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Speciali

Etnacomics, la fiera che non vede quanto è cresciuta

E anche l’undicesima edizione di Etnacomics, l’edizione 2023, è giunta alla fine.
Erano tante le aspettative su quest’edizione, che si proponeva un po’ come il vero rilancio di una delle fiere che, negli ultimi anni e nonostante sia relativamente recente, è cresciuta di più a livello di numeri e di ospiti. 

Ad aver influito su questa veloce e prorompente ascesa, avrà sicuramente contribuito il fatto di essere stata una delle primissime fiere siciliane che, aiutata anche da una posizione geografica favorevole, ha potuto ospitare nomi grossi non solo dell’intrattenimento web, ma persone del mondo dello spettacolo, della scienza, nomi importanti del fumetto e del videogioco, riuscendo a creare la più completa infrastruttura siciliana in ambito nerd-fieristico

Negli anni tra l’altro, un po’ seguendo la tendenza di molte fiere italiane e mondiali, il focus “nerd” è diventato un po’ sbiadito, meno chiaro nei confini e sicuramente più malleabile, negli argomenti trattati e di conseguenza, negli ospiti che popolavano la fiera.

È innegabile che tale soluzione, abbia avuto un apporto quasi totalmente positivo, dato che già nel 2019 erano state toccate le 85.000 presenze, mentre quest’anno il numero è addirittura salito, arrivando a registrare il sold out nella giornata del 2 giugno, con ben 90.000 ingressi, segnando un record per la fiera di Catania.

Per ogni aspetto positivo che è possibile registrare a livello di numeri però, si presenta un necessario rivolto della medaglia. Parliamo di organizzazione, argomento che apre più maglie di quante vorremmo. 

Etnacomics, l’isola che non c’è?

Samantha Cristoforetti e Laura Mancuso

Etnacomics, grazie ai numeri in continuo aumento e alle opportunità messe a disposizione di chi la fiera la popola, è ormai il punto di riferimento annuale per quanto riguarda gli appassionati di fumetti, videogiochi, tecnologia, multiculturalismo, web, cinema, televisione e chi più ne ha più ne metta.

Essendo per me questo, il quinto Etnacomics, ho avuto la possibilità di toccare con mano la crescita della fiera, riuscendo a notare tutto il bene fatto, nonché una tediosa amatorialità dimostrata in alcuni frangenti.

L’Etnacomics 2023 mi ha trasmesso una strana sensazione.
Sembrava di aver a che fare con un ragazzino che vuole restare tale, ma al contempo, vuole più responsabilità, vuole far vedere che lui vale quanto e più di quegli adulti che lo additano come inetto. Ma si rende conto, solo a cose fatte, di non riuscire a dimostrare quel che voleva, mostrando una certa arrendevolezza.

L’Etnacomics fa ormai dei numeri che le danno una rilevanza non solo regionale ma nazionale, azzarderei internazionale vista la caratura degli ospiti presenti. Eppure, nonostante ciò, non riesce a venir fuori da quel guscio che le darebbe la forza da grande fiera.

Perché fintanto che si parla di gestione ordinaria, diciamo che per quanto sia meritevole il lavoro di ognuno, dovrebbe trattarsi di qualcosa di abbastanza, appunto, ordinario. Le capacità organizzative e gestionali vere, devono riuscire a venir fuori quando si passa al dover gestire lo straordinario.

E gli straordinari di Etnacomics 2023 erano soprattutto tre nomi su tutti: Alessandro Borghi, Caparezza e Samantha Cristoforetti.

Senza voler togliere nulla a nessun ospite, in un contesto in cui le varie unicità hanno contribuito a creare un muro di eventi ben nutrito e variegato, i tre nomi appena citati erano quelli che per certi versi, hanno sospinto molte anime a presenziare al festival.

La vera sfida per gli organizzatori, sarebbe stata creare le condizioni ideali per accogliere ogni ospite al meglio, riuscendo a controllare anche le migliaia di persone alla ricerca di un incontro col proprio idolo. Come si è comportato lo staff?

Si può e si deve fare meglio

“Capa, sono tuo grande fan”

Nono bastano i numeri a legittimare la buona riuscita di una fiera.
Il momento con la Cristoforetti è stato forse il migliore dell’intera manifestazione, riuscendo a generare un dialogo bello, costruttivo e variegato nell’approccio tra i vari ospiti che con lei condividevano la conferenza, ovvero lo youtuber e astrofisico Luca Perri e la moglie di Angelo D’Arrigo, Laura Mancuso.

Uno dei momenti più critici invece, è stato rappresentato dalla conferenza e dal firma copie di Caparezza.
Dal ritardo dell’evento, che ha generato una scena poco felice, in cui Caparezza viene fatto entrare dall’ingresso sbagliato mentre altri ospiti sul palco (due membri del cast del film “Denti da Squalo) vengono sommersi dalla fama del cantautore, che ruba involontariamente l’attenzione del pubblico, fino alla conferenza vera e propria.

