Tra i nomi che più facilmente vengono in mente alle persone quando si parla di videogiochi non può mancare quello di Final Fantasy, prima sotto l’egida di Squaresoft poi sotto quella di Square Enix. Con ben sedici capitoli mainline, diversi seguiti diretti, parecchi prequel e ancor più spin off e follie varie, oggi cerchiamo di redigere (a puntate) una guida definitiva per approcciarsi al brand.
Questo si può fare perché, di base, ormai tutti i capitoli sono giocabili in maniera lecita da qualche parte e non c’è più bisogno di arzigogolarsi tra centomila milioni di versioni diverse. Le informazioni che trovate qui sono una versione tagliuzzata e riassunta della magnus opera fatta nei decenni dagli appassionati su questa pagina.
Le versioni da noi citate esistono sempre almeno in inglese, anche attraverso traduzioni amatoriali. Non vi spiegheremo, chiaramente, come reperire il necessario per giocare quelle versioni anche perché quasi sempre parleremo di videogiochi disponibili legalmente su Steam o sulle attuali piattaforme di gioco.
Presupposto questo cominciamo subito.
Com’è: è vecchio ma conserva comunque il suo fascino. Il primo capitolo della saga non ha un job system, ha un sistema con turnazione classica e include pochi elementi tra quelli che andranno poi a finire all’interno del canone della saga.
Da una parte abbiamo infatti i cristalli, artefatti potentissimi che decidono le sorti di un regno, dall’altra invece le aeronave: ritrovati tecnologici che permettono ai personaggi prima e al giocatore poi di esplorare in lungo e in largo il mondo.
All’atto pratico è un videogioco degli anni ottanta ancora oggi; se giocato con le versioni più vetuste è facile scottarsi con un sistema di gioco che semplicemente ha un sacco di anni sul groppone. Quelle nuove riescono a mitigare alcuni di questi problemi, senza però andare a rivoluzionare una struttura di gioco o una narrativa sicuramente già esperita.
Quale giocare: Esistono 15 (!!!) versioni diverse di questo gioco: dalle collection alle versioni mobile, passando poi per i porting bruttissimi su telefono o per recenti riedizioni che non mantengono nulla del prodotto originale.
Noi consigliamo di giocare una a scelta tra le seguenti versioni:
Famicom/NES: La true final fantasy 1 experience con grafica vecchissima, musiche 8 bit che sottolineano la potenza di Uematsu come melodista e un sistema di gioco vecchio davvero; solo per appassionati della storia. Nota bene che la versione Famicom è leggermente diversa da quella NES per alcune sottigliezze derivanti dalle traduzioni: niente che un buon video youtube non possa soddisfare.
PS1: contenuto in Final Fantasy Origin, questa versione di Final Fantasy 1 offre un comparto grafico più interessante, un FMV introduttivo sulla storia del guerriero della luce e una colonna sonora con riarrangiamenti ad hoc.
GBA: anche questo contenuto in una collection (Final Fantasy I&II: Dawn Of Souls), prevede un magic system con gli MP (l’originale aveva il magic system in style D&D, con un numero massimo di utilizzi per battaglia), una serie di migliorie al sistema di oggetti, un migliore bilanciamento per le classi, qualche easter egg e soprattutto quattro dungeon opzionali mai più ripresi nei capitoli successivi. I dungeon opzionali rappresentano il vero valore aggiunto.
PSP: contiene gli FMV che erano presenti nella versione PS1, la migliore veste grafica per il primo capitolo, l’aggiunta del comando difendi al command menu, qualche bilanciamento parametrico e un singolo dungeon extra particolarmente difficile, con un superboss estremamente interessante mai più riproposto dal brand.
Pixel remaster (PC/Playstation/Xbox/Switch): un porting unity del gioco, con grafica rinnovata in pieno stile pixel art. Il gioco ha una nuova traduzione, un sistema di auto battle per i pigroni, un sistema di movimento più moderno (è possibilmente muoversi diagonalmente) e diverse modifiche di gameplay. Ritornano le magie a cariche (come nel capitolo originale), ci sono diversi bilanciamenti numerici e altri migliorie (come cutscenes) che rendono l’esperienza più moderna. Sono presenti anche dei modificatori all’esperienza, denaro e incontri casuali per andare incontro a tutti i giocatori. Mancano i dungeon bonus visti in precedenza (gran peccato).
