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Speciali

In una Milan Games Week in crisi d’identità, l’Indie Dungeon resta un’autentica certezza

La Milan Games Week 2024, tenutasi tra il 23 e il 25 novembre, ha registrato un record di pubblico (oltre 125 mila visitatori), confermandosi una delle fiere tematiche più frequentate d’Italia, nonostante di anno in anno, e in particolare quest’ultimo, stia attraversando sempre più una fase di evidente crisi d’identità. Quella che dovrebbe essere una fiera a tema videogiochi, sta spostando sempre più il suo focus principale verso altro di non ben definito, un minestrone di appuntamenti per selfie e spottoni di mega-corporazioni di turno che, almeno per me e per molti appassionati e addetti ai lavori con cui mi sono confrontato, sviliscono sempre più la sua attrattiva.

Il mostro di Milano

Quest’anno sono stato in giro solo per un giorno e mezzo, vagando disorientato tra auto in mostra e stand di Adecco, Isybank, Pavesi e altre amenità che per il solo fatto di avere uno streamer e qualche postazione gaming probabilmente sono state considerate in tema. Il momento che personalmente mi ha fatto più inorridire è stato quando ho dovuto assistere a un’interessante intervista di Cristina Scabbia dei Lacuna Coil da parte di Pow3r coadiuvato dagli Arcade Boyz nell’accogliente e familiare stand di Monster e Activision per una canzone dell’artista italiana inserita nel nuovo Call of Duty (questo articolo parla dell’evento e ha una nostra intervista), un posto un po’ troppo stretto e nascosto per avere un evento simile, mentre nel frattempo, di fianco, uno dei palchi principali della Milan Games Week era occupato da finti cosplayer-mascotte di robe Pavesi che lanciavano cibo al pubblico.

Io capisco che per avere pubblici sempre più variegati, si tenda a differenziare sempre più l’offerta di contenuti, ed è pure giusto. Mentre però nel frattempo le altre fiere nerd in giro per l’Italia mantengono il loro centro tematico a seconda della loro identità, invece alla Games Week di Milano tutto si mescola in un blob disorientante. Proprio perché ormai la priorità è lanciare cibo dal palco, tra i tanti effetti che ne risultano c’è, per esempio, che ho dovuto provare in anteprima un videogioco importante, Crimson Desert, fuori dagli spazi della fiera, in centro a Milano (articolo qui); sembra sempre più che la Games Week non sia più un ambiente in grado di ospitare anteprime e grandi publisher – eccezion fatta per Nintendo, grazie al cielo, ma anche qui zero anteprime.

Essendoci un pubblico molto eterogeneo, so per certo che ci sia stato invece chi si sia divertito, chi sia stato contento di scattare un selfie con la star preferita, chi ha trovato modo di giocare con gli amici a un torneo, e così via. Ma se i videogiochi stanno fuori dalla Milan Games Week, allora che senso ha più questa fiera? Probabilmente serve un cambio nome o un cambio identità, visto che attori principali e pubblico sono già cambiati.

Gli Eroi che salvano Milano

Chiudo questa parentesi di orrore sulla Games Week in primo luogo perché spero sia stata la mia ultima volta, se questo continua ad essere l’andazzo. E in secondo luogo perché ormai, finito lo sfogo, c’è da passare alle poche cose belle della fiera, perché almeno qualcosa di positivo e in tema videogiochi per fortuna c’è stato al di là dei grandi nomi come gli attori di Baldur’s Gate 3 (di cui abbiamo intervistato Devora Wilde) e Shinji Mikami, autore di Resident Evil. Sto parlando del solito Indie Dungeon, l’area che l’associazione di categoria IIDEA, in collaborazione con Red Bull e l’organizzazione della fiera, mette in mostra progetti italiani in sviluppo.

Personalmente ho sempre considerato questo spazio motivo d’orgoglio nazionale, come testimoniano i numerosi articoli scritti a riguardo negli ultimi anni. In questa edizione c’era addirittura da commuoversi: l’area dell’Indie Dungeon era enorme, con tonnellate di videogiochi indie e, soprattutto, con un folto pubblico giocante anche di venerdì, che solitamente è il giorno con meno affluenze. C’era talmente tanta gente che molti giochi non sono riusciti a provarli visto il poco tempo a disposizione. Se non altro questa è stata una gradita testimonianza di una scena in crescita e in fermento. Di seguito vi riportiamo ogni titolo provato e visto in fiera.