Caparezza partecipava infatti a una conferenza sulla scrittura, come rappresentante della’mbito musicale. Insieme a lui, la scrittrice Cecilia Randall, la booktuber Ima AndTheBooks e il giornalista e creativo Luca Bonora.

E come era facile prevedere, Caparezza ruba di nuovo, involontariamente, la scena. Da una prima discussione (molto veloce e affrettata visti i ritardi accumulati) tuttavia abbastanza bilanciata, si arriva alle domande e lì viene fuori il vero motivo della presenza massiccia di pubblico in Sala Polifemo.

Caparezza sei il mio idolo, Caparezza ti amo, Caparezza le tue canzoni sono bellissime”.
Frasi che riempivano la sala, mentre gli altri tre ospiti erano lì, a sorbire minuti interi di dichiarazioni d’amore verso il cantante. E tengo a specificare di essere un grandissimo fan di Caparezza. Tuttavia, una conferenza del genere, a mio modo di vedere, non riesce a restituire giustizia a nessuno degli ospiti.

Il firma copie ha semplicemente esposto, in maniera brutale, la mancanza di coscienza di un’organizzazione che si ritrova ad accogliere 90.000 persone. Due ore e mezzo di fila, senza nessun membro dello staff a gestire la situazione, con centinaia di persone che tentavano di auto regolamentarsi in uno dei punti di passaggio più affollati e stretti di tutto il complesso delle Ciminiere.

L’Etnacomics ha fatto anche cose buone

C’è però da dire che la distribuzione dei padiglioni, è risultata assolutamente soddisfacente, nonostante un’assordante manchevolezza sotto il lato videogioco. Tolte le postazioni fisse di alcuni dei titoli più inflazionati, come FIFA 23, Call of Duty Warzone, Fortnite e pochi altri titoli, i videogiocatori non avevano poi chissà che motivo per sentirsi attratti dalla fiera.

In generale, si respirava una bella aria (e decisamente, non parlo di odori).
Tanti ospiti diversi, riuscivano a creare un’atmosfera estremamente rilassata e complice tra tutti i partecipanti.

L’Area Kids e l’Area Games sono state sicuramente quelle gestite meglio, in cui il personale come spesso accade, era conscio delle responsabilità che stand in aree del genere comportano.

Volendo tirare le somme dunque, mi sento di parlare direttamente a te:

Cara Etnacomics,
Io ti amo. Sei la casa perfetta per ogni siciliano che desidera 4 giorni di svago, di leggerezza, di passioni condivise. Sei una finestra sul mondo e riesce a rendere sempre un pizzichino meglio la Sicilia, valorizzandola con ospiti Italiani e non, come il mio amato John Romita Jr. o Rick Leonardi. E da te ci tornerò sempre, oh Etnacomics, perché tanto sai regalare al tuo pubblico. Spero solo che tu non finisca col cullarti, col fatto di essere la miglior fiera siciliana, godendo di una concorrenza decisamente scarsa, a livello di numeri e possibilità. Ci vediamo l’anno prossimo, Etnacomics, sperando che i 12 anni siano l’età della maturazione vera e propria. Intanto non pensare troppo a me, che sono lamentoso. Goditi il successo ottenuto e punta al sole. Non fermarti a essere la migliore in Sicilia, so che puoi farlo. Ciao Etnacomics, questo è solo un arrivederci carico di speranza.

This post was published on 5 Giugno 2023 21:30

Pietro Falzone

Redattore Appassionato di videogiochi sin dal sempre più lontano 2002, quando per festeggiare i 5 anni ricevette una copia di Crash Bandicoot per la prima PlayStation. Il richiamo dell'avventura digitale lo fece innamorare di un mondo fatto di pixel, più o meno definiti. E l'amore non si è mai fermato. Inizia così a tastare tutti gli aspetti del mondo videoludico. Tra le sue più grandi passioni, si piazzano in ordine gli MMORPG (con sempre meno per giocarli, purtroppo), gli sparatutto in prima persona e, doprattutto, giochi di ruolo single player. Così si spiegano le più di mille ore, spalmate sui vari titoli From Software, da Demon's Souls in poi. Dalla fine delle medie, scopre una nuova passione: la scrittura. E come se non bastasse, scopre che nel mondo c'è chi scrive riguardo ai videogiochi, come se fosse un lavoro vero. Cosa fare di due passioni del genere dunque? Inizia così la ricerca disperata del giusto vascello, che riuscisse a convogliare voglia di fare, idee e tempo. Dopo un periodo passato a peregrinare, tra siti e sitarelli, approda su Player.it dove trova una casa in cui convogliare idee e spunti, al fianco di un team solido e costruttivo.

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