Va giocato?: sni, se siete appassionati storici dei videogiochi la versione NES può essere interessante, altrimenti ci sono altri JRPG che possono fare al caso vostro. Le versioni GBA e PSP hanno i dungeon extra, la pixel remaster invece è quella sicuramente più divertente da giocare.
Com’è: FF2 è da molti considerato la pecora nera della saga ed è facile capire perché. Parliamo di un gioco di ruolo in cui l’aspetto parametrico è gestito in maniera differente da quanto fatto da Dragon Quest e Final Fantasy I, con un approccio molto più vicino a quanto vedremo dopo cristallizzare dai The Elder Scrolls.
Mancano i punti esperienza e mancano i livelli in favore di proficiency nei vari comandi che si possono utilizzare. L’attacco è calcolato in base al livello di familiarità con il tipo di arma (spade, asce, archi, lance, etc) e il livello di forza, discorso similare per la potenza magica. HP e MP aumentano semplicemente in base al quantitativo degli stessi persi in battaglia. È un sistema che si può rompere con grande semplicità e che rappresenta un unicum nella saga; non la sua migliore caratteristica.
Cambiano anche le conversazioni con gli NPC: esattamente come negli adventure game degli anni ottanta il giocatore può apprendere delle keyword da utilizzare con gli NPC per stimolare conversazioni specifiche per ottenere informazioni o mandare avanti la storia. Discorso identico con gli oggetti chiave, senza però che il gameplay o la progressione ne ottenga effettivo beneficio. Anche questo storicamente è interessante, giusto per capire in quali direzioni è andata la
Quale giocare: esistono 12 versioni del gioco e anche in questo cercheremo di sintetizzare le più interessanti per voi.
Famicom/NES: la vera final fantasy 2 experience: grafica originale, musiche notevoli anche qui e il gameplay che renderà il capitolo la pecora nera. Interessante giusto dal punto di vista storico.
PS1: anche questo compreso dentro Final Fantasy Origins con un FMV in più, qualche cutscene e i livelli di difficoltà. Il gameplay (purtroppo) è rimasto più o meno quello; le cutscene si possono vedere anche su youtube quindi…
GBA: anche questo compreso dentro Dawn Of Souls, questa versione è molto interessante dal punto di vista del gameplay perché aggiorna diversi problemi dell’originale tra dimensioni dell’inventario, presenza dell’auto-targeting, bug risolti e bilanciamenti di vario genere. C’è un’intera sezione aggiuntiva chiamata soul of rebirth che si raggiunge completando il gioco che può solleticare qualche palato.
PSP: la migliore grafica mai data a questo videogioco si trova qui; il resto è una versione migliorata della versione PS1 con alcuni miglioramenti derivanti dalle gameplay changes della versione GBA. C’è un dungeon chiamato Arcane Labyrinth che è piuttosto interessante poiché costringe il giocatore a usare le keyword per progredire.
Pixel remaster (PC, Playstation, Xbox, Switch): grafica in pixel art ad alta definizione (pur senza essere 2DHD), tutti i miglioramenti della versione GBA e tutta una lunghissima altra serie di modifiche (che di fatto migliorano l’esperienza di gioco), un sistema di salvataggio degno di questo nome e un parco rinnovato di effetti sonori rubati direttamente a Final Fantasy IV. Mancano i bonus dungeon visti nelle versioni PSP e GBA mentre sono presenti le funzioni per velocizzare il gameplay (moltiplicatori exp, guil e battaglie casuali).
Va giocato?: questo onestamente si può anche lasciare da parte, a meno che qualcuno non abbia voglia di fare proprio il recuperone definitivo. Il nostro consiglio stavolta ricade sulla Pixel Remaster, con tutte le funzioni per potersi godere un gioco non invecchiato proprio benissimo.
Com’è: è il primo col Job System e già questa non è una brutta scelta. Ci sono 23 livelli, ci sono di nuovo i cristalli e qui iniziano a comparire diversi degli elementi caratterizzanti che definiranno nel tempo il canone della saga (Moguri, Chocobo, Cid e compagnia cantante per intenderci). Il job system permette di cambiare in maniera semi-dinamica le abilità e le declinazioni di un personaggio; ad ogni job corrispondono abilità uniche sia magiche che fisiche e salendo di livello è possibile sbloccarne altre ancora.
