Nel corso degli anni la Milan Games Week ha sempre più decentralizzato il suo focus sui videogiochi per diventare un evento più aperto alla web culture e agli influencer di ogni tipo, e questo purtroppo a discapito di occasioni utili per provare nuovi giochi in anteprima o di avere confronti diretti con i loro creatori al di fuori di plachi e show. Per fortuna, grazie soprattutto al sostegno dell’associazione di cateogria IIDEA (Italian Interactive Digital Entertainment Association), esiste l’Indie Dungeon, uno spazio dove le nuove idee degli sviluppatori italiani vengono a galla per essere testate dal pubblico e dai giornalisti.
È proprio nell’Indie Dungeon che è possibile ritrovare quell’anima ludica pura che la fiera sta un po’ lasciando andare, ma è anche il posto dove noi della stampa riusciamo a scovare quei progetti nuovi dei quali più ci interessa chiacchierare sulle nostre pagine, e dove eventualmente gli sviluppatori hanno la possibilità di conoscere esponenti di studi PR e publisher di passaggio. Sinceramente, come stampa di settore ma anche come videogiocatori, noi ogni anno troviamo sempre più giochi interessanti da seguire, testimoni di un piacevolissimo fermento che l’industria di sviluppo italiana sta vivendo finalmente da anni.
Lustro tutto italiano
Per la Milan Games Week 2023 IIDEA ha selezionato 10 postazioni gratuite destinate a nuovi progetti emergenti, lasciando che poi il resto dell’Indie Dungeon venisse popolato da altri studi di sviluppo interessati a presenziare nell’area. Ad accompagnare il tutto ci sono stati anche eventi su palco per raccontare soprattutto progetti italiani che, ormai, non sono più strettamente considerabili “indie” dato che sono legati ad aziende forti sul mercato e a publisher internazionali.
Parliamo di Steel Seed di Storm in a Teacup per esempio, apparso già durante il Future Games Show di qualche mese fa, del gioco di corse arcade Hot-Wheels Unleashed 2 di Milestone uscito di recente o del promettente On Your Tail, un videogioco investigativo con animali antropomorfi in uno scenario molto italiano che ci ha già catturato quando siamo stati ospiti negli studi di Memorable Games (ex Mixed Bag) e che si è mostrato per la prima volta al pubblico proprio alla Games Week in delle postazioni Nintendo Switch OLED all’interno dell’area Nintendo.
Dispiace, tuttavia, trovare iniziative del genere poco supportate dalla fiera stessa: in molti momenti ci è sembrato difficoltoso parlare con gli sviluppatori dell’Indie Dungeon o addirittura ascoltare la componente sonora dei giochi provati perché qualche stand nelle vicinanze aveva volumi improponibili o interferenze continue dei loro microfoni. Poi, certo, c’è da fare anche i conti con una fetta di pubblico e con alcuni colleghi che hanno snobbato l’area: li ho visti, esistono, e si lamentano ancora che alla MGW non ci fosse nulla da provare. Se non supportiamo noi la nostra stessa industria, che ci fate qui? Solo per foto con gli influencer e ricevere qualche gadget? Ci sarebbe da fare una riflessione su cosa stia diventando la Milan Games Week o su cosa punti a diventare, ma non è questo il luogo né il tempo.
Tutti i giochi indie italiani provati alla Games Week
Di seguito trovate divisi per paragrafo tutti i videogiochi indipendenti italiani che noi di Player.it, principalmente il sottoscritto e Alessandro Giovannini, siamo riusciti a provare all’interno dell’area dell’Indie Dungeon della Milan Games Week 2023. Purtroppo non siamo riusciti a provarli proprio tutti a causa delle tempistiche e delle file che molte delle postazioni, per loro fortuna, avevano nei momenti in cui ci siamo presentati nell’area.
Area RedBull a parte che ha un paragrafo a sé dedicato con giusto l’elenco dei giochi a cui abbiamo dedicato un articolo intero, gli altri giochi dell’Indie Dungeon ve li abbiamo listati in ordine alfabetico.
