Benvenuti ad un nuovo #Gamersdigest, recap delle principali notizie della settimana videoludica appena trascorsa!
Con qualche ora di anticipo rispetto a quanto annunciato inizialmente, Rockstar Games ha pubblicato il primo trailer ufficiale di GTA VI, sparito per molti mesi dai riflettori dopo che un gigantesco leak aveva fatto trapelare molti asset di gioco (ovviamente in fase embrionale) e altri dettagli che non ripeteremo qui. Il trailer, della durata di circa un minuto e mezzo, offre un primo sguardo sull’ambientazione del nuovo attesissimo capitolo della serie, accompagnato dalle note di Love Is a Long Road di Tom Petty, presente nella colonna sonora della serie fin da GTA: San Andreas. Proprio questo mese la serie festeggia i 25 anni vita, e i 10 anni dall’uscita dell’ultimo episodio GTA V. Insomma era ora di presentare ufficialmente il nuovo capitolo!
Questa volta la storia si concentrerà su una coppia di rapinatori per protagonisti, ovvero una donna e un uomo che sembrano al versione contemporanea di Bonnie e Clyde: lei si chiama Lucia, ed è un’ex galeotta; lui ancora non lo sappiamo; in effetti non è nemmeno chiaro se saranno entrambi giocabili o se GTA tornerà alla formula dell’unico protagonista, nel qual caso si tratterebbe del primo episodio della serie ad avere una protagonista femminile. Altra conferma importante: il ritorno a Vice City, nel fittizio stato di Leonida, uno scenario preso di peso da Miami e dalla Florida che comprenderà anche varie suggestioni della East Coast (tra cui le paludi e l’arcipelago delle Florida Keyes, con le rispettive faune selvatiche), la consueta dose di follie e contenuti politicamente scorretti e, soprattutto, un orizzonte temporale di uscita del gioco, prevista per il 2025.
In un comunicato stampa seguito alla pubblicazione del trailer, Rockstar specifica che il gioco è in sviluppo per PS5 e Xbox Series X|S. Dunque si tratta di un titolo solamente current gen, e a questo punto nessuno si poteva aspettare diversamente. Dovranno mettersi il cuore in pace gli utenti PC, nella consapevolezza che un port arriverà senz’altro anche per loro, ma in un momento successivo.
Nuove curiosità emerse dai dibattimenti dal processo che vede Epic attaccare Google per l’imposizione del 30% delle royalties per gli acquisti effettuati sul Play Store, che ha portato al ritiro di Fortnite dalle piattaforme Android. Una domanda lecita da porsi, e che infatti è stata posta ad Epic, riguarda le motivazioni per le quali l’azienda di Tim Sweeney ha contestato questa politica dei prezzi a Google ed Apple prima di lei, ma non altre aziende che impongono royalties sugli acquisti nei propri store digitali, ovvero Sony, Microsoft e Nintendo.
Una deposizione registrata riporta la dichiarazione del CFO di Epic, Randy Gelber, poi riportata da The Verge. Gelber, in questa dichiarazione datata settembre 2022, spiega che si tratta sostanzialmente di una differenza di costi, ovvero: il costo di mantenere l’infrastruttura di uno store online per il mercato console è totalmente diverso rispetto a quello mobile. La differenza sostanziale è che Sony, Microsoft e Nintendo nono sono solo i proprietari dello store ma sono anche i produttori hardware della console ove lo store è installato; come spesso capita, l’hardware è venduto in perdita per i primi anni del ciclo vitale delle console, in alcuni casi addirittura per la maggior parte della loro vita commerciale. In questi casi, dunque, la pretesa di imporre delle royalties è giustificata dalla necessità di compensare queste perdite.
