Nella nostra avventura alla Gamescom in Germania ci siamo imbattuti in una quantità sconfinata di videogiochi da provare in anteprima. Tra i tanti, ho deciso di selezionare i migliori giochi di strategia che ho avuto modo di provare, data la mia naturale inflessione per questo macro-genere.
Non leggerete Persona 5 Tactica in queste pagine, ma è per un motivo fondamentale: ho preferito trattare a parte questo titolo in un articolo dedicato per l’importanza di un videogioco del genere e per la particolarità di essere uno spin-off di una saga molto blasonata e apprezzata. Ad ogni modo state sicuri che anche Persona 5 Tactica rientra tra i giochi di strategia che più ho apprezzato.
La lista di giochi strategici è fatta dai 5 titoli che più mi sono piaciuti, e l’ordine in cui sono stati posizionati nell’articolo è casuale. Prendetelo più come un percorso di scoperta che come una classifica.
Se amate gli RPG strategici a turni alla Heroes of Might and Magic, questo gioco è benzina che vi darà fuoco in pixel art. Quando sono entrato nello stanzino della Gamescom adibito ai 30 minuti circa di prova, sono stato accolto da due sviluppatori di Lavapotion su di giri che praticamente mi hanno trattato quasi fossi un loro amico di vecchia data tra battute, risate e ancora battute. Sinceramente le persone più squisite di tutta la Gamescom.
La simpatia, l’originalità e l’entusiasmo del team si riflette sull’intero gioco di Songs of Conquest, un’esplosione di colori, effetti particellari sbrilluccicanti e strategia. L’esplorazione delle mappe procede a turni, con tanti segreti e oggetti da scoprire in giro. I combattimenti si sviluppano su mappe separate contraddistinte da griglie esagonali. Ci sono poi straordinari poteri speciali da apprendere, unità assurde come cannoni che annichiliscono anche il più tosto dei draghi, e chissà quante altre sorprese che mi sono sfuggite. Tanto lo schieramento delle unità in battaglia quanto la decisione di investire in edifici e milizie da addestrare nei propri centri cittadini, aggiungono spessore alla strategia e una certa dose di magia all’intero mondo creato da Lavapotion.
L’ottima fattura della pixel art, la presenza di effetti particellari in HD e la densità strategica del gioco non sono però le cose che più mi hanno incuriosito di Songs of Conquest: appena si volge lo sguardo al worldbuilding si capisce dov’è che risiede la vera magia adoperata da Lavaption. L’ambientazione sembra la più classica tra i tropi fantasy con draghi, tesori e creature, ma è esplorando i suoi meandri e prendendo familiarità con le fazioni in gioco (per ora 4) che ci si accorge della cura e dell’originalità con cui creature, unità e pezzetti di mondo sono stati creati. Fazione preferita in assoluto quella dei lucertoloni, soprattutto perché hanno dei ranocchi che suonano le cornamusa e io ora ne ho assoluto bisogno nella mia vita o almeno in una campagna di Dungeons & Dragons.
Fun fact: ho dichiarato quest’ultima frase agli sviluppatori e a quanto pare ci era già arrivata una loro fan prima di me a questa idea. Andate a trovarli sul loro Discord, scommetto ne vedrete delle belle. Per il momento Songs of Conquest è accessibile in Early Access mentre si prepara al lancio completo che dovrebbe avvenire intorno ai primi mesi del 2024, con uscita su Steam Deck annessa. Nel gioco finale saranno inclusi anche level editor e, pensate, ho avuto perfino modo di provare un multiplayer locale sul singolo PC! Roba che probabilmente non vedevo dagli anni ’90 – e che sinceramente mi mancava molto.
Passiamo ora a un altro stile di pixel art, più minimalista ma non per questo motivo meno affascinante. Su questi lidi vi abbiamo scritto spesso dei giochi pubblicati da Hooded Horse, specializzata in titoli indie dai profondi sistemi di strategia.
