Benvenuti ad un nuovo #Gamersdigest, recap delle principali notizie della settimana videoludica appena trascorsa!
Industria dei videogiochi e abusi sessuali vanno a braccetto. Triste ammetterlo ma è la verità, c’è ormai uno storico di anni a provarlo. L’ultima GDC non è stata da meno a giudicare dalle segnalazioni pervenute da più parti che parlano di molestie, tentativi di assalti sessuali e drink drogati, che GamesIndustry ha provato a riassumere.
Uno dei primi a darne notizia sui social è stato Guy Blomberg, presentatore di una serata karaoke avvenuta il 23 marzo, che ha denunciato l’accaduto su Twitter appena ne ha avuto notizia, sostenendo che ci sia già un’indagine in corso.
A queste dichiarazioni si sono aggiunte quelle di Ty Taylor, sviluppatore indipendente presente alla festa, che conferma di aver ricevuto numerose segnalazioni drink drogati di cui sarebbero cadute vittima alcune persone presenti, alcune delle quali starebbero pensando di presentare denuncia formale alle autorità, azione utile per poter accedere ad eventuali registrazioni video del locale. Diversamente sarà difficile risalire ai colpevoli poiché oltre agli invitati, vi erano tantissime persone le cui generalità non erano presenti in lista. Insomma il sospetto è che i malintenzionati si nascondessero tra i tanti “+1” presenti alla serata.
Anche la scrittrice e producer Leena van Deventer ha twittato sull’argomento, sostenendo che molte donne siano state vittime di attenzioni non richieste, e abusi più o meno gravi, nel corso della manifestazione. Addirittura in caso due donne sarebbero state attirate in un hotel da un uomo con la scusa di un colloquio e quivi assalite.
Il servizio Games and Online Harassment Hotline, attivo negli Stati Uniti, denuncia come tale orrenda situazione si ripresenti praticamente ad ogni evento maggiore dell’industria dei videogiochi, ed invita chiunque ne cada vittima ad effettuare segnalazione ai suoi canali.
Incalzata da GamesIndustry, la GDC ha dichiarato di essere al lavoro per attivare una hotline che sia a disposizione di chiunque subisca abusi nel corso della fiera, dalla prossima in avanti. Meglio tardi che mai.
La vicenda di Chris Avellone sembra fortunatamente volgere al meglio. Il celebre developer e sceneggiatore di videogiochi era stato accusato di abusi da parte di due donne, Karissa Barrows e Kelly Bristol, nel 2020; per tutta risposta Avellone le aveva contro-denunciate. Ora i tre hanno pubblicato un comunicato congiunto sul blog di Avellone, dichiarando la risoluzione extragiudiziale della vicenda e la ritrattazione delle accuse da parte delle donne. I dettagli dell’accordo non sono stati divulgati, ma pare contengano un pagamento a sette zeri che comprende anche il rimborso delle spese legali sostenute dallo stesso Avellone (questo punto non è chiarissimo, ma a quanto pare Avellone ha confermato a Kotaku di aver ricevuto tale somma in compensazione). Da parte loro, Barrows e Bristol hanno negato tutte le precedenti accuse mosse nei confronti dello scrittore:
Qualsiasi cosa abbiamo detto o scritto in precedenza sul signor Avellone non era nelle nostre intenzioni. Volevamo mostrare supporto alle donne che lavorano nel settore [videoludico]. Così facendo, però, le nostre parole sono state interpretate in modo errato per suggerire specifiche accuse di cattiva condotta che non erano state né espresse né volute.
Karissa Barrows, Kelly Rae Bristol citate dal blog di Chris Avellone – 25 marzo 2023
Insomma sembra essersi chiusa nel migliore dei modi una vicenda che per qualche anno ha gettato un’ombra sulla figura professionale e umana di uno dei più grandi sceneggiatori che il gaming abbia da offrire. Con un curriculum che vanta la scrittura di Planescape Torment, Fallout New Vegas e Divinity Original Sin 2, tanto per citarne alcuni, il medium sarebbe rimasto orfano di una grande penna. Oggi possiamo rallegrarci che non sia così (e soprattutto che le accuse si siano rivelate infondate), e sperare di poter giocare in futuro un nuovo gioco a firma Avellone.
Quando ho iniziato a scrivere questo paragrafo, lunedì, ancora non si scorgevano le avvisaglie della bomba che mi sarebbe stata recapitata via email qualche giorno più tardi. L’annuncio che stavo riportando riguardava solamente la rinuncia di Ubisoft a partecipare all’E3, contrariamente a dichiarazioni precedenti della stessa compagnia. Qui di seguito il testo, così come l’ho scritto qualche giorno fa.
