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Speciali

Report Giffoni Good Games 2023: un evento dal potenziale enorme

10.000 metri quadri, 7.000 persone, 53 anni di esperienza, 40 ospiti internazionali, 34 partner ed espositori, 10 startup italiane, 8 aree tematiche, 2 giorni, 1 valle tra le montagne: questi sono i numeri registrati dalla primissima edizione del Giffoni Good Games, un evento fieristico a tema gaming organizzato proprio nel luogo consacrato al cinema nel Sud Italia, la Multimedia Valley di Giffoni Valle Piana.

Giffoni Innovation Hub e Giffoni Experience, con il patrocinio del comune di Giffoni Valle Piana, hanno deciso di lanciare questo nuovo format fieristico dedicato all’interattività del gaming proprio a un mese dall’appuntamento già consolidato del Giffoni Film Festival, imprimendo a questa nuova realtà un’identità caratteristica, fatta di una dimensione familiare e di tanti panel di discussione che abbracciano il videogioco nelle sue molteplici sfaccettature.

Stiamo immaginando e progettando questo evento da diverso tempo, 3 anni di studi, analisi di mercato e di posizionamento. Giffoni Good Games è partito, e sarà un appuntamento stagionale dove ogni anno migliaia di ragazzi possono incontrarsi qui con le loro famiglie e i loro coetanei, con i creators e con gli ospiti internazionali che il programma abbraccerà ogni anno. Sarà un luogo fisso dove potersi confrontare con le nuove tecnologie sul mercato internazionale.

– Jacopo Gubitosi, Direttore Generale di Giffoni Experience

Chi ben comincia…

Sono stato presente per Player.it entrambi i giorni di fiera del Giffoni Good Games, il 1 e il 2 luglio, proprio per scoprire cosa si celasse nella Multimedia Valley quando non si parla di cinema. Il complesso multimediale, una struttura moderna sviluppata su 3 piani e terrazzamenti al sole tra le montagne, è un luogo che ho già avuto modo di visitare in passato da studente universitario.

Devo ammettere che vedere i suoi spazi imbanditi per il videogioco ha avuto uno strano effetto di meraviglia… e di attesa: conoscendo il modo in cui Giffoni racconta il cinema ogni anno, ero davvero curioso di scoprire come questo luogo avesse intenzione di trattare un medium come il videogioco.

Nonostante gli spazi ridotti rispetto al Film Festival, l’offerta di contenuti di questo primo avvio ha spaziato dalle postazioni di gioco agli stand delle start-up più innovative, passando per aree tematiche eSports, cosplay, KPOP e food. I protagonisti principali dell’evento tuttavia sono stati due: l’esercito di streamer riuniti nel Creator District di Dario Moccia e Davide Masella, e la cascata di panel da seguire rigorosamente in sala.

Il Giffoni Good Games è un evento che nasce per restare e crescere. Abbiamo deciso di partire dagli streamer non solo per un tema di visibilità e appetibilità, ma anche di protagonismo e di verticalità di settore. È chiaro che sono poche le voci che vengono prese come punti di riferimento dai più giovani, ma per noi del team di Giffoni il content creator non è solo un ‘soggetto famoso’, bensì soprattutto una figura ambasciatrice dei valori in cui noi ci riconosciamo.

– Jacopo Moretti, Head of Unit Events di Giffoni Innovation Hub

In generale, per una fiera appena nata e quindi di dimensioni fisiologicamente ridotte rispetto ad altre più famose e già affermate, il Giffoni Good Games si è configurato come un ottimo punto di partenza per riunire ragazzi, famiglie e gamer più stagionati, mettendoli in stretto contatto con streamer e operatori del settore.

I più piccoli hanno potuto fruire delle postazioni di gioco dedicate a Minecraft con le incredibili Maestre a Cubetti, le uniche due persone in Italia ad avere una certificazione Microsoft utile per insegnare attraverso il gioco di Mojang (E ce ne sono solo una ventina in tutto il mondo), mentre i ragazzi hanno potuto confrontarsi e sfidarsi tra loro ai tornei come Assetto Corsa e FIFA messi a disposizione da GL17CH, azienda-fucina di creator e pro gamer che diventeranno i prossimi talenti del domani.

Maestre a Cubetti insegnano i principi dell’agricoltura attraverso il VR in Minecraft.

Nel frattempo in questi due giorni gli studenti universitari che partecipavano al torneo University Master di 2Watch si sono sfidati per vincere una borsa di studio da 5000€, si sono svolte le fasi finali del torneo di Rocket League con PG Esports, Side Academy ha intrattenuto i più curiosi con workshop e laboratori sullo sviluppo dei videogiochi mentre la Apple Developer Academy ha presentato la sua offerta formativa.

