NOTA BENE DISCLAIMER LEGGERE PER FAVORE: questo articolo parte da un presupposto molto semplice: anche se due cose si somigliano non è detto che sia plagio. Questo stesso termine nel contesto musicale non risponde ad una formula precisa, bensì è eventualità che i giudici valutano caso per caso. Questo perché l’esistenza di un patrimonio musicale generale renderebbe rischiosa la creazione di regole stringenti, che prevedono in caso di un dato numero di note uguali, la definizione delle somiglianze come quella di un plagio.
A questo bisogna aggiuntare anche un altro dato altrettanto interessante: quello musicale non è un mezzo di comunicazione a tenuta stagna! Le citazioni ed i richiami all’interno dei generi musicali sono una pratica diffusa ancora prima della nascita dei sampler: basta dare un’occhiata al concetto di borrowing o al concetto di jazz quotation (di rimando vi consigliamo questo splendido video di Adam Neely) per capire che non è tutto plagio ciò che sembra. Starà ad aziende e giudici, volta per volta, decidere cosa andrà in tribunale: l’obbiettivo di questo articolo è quello di mostrare un piccolissimo numero delle infinite rette parallele che collegano la musica per i videogiochi alla musica popolare.
Se io vi dico E1M1 voi che pensate?
Probabilmente, se non avete mai giocato ad uno dei più grandi titoli della storia, penserete a “uhh, che strana combinazione di numeri e lettere”. Chi invece mastica un po’ tout court il mondo della musica sicuramente penserà al curioso parallelismo tra questo brano e la ben più nota Master Of Puppets, la stessa che è tornata in cima alle classifiche di Spotify e soci in seguito alla comparsata all’interno di Stranger Things.
Ecco: E1M1 è un esempio perfetto per introdurre quello di cui andremo a parlare oggi ovvero curiose somiglianze tra brani videoludici e canzoni del mondo reale. Ce ne sono molte, alcune hanno portato a problemi legali, altre sono fansong che fanno il giro e diventano altro. La VGM (videogame music) e la RWM (real world music, neologismo inventato appositamente per questo articolo e per far arrabbiare qualcuno) si sono incontrate parecchie volte durante il corso della storia anche con risvolti piuttosto bizzarri.
E1M1 è sicuramente uno dei casi più noti del fenomeno sopra descritto ma è anche un interessante esempio di falso storico. Bobby Prince stesso ha dichiarato, anche piuttosto recentemente, di aver ascoltato i Metallica ed in generale i dischi metal dopo la composizione del brano in questione. Tale dichiarazione sbugiarda tutte le letture (esempio) che vedevano Bobby Prince come grande conoscitore delle leggi sul copyright e coraggioso lavoratore antisistema, desideroso di trollare i Metallica copiando il numero massimo di nota prima che ci siano gli estremi per venire citati in giudizio.
Le somiglianze comunque rimangono piuttosto marcate, specie da un punto di vista prettamente sonoro. L’apposita pagina Fandom ad esempio cita, uno dopo l’altro, 2 pezzi dei Metallica (Master of Puppets e No Remorse), Hooked del gruppo thrashcore D.R.I, Trip at the Brain dei Suicidal Tendencies, un frammento di More Of That Jazz dei Queen, Un paio di pezzi degli Overkill (un frammento di Who Tends The Fire ed il riff iniziale di Eliminator), qualcosa di Ozzy Osbourne, i Dokken ma altrove i collegamenti si sprecano: i Bathory, i Judas Priest, le Warlock, i Grave Digger e chi più ne ha più ne metta. Le possibilità che Bobby Prince semplicemente abbia scritto una melodia perfettamente in grado di funzionare all’interno di un contesto heavy metal sono piuttosto marcate.
La storia di E1M1 è soltanto una tra le molteplici che si potrebbero raccontare all’interno dei rapporti tra videogiochi e musica; semplicemente è una di quelle più note. Oggi cerchiamo di andare leggermente più a fondo, tra riviste russe che fanno modificare uno dei main theme più iconici degli anni novanta, shredder svedesi citati in arpg nipponici di metà anni novanta, un sacco di rapper e altrettanta bella musica.