Dopo tanto tempo speso a parlare e recensire giochi per quella che gradualmente è diventata una delle mie case videoludiche preferite, è stata una sorpresa piacevolissima trovarsi uno stand proprio lì alla Gamescom con un parco titoli strategici da fare invidia. Ho avuto modo di provare due titoli che ancora non avevo testato prima, e uno di questi è lo stilosissimo Super Fantasy Kingdom.
Super Fantasy Kingdom è un gioco sviluppato da un’unica persona sotto lo pseudonimo di Feryaz Bear, e consiste in un misto tra city building e tower defense in un contesto medievale-fantasy dove bisogna proteggere il proprio regno dalle incursioni nemiche, assoldare eroi a difenderlo ed espandersi verso nuove lande mai esplorate prima. E ovviamente si conclude la giornata bivaccando in taverna. Un consiglio: se assoldate un troll, non dategli da mangiare bacche. Eh già, perché gli eroi hanno anche un sistema relativo al cibo – giuro stavo per scrivere sistema di digestione – che garantisce bonus o malus a seconda di cosa lasciate loro mangiare la notte.
Nella breve prova effettuata ho avuto modo di assaporare la costruzione di edifici per espandere la città, l’allocazione dei cittadini nei lavori da effettuare per estrarre risorse o mandare avanti le costruzioni e l’implementazione di sottili meccaniche roguelite che rendono il titolo sempre più intrigante. Non fatevi ingannare dalla pixel art minimal e dalle interazioni semplici e intuitive, perché questo gioco come ogni titolo preso sotto custodia da Hooded Horse racchiude in sé una elevata profondità strategica. Super Fantasy Kingdom è un gioco ancora in sviluppo, ma dovrebbe riuscire a vedere la luce in early access nel 2024. Non vedo l’ora di rimettere le mani su questo concentrato di strategia, ironia e minimalismo, nel frattempo potete provare la demo su Steam.
Restando in casa Hooded Horse, alla Gamescom è stato presentato per la prima volta Hexxen: Hunters, un RPG tattico ambientato in una fantasiosa Germania basso-medievale dove malefici, streghe e zombie sembrano essere il preludio di un’apocalisse maledetta.
La versione testata alla Gamescom è praticamente una pre-alpha, dato che come concept e assemblaggio di codice l’intero gioco ha davvero pochi mesi di vita. Hexxen Hunters indossa uno stile artistico in cel shading che sà abbastanza di Borderlands, ma ha toni più scuri e desaturati per essere in linea con la chiave dark fantasy dell’ambientazione. Un’altra ispirazione grafica, confermataci dallo stesso sviluppatore alla Gamescom, è da riscontrare in Persona per quel che riguarda l’interfaccia – certo ancora acerba, ma è evidente l’intento di dislocare le azioni di combattimento in maniera asimmetrica e apparentemente caotica attorno agli avatar dei personaggi.
Con lo sviluppatore ho avuto modo anche di constatare come il movimento libero nei turni di combattimento istituzionalizzato da Mario + Rabbids: Sparks of Hope sia diventato ormai uno standard del genere dei TRPG (insomma, accade lo stesso anche con Persona 5 Tactica ora!), ma ecco la particolarità di Hexxen Hunters: mentre la rottura della griglia di movimento in Sparks of Hope serve a enfatizzare la strategia nel movimento, e mentre in Persona 5 Tactica serve invece a stimolare il pensiero del giocatore nel cercare di accerchiare gli avversari, il focus tattico di Hexxen Hunters è nel crowd control, ossia nel controllo di un numero soverchiante di nemici.
La strategia di combattimento durante la prova si è dovuta strutturare tutta sul cercare di contenere questo numero sovrabbondante di avversari attraverso abilità, oggettistica e soprattutto attraverso il movimento dei personaggi del proprio party. Avanzare in avanscoperta, bersagliare un nemico e ripiegare nelle retrovie in una posizione ottimale, oppure cercare di attirare a viso aperto avversari lontani dai propri commilitoni, sono ottimi esempi di tattiche da applicare in un gioco come Hexxen Hunters. Il rilascio è previsto nel 2024.