Per chi invece ha cercato esperienze più culturali, tra i panel di questa edizione c’è stato l’imbarazzo della scelta, complice anche l’inclusione di ospiti di caratura internazionale quali Christian Cantamessa (Writer di Red Dead Redemption tra i tanti onori della sua carriera), Jean-Luc Sala (attualmente Art Director di Assassin’s Creed Mirage, il nuovo capitolo della saga degli assassini in arrivo) e Matteo Bassini (Illustratore di Ori e Magic).

L’eredità del Giffoni Film Festival

È lampante che questa prima edizione sia stata una vetrina di lancio, una presentazione di ciò che possiamo aspettarci dal futuro di questo evento stagionale, e che infatti è stato già riconfermato ufficialmente per il 2024. Giffoni ha un nome e una fama ben distinta per la sua progettualità e la sua voglia di condurre per mano il pubblico all’interno di una narrazione precisa, un viaggio dell’Eroe che accompagna il pubblico a scoprire e ri-scoprire esperienze narrative declinandole sotto più punti di vista, soprattutto quello dei più giovani. Se questa discussione fino all’anno scorso accadeva solo con il cinema a Giffoni, da oggi in poi avrà un suo corso anche nei confini sfumati del gaming.

Nel solco lasciato negli oltre 50 anni di storia del Giffoni Film Festival abbiamo immaginato di dedicarci anche alla forma d’intrattenimento più influente del XXI secolo, cioè il videogioco, interpretando il medium come qualcosa che esula dalla pura dimensione ludica, ma va oltre, verso un livello successivo. Esattamente come abbiamo interpretato l’esperienza del cinema nel corso del Film Festival, per noi del team del Giffoni il videogioco è cultura, è socialità, è un’esperienza che arricchisce.

– Jacopo Moretti

Date le dimensioni contenute della fiera, è stato naturale vedere i fan e i loro beniamini passare del tempo insieme anche solo per una foto, lontano da situazioni stressanti per entrambi, senza file chilometriche e senza capannelli asfissianti di persone. Tra i corridoi e le sale della Multimedia Valley, persone di ogni età hanno provato le nuove tecnologie esposte, hanno assistito agli spettacoli di intrattenimento di streamer come Dario Moccia o Pow3r, ma soprattutto hanno partecipato attivamente a questo discorso di arricchimento culturale che Giffoni ha cercato di promuovere nelle sue attività, specialmente nei panel.

La cultura del videogioco non è solo puro intrattenimento fine a sé stesso, né deve passare per forza attraverso moralismi e didascalie. C’è stato spazio, ad esempio, per il commento di Sabaku alle gesta incredibili su Dark Souls e Sekiro dei ragazzi di ItalianSpeedrunCommunity, dove si sono approfonditi i metodi e le curiosità dietro queste comunità di giocatori hardcore che tentano di superare ogni limite, fisico e virtuale, pur di compiere le loro gesta.

Una speedrun di Dark Souls da parte dei ragazzi di ItalianSpeedrunCommunity

O ancora si potrebbe parlare dell’amore proverbiale di Dario Moccia per le curiosità dietro i personaggi dei videogiochi nel suo panel sulle mascotte, il che fa capire quanto Giffoni punti su persone del genere, in grado di diffondere racconti e momenti di condivisione che possono essere veicolati bene solo quando è evidente una grande passione alle spalle.

Si potrebbe fare lo stesso identico discorso per altri panel che sono stato in grado di seguire, come quello sull’Arte e Game Design condotto da Fossetti e Mottura di RoundTwo, o come la Narrazione Visiva Mitologica condotta da Il Rinoceronte (aka Daniele Daccò). Di entrambi questi eventi ne parliamo in separata sede nelle rispettive interviste a Jean-Luc Sala e Matteo Bassini.

Non ho avuto modo di seguire il panel del Rinoceronte con Hontasg, Kaaat e Kafkanya riguardo il delicato tema del sessismo e delle molestie nel gaming, ma solo Giffoni e Daniele Daccò potevano affrontare un tema del genere senza scadere in banalità spicciole già sentite e risentite, prendendo di petto il problema ed esorcizzandolo con originalità: commenti e insulti letti pubblicamente e derisi insieme al pubblico.

Il peso dell’eredità del nome Giffoni l’ho personalmente sentito proprio in questi appuntamenti in sala, dove il videogioco è diventato un mezzo per imbastire un discorso culturale, confrontarsi e raccontare esperienze di vita di qualsiasi tipo. Vedere un gigante come Christian Cantamessa, seppur in remoto, discutere con immensa umiltà dei dettagli dietro lo sviluppo e la genesi di Red Dead Redemption, o del suo stupore per giochi come The Legend of Zelda: Tears of the Kingdom, è un’esperienza che mi sarei aspettato esattamente da una realtà come Giffoni.