I giochi che siamo riusciti a provare all’Indie Dungeon 2024

Darwake – Awakening From the Nightmare

Non sono esattamente in target per questo gioco, ma Richter con il quale ero in fiera il pomeriggio del 23 novembre, ha insistito per farmelo provare e… ha fatto benissimo! Darwake – Awakening From the Nightmare è un’avventura 2D a scorrimento orizzontale con puzzle ambientali e atmosfere dark, dove il giocatore impersona l’avatar di un bambino che vive un incubo durante quello che sembrerebbe essere uno stato di coma.

Il piccolo team italiano di LF Vision ha confezionato per l’occasione una piccola demo che ha saputo compattare in una manciata di minuti la giusta atmosfera, grazie a un lavoro sopraffino sul versante tecnico, artistico e ludico. Disegni letteralmente da incubo, personaggi distorti alla Little Nightmares, fondali ed effetti luce dinamici e vivi, ma soprattutto un sound design eccelso, sono elementi che hanno saputo accompagnare con inquietudine e profondità un gameplay semplice ma veramente efficace, dove gli elementi interattivi si mescolano ai fondali rivelandosi a sorpresa per spaventare e sorprendere, e dove il continuo trial & error a supporto del game design spinge il giocatore a un ragionamento attivo.

Nella speranza che anche il resto del gioco sia così curato, e che il rilascio arrivi presto, vi lasciamo alla pagina steam di Darwake – Awakening From the Nightmare dove potete mettere il gioco in wishlist e dove è possibile scaricare la demo.

Imperfection

Imperfection è uno sparatutto in prima persona un po’ atipico, dove non è tanto importante sparare a raffica, ma in maniera efficiente e ragionata. Ambientato in una struttura aliena, una sorta di astronave senziente, l’intero game design ruota proprio attorno all’efficienza, al dover usare proiettili e abilità speciali con parsimonia e ragionamento… proiettili che sono veicolati dallo stesso sangue del giocatore. In altre parole, sparare consuma salute. Nuovi “proiettili” possono essere recuperati poi dai nemici uccisi. Insomma, è tutto un bel circolo vizioso.

La struttura aliena nella quale ci si muove, inoltre, è un bel po’ disturbante e disorientante. Come se non bastasse, essa cambierà continuamente, con aree che si aprono e chiudono a seconda dei congegni che il giocatore attiverà in giro. Non ci sono solo sparatorie, insomma, ma bisogna farsi strada in una struttura simil-metroidvania cercando di risolvere gli incastri giusti del level design. Al momento Imperfection è ancora nelle prime fasi di sviluppo, ma il team di Runaways Studio ha in programma pagina steam e demo in uscita per aprile.

Paradox!

Rewind Studios, un gruppo di ragazzi formati dal Politecnico di Milano, ha presentato alla Games Week una simpaticissima idea di platform tradizionale dove il giocatore deve superare livelli di difficoltà crescente usando uno scienziato e una sua proiezione temporale futura che rivive lo stesso livello, ma da un altro punto di vista. Il problema è che se scienziato giovane e vecchio si scontrassero per paradosso, si incorrerebbe in un game over.

Ecco quindi che tutto il level design si sviluppa proprio sul rendere difficile al giocatore l’evitare l’incrocio tra le due fasi temporali dello scienziato, spingendo quindi la giocabilità man mano su un versante sempre più hardcore e cervellotico. Superare i livelli in tempi record garantisce anche bonus e sblocchi di livelli segreti. Se siete curiosi, potete scaricare la demo di Paradox! su Steam (mettete anche in wishlist, mi raccomando).

Stonemachia

Altro gioco caldamente consigliato da Richter che l’aveva già provato, Stonemachia è un’idea strampalata di Crossfall Games che funziona e diverte alla grande: un soulslike con i pezzi degli scacchi. Il giocatore controlla 4 pedine intercambiabili degli scacchi (Pedone, Cavallo, Alfiere e Torre), ma in un contesto action, dark, violento e dannatamente ispirato (guardate il trailer in basso per credere).