Ero fuori dall’area business della Gamescom, stavo girando finalmente per un giorno – l’ultimo – come visitatore della fiera, ma sono rimasto folgorato da questa mega-tv con una grafica minimal ma chiara e piena di dettagli di quel che sembrava un gioco di strategia. Ho distinto risorse da tipico RTS e unità di combattimento sulla mappa, così mi sono avvicinato subito e ho provato il gioco rimanendo incantato dalla sua idea alla base.
Cataclismo è un tower defense dove le costruzioni difensive sono modulari! Perché non ho mai visto niente di simile prima? Mi serviva proprio un’idea del genere per riavvicinarmi ai tower defense. Gli sviluppatori di Digital Sun sono gli stessi che hanno lavorato allo spin-off di League of Legends The Mageseeker.
La demo provata alla Gamescom poneva il giocatore in una situazione in media res, dove si aveva già a disposizione un folto villaggio e alte costruzioni ai suoi confini dove schierare le proprie truppe. Data la possibilità di costruire mura, torri, scale e ponti blocco dopo blocco, le unità di combattimento di Cataclismo hanno anche soglie di altezza entro le quali riescono meglio a funzionare contro le orde nemiche. La strategia sta quindi nel costruire i giusti spazi difensivi dove schierare i combattenti a diverse altezze. Ogni notte, infatti, si accalcano orrori da tutte le direzioni ai confini del proprio villaggio, intenzionati a sfondare le difese e fare stragi.
Le costruzioni difensive possono avvenire in qualsiasi momento, che sia giorno o notte, ma dato che è possibile assemblare pezzo dopo pezzo la propria creazione per fortuna Cataclismo permette di mettere in pausa lo scorrere del tempo, così da consentire al giocatore di ponderare bene le sue scelte. Ovviamente di notte non si può costruire nulla vicino ad orde nemiche, quindi per queste operazioni va sfruttato soprattutto il giorno. Cataclismo arriverà nella primavera del 2024, ma nel frattempo potete già provare una demo su Steam.
Sì, ok, bello Lysfanga: The Time Shift Warrior, ma che ci fa un gioco action tra i migliori videogiochi di strategia? Ho provato questo gioco degli sviluppatori Sand Door Studio da Quantic Dream (ora ha aperto un suo ramo dedicato al publishing chiamato Spotlight by Quantic Dream) dopo aver visto qualche trailer nei mesi precedenti.
In poche parole Lysfanga è un hack & slash con visuale dall’alto dove il giocatore controlla una persona in grado di tornare dietro nel tempo per brevi tratti, durante i combattimenti. Questo consente quindi di generare diverse proiezioni di sé stessi che agiscono in contemporanea. Intrigante no? Si compie qualche azione e poi si torna dietro nel tempo per ripartire dal punto di partenza assieme a una proiezione che ripercorre i passi fatti.
“Ma dov’è la strategia?”, vi starete sicuramente chiedendo. Comprendo che una descrizione del genere possa far sembrare il time shift come una semplice gimmick che per quanto sfiziosa e simpatica non aggiunge spessore al gameplay. In realtà ogni combattimento che ho avuto modo di provare è stato pensato in maniera da enfatizzare questa meccanica e renderla parte centrale della propria strategia. Ci sono infatti diversi tipi di nemici e di ostacoli che possono essere affrontati solo mettendo a punto una buona coordinazione con le proiezioni che si mandano avanti: per esempio mostri collegati tra loro che possono essere uccisi solo se la loro vita viene portata a 0 contemporaneamente.
Prima di ogni battaglia infatti c’è un momento di studio dell’arena che si va ad affrontare, dove il giocatore è automaticamente portato a ragionare se non tutti i percorsi da fare con le proiezioni, almeno le prime mosse da tentare. Lysfanga è sicuramente uno dei videogiochi che più mi ha sorpreso e non vedo l’ora di scoprire le aggiunte che arriveranno nel futuro con le future build e magari con il rilascio finale del gioco, che ancora non è previsto. Potete aggiungere Lysfanga: The Time Shift Warrior già alla wishlist di Steam.
This post was published on 5 Settembre 2023 18:30
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