Benvenuti ad un nuovo #Gamersdigest, recap delle principali notizie della settimana videoludica appena trascorsa!
In settimana Insomniac Games, membro dei PlayStation Studios e autore di Ratchet & Clank e del recente Marvel Spider-Man 2, è stato vittima di un attacco hacker che ha dato origine ad un enorme leak riguardante asset di Marvel’s Wolverine, il loro prossimo gioco in sviluppo. Di questi contenuti non daremo conto per non danneggiare il lavoro degli sviluppatori, molti dei quali si sono visti trafugare anche i propri dati personali. Altre informazioni trapelate sono invece meritevoli di menzione perché riguardano le strategie commerciali di SIE, che non fanno che confermare un trend in atto da tempo e di cui vi avevo dato conto già in questo #GameFactory di due anni fa relativo al segmento mobile, ovvero lo straordinario successo dei giochi IP-based.
La tendenza delle major, iniziata nel mobile e perseguita ormai sempre più anche nei segmenti PC e console è quella di rischiare sempre meno in ambito AAA, favorendo lo sfruttamento di marchi famosi piuttosto che tentare la sorte con IP originali. È il concetto alla base dell’esplosione dei franchise transmediali di cui siamo testimoni da qualche anno a questa parte, con serie videoludiche che è ormai comune vedere adattate in ambito cine-televisivo, fumettistico-letterario, ludico-tabletop nonché in merchandise di svariata natura. Sviluppare titoli AAA costa sempre di più, richiede una forza lavoro sempre più abnorme e tempi di lavorazione di svariati anni: nessun produttore è disposto a rischiare un’impresa simile senza la ragionevole speranza di un ritorno economico importante, e proprio per questo motivo affidarsi ad un brand già conosciuto dal pubblico costituisce quella minima sicurezza che è una condizione sempre più imprescindibile per lanciarsi in questo genere di operazioni.
Il leak di cui è caduta vittima Insomniac mostra esattamente l’applicazione di questo tipo di logiche nella roadmap di sviluppo dello studio che figura tra i documenti sottratti all’azienda: in un orizzonte temporale esteso fino al 2035, si prospetta che lo studio sviluppi unicamente titoli a marchio Marvel, eccetto un solo nuovo titolo della serie Ratchet & Clank ed uno appartenente ad una IP non ancora annunciata. In particolare Sony avrebbe stretto un accordo di esclusiva con Marvel per appaltare lo sviluppo di 3 giochi a tema X-Men a Insomniac fino alla data suddetta, di cui Wolverine sarebbe il primo (inoltre Marvel si impegnerebbe a non fare titoli a tema X-Men con produttori concorrenti per tutto il periodo). Di Wolverine è spuntata anche la finestra di uscita (oltre al riassunto dell’intera trama, asset grafici e video gameplay), ma è inutile riportarla anche perché a seguito della fuga di notizie Sony sicuramente rivedrà i propri calendari. Secondo i termini del contratto, esso diverrebbe revocabili da entrambe le parti se uno di questi titoli non totalizzasse almeno 6 milioni do copie vendute cumulative tra PC e console.
Oltre agli X-Men figurano piani per un terzo capitolo dedicato a Spider-Man e uno (forse uno spinoff?) dedicato a Venom. Per ognuno di questi titoli, l’accordo tra Sony e Marvel prevede lo stanziamento di budget di 150 milioni di dollari ciascuno (120 per lo sviluppo e 30 per il marketing) Infine, Polygon ha anche riportato la fuoriuscita di progetti non ancora annunciati in seno ad altri studi PlayStation, ovvero giochi originali da parte di Bluepoint e Guerrilla.
Ovviamente l’intera schedule sarà probabile oggetto di modifiche da parte di Sony, ora che è stata resa pubblica. C’è anche da dire che l’impostazione di questa strategia per Insomniac è frutto della vision di Jim Ryan, dimessosi recentemente, dunque potrebbe essere in parte rivista dal prossimo CEO. Dico “in parte” perché, se gli studi hanno dubito prova di volersi disfare della strategia live-service-oriented imposta da Ryan, (Naughty Dog giusto settimana scorsa ha confermato l’abbandono del progetto multiplayer legato a The Last of Us), la tendenza allo sfruttamento dei grandi marchi appartiene all’intera industria e non certo solo a Sony. Quindi a meno che non si decida di rivoluzionare completamente l’assetto produttivo AAA in favore di operazioni meno ciclopiche e più coraggiose, dubito si vedranno particolari cambiamenti da questo punto di vista nel breve-medio periodo.