RedBull Indie Forge
All’interno dell’area dell’Indie Dungeon era presente anche la terza edizione dell’acceleratore RedBull Indie Forge, un contest che vede in gara una manciata di progetti italiani che possono accedere a vantaggi e o fondi per accelerare lo sviluppo. I progetti di questo tipo di contest in genere sono più avanzati e solidi in termini di sviluppo rispetto al resto dell’Indie Dungeon, ma mantengono comunque la loro forte identità autoriale e indipendente.
Nelle scorse edizioni del RedBull Indie Forge abbiamo visto vincitori Freud’s Bones di Axel Fox e Venice 2089 che abbiamo provato un paio di Games Week fa. Quest’anno la sfida è tra 5 finalisti davvero interessanti e agguerriti, sarà difficile percepire chi potrebbe vincere. A tutti, ad ogni modo, auguriamo di continuare la propria avventura anche qualora l’Indie Forge non dovesse volgere bene per loro. Ecco i giochi in gara:
- Glasshouse, un cRPG racchiuso dentro un appartamento mentre fuori c’è un disastro nucleare (articolo in arrivo).
- While We Wait Here, un intrigante gioco narrativo con dialoghi a scelte e finali multipli, di cui trovate a questo link la nostra prova.
- Umbral Core, un picchiaduro di cui vi abbiamo già parlato in questa intervista e nello scorso Indie Dungeon (articolo in arrivo).
- Monster Chef, un hack & slash 2.5D davvero simpatico e coloratissimo, di cui vi abbiamo parlato in questo articolo.
- TEOM: The Enemy of Mine, un tower defense robotico che ci è sembrato davvero tecnico e divertente, ve ne parliamo meglio qui.
Dark & Evil
Dark Tower Interactive torna all’Indie Dungeon con un nuovo progetto, sempre accompagnato dal suo tool per Unreal Engine ACF, un sistema per implementare combattimenti action RPG e soulslike ai propri progetti videoludici. Due anni fa era presente in fiera con un progetto a tinte dark fantasy, ma stavolta ha presentato Dark & Evil, un action RPG open world i cui colori sgargianti però fanno da contraltare a una narrativa di gioco che continua a essere oscura. L’ambientazione fantasy medievale sembra essere promettente e variegata, sebbene saldamente ancorata ancora agli stereotipi del genere.
In Dark & Evil impersoniamo un Signore del Male sconfitto in una guerra contro gli umani e in cerca di vendetta. Una volta risorti dal mondo dei morti, il nostro compito consisterà nel ricostruire il nostro impero del male reclutando servitori in giro per il mondo con cui costruire guarnigioni da mandare in battaglia con un approccio tattico. Potremo anche prender parte noi in prima persona ai combattimenti, dove è richiesta attenzione alla gestione della stamina, ai tempi di parata e di schivata tipici dell’ACF di cui Dark Tower è proprietario. Il progetto ci è sembrato comunque abbastanza avanzato come sviluppo, tant’è che molte componenti come la telecamera erano davvero curate. Resta da capire la varietà e la qualità delle quest che non abbiamo potuto approfondire nella demo. Il lancio di Dark & Evil è previsto per il 2024, mettete in wishlist su Steam per restare aggiornati.
Death Noodle Delivery
Di prossimo arrivo su un po’ tutte le console, Death Noodle Delivery è un arcade ispirato al vecchio Postman Pat del 1988, gioco in cui si consegnavano i giornali. I genitori di questa creatura, Stupidi Pixel e Tiny Pixel, hanno rielaborato il concept di gioco in un’ambientazione distopica alla cyberpunk dove bisogna consegnare i noodle. In questa distopia cibernetica dove tutto è allo scatafascio e la società sta esageratamente andando male tra criminalità e corporazioni in guerra, anche il personaggio principale non se la sta passando bene dato che è costretto ad accettare un contratto di prova per consegnare noodle in ambienti fortemente ostili, ovviamente senza alcuna garanzia di pagamento – prima deve saper dimostrare di essere in grado di sopravvivere alle consegne mortali di noodle!