La stessa cosa non può dirsi nel caso degli store di Google e di Apple: il primo non è produttore hardware, il secondo lo è, ma non risulta che venda in perdita i propri costosissimi iPhone. Inoltre, a detta di Epic, lo sviluppatore mobile sostiene mediamente costi più onerosi rispetto allo sviluppare per PC o console, in quanto la necessità pubblicare giochi dal peso ridotto impone prolungati lavori di ottimizzazione, ed inoltre è necessario un supporto post-lancio dedicato, poiché Google demanda ogni problematica relativa alle app del suo Store al supporto clienti dello sviluppatore stesso. Rimangono ovviamente delle zone d’ombra nel ragionamento di Gelber, come il fatto che nemmeno i produttori console consentano la presenza di store di terze parti sui loro dispositivi, pretesa rivendicata proprio da Epic nei confronti di Google e Apple.
Un’altra curiosità riguarda l’ammontare che, secondo Google, Epic le dovrebbe relativamente al breve periodo in cui l’aggiornamento della versione mobile di Fortnite consentì a quest’ultima di incassare interamente i proventi degli acquisti in-game degli utenti, aggirando le royalties del 30% imposte dal Play Store, cosa che portò appunto all’esclusione del gioco dallo stesso. Secondo il colosso di Mountain View, Epic avrebbe incassato $1,329,770 da queste transazioni, di cui a Google spetterebbe il 30% ovvero $398,931.
Infine, incalzata dal giudice che ha imposto ai contendenti di intavolare trattative per provare a risolvere la diatriba prima che il tribunale arrivi ad emettere una sentenza, Epic ha esplicitato le sue richieste:
In settimana Epic dovrebbe aver depositato presso la corte la sua dettagliata lista di richieste, cui Google dovrebbe aver fornito un’altrettanto dettagliata risposta. Le speranze che così si possa pervenire ad una soluzione sono ovviamente esili, ma chissà che non si possa comunque trovare un terreno di confronto utile a fornire le premesse per una soluzione di compromesso…
Sony ha comunicato che, ha causa di problemi di accordi di licenza, a partire dal 31 dicembre 2023 rimuoverà tutti i contenuti di proprietà di Discovery dal proprio Store, compresi i film, serie e show già acquistati dagli utenti, che non se li troveranno più in libreria. La lunga lista comprende circa 1300 show! La stessa cosa era avvenuta l’anno scorso per i contenuti di proprietà di Studio Canal, rimossi dallo Store. Non sono previsti rimborsi di alcun tipo per gli acquisti fatti. Spero non abbiate speso soldi per acquistare titoli di questo catalogo, perché di fatto li avete persi per sempre! Ovviamente la scorrettezza non sta nel far scomparire dall’oggi al domani i contenuti di un catalogo, ma nel negare qualsivoglia rimborso agli acquirenti. Ci sono senz’altro delle mancanze anche dal punto di vista della comunicazione di Sony verso i clienti, poco trasparente nell’esplicitare che all’esborso economico di questi ultimi non corrisponde effettivamente un possesso imperituro del bene.
Sony insomma non sembra avere interesse nel rinnovare contratti di licenza per portare sul proprio store contenuti multimediali di altri produttori, volendo invece incentivare “l’acquisto” (a questo punto sarebbe meglio parlare di noleggio prolungato, dato che di fatto state acquistando il “diritto a visionarne una copia” fintanto che essa permane sui server dell’azienda) di titoli del proprio catalogo: infatti recentemente la compagnia ha annunciato che i sottoscrittori di PS Plus avranno accesso anche ad una libreria di 100 produzioni cinematografiche targate Sony Pictures, disponibili a rotazione per lo streaming video sulle proprie console PS5 e PS4, tramite la app Sony Pictures Core (sostanzialmente un rebranding di quella che si chiamava Bravia Core).
Oltre ai film in sé e per sé saranno disponibili contenuti esclusivi come interviste e making off, oltre a proporre tutti i film alla massima qualità possibile, inclusa risoluzione 4K con tecnologie HDR e Dolby Atmos. Non si tratta di un servizio in abbonamento: ogni film potrà essere acquistato o noleggiato singolarmente. Il servizio vanta anche dei titoli in esclusiva, a partire dal film Gran Turismo, già disponibile per l’acquisto o noleggio. Maggiori informazioni alla pagina ufficiale del servizio.