Per quanto riguarda l’operazione criminale in sé, l’hacking è stato rivendicato dal gruppo Rhysida, che ha messo a segno l’operazione il 12 dicembre scorso, secondo un report di Cyber Daily. Rhysidia avrebbe ricattato Insomniac chiedendo un pagamento di 50 BitCoin (circa 2 milioni di dollari) per la non divulgazione del materiale sottratto. Insomniac si è rifiutata di pagare e Rhysidia ha messo in rete i documenti sottratti, circa 1.67 terabyte di materiale. È solo l’ultimo di una serie di leak poderosi che hanno colpito le major videoludiche nell’ultimo biennio: basti ricordare il giga-leak di GTA VI dello scorso anno, quello di Microsoft relativo alle console mid-gen (emerso dalle carte del processo relativo all’acquisizione di ABK) e quello più recente ai danni di Sony che ha trafugato dati personali relativi a migliaia di dipendenti.
Bobby Kotick se ne va. Si sapeva che, una volta conclusa l’acquisizione di Activision Blizzard da parte di Microsoft, il famigerato (anche se lui si proclama santo) CEO avrebbe abdicato in favore di una nuova dirigenza ancora da capire del tutto. Per il momento Matt Booty (già supervisore di Bethesda e capo di tutti i Microsoft Studios) farà da supervisore all’intera divisione ABK, non sappiamo con quale orizzonte temporale. Kotick ha scritto una lettera ai propri dipendenti ringraziandoli per il duro lavoro e sostenendo di aver sempre agito nel loro interesse.
… nell’avvicinarsi dell’ultimo giorno della mia leadership di questa compagnia, mi meraviglia quanto lontano si sono spinti gli incredibili talenti che lavorano in questa azienda nel realizzare il potenziale dei videogiochi. Avete trasformato una forma di intrattenimento giudicata un semplice hobby nel medium più coinvolgente del mondo. È stato un privilegio che segnerà la mia intera vita lavorare con voi nell’allargare l’orizzonte del gaming. (…)
– Bobby Kotick: With Gratitude – 20 dicembre 2023
Non riesco ad esprimere in termini adatti l’orgoglio che provo nei confronti delle persone che continuano a contribuire al nostro successo e tutti coloro che mi hanno aiutato nei 32 anni in cui sono stato alla guida di questa azienda [Kotick è divenuto CEO di Activision nel 1991, dopo averla rilevata e ribrandizzata l’anno precedente, ndr].
Phil Spencer ha apprezzato la magia di ABK per decenni. Quando ha approcciato per la prima volta me e Brian [Kelly, co-fondatore di Activision assieme a Kotick, ndr] due anni fa proponendoci l’acquisizione della compagnia, fu subito ovvio che la combinazione dei nostri business ci avrebbe permesso di continuare ad operare in un mercato in cui la lista di concorrenti sempre più preparati è in crescita. Phil condivide i nostri valori e riconosce i nostri talenti. (…) Nell’avanzare verso un nuovo capitolo, non potreste essere in mani migliori.
La controversa leadership di Kotick, contrassegnata da ripetute denunce di molestie e comportamenti discriminatori perpetrati ai danni di dipendenti donne, terminerà il 29 dicembre. Per il momento il resto delle figure apicali dell’azienda rimarrà in essere. Dunque permangono al loro posto il presidente di Blizzard Mike Ybarra, il presidente di Activision Publishing Rob Kostich, e il vice capo di Activision Thomas Tippl, che comunque si dimetterà il prossimo mese di marzo. Solo alcune figure dirigenziali è risaputo che lasceranno la compagnia. Fra essi figurano il capo della comunicazione Lulu Meservey e il vice capo di Blizzard e King Humam Sakhnini, che lasceranno fra dicembre e gennaio. Altre figure dirigenziali che permarranno almeno fino a marzo sono il chief administrative officer Brian Bulatao, la chief people officer Julie Hodges, il CFO Armin Zerza e il chief legal officer Grant Dixon.
Nel frattempo è arrivato un colpo basso da parte dell’azienda, che ha annunciato di voler terminare la possibilità di ricorrere al lavoro ibrido per i QA tester. Questa non sembra altro che una ritorsione nei confronti della sindacalizzazione del reparto, del resto ABK aveva già adottato atteggiamenti ostili nei confronti di altri sindacati sorti tra le sue fila. La misura colpisce i dipendenti degli uffici di Minneapolis, Austin, e El Segundo, che dovranno tornare in ufficio full-time dal mese prossimo.