Il giocatore corre in automatico su un hoverboard durante le consegne, facendo slalom tra auto in corsa e ostacoli vari, mettendo il turbo per sfuggire a eventuali tizi incazzati o auto assassine, e premendo il grilletto sinistro del pad per lanciare i noodle alla gente che aspetta il proprio ordine. Lanciare i noodle ovviamente funziona anche come arma, specialmente contro il boss della demo che consisteva in un furgone delle pizze che voleva toglierci dalla concorrenza! Tra una corsa in strada e l’altra in questa visuale dall’alto molto cinematica vi sono intramezzi narrativi dove si approfondisce meglio la lore di gioco e in cui si assistono a dialoghi esilaranti dove tutto è volgare ed esasperato, con tanto di citazioni e meme a tema (ci stanno tracciando, stacca, stacca!). Ad abbellire il tutto ci pensa una bella grafica al neon. Potete scaricare anche voi la demo del gioco su Steam.
Dino Path Trail
L’ambientazione più figa dell’Indie Dungeon la vince sicuramente Dino Path Trail perché, diamine… cosa c’è di più bello di un mondo in cui coesistono Cowboy cazzuti e Dinosauri carini e coccolosi? La magia creata dallo studio indie Void Pointer consiste in un twin stick shooter in una struttura di gioco roguelite con elementi survival. Già dalla primissima occhiata al gioco siamo sinceramente rimasti colpiti dall’impatto grafico: colori caldi, panorami selvaggi ma giocosi e sognanti, ma soprattutto bellissimi modellini 3D di dinosauri colorati in giro. Menzione d’onore anche allo stand di Void Pointer nell’Indie Dungeon, pieno di disegnini di dinosauri e con la possibilità di “tatuarseli” addosso!
Il sistema di combattimento ha una mira semi-assistita ma il tecnicismo del gameplay deriva dalle schivate e dai tiri perfetti che costringono le dita del giocatore a danzare sul pad. Il crafting è utile sia per creare e modificare le proprie armi, sia per fabbricarsi strumenti da utilizzare nel game loop survival in cui bisogna tenere a bada salute, fame, sete e temperatura. Ogni mappa è procedurale, e qui vi si possono trovare risorse, dinosauri e ovviamente anche covi di banditi. Non mancano boss fight molto sceniche, ma gli sviluppatori hanno ancora molte cose da aggiungere: per questo motivo vi conviene mettere subito in wishlist il gioco su Steam, così da convincere i loro potenziali publisher a implementare maggiori interazioni coi dinosauri, customizzazioni e altro!
Gambit Shifter
C’è spazio anche per i puzzle game nudi e crudi all’Indie Dungeon. I ragazzi di Volcanite Games hanno creato un videogioco dalla premessa semplice quanto geniale con Gambit Shifter: il giocatore sfrutta i pezzi degli scacchi – con la loro abituale mobilità – per superare ambienti dal level design che stuzzicherebbe anche il più esperto degli scacchisti, tra schemi labirintici e ostacoli pronti a mangiare le nostre pedine, il tutto realizzato con una grafica minimal e colorata in maniera stuzzicante. Il video in alto è un po’ antiquato rispetto alla demo che abbiamo provato, demo che potete provare anche voi su Steam.
Vi sono già oltre 90 livelli già pianificati e ognuno di essi prevede più modi – e più mosse – per essere completato. Ovviamente completare un livello con meno mosse possibili sarebbe il sogno bagnato di ogni scacchista, ma vi assicuriamo che non è per nulla semplice capire il giro di mosse più brevi per guadagnarsi le 3 stelle che garantiscono la riuscita perfetta del livello. Parecchi dei livelli che abbiamo completato non abbiamo capito per nulla come completarli con meno mosse possibili; ne deriva che Gambit Shifter, parola di Alessandro Giovannini, è easy to learn ma hard to master. Una chicca che presto potremo provare anche su smartphone.