Niente Sony. Niente Microsoft (almeno in presenza). Niente Nintendo. E ora niente Ubisoft. L’azienda francese è l’ultima (per ora) major videoludica a dichiarare che diserterà l’E3 2023, ormai sempre più ridimensionato, e che deve vedersela con i concomitanti showcase della Summer Game Fest e le numerose dirette dei produttori che sempre più spesso decidono di allestire eventi per conto proprio, gestendo al meglio (o almeno si spera) la propria comunicazione con stampa e pubblico.
Come annunciato da VDC, Ubisoft infatti allestirà il proprio evento estivo separatamente dalla fiera losangelina, pur se concomitante: l’Ubisoft Forward si terrà infatti il 12 giugno, ma sarà un evento solamente online, contrariamente ad una prima ipotesi che vedeva l’azienda partecipare in presenza alla fiera. Sono ormai diversi anni che l’E3 soffre la diserzione delle holding più importanti, e l’emorragia sembra allargarsi di anno in anno. La compresenza di un sempre maggior numero di player intenzionati a gestire in proprio il calendario degli annunci ha fatto progressivamente perdere d’importanza e utilità la partecipazione a quella che per molti anni è stata una kermesse imperdibile per il pubblico e l’industria di settore. Ormai quei tempi sono definitivamente tramontati.
Nei giorni seguenti a questo scritto, però, sono arrivate in rapida successione altre defezioni: Sega, Tencent e Devolver, uno dopo l’altro si sono affrettati a sganciarsi da quello che una volta era l’evento videoludico per eccellenza, la vetrina dove scoprire le novità che le case di produzione avevano in serbo per la prossima stagione videoludica. Riduzione dei budget per gli eventi dal vivo e scarsa comunicazione tra l’ESA e ReedPop (la società organizzatrice della fiera, il cui presidente Lance Fensterman avrebbe già preannunciato le dimissioni con una email ai dipendenti) sono fra le motivazioni indicate dalle aziende che hanno preferito rinunciare a partecipare.
E come pietra tombale, a mezzanotte di giovedì io e il resto della redazione abbiamo ricevuto l’amara missiva elettronica, ad annunciare il definitivo naufragio della manifestazione. Solo per quest’anno? Per sempre? Difficile dirlo ora come ora, certo è che l’E3, già tenuto in vita con la flebo da qualche anno, era saltato nel 2022, e dunque segna ormai 2 anni di assenza. Le mutate condizioni del mercato e della tecnologia rendono sempre meno probabili l’allestimento futuro di grandi eventi dal vivo, cui si tende a preferire gli showcase digitali.
Intanto ci può chiedere le ragioni del fallimento odierno di un’operazione annunciata e poi abortita. GamesIndustry (che tra l’altro è di proprietà della stessa ReedPop) ne ha chiesto conto al presidente dell’ESA Stanley Pierre-Louis, che ha analizzato la situazione:
Nel corso degli anni, sebbene l’E3 fosse stato aperto al pubblico, l’evento si è modellato attorno alle necessità di marketing e business delle aziende. D’altronde tali necessità si sono modificate, e hanno iniziato a farlo anche prima della pandemia da COVID-19.
Stanley Pierre-Louis intervistato da Christopher Ding per GamesIndustry – 30 marzo 2023
[venendo all’edizione di quest’anno] dapprima numerose compagnie ci hanno segnalato che le tempistiche per lo sviluppo sono state alterate sin dall’inizio della pandemia. In secondo luogo, le contrazioni economiche hanno fatto sì che le aziende rivedessero i propri obiettivi di spesa legati ad attività di marketing. E terzo, le compagnie hanno iniziato a sperimentare un ribilanciamento tra le attività dal vivo e gli eventi digitali.
[sul futuro dell’E3] Osserviamo che alcuni altri eventi stanno tornando, seppur lentamente. Sono eventi di scala inferiore rispetto all’E3, anche in termini di investimenti, perciò dobbiamo continuare a lavorare sulla creazione di un modello dinamico e sostenibile che incontri le esigenze delle aziende. (…) Vogliamo che l’E3 continui a far parte (delle opportunità che offriamo alle aziende), ma sappiamo che in ogni caso continueremo il nostro lavoro giornaliero di patrocinio per l’industria.
Ma a riflettere sull’accaduto, il giorno dopo l’intervista di cui sopra, è anche lo stesso redattore Christophe Ding, coinvolto in prima persona in alcuni aspetti organizzativi e di media coverage dell’evento. Ding ricorda il cambiamento di umore nello staff che, dall’entusiasmo iniziale, si faceva più cupo col passare delle settimane, mano a mano ci si rendeva conto di quanti pochi accordi venissero conclusi con developer e publisher per assicurare la loro partecipazione. Declinando la proposta, i player fornivano le spiegazioni più varie, sulla cui validità Ding si interroga: al di là di tutto, secondo lui, l’industria dei videogiochi ha semplicemente perso interesse nella manifestazione:
“I nostri giochi non sono pronti”, “Non abbiamo il codice disponibile”, “Non possiamo permetterci extra date la situazione economica attuale”, “la tempistica dell’evento non è ottimale” e così via. Non importa quanto vere fossero queste giustificazioni, portano tutte alla medesima conclusione: dopo tutto, l’industria del gaming non era interessata [all’E3].
