Benvenuti ad un nuovo #Gamersdigest, recap delle principali notizie della settimana videoludica appena trascorsa!
Sono iniziate le prime udienze della causa intentata da Epic Games nei confronti di Google, tacciata di politiche monopolistiche come lo era stata Apple. La questione verte sempre attorno alla volontà di Epic di non pagare le royalties che gli store mobile impongono agli sviluppatori delle app, inibendo la possibilità di incassare direttamente gli introiti derivanti dagli acquisti in-app degli utenti. Google Play Store si tiene infatti una fetta sostanziosa, pari al 30% dei ricavi. Epic tentò di aggirare questa pretesa vendendo direttamente i V-Bucks di Fortnite agli utenti, e Google per tutta risposta rimosse il gioco dal suo store nel 2020. Epic ha denunciato Google per politiche antitrust e Google a sua volta ha contro-denunciato Epic per violazione di termini contrattuali.
Le audizioni si sono aperte il 6 novembre, e Tim Sweeney è già stato chiamato a rispondere alle domande dei giudici. Dunque questa è l’occasione per conoscere vari dietro le quinte del mercato di strategie aziendali che non sarebbero mai divenute di dominio pubblico, un po’ come successo nei dibattimenti relativi all’acquisizione di ABK da parte di Microsoft, da cui sono spuntati i piani per il lancio delle Xbox mid-gen nell’anno fiscale 2025.
La testimonianza di Sweeney ha rivelato due informazioni interessanti, comunicate da The Verge che segue il dibattimento in aula con aggiornamento quasi in tempo reale. La prima è che Epic ha sempre avuto tra le sue priorità la funzionalità cross-play su Fortnite, e questo è stato un punto decisivo sul quale ha molto insistito con Sony al momento dell’approdo del gioco sulle console PlayStation. In una e-mail indirizzata al senior vice president di PlayStation Phil Rosenberg, Sweeney scrisse:
…in futuro Epic assicurerà piena interoperabilità tra tutte le piattaforme per quanto riguarda Fortnite… siamo intenzionati a perseguire questa strada con ogni risorsa disponibile, per tutto il tempo necessario e qualunque conseguenza ciò implichi.
Mentre a domanda diretta del giudice sull’argomento, il CEO di Epic ha risposto che la compagnia sarebbe stata disposta ad affrontare Sony in una causa legale se quest’ultima si fosse opposta al cross-play. Per fortuna non è stato necessario, ma ciò dimostra una cosa: Epic è disposta a qualunque cosa pur di espandere il più possibile la platea di giocatori di Fortnite, dal quale sembrano dipendere le sorti economiche della compagnia intera. Con ciò si piega la risoluzione di Epic ad affrontare qualsiasi conseguenza, anche cause pluriennali e dispendiosissime, pur di far valere le proprie ragioni e assicurare la disponibilità del gioco ad una platea sempre più vasta.
La seconda notizia riguarda Project Elektra, ovvero il piano di Google di acquisire Epic stessa, notizia mai divulgata prima d’ora. Google considerò l’ipotesi di acquisire Epic o almeno parte delle sue quote nel 2018, considerandola un perno centrale della propria strategia legata al gaming, di cui Google Cloud, YouTube, e Project Yeti (ovvero il defunto Stadia) dovevano essere applicazioni corollarie. Per ottenere questo obiettivo Google stava considerando di stringere un accordo direttamente con Tencent, proprietaria di circa il 40% della compagnia. Non sono noti i dettagli sui motivi che hanno fatto desistere Google dall’impresa, tra cui potrebbe esserci stata una semplice mancanza di interesse nell’affare da parte della stessa Tencent. Ma certamente si capisce un po’ di più il senso di un progetto come Stadia, che avrebbe dovuto fare di Fortnite il probabile cardine della sua offerta ludica, rendendo il titolo disponibile su qualsiasi dispositivo ed assicurandosi così l’interesse di milioni e milioni di potenziali abbonati.