Final Fantasy III è particolarmente difficile e ciò si deve sia al suo periodo di uscita sia a scelte scellerate da parte degli sviluppatori. Il dungeon finale, nello specifico, è probabilmente il più complesso ed estenuante di tutta la saga con un paio se non più ore di gameplay racchiuse in un luogo pieno di mostri pericolosi e senza alcun tipo di punto di salvataggio.
La storia è ancora abbastanza anonima, sebbene risulti molto più interessante di quella del primo capitolo e abbastanza in linea con quanto proposto nel secondo capitolo. Da qui provengono alcune delle canzoni più iconiche della saga (tra tutte Eternal Wind).
Quale giocare: qui è necessario fare un importante distinguo poiché esistono 2 macroversioni del gioco: una bidimensionale e una tridimensionale.
Famicom/NES: la true blabla experience, molto difficile, piuttosto macchinoso, dungeon finale terribile. Meglio passare direttamente alla successiva versione per quanto ci riguarda, a meno che non siate appassionati di estetica e musica a 8-bit. I personaggi in questo caso sono i generici 4 guerrieri della luce.
Pixel Remaster (PC, Playstation, Xbox, Switch): oltre ai sacrosanti miglioramenti ludici (moltiplicatori esperienza, guil e compagnia) la versione ha una buonissima grafica in pixel art, un map system per non perdersi nei luoghi e nei dungeon, un sistema di auto-battle per velocizzare il grinding e tante piccole migliorie di gameplay legate a status alterati, leveling dei job e tanto bilanciamento parametrico.
Cambiano alcune caratteristiche dei job (compaiono nuove abilità, altre abilità funzionano in maniera leggermente diversa) e sono stati ribilanciati anche alcuni boss, al fine di avere delle abilità ottenute nella versione tridimensionale del titolo. Attenzione poiché in questa versione non è presente l’easter egg più carino della saga, ovvero la stanza segreta di Gysahl che riproduceva l’allora ufficio di Squaresoft.
I personaggi sono stavolta caratterizzati come nelle versioni tridimensionali e non sono più 4 personaggi generici.
NDS: il gioco viene ribilanciato seguendo indicazioni simili a quelle utilizzate originariamente per la versione NES. Diversi miglioramenti in termini di gameplay, con alcuni job che vedono abilità venir fuse così da offrire un’esperienza più interessante e gradevole. Viene leggermente modificata la storia così da far posto a 4 personaggi unici invece di 4 personaggi generici e vengono introdotte delle FMV introduttive per i vari personaggi. Il gioco integrata un’intera subquest chiamata Mognet in cui, sfruttando la connessione wireless del Nintendo DS, il giocatore comunica con altri giocatori e ottiene in cambio oggetti (o dungeon segreti).
PSP/Steam: letteralmente tutti i miglioramenti della versione NDS vengono traslati e vengono tweakati ulteriormente, con miglioramenti tecnici importanti (framerate stabile in entrambi i casi), possibilità di cambiare in tempo quasi reale tra colonna sonora arrangiata e originale e funzione di auto battle. Il mognet è stato ristrutturato per funzionare senza necessitare di alcuna connessione a internet, permettendo quindi a chiunque di accedere al dungeon ??? o di ottenere l’arma finale.
Va giocato?: chi è interessato a un’esperienza hardcore o a scoprire l’origine del job system nella saga può trovare in questo videogioco un interessante percorso formativo. Le versioni migliori, comunque sono quella della Pixel Remaster e quella per Steam. La versione 2D Pixel Remaster è la più semplice (ma anche quella con meno contenuti), quella 3D Steam è più difficile (ma anche più ricca di cose da fare).
Com’è: il primo grandissimo videogioco della saga di Final Fantasy è anche il primo ad arrivare su Super Nintendo e in America. Forte di una trama dal piglio più interessante, di personaggi caratterizzati in maniera intelligente, di un triplo mondo di gioco e di tanti nuovi staple entrati a far parte del canone fantasyano, questo è uno dei capitoli più importanti di tutta la saga.
La sua più grande innovazione è data dall’ATB o active battle system. Questo sistema di gioco, di fatto, trasforma la turnazione statica in una turnazione dinamica, donando ad ogni personaggio una barra che quando riempita permette di eseguire un’azione. La velocità di caricamento della barra può essere influenzata da tipologia di personaggio, effetti di stato, tipo di azione eseguita e altro ancora.