In settimana si è tenuta la consueta cerimonia dei The Game Awards, che solitamente si prende tutta la scena in quanto unico maggiore evento videoludico di fine anno, anche se stavolta Rockstar gli ha rubato un po’ i riflettori! In ogni caso anche questa volta lo show imbastito da Geoff Keighley è stato foriero di annunci interessanti. Ma innanzitutto parliamo dei giochi premiati.
Baldur’s Gate 3 è il Game of the Year di quest’anno, un risultato tutto sommato prospettato da molti, nonostante l’ottimo competitor Tears of the Kingdom, che si è dovuto accontentare del premio per Best Action/Adventure. L’RPG di Larian ha vinto anche le categorie Miglior Performance (Neil Newbon), Besto Role-Play Game, Best Multi-Player Game, Best Community Support e il premio del pubblico. Molto bene anche Alan Wake II, con Sam Lake che è salito sul palco più di una volta per ritirare i premi Best Game Direction, Best Art Direction e Best Narrative. L’ottimo Cocoon ha meritato il premio per Best Indie Debut, mentre Valorant è il Best Esport Game. Fa invece sorridere la vittoria di Cyberpunk 2077 per Best Ongoing Game, un gioco che ancora oggi, al netto di tutti i miglioramenti e correzioni di bug, non offre tutto ciò che era stato promesso in fase di sviluppo.
Trovate l’elenco di tutti i premiati nel recap scritto da Pietro Falzone. Qui sotto potete godervi la replica dell’intero evento, mentre a seguire un riassunto dei principali annunci della serata: un click sul titolo del gioco vi rimanda all’articolo o al video relativo.
Sapete che ogni mercoledì sul nostro canale twitch si gioca di ruolo? La nostra campagna originale basata su D&D 5^ si chiama Echoes of Erythmia! Potete recuperare il finale di stagione a questo indirizzo!
Per i fortunati possessori di Meta Quest 2, Graziano Salini vi propone la recensione di Arizona Sunshine 2, lo soprattutto survival che ci riporta per l’ennesima volta a fronteggiare l’apocalisse zombie, ma per fortuna lo fa nel migliore dei modi confezionando un sequel di ottima caratura.
Su fronte dei giochi di ruolo, Alessandro Colantonio vi propone una recensione estremamente positiva di Alien GDR, che definisce ansiogeno come il film di Ridley Scott!
Gaia Tornitore invece si è immersa nell’esilarante prova di Flabbergasted!, unnGDR pazzerello che vi permetterà di compiere follie degne della sua epoca di ambientazione: i Ruggenti Anni Venti!
Continua la copertura di Alan Wake II ad opera di Simone Alvaro “Guybrush89” Segatori: ecco come trovare il Sindaco Setter, ottenere tutti i Ciondoli e le Casse della Setta, inoltre ecco la guida ai Portapranzo e la guida alle armi, nonché la guida a tutte le pubblicità dei Koskela. Ma vi spiega anche come aprire la cassaforte di Coffee World e come trovare la password del computer del Centro Riabilitazione. Infine vi propone la guida ai Trofei e Obiettivi, quella alle Teste di Cervo e tutti i trucchi, password, codici e combinazioni del gioco!
Alcuni recuperi dall’indie dungeon della Milan Games Week: il sottoscritto ha provato TEOM: The Enemy of Mine, un tower defense-roguelike con qualcosa in più; Alessandra Borgonovo ha intervistato gli autori di Umbral Core per capire come sia nato il picchiaduro Made in Italy, e Giacomo Montagnoli, l’autore di Glasshouse, un originale RPG tutto rinchiuso nei muri di un condominio disastrato che deve far fronte all’apocalisse nucleare.
Infine, il sottoscritto vi propone un nuovo #GameFactory che analizza il report finanziario relativo al Q2 2023 di Embracer Group, per capire come stia andando l’imponente ristrutturazione aziendale della holding svedese.
Per questa settimana è tutto.
Arrivederci a domenica prossima con il #GamersDigest N°50 del 2023!
This post was published on 10 Dicembre 2023 21:00
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