Horses
Parlare di Horses è complicato, perché è un gioco atipico. Alessandro Giovannini lo definisce perturbante. Sono sicuro però che almeno personalmente posso darvi un punto di vista unico: conosco questo progetto fin dalla sua genesi, dato che il suo autore Andrea Lucco Borlera era un mio collega al Master in Game Design della IULM di Milano nel lontano 2018, dove gli sviluppatori di Santa Ragione, attuale publisher del gioco, erano tra i professori. Andrea ha sempre avuto idee moleste lungo tutto il corso del master e suppongo anche lungo la sua intera vita, idee che però servono sempre a veicolare messaggi di fondo che sono critiche neanche troppo velate a questo o quel parametro che non gli va giù della società. Anche il suo progetto finale del master, Horses, non è affatto da meno.
Horses in termini ludici è un walking simulator con dialoghi a scelta e misteri misteriosi, ma il tutto è solo un pretesto per permettere ad Andrea di shockare il giocatore con continue immagini e azioni disturbanti. A un primo impatto questi disturbi possono sembrare casualità o nonsense, ma ovviamente hanno un sottotesto da decifrare e ricostruire. Il linguaggio del videogioco si mescola continuamente a quello del cinema muto e… a quello delle emoji, creando un’esperienza fortemente autoriale che va interpretata, qualcosa che incuriosisce e contemporaneamente sbalordisce chi gioca. La trama vede il giocatore nei panni di un ragazzino alle prese con un lavoro estivo: aiutare un fattore nella gestione del suo orto e dei suoi cavalli.
Non vi diciamo nient’altro o vi rovineremmo le sorprese, vi indirizziamo solo verso il sito ufficiale.
MEGAMETAL
MEGAMETAL di Asylum Gameworks è un beat’em up a scorrimento orizzontale ambientato in un vasto festival metal dove ogni livello è un tipo di concerto.
La demo provata nell’Indie Dungeon è ambientata nel regno dell’Heavy Metal dove tutto è praticamente a tema industria pesante, ma gli sviluppatori per esempio ci hanno parlato dei loro progetti futuri in cui includere carrarmati e elementi militaristici nel Thrash Metal, riferimenti tolkieniani e fantasy nell’Epic Metal, e così via. Potete trovare informazioni sul progetto sull’itch.io di Asylum Gameworks.
Al momento il progetto MEGAMETAL è ancora in fase embrionale, tant’è che come sviluppo ha davvero pochi mesi e si vedeva. Le premesse per far uscire un gioco interessante e divertente, però, ci sono tutte. Per ora il combattimento è regolato dall’headbanging del personaggio del giocatore, che se fatto a ritmo coi bpm della musica del livello comporta anche più danni, e dal lancio di oggettistica droppata dai nemici uccisi. In futuro gli sviluppatori di Asylum Gameworks oltre ad aggiungere livelli e spessore di gameplay puntano anche a far diventare i nemici un vero fiume di persone per trasformare il tutto in un mosh pit praticamente. Staremo a vedere cosa ci porterà il futuro, per il momento abbiamo apprezzato tantissimo anche lo stand dotato di chitarra Gibson SG – comunemente soprannominata diavoletto – da suonare davvero!
Monkey Ballin’ Mayhem
Il videogioco che forse ci ha più tenuti incollati allo schermo è quella follia che prende il nome di Monkey Ballin’ Mayhem, un roguelite con combattimenti a turni tra scimmiette, o meglio tra la propria scimmia e altri animali della giungla incredibilmente carini e agguerriti. L’intero progetto è nato da una game jam che – tra l’altro – non è stata neanche vinta, ma era così divertente che gli sviluppatori di Figadei hanno deciso di portarlo avanti e presentarlo alla Milan Games Week. La demo presentata all’Indie Dungeon aveva come stanze visitabili normali livelli di combattimento, ma anche stanze bonus dove accaparrarsi quei tradizionali potenziamenti temporanei per la run del momento.