Metal Gear Solid è una delle saghe più importanti della storia dei videogiochi e blabla, questo lo sappiamo tutti; meno giocatori invece sanno che c’è una motivazione ben specifica perché a partire dal terzo capitolo il main theme della saga è stato sostituito con un brano del tutto differente.
Nel corso di un’intervista con il magazine russo Igromania a Kojima è stata fatta presente l’impressionante somiglianza tra il sopracitato Main Theme e un brano di Georgy Vasilevich Sviridov, compositore di musica classica russa non particolarmente noto al di fuori della patria.
Tappi Kawase, compositore del main theme originale, fu accusato (nemmeno in maniera troppo velata) di aver plagiato melodia e respiro dell’opera russa, in favore di una versione più sintetica e legata all’immaginario sonoro dei film action americani degli anni ottanta.
La delicatezza della questione e la paura di una più seria ritorsione legale costrinse Konami ad utilizzare il brano all’interno del quarto gioco della serie, portando il compositore Harry Gregson Williams a sviluppare un nuovo main theme.
Rimaniamo in Giappone, però, per parlare di somiglianze più innocenti e che ad oggi sono ancora prive di controversie legali. Avete presente il fenomeno del RickRoll, il simpaticissimo Rick Astley (a margine vi consigliamo questa sua interpretazione degli Smiths che in pochi conoscono) e tutti i meme che al giorno d’oggi infestano internet?
Bene: quello che non molti sanno è che il Robo’s Theme di Chrono Trigger, uno dei videogiochi più importanti della storia etc etc, ha delle somiglianze melodiche non da poco con il sopracitato singolo quasi simbolo degli anni ottanta. Vuoi la melodia frizzantina, vuoi la progressione di accordi che presenta una risoluzione molto simile, vuoi il basso pulsante è davvero molto facile fare dei paragoni tra i brani in questione.
La cosa bella è, per quanto la somiglianza sia innegabile, è molto più probabile che Yasunori Mitsuda, uno dei grandi nomi del settore, abbia pescato la sua ispirazione da qualcos’altro. Più nello specifico la progressione di accordi e l’impianto ritmico ricordano più da vicino EZ DO DANCE del gruppo dance TRF, all’epoca d’uscita del gioco in cima alle classifiche nipponiche.
Questo punto è particolarmente importante da sottolineare perché è il gancio perfetto per introdurre un personaggio di importanza capitale all’interno di questo quadro fatto di linee parallele che dalla real world music finisce nella video game music: Koji Kondo.
Koji Kondo è uno di quei nomi, uno di quelli che prima o poi troveremo citati nei libri di storia, nelle biografie dei grandi musicisti, di quelle figure che hanno per sempre cambiato un panorama. I lavori più conosciuti di Kondo, guarda caso, coincidono anche con almeno un paio dei videogiochi più famosi della storia: Super Mario Bros e The Legend Of Zelda come nomi sono una coppia decisamente difficile da affrontare.
Avete presente l’overworld theme di Super Mario Bros? Quel tu-tun-tun-tututun-tutututututututututun (il numero di tun potrebbe variare) che ha accompagnato milioni di giocatori in tutto il mondo… è mezzo copiato/ispirato/volontariamente preso da un brano dei T-Square, gruppo di fusion made in Japan (avete presente i Casiopea? Quelli dal famoso album con le macchine da corsa? Ecco: loro sono stati il seme dietro i T-Square) [il chitarrista dei T-Square e dei Casiopea, Masahiro Andoh, è anche lo stesso dietro diversi brani cardine delll’OST della saga di Gran Turismo: assolutamente non l’ultimo arrivato].
Volete una prova?
La melodia abbozzata a 1.03 minuti vi ricorda qualcosa? A Koji Kondo, come da lui stesso dichiarato in un’intervista riportata da TheGamer, è sembrata essere la melodia per continuare a dare pennellate musicali al livello del primissimo Mario. All’interno di un contesto tecnico molto limitato come quello del Ricoh 2A03 del NES, una linea melodica chiara, semplice e irresistibile come quella dei T-Square non poteva che essere il perfetto punto di partenza.
Le influenze usate da Kondo per Super Mario Bros, chiaramente, non finiscono qui: quella forse più lapalissiana di tutto questo articolo è Let’s Not Talk About it, con il suo giro di basso che porta l’ascoltatore direttamente nei sotterranei del mondo dei funghi.