Mettendo un attimo da parte Epic, la questione delle royalties sugli acquisti in-store sta venendo esaminata anche in altri contesti giudiziari, e le conseguenze potrebbero essere di ampio respiro: in particolare è Sony ad essere oggetto di una causa legale nel Regno Unito, promossa da una class action rappresentata da ben 9 milioni di utenti, ovvero tutti coloro che hanno effettuato acquisti digitali sul PS Store dal 2016 in avanti fino al 2022, anno in cui è partita la causa stessa. L’accusa sostiene che la percentuale di ricavo di Sony ottenuta su ogni acquisto effettuato tramite il suo store (pari, anche in questo caso, al 30%), sarebbe del tutto ingiustificata, un abuso di posizione dominante a scapito dei portafogli dei suoi utenti. Sony ha tentato di interrompere l’iter processuale, ma la corte inglese ha recentemente stabilito che la causa ha i presupposti per continuare, dunque si procederà con le udienze in tribunale. Qualora dovesse perdere, Sony sarebbe costretta a risarcire milioni e milioni di euro ai suoi utenti, ma l’impatto di una sentenza del genere avrebbe probabili conseguenze sull’intero sistema economico degli store videoludici digitali, che dovrebbe essere totalmente ripensato.
Donald Mustard, ex CCO di Epic Games nonché mente creativa dietro alla nascita di Fortnite, figura ora come partner presso AGBO, casa di produzione cinetelevisiva fondata dai fratelli Russo, registi del record di incassi Avengers: Endgame. La società ha prodotto, tra gli altri, il film Everything, Everywhere All at Once, che ha vinto l’Oscar per Miglior Film nel 2022. Mustard ha lasciato Epic a settembre, dopo 15 anni di lavoro in azienda. Joe Russo, presente all’ultimo DICE summit, ha dichiarato di voler espandere il business di AGBO anche al settore gaming. Potete vedere il suo intervento nel video qui sopra. Dunque dobbiamo aspettarci una futura incursione dei fratelli Russo anche nel mondo dei videogiochi! Chissà se riusciranno anche in quest’ambito a infrangere ogni record di incassi…
Niantic si trova in una situazione scomoda: due dipendenti hanno denunciato la compagnia per molestie sessuali e iniquità di trattamento, scrivendo la cultura aziendale come quella di un “boys’ club”, in cui le donne vengono discriminate da ogni punto di vista. Per tutta risposta, l’azienda sta facendo di tutto per non finire a processo, sostenendo che le accuse mosse dalle dipendenti possono essere risolte in sede di arbitrato, coì come indicato nel contratto da loro stesse firmato, senza bisogno di ricorrere ad una causa giudiziaria.
Tutto è iniziato quest’estate, precisamente il 7 luglio, quando una ex dipendente della compagnia ha depositato una denuncia nei confronti della compagnia per aver sistematicamente sottopagato le donne rispetto agli uomini e aver assunto altre azioni discriminatorie nei confronti delle donne di colore. La denunciante, una donna di etnia asiatica, sosteneva di essere stata pagata 105.000 dollari nel 2022, mentre un suo collega maschio che ricopriva una posizione di minor responsabilità riceveva uno stipendio complessivo di $127.000. A seguito della scoperta, la donna si è confrontata con alcune colleghe, da cui è emerso un generale comportamento sessista e iniquo da parte della dirigenza nei confronti delle donne.
Ciò ha portato ad un aggiornamento della denuncia, cui si è aggiunta una seconda querelante nel mese di settembre, dettagliando altri episodi del genere e corroborando le accuse “systemic sexual bias in Niantic“.
Per tuto il periodo di impego delle querelanti, Niantic ha sistematicamente svalutato il lavoro delle dipendenti donne, specialmente se di colore, incluse le querelanti.
– estratto dalla CLASS AND PAGA ACTION depositata alla corte suprema della California tramite la contea di Los Angeles, Case No.: 23STCV15935 – 28 settembre 2023
(…) Niantic ha negato un’equa retribuzione e frenato le carriere delle dipendenti donne, specie se di colore, comprese le querelanti.
