV è sicuramente una piattaforma da tenere d’occhio: il bacino di utenza è grande, le potenzialità notevoli e come infrastruttura sembra cavalcare il trend monetario giusto; il successo della piattaforma è comunque nelle mani dei creator che si trovano a dover dare motivi al pubblico per utilizzarla.
Non c’è dubbio che il prossimo periodo sarà d’interesse comune; i primi passi di una piattaforma sono sempre pieni di sperimentazioni e di analisi: quali vantaggi offre il formato verticale per i content creator? Perché qualcuno dovrebbe preferire IGTV al più banale Youtube? Riuscirà la piattaforma a non ricadere negli errori commessi dal suo rivale? Ci sarà l’Adpocalypse anche su IGTV fra qualche anno?
Ovviamente chi vivrà vedrà, nel frattempo abbiamo la possibilità di cercare altri modi per sfruttare grandi fanbase tipo quelle dei gruppi su facebook