Christopher Ding per GamesIndustry – 31 marzo 2023
In definitiva, forse i major del settore avrebbero preferito una graduale trasformazione dell’E3 in un evento B2B, senza l’onerosissimo carrozzone di eventi stampa e pubblico che si sarebbero dovuti accollare, e che possono essere comodamente sostituiti da controparti digitali. Magari questa potrebbe essere una chiave per far risorgere la fiera in futuro: sicuramente ridimensionata, ma con un obiettivo molto più preciso e appetibile.
In tutto ciò a godere è Geoff Keighley, che strizza l’occhio al pubblico: il Summer Game Fest 2023 si terrà regolarmente. Insomma non avremo l’E3, ma le novità videoludiche quest’estate non mancheranno in ogni caso!
Nel corso di un’audizione della Commissione Finanza del Senato degli Stati Uniti, la senatrice democratica per lo stato di Washington Maria Cantwell ha attaccato Sony per la sua posizione monopolistica all’interno del mercato giapponese dei videogiochi, raccomandando alla rappresentante per il commercio degli Stati Uniti Katerine Tai di far valere le proprie ragioni durante futuri negoziati con le controparti nipponiche. Tai ha confermato che solleverà il problema all’interno dell’iniziativa economica Indo-Pacific Economic Framework for Prosperity. Alle istanze della Cantwell si sono aggiunte quelle di altri 11 membri del congresso, alcuni democratici altri repubblicani, che hanno esposto le proprie lamentele nei confronti di Sony in lettere indirizzate sempre Tai e alla sua collega Gina Raimondo, in cui addirittura si taccia il governo giapponese di lassismo e/o condiscendenza nei confronti della questione:
La politica del governo giapponese di non-intervento nei riguardi di Sony si traduce in una barriera effettiva per le esportazioni americane, con impatti concreti su Microsoft e i molti sviluppatori ed editori videoludici americani che vendono in tutto il mondo ma vedono i propri introiti in Giappone danneggiati da queste pratiche.
Lettera firmata da 4 membri del Congresso americano, riportata da Stephen Totilo per Axios – 27 marzo 2023
La notizia fa un po’ ridere, date le circostanze storiche in cui il fatto accade, ovvero la guerra per procura combattuta tra Sony e Microsoft sul campo dell’acquisizione di Activision Blizzard. L’improvviso attacco della senatrice nei confronti di Sony, rea di “impegnarsi in una palese politica anti-concorrenziale tramite accordi esclusivi e pagamenti in favore degli editori dei giochi” (fonte) non sembra altro che una ripicca americana verso un’azienda nipponica che sta mettendo i bastoni tra le ruote di un affare che vale decine di miliardi di dollari. Insomma, difficilmente si può pensare che tale attacco ci sarebbe stato in assenza delle condizioni suddette.
Fa ridere anche pensare che sia colpa di Sony se Microsoft fatica ad inserirsi nel mercato del Sol Levante. Questo almeno è il sottinteso dell’accusa mossa da Cantwell, che dimostra di non conoscere affatto i gusti videoludici del pubblico giapponese, né probabilmente la storia dell’industria videoludica tout-court, a partire dall’esistenza di Nintendo che in patria vende anche più di Sony. O forse li conosce ma non le interessano affatto.
Nel frattempo, tra l’altro, la Japan Fair Trade Commission ha dato il suo benestare all’acquisizione di ABK da parte di Microsoft, spiegando che non ravvisa rischi di derive monopolistiche di mercato a seguito di questa operazione. Si tratta di un’importante vittoria per Microsoft, che aveva appena incassato l’importante successo del ridimensionamento del parere negativo della CMA, il cui verdetto definitivo deve ancora arrivare. Che sia anche questa una contromossa politica per rabbonire gli animi del senato USA?