Monkey Ballin’ Mayhem ha un combattimento che consiste in una commistione di generi che semplicemente è assurda da immaginare: RPG a turni e… gacha. In che senso? Il giocatore non seleziona le mosse da effettuare nel combattimento a turni, ma deve usare un meccanismo gacha in cui si pulla la fortuna con un artiglio che cala in una vasca di palline; ogni pallina ha una mossa al suo interno, ma è molto difficile riuscire a recuperarne più di una senza far cadere tutto… Anche se c’è chi racconta di essere riuscito a prenderne addirittura 4.
L’assurdità del gameplay e la simpatia generale che comunica il gioco si sono dimostrate davvero intriganti, ed è stato difficile anche cercare di scollare Alessandro Giovannini dalla postazione per provare altri giochi. La demo si vedeva che era costruita unicamente per la fiera, ma il core del gioco c’era e si avvertiva.
OveRRoot
Un altro progetto Cyberpunk, ma molto più cyber che punk, è l’action a scorrimento orizzontale OveRRoot di Hexagony: cyberspazio con vibes alla Tron, estetica minimalista e colori al neon la fanno da padrone mentre il giocatore è impegnato a pulire le varie stanze dai nemici per passare a quelle successive, fino ad arrivare al nucleo informatico corrotto da riparare. Non vi è un vero e proprio sistema di progressione, il personaggio ha sempre lo stesso set di abilità dall’inizio alla fine, ma la difficoltà a una curva che spinge il giocatore ad affinare costantemente queste abilità.
OveRRoot è un gioco che non ha agevolazioni, premia unicamente le abilità tecniche del giocatore, spronato a migliorarsi sempre di più. I nemici proposti nella demo sono di una discreta varietà (meelee, ranged e trappole) che incalzano il giocatore non facendolo mai sentire troppo al sicuro, per questo motivo sono richiesti grandi riflessi e rapidità d’esecuzione: un’esperienza sicuramente impegnativa, anche se Alessandro Giovannini non l’ha trovata eccessivamente hardcore. La demo della Games Week aveva 2 livelli, il gioco completo dovrebbe averne 8. Potete mettere il gioco in wishlist su Steam da questo link.
Ryoko
Attratti inizialmente dalla grafichetta carina e rilassante, ci siamo subito innamorati di Ryoko di Kodama Studio, un titolo puzzle-platform 2D ispirato al folklore giapponese. Si tratta di un videogioco che ci vede impegnati a risanare una terra in cui si è creato un disequilibrio tra il mondo materiale e quello spirituale. Proprio il passaggio continuo da un piano della realtà all’altro è la chiave per risolvere i diversi rompicapi ambientali, mentre ci si rilassa alle animazioni leggiadre delle componenti di gioco e alla musica di accompagnamento.
Ryoko infatti ha un pacing estremamente compassato, non è un gioco che va approcciato con la brama di completarlo in fretta, ma anzi, è proprio un invito a rilassarsi e a lasciarsi cullare dal suo andamento onirico, simile più a esperienze come Planet of Lana o Journey. Anche per questo motivo il gioco completo non avrà una durata troppo prolungata, ma sarà il giusto necessario a renderlo un’esperienza gradevole e pacificante.
Sir Galgano – A Medieval Tale
Attirati dal nome del gioco italiano Sir Galgano e dal nome dello studio ancor più italianissimo (La Fucina Del Granducato), ci siamo avvicinati allo stand di questo gioco medievaleggiante che vede uno schermidore come personaggio principale. Sir Galgano – A Medieval Tale si propone di essere un action RPG a scorrimento laterale immerso in un’ambientazione storica che prende le mosse proprio dalla leggenda di San Galgano e la spada nella roccia, episodio di folklore italiano che ha un’ovvia eco nel ciclo arturiano.
Ambientato nella Toscana del medioevo, questo gioco cappa e spada si preannuncia piuttosto impegnativo, incentrato nella resa realistica della scherma medievale e nel combattimento all’arma bianca tra cavalieri. Alessandro Giovannini ha avuto parecchi problemi a farsi strada tra nemici che cercavano di farlo a pezzi, e l’impressione avuta è che il gioco richieda grande dedizione per padroneggiare il suo combat system tutto basato sul ritmo di parate e risposte ai colpi. Sono previsti anche incantesimi anche se non abbiamo avuto modo di testarli. Stona un po’ l’utilizzo degli asset di Unity, per quanto rimaneggiati, e speriamo che in futuro il progetto includa modelli ad hoc. Potete provare anche voi la demo su Steam.