Bastano dieci secondi per ritrovare in quella semplicissima melodia la fonte d’ispirazione principale per Kondo e l’underworld theme di Super Mario Bros. Anche qua ritroviamo i punti di cui sopra: perché ispirarsi ad un pezzo del genere? Perché la jazz fusion (o il jazz fusion, a voi la scelta su che articolo usare), specie a cavallo tra anni settanta e ottanta, stava attraversando una fase di natura profondamente commerciale, con un grande impegno nella creazione di melodie orecchiabili e fischiettabili.
Altro giro, altro esempio: torniamo ai T-Square di Masahiro Andoh e soci per trovare, all’interno di un solo brano, diverse melodie diventate poi centrali nell’immaginario dei videogiochi odierni.
Travelers, a 1.27 minuti, letteralmente contiene il lick che poi diverrà lo storico gancio melodico del Guile’s Theme di Yoko Shinomura; la linea melodica che parte a 1.42 si basa sugli stessi accordi e ricorda a grandi linee quella che invece farà impazzire i giocatori di mezzo mondo dieci anni con l’uscita di F-Zero e la sua Big Blue.
Da qui in poi gli esempi iniziano a diventare innumerevoli, complice anche il semplice fatto che chi scriveva musica per i videogiochi era appassionato di musica sentita altrove. Ora, prima di vedere il mondo dei videogiochi fare capolino nel mondo reale, andremo da vicino ad osservare qualche esempio davvero intrigante.
Qual è il genere musicale che poteva influenzare un musicista che per lavoro doveva sonorizzare storie epiche, avventure multidimensionali e interessanti scorrazzate su polli gialli giganti troppo cresciuti? Il rock progressivo.
Nobuo Uematsu, compositore dietro i primi dieci capitoli della saga di Final Fantasy, non ha mai nascosto la sua passione per certa musica anni 70 all’interno delle sue opere (nota di colore: Uematsu è un grandissimo fan della PFM prima e del suo tastierista Mauro Pagani poi).
Proviamo insieme a stilare una lista velocissima dei paralleli che si possono tracciare tra quelle canzoni e alcuni brani del compositore nipponico:
Finora abbiamo visto l’heavy metal solo parzialmente citato all’interno delle possibili ispirazioni (e delle innumerevoli somiglianze) di E1M1: in realtà è possibile associare il metal ad una pletora di brani diversi della VGM, vuoi per la vicinanza della cultura nerd a quella dei metallari, vuoi perché molti dei titoli in questione sono usciti in contemporanea al periodo di massimo splendore del genere.
Chiaramente non tutti i nerd di questo mondo ascoltavano er metallo pesante. Dagli anni novanta in poi le casse in 4/4 hanno iniziato a farsi strada nel mainstream e nell’underground non troppo sconosciuto; questo, unito alla maggiore potenza dei chip sonori delle macchine a 16 bit, ha permesso a tanti creativi di realizzare brani in grado di ripercorrere quelle sonorità.
Gli esempi più lampanti sono senza dubbio quelli di Yuzo Koshiro, noto al mondo per aver realizzato le OST dei beat em up a scorrimento orizzontale Streets of Rage e per portato nel mondo dei videogiochi su console gruppi come Enigma (cfr Sadeness Part I e l’introduzione di Streets Of Rage 1), Inner City (cfr Good Life e Go Straight) o Royal House (cfr Can You Party e Attack the barbarian).
Un altro esempio molto interessante è quello di Spread The Wings, un brano del meraviglioso Garou: Mark Of The Wolves che richiama da vicino uno dei più importanti brani mai realizzati in Italia ovvero Children di Robert Miles.
Poi, volendo fare i precisini, ci sono brani di musica elettronica senza cassa in quattro quarti che vanno a fare capolino, con altri nomi, in diversi videogiochi. I due casi eclatanti, così su due piedi, sono senza dubbio il main theme di Pengo con la sua versione di Popcorn di Gershon Kingsley (un brano di musica elettronica per Moog) e Anxious Heart del sopracitato Nobuo Uematsu, stavolta vicina non tanto al prog rock quanto