(…) Il favoritismo palese che Niantic attribuisce ai dipendenti uomini è causato dagli stessi vertici aziendali, incluso il CEO e la dirigenza che lo circonda. Questo risaputo sessismo e tossicità proveniente dagli apici aziendali permea l’intera azienda. Le dipendenti donne vedono Niantic come un club maschile, dove gli uomini incoraggiano e coltivano solamente le carriere di altri uomini lasciando indietro le donne.
Nel concreto le denunce riguardano alcuni punti precisi: ritorsioni e paghe inique che violano della California Equal Pay Act; discriminazioni e ambiente i lavoro ostile che violano la Fair Employment & Housing Act; violazione della Unfair Competition Law.
Il 21 settembre è stata fissata la prima audizione in aula. Niantic nel frattempo ha fatto di tutto per impedire che ciò avvenisse, chiedendo alla corte che la causa fosse spostata in sede di arbitrato, poiché tale metodo di risoluzione delle controversie sarebbe presente tra le clausole contrattuali firmate dalle dipendenti in oggetto. A questo tentativo le querelanti hanno risposto che l’accordo di arbitrato eccepisce espressamente i casi di discriminazione sessuale, dunque non si applica nella fattispecie specifica. Il 9 novembre Niantic ha nuovamente controbattuto, sostenendo che invece le accuse presentate dalle donne possono inscriversi totalmente nella casistica prevista dall’arbitrato, basandosi su cavilli vari sui quali, ovviamente, non sono in grado di esprimermi.
Questa settimana è andata in scena la Milan Game Week & Comics, principale fiera italiana del settore gaming, tenutasi a Milano dal 24 al 26 novembre. La redazione di Player è andata in missione e si è aggirata per una fiera che ha ormai assunto proporzioni considerevoli (ben 4 padiglioni attrezzati e super-affollati), sebbene il calendario non giochi troppo a favore della manifestazione: collocandosi a fine anno, la MGW arriva buon ultima dopo che tutti gli annunci maggiori sono stati accaparrati da altre fiere, e quelli ancora in canna dei publisher vengono mantenuti tali ancora per un paio di settimane, per poter essere sganciati tutti assieme durante la cerimonia dei The Game Awards.
Pur in questa veste di “ruota del carro” degli eventi videoludici, la MGW mantiene dignità ed interesse principalmente grazie all’indie dungeon, vetrina che ogni anno permette a giovani team italiani – spesso al loro primo progetto videoludico commerciale – di mostrare i loro progetti in corso d’opera misurandosi per la prima volta con pubblico e critica. Si tratta di uno spazio che anche quest’anno ha assicurato varietà e suscitato interesse, come vi dimostrerà Alessandro Colantonio nell’articolo speciale che sta preparando.
Qualche anticipazione? Il promettente Simon The Sorcerer Origins, avventura punta-e-clicca che si propone di ridare lustro ad una celebre serie di avventure grafiche di Adventure Soft (ve ne parlerò in un pezzo ad hoc); Horses, delirante trip in cui una tranquilla parentesi di lavoro estiva in fattoria assume ben presto connotati da incubo lynchano; Monster Chef, un peculiare roguelike culinario che ci vede alle prese con la gestione di un ristorante, in cui ci dovremo procacciare in prima persona gli ingredienti per le ricette a colpi di coltello; Monkey Ballin’ Mayhem, uno scimmiesco roguelike a turni con una peculiare meccanica di pesca a gru delle abilità.
Il sottoscritto, inoltre, ha assistito alla prima cerimonia degli Italian Esports Awards che, come dice il nome, ha premiato le eccellenze pro-player del nostro paese. Promossa da IIDEA, la cerimonia ha previsto 8 categorie volte a premiare tanto singoli campioni quanto società E-sportive nel loro complesso, celebrando un settore che nel nostro paese ha impiegato anni prima di emergere ma che ora sta finalmente iniziando a carburare ed attrarre sponsor e pubblico. Potete conoscere tutti i vincitori dell’evento leggendo questo approfondimento dedicato.
Sapete che ogni mercoledì sul nostro canale twitch si gioca di ruolo? La nostra campagna originale basata su D&D 5^ si chiama Echoes of Erythmia! Potete recuperare il finale di stagione a questo indirizzo!