Giffoni è un’azienda che lavora da tantissimi anni sul cinema, sul tech, sull’e-commerce, sulle start-up e sul mondo dell’innovazione, e quindi avere anche un tassello sul tema dei videogiochi per noi è stato un processo naturale. Ciò che ha emozionato tutto il nostro team è che abbiamo realizzato il Giffoni Good Games mantenendo i nostri principi e valori, perché chi meglio di Giffoni che abbraccia migliaia di ragazzi ogni anno con il Film Festival può farsi ambasciatore delle nuove tecnologie che questi ragazzi useranno in futuro? È stato bellissimo vedere i bambini trascinare le famiglie per giocare assieme ai loro genitori, per 2 giorni li hanno fatti immergere nel loro mondo.

– Jacopo Gubitosi

Proprio durante uno dei primi panel è stato anche promulgato il Manifesto del Good Gaming, nato proprio dalla discussione tra Daniele Daccò, Jean-Luc Sala e l’esperto di gamification Fabio Viola, un mantra che Giffoni continuerà a seguire per le sue future edizioni e che è riassumibile nell’acronimo DREAMS: Diversità, Racconti, Emozione, Audacia, Mondi e Socialità.

Anche dal punto di vista organizzativo si è avvertita l’esperienza che caratterizza Giffoni. Personalmente ho girato in lungo e in largo per l’Italia in un po’ tutte le fiere del settore, e per la prima volta ho visto i giornalisti videoludici essere trattati davvero per le figure professionali che sono. Per esempio qui sono stato costantemente a contatto con l’organizzazione e avevo delle PR referenti gentilissime e molto pazienti che mi hanno organizzato interviste, mi hanno presentato continuamente persone e mi hanno scortato in ogni anfratto della Multimedia Valley. La differenza di Giffoni passa anche per questi piccoli dettagli.

Cosa aspettarci dal futuro di Giffoni Good Games?

Abbiamo provato a estorcere gentilmente ulteriori informazioni all’organizzazione per capire quale fosse la progettualità futura di un evento del genere, ed è stato evidente che c’è interesse nell’espandersi e diventare un punto di riferimento dapprima nel Sud Italia, per poi crescere magari a livello nazionale e arrivare fino ai confini esteri come già accaduto con il Giffoni Film Festival.

Non vogliamo diventare cloni di progetti che già esistono, vogliamo creare qualcosa che abbia un suo stile ma soprattutto che sia coerente con l’eredità del Giffoni Film Festival e con gli spazi a disposizione. Contenuto e contenitore non sono mai autonomi, quindi nel momento in cui decidiamo di sviluppare un evento che viene settato nella Multimedia Valley di Giffoni Valle Piana che da 53 anni ospita il Film Festival, è chiaro che nasce per essere in primis un’esperienza di sala, un’esperienza di panel, di condivisione con il pubblico.

– Jacopo Moretti

Ci ha sorpreso non trovare in una cornice come quella di Giffoni postazioni per produzioni indipendenti, un elemento che interessa sicuramente una gran fetta di pubblico, inclusi gli ospiti e gli attori stessi dei panel che hanno più volte messo in campo la loro fascinazione per il mondo indie come nel talk dei due creator Matteo Corradini e Vking. Ma anche in altri panel lontani da questo mondo, per esempio in quello di Christian Cantamessa, il quale si è abbandonato più volte a riflessioni sui giochi indie, opere in cui lui riesce a immergersi completamente per questioni di tempo ma anche e soprattutto di originalità.

Ci aspettiamo che con il passare delle edizioni si arricchisca il palinsesto di appuntamenti, di opportunità di confronto, di nuovi contenuti che gravitano attorno al mondo del videogioco, e di più giorni a disposizione nella soleggiata valle di Giffoni. È evidente dai discorsi dell’organizzazione che dietro la progettualità del Giffoni Good Games c’è la voglia di non diventare l’ennesimo evento di cultura pop disponibile sul territorio, ma di aspirare a essere un centro italiano e internazionale del buon gioco.

Aspettiamo già con ansia la versione del 2024.

This post was published on 6 Luglio 2023 19:00

Alessandro Colantonio

Game designer in erba e chitarrista a tempo perso. Nasce all'ombra del Vesuvio nel 1991, muove i suoi primi passi nel mondo dei videogiochi su un Windows 95 all'età di 5 anni, e diventa presto un Allenatore di Pokémon. Bazzica tra radio web e band durante i suoi studi universitari tra Napoli, Roma e Milano, si parcheggia nella fan-community di Pokémon Milennium dove instaura il suo regime dittatoriale da caporedattore, costruendo una macchina da recensioni e contatti e diventando inconsapevolmente PR. Oggi, oltre a prestare le sue dita a Player.it per articoli, recensioni e approfondimenti, figura anche come streamer di Twtich, content creator di TikTok e PR abusivo. I suoi generi preferiti sono i gestionali, gli strategici, i tattici e i GDR. Ma essendo un accumulatore seriale di videogiochi, cerca sempre di giocare ogni titolo che gli capita sotto mano. Ha una perversione per le pratiche fandom, i cani e la birra artigianale. Adora D&D, va in ira e carica.

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