In settimana si è tenuta la cerimonia organizzata dalla British Academy of Film and Television Arts, che ogni anno premia i migliori videogiochi in circolazione. Come nel caso degli ultimi TGA, God of War Ragnarok ha fatto incetta di premi, ma non ha ottenuto il più ambito: lo scettro di Best Game l’ha vinto Vampire Survivors, il roguelite indie del developer inglese Poncle che ha incontrato un successo insperato conquistando il pubblico di tutto il mondo. Qui sopra la replica dell’evento, qui sotto l’elenco dei premiati:
Animation – God of War Ragnarok
Artistic Achievement – Tunic
Audio Achievement – God of War Ragnarok
Best Game – Vampire Survivors
British Game – Rollerdrome
Debut Game – Tunic
Evolving Game – Final Fantasy XIV Online
Family – Kirby and the Forgotten Land
Game Beyond Entertainment – Endling: Extinction is Forever
Game Design – Vampire Survivors
Multiplayer – Elden Ring
Music – God of War Ragnarok
Narrative – Immortality
Original Property – Elden Ring
Performer in a Leading Role – Christopher Judge (Kratos in God of War Ragnarok)
Performer in a Supporting Role – Laya DeLeon Hayes (Angrboada in God of War Ragnarok)
Technical Achievement – Horizon: Forbidden West
EE Game of the Year – God of War Ragnarok
Flash news su trailer e annunci della settimana:
Apriamo le recensioni della settimana con Have a Nice Death, un roguelite 2D a tema mortifero che ha colpito positivamente il nostro Pietro Falzone, al netto di un po’ di ripetitività.
Gli amanti dell’action su Switch non devono far altro che fiondarsi nella lettura del pezzo di Diego Del Buono, che si è spolpato Bayonetta Origins: Cereza and the Lost Demon, un twist fiabesco che farà la gioia di tutti i fan della serie.
Esperienza non altrettanto positiva per Pasquale Monniello che si è cimentato nella prova di Curse of the Sea Rats, un action-platform indie con pochi pregi e molti difetti.
Gli appassionati di strategia saranno invece felici di sapere che la prova di GrimGrimoire OnceMore è stata ampiamente positiva, come vi racconta la mitica Gaia Tornitore.
A ricordarvi che le nostre guide non riguardano solo i giochi ma anche le vostre amate periferiche, arriva Alessandra Borgonovo e la sua utile spiegazione su come collegare il Pro controller di Switch al PC desktop, e vi svela come giocare la PS5 dallo smartphone o dal tablet. Inoltre, se non aveste chiare le differenze tra i vari modelli, Alessandro Colantonio vi propone un confronto Switch vs Switch Lite vs Switch OLED, e addirittura vi svela che potete usare il vostro telefono come controller per Switch! Io non lo sapevo, ma d’altronde non ho neanche la Switch…
Per tutti gli streamer in erba arriva in soccorso il caporedattore galattico Graziano Salini, che ha redatto una guida completa su come fare streaming Twitch da PC; inoltre Graziano vi spiega tutto quello che c’è da sapere per condividere l’account di Steam. Per i giocatori mobile di Street Fighter Duel, il capo svela anche tutti i codici Android e iOS, e ha messo a punto una tier list per tutti i personaggi.
Gli utenti Sony invece possono affidarsi al già citato Colantonio, che ha scritto per filo e per segno come attivare VRR, Freesync e G-Sync su PS5.
Continua anche la copertura di Resident Evil 4 Remake ad opera del nostro Simone Alvaro “Guybrush89” Segatori, che oltre ad aver aggiornato la Soluzione completa e avervi elencato tutti i trucchi e segreti e tutte le scorciatoie, vi spiega cosa dovete fare per salvare il Lupo Bianco e completare tutte le Richieste, oltre che consigliarvi i migliori Ciondoli da utilizzare; mentre Alessandra Borgonovo interviene nuovamente a spiegarvi come ottenere il Rango S+, oltre ad aver aggiornato la guida ai Trofei, alle armi e ai Castellani Meccanici.
Non potevano mancare Pokémon Scarlatto e Violetto, di cui Simone Mauro ha redatto la guida al raid 7 stelle di samurott.
Infine, Claudio Albero si è occupato di The Last of Us Parte I, stilando un’imprescindibile guida ai Trofei e al Platino.
Quando penso a cosa renda speciali le nostre rubriche, penso sia al loro impareggiabile grado di approfondimento, sia all’originalità degli argomenti. Un perfetto esempio di questo secondo caso è offerto dal nostro esperto di mobile Luigi Cianciulli, che vi consiglia 3 giochi mobile dove interpretare software. Ma penso anche alle nostre imperdibili interviste, come quella condotta da Demetrio Scira che ha intervistato i Master Boot Record, trio musicale con la testa nei videogiochi.
Ne ho parlato diffusamente in questo Digest, ma ovviamente l’aborto dell’E3 è un argomento troppo importante per non approfondirlo: ci ha pensato Pietro Falzone facendo il punto della situazione sulla fine di un’era.
Per questa settimana è tutto.
Arrivederci a domenica prossima con il #Gamersdigest N°14 del 2023!
This post was published on 2 Aprile 2023 18:30
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