È stato lo stesso sindacato interno all’azienda, ABK Workers Alliance, a darne notizia sui social, sostenendo di aver ricevuto comunicazione in tal senso da parte dell’azienda solamente lo scorso 30 novembre. Un tempo troppo breve per consentire ai lavoratori di organizzarsi di conseguenza. Il sospetto è infatti quello che dietro questa mossa si celi il tentativo di forzare parte dei dipendenti a dimettersi, anziché licenziarli di propria iniziativa, del resto tale situazione si era presentata già identità quando ABK ordinò il passaggio dal sistema full-remote a quello ibrido, con il risultato di lasciare a casa molti lavoratori. Un rappresentante di ABK contattato da Eurogamer ha sostenuto la tesi secondo cui lavorare in ufficio aumenta la produttività dei lavoratori, e chi non potrà permetterselo sarà adeguatamente supportato nella fase di uscita dall’azienda.
In un mondo in cui Apple si appresta a lanciare il suo costosissimo Vision Pro, il mercato VR è colpito da segnali preoccupanti che sembrano suggerirne una fase decisamente negativa. First Contact Entertainment, lo studio responsabile dello shooter tattico multiplayer Firewall Ultra per PSVR 2 ha annunciato la propria chiusura a causa dell’inadeguato supporto al segmento VR da parte dell’industria del gaming. La compagnia è durata 8 anni ma i costi sono divenuti eccessivi e non più sostenibili. Sempre questa settimana Microsoft ha annunciato la dismissione di Windows Mixed Reality, un software integrato nei sistemi operativi Windows che non sarà più riproposto nei futuri update. Si trattava di una piattaforma da cui accedere rapidamente a varie esperienze pensate per la realtà virtuale, ed include una app per mobile, Steam VR e Steam VR Beta. Questa mossa segna un ulteriore volontà di fuoriuscita di Microsoft dal settore VR, dopo la diffusione della notizia secondo cui l’azienda di Redmond ha deciso di interrompere i lavori su una terza iterazione dell’headset HoloLens.
Inoltre, un nuovo report della società di analisi dati Omdia ha rilevato un calo un declino del 10% su base annua nel fatturato del segmento del gaming VR, che nel 2023 si è assestato su 844 milioni di dollari, per una base installata complessiva di 23,6 milioni di headset. Secondo il report, tutte le nuove generazioni di visori (Meta Quest 3, PSVR 2 e Pico 4) hanno sottoperformato rispetto alle attese: quest’anno la vendita hardware di dispositivi VR ha segnato un calo del 24% rispetto al 2022. Secondo l’analista George Jijiashvili, oltre ad un parco titoli più debole rispetto ali anni precedenti, sul calo della spesa hanno inciso anche le aspettative per gli annunci di nuovo hardware che si prospettano nel 2024, a partire dalla nuova console Nintendo per passare agli upgrade mid-gen di Sony e Microsoft (queste ultime confermate da documenti fuoriusciti dalle aule di tribunale nel corso del processo intentato dalla FTC americana).
Difficile pensare che l’ingresso di Apple nel settore sposterà più di tanto questo trend almeno nell’immediato, anche in virtù del prezzo esorbitante che ne pone il visore in una fascia di acquisti di lusso. Omdia prevede che il trend calante di vendite hardware perdurerà per il prossimo biennio, per poi migliorare a partire dal 2026; per quanto riguarda il fatturato, invece, la tendenza dovrebbe invertirsi leggermente già a partire dal prossimo anno, per poi migliorare sensibilmente entro il 2028, quando i ricavi potrebbero superare i 2 miliardi di dollari.
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A fine anno le uscite videoludiche non sono mai molte, ma anche questa settimana siamo in grado di proporvi qualcosa di interessante. Alessandro Colantonio in particolare ha spolpato Against The Storm, un city builder roguelite di ambientazione dark fantasy che offre un riuscitissimo mix di complessità, relax e sfida.
Tornano le guide di Genshin Impact con l’irreprensibile Gaia Tornitore che vi svela le migliori build, manufatti e team per il personaggio di Navia.
Gaia Tornitore ha visto in anteprima per voi Berlino, lo spin-off de La casa di carta sul rapinatore più amato, un cocktail riuscito tra amori criminali e adrenalina.
Per questa settimana è tutto.
Arrivederci a domenica prossima con il #GamersDigest N°52 del 2023!
This post was published on 25 Dicembre 2023 11:45
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