Simone Alvaro “Guybrush89” Segatori si è goduto Dead Island 2 Haus, prima espansione dell’action-rpg a tema zombi di Deep Silver e Dambuster, che offre una narrativa decisamente sopra le righe e dall’atmosfera lynchana, sebbene susciti anche qualche perplessità riguardo il gameplay duro e puro.
Salvatore Montagnolo ha messo le mani su Super Mario RPG, remake del classico gioco di ruolo Nintendo con protagonista l’idraulico più famoso della storia dei videogiochi. Un’operazione nostalgia, decisamente riuscita, che riesce a svecchiare alcune caratteristiche del titolo originale rendendolo godibile anche per le nuove generazioni al netto di qualche leggera sbavatura tecnica.
Lato giochi da tavolo, Alessandra Borgonovo ha spulciato Decktective – Arrestate Sherlock Holmes!, avventura investigativa basata sulle carte in grado di intrattenere con sessioni di gioco mai eccessivamente lunghe, che tuttavia avrebbe necessitato di qualche limatura ulteriore per assicurare un’esperienza ludica più fluida e convincente. Alessandra ha anche provato UFO Robot Goldrake – Il Banchetto Dei Lupi, un ritorno non proprio brillantissimo del celebre robot nel mondo della videoludica, con un action che al di là dell’effetto nostalgia non offre un gameplay in grado di brillare di luce propria.
Gaia Tornitore vi propone invece la sua recensione di KarmaZoo, un platform multiplayer online che, in controtendenza rispetto alle dinamiche di violenza spesso perpetrate nel nostro medium preferito, è tutto incentrato sulla gentilezza verso il prossimo.
Questa settimana abbiamo anche una recensione legata al magico mondo del VR, con il nostro Pasquale Monniello ad aver provato, tra una nausea e l’altra, il buon Journey To Foundation: un adventure game legato al canone Asimoviano!
Alessandro Colantonio ha anche una proposta di gioco di tavolo: si tratta di Smart 10, che al di là di un impianto da semplice quiz game nasconde un’attrattiva che lo rende presto irresistibile.
Diego Del Buono invece ha giocato Gaslands Refuelled, il post-apocalittico del 2017 finalmente pubblicato anche in Italia, un mix assolutamente intrigante di meccaniche deduttive e wargame.
Amazon Luna è approdato anche in Italia: Salvatore Montagnolo riassume tutto ciò che c’è da sapere su catalogo e costi del servizio. Il buon Salvatore invita anche i possessori di Switch a non limitarsi a Fortnite, suggerendo loro i migliori titoli gratis disponibili sulla console Nintendo.
Al di fuori dell’ambito videoludico, Gaia Tornitore ha visionato in anteprima Squid Game: La Sfida, il nuovo reality targato Netflix che sottopone 456 persone comuni ad un gioco spietato con in palio un montepremi da 4.560.000 dollari.
Gaetano Rilievo vi invita a soffermarvi sul fatto che quest’anno c’è stata un’inflazione di videogiochi a tema piratesco, e ce ne saranno altri in arrivo nel 2024. Eccovi quindi offerta una panoramica di 5 titoli che vi faranno prendere il largo!
Demetrio Scira stila un nuovo articolo per la rubrica #Crossplayer, che indaga i rapporti tra videogiochi ed altre forme d’arte; in questo caso la sua attenzione si è rivolta all’adattamento cinematografico di Dead or Alive, una pellicola talmente delirante da risultare irresistibile!
Il nostro irreprensibile On. Fabio Antinucci si è lanciato in un’imperdibile dissertazione attorno all’evoluzione del videogioco investigativo, da Cluedo ad Alan Wake II.
Chiudiamo con uno strascico di Lucca Comics: Alessandro Colantonio ha intervistato Emanuele Galletto, creatore del GDR Fabula Ultima che sta spopolando in tutto il mondo.
Per questa settimana è tutto.
Arrivederci a domenica prossima con il #GamersDigest N°48 del 2023!
This post was published on 26 Novembre 2023 21:30
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