Imponente anche il cast di personaggi, con 5 attivi nello stesso momento sul campo di battaglia e 12 personaggi giocabili complessivi (anche se alcuni solo temporaneamente).
Anche in questo caso esistono 2 macroversioni del gioco: una 2D e una 3D.
SNES: la versione americana di Final Fantasy 4 per SNES non è un granché, con molteplici semplificazioni derivanti dalla presenza di una versione per Super Famicom Japan Only che non si credeva adatta al pubblico occidentale. Tra le modifiche più rilevanti troviamo la rimozione di diverse magie, la rimozione di tutti gli oggetti offensivi o di supporto, l’eliminazione dell’ufficio di Squaresoft (easter egg sempre particolarmente simpatico). Rispetto Super Famicom, inoltre, il gioco è più semplice essendo realizzato avendo come base la revisione Final Fantasy IV Easy Type (che all’atto pratico elimina alcuni dei difficulty spike stupidi della versione originale del gioco).
PS1: presente all’interno della compilation Final Fantasy Anthology, questa versione del gioco è basata sull’originale (e difficile) Final Fantasy IV per Super Famicom. Le aggiunte più rilevanti includono diversi FMV con le scene più interessanti della narrativa, la possibilità di scattare durante il movimento e una traduzione più fedele all’originale.
Game Boy Advance: denominata Final Fantasy IV Advance, questa versione del gioco offre 2 dungeon opzionali (Cave of trials e Lunar Ruins) e diverse migliorie relative al gameplay. Tra queste troviamo la possibilità di effettivamente cambiare i membri del party dopo aver eliminato il gigante di Babyl.
PSP: integrata all’interno di Final Fantasy IV: The Complete Collection, questa versione offre le FMV realizzate per la versione 3D del gioco, nuove cinematiche in 3D del tutto originali e un nuovo comparto grafico, con sprite ad alta definizione con uno stile non pixel (meritevole di attenzione). Il gioco integra una funzione per l’auto battling, integra un’interfaccia più comoda per comprendere il funzionamento della barra ATB ma rimuove i contenuti aggiuntivi presenti nella versione GBA.
Pixel Remaster (PC, Playstation, Xbox, Switch): comparto grafico fedele all’estetica pixel art, localizzazione rifatta da zero che corregge diversi dei problemi presenti nelle precedenti versioni, integrazione delle migliorie di gameplay presenti tanto nei capitoli bidimensionali quanto tridimensionali. Nello specifico le abilità specifiche di personaggio come Rosa, Edward o Palom sono finalmente bilanciate, mentre diversi bug, skip e glitch sono stati corretti una volta per tutte. Assenti i dungeon segreti presenti nella versione per GBA.
DS: questa versione contiene delle FMV esclusive, ha una grafica completamente tridimensionale e qualche piccolo cambiamento alla storia che arricchisce i background di alcuni personaggi come Kain, Golbez, Zeum e Cecil. Il titolo presenta un paio di superboss esclusivi (incredibilmente difficili) e una funzione di auto battle per velocizzare il grinding. Alcune evocazioni sono state cambiate ed è stato introdotto tutto un nuovo sistema di abilità personalizzabili chiamato Augment che è possibile integrare anche all’interno del NG+; molteplici le modifiche fatte alle abilità e al bilanciamento, così da offrire un’esperienza di gioco più interessante. Cambiano anche diversi nemici, le armi equipaggiabili ai personaggi e gli effetti di stato che possono coesistere all’interno di un personaggio.
Steam: integra alle migliori della versione DS un sacco di opzioni tecniche per rendere l’esperienza più interessante su PC.
Va giocato?: assolutamente si poiché oltre a essere particolarmente improtante dal punto di vista storico rimane un JRPG molto interessante. Al netto di qualche sciocchezza in termini di narrativa (personaggi che muoiono e risorgono a caso sono quasi un meme nel fandom) il gioco ancora oggi regge il colpo. Le versioni migliori, in questo caso, sono quella 2D Pixel Remaster per chi cerca l’esperienza liscia più interessante in circolazione e la versione 3D Steam per chi vuole un’ gioco più difficile ma con più contenuti.
This post was published on 14 Luglio 2023 19:30
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