Nell’assurdità del tutto e dell’ambientazione seriosa, il combattimento è sicuramente la cosa migliore, dato che ogni tipo di pezzo degli scacchi porta in campo mosse e abilità diverse con cui picchiare i nemici. Occhio al moonwalk dell’Alfiere, ma il mio preferito resta il Cavallo che rotola in giro come un qualunque Sonic. A far da corredo a tutto, una grafica 3D e una visual art ricca di effetti scenici che sanno creare anche panorami suggestivi. Potete provare anche voi questo gioco fuori di testa su Steam (come sempre, mettete anche in wishlist!).

Red Bull Indie Forge 2024

Spazio dell’Indie Dungeon era destinato ai 5 progetti finalisti del Red Bull Indie Forge 2024, acceleratore di sviluppo dei videogiochi indie prodotti in Italia che da un po’ di anni da una mano sensibile ai videogiochi in concorso. Abbiamo provato tutti i giochi di questa edizione, per i quali abbiamo prodotto articoli dedicati:

  • The Crazy Hyper-Dungeon Chronicles di Fix-A-Bug si è aggiudicato il premio della giuria, un dungeon crawler roguelite con grafica pixel art e 2D. Il nostro Alessandro Giovannini ha scovato il gioco allo scorso Tokyo Game Show, parlandocene con questa bella intervista.
  • Dino Path Trail di Void Pointer, premiatissimo dal pubblico, è un roguelite survival tra cowboy e dinosauri che ho personalmente avuto modo di provare durante le ultime due edizioni della Games Week, qui un resoconto dell’ultima edizione.
  • Block Number 5 di Overkillas, un metroidvania stealth con elementi RPG dove tappezzare la città di graffiti personalizzati, di nascosto dalla polizia. Gaia Tornitore ha provato il gioco e ce ne ha parlato in questo articolo.
  • Project Pyramid di Team Pyramid, un action-adventure in prima persona dove ci si improvvisa archeologi in una spedizione realmente accaduta nel deserto nel 1800, di cui Gaia Tornitore ci ha raccontato le gesta in questo articolo.
  • The Good Overlord di Atmoic Hamster, un simpaticissimo puzzle game roguelite in cui il giocatore, da gestore di un dungeon, cerca di facilitare il percorso dell’eroe posizionando mostri casuali e trappole, provato da me e raccontato in questo articolo.

Altri giochi che ci hanno incuriosito ma che non siamo riusciti a provare

  • Little Repair Shop, un gioco cozy dove riparare console, il modo perfetto per alleviare lo stress. (si possono attaccare anche sticker!).
  • On Your Tail, in arrivo il prossimo 16 dicembre, un investigativo ambientato in Italia con animali antropomorfi, di cui vi abbiamo già regalato un’anteprima negli scorsi mesi (articolo qui).
  • Soulkin, evoluzione del fu Soul of Ankiril di cui vi parlammo in anteprima qui, uscito questa estate in accesso anticipato: un monster collector tattico roguelite.

This post was published on 13 Dicembre 2024 14:00

Alessandro Colantonio

Game designer in erba e chitarrista a tempo perso. Nasce all'ombra del Vesuvio nel 1991, muove i suoi primi passi nel mondo dei videogiochi su un Windows 95 all'età di 5 anni, e diventa presto un Allenatore di Pokémon. Bazzica tra radio web e band durante i suoi studi universitari tra Napoli, Roma e Milano, si parcheggia nella fan-community di Pokémon Milennium dove instaura il suo regime dittatoriale da caporedattore, costruendo una macchina da recensioni e contatti e diventando inconsapevolmente PR. Oggi, oltre a prestare le sue dita a Player.it per articoli, recensioni e approfondimenti, figura anche come streamer di Twtich, content creator di TikTok e PR abusivo. I suoi generi preferiti sono i gestionali, gli strategici, i tattici e i GDR. Ma essendo un accumulatore seriale di videogiochi, cerca sempre di giocare ogni titolo che gli capita sotto mano. Ha una perversione per le pratiche fandom, i cani e la birra artigianale. Adora D&D, va in ira e carica.

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