Spirits of Baciu
Per introdurvi questo videogioco credo basti raccontarvi uno scambio di parole che ho avuto personalmente con gli autori genovesi Horns Level Up Games:
- Io, dopo aver giocato circa 2 minuti: “Avete giocato The Longing per caso?”
- Entrambi gli sviluppatori: “Sì”
- Io: “Si vede!”
Spirits of Baciu in effetti è un’avventura punta e clicca che con il suo stile artistico quasi burtoniano, le sue musiche, i suoi silenzi e il suo mood nostalgico, cerca un po’ di rievocare sentimenti introspettivi e inquietudine come faceva The Longing, ma è un’esperienza di gioco molto più orientata sulla risoluzione di enigmi… e che enigmi! C’era praticamente sempre la fila al loro stand, con persone che ci hanno messo anche un’ora intera a cercare di risolvere ogni ostacolo ambientale della demo.
La demo in questione era un frammento del prologo che potete scaricare anche voi su Steam, uno dei tanti episodi con cui è programmata l’uscita di Spirits of Baciu. Il nostro personaggio, un esserino con le orecchie feline, si fa strada in questa foresta oscura piena di spiritelli, dove ogni elemento è disegnato a mano. Chissà cosa ne salterà fuori a progetto finito, siamo davvero curiosi!
V’s Rage
In arrivo a fine 2024, questo gioco il nostro Alessandro Giovannini l’ha provato in un cabinato all’Indie Dungeon! Quale metodo migliore se non con un cabinato per provare un videogioco che rende omaggio ai classici arcade degli anni ’80 e ’90? In V’s Rage di Newbix Team e bitManiaX tutto parte da una madre che ha raggiunto il suo punto di saturazione e viene intrappolata in un’esperienza arcade suddivisa in livelli, ognuno con uno specifico gameplay che rievoca un genere classico delle sale giochi.
Dallo beat’em up allo sparatutto su binari, dal bullet hell allo scorrimento laterale finendo fino al racing a ostacoli e altro ancora! Ovviamente il tutto è in chiave ironica, divertente e spensierata, e a ciò contribuisce anche uno stile di disegno 2D che resta fresco e divertente senza scadere in una banale pixel art. L’uscita di V’s Rage è programmata per l’inverno 2024, tra un anno, ma potete salvare il gioco nella wishlist da questo link.
Gli altri giochi dell’Indie Dungeon
- Handmancers di NonStudio sembra un fresco e promettente deckbuilder roguelite, uno di quelli che proprio a me personalmente piacerebbe giocare ogni minuto, ma purtroppo non siamo riusciti a guadagnarci una partita per la troppa gente e il poco tempo a disposizione. Lo trovate in wishlist su Steam.
- Project A.R.M. di Bamboo Studio è un’escape room in VR che è tornata in fiera dopo aver fatto le sue presentazioni l’anno scorso, ma a questo giro non siamo riusciti a provarlo. Abbiamo visto tanta gente giocarci, e se disponete di un visore per Realtà Virtuale potete provarlo da qui.
- Simon The Sorcerer Origins, un prequel molto promettente di un’avventura grafica punta e clicca degli anni ’90 tutta italiana. Il suo ritorno operato da Leonardo Interactive ve l’abbiamo raccontato già alla Gamescom in questo articolo, ma il nostro Alessandro Giovannini ha scritto un ulteriore approfondimento dalla sua prova alla Games Week che potete trovare qui.
- War of Wheels di Dreambits Studio è uno di quei giochi da mettere in wishlist anche solo per il suo concept: auto che si fanno battaglia come nel celebre show televisivo americano Robot Wars, ma in un contesto medievale. Peccato non essere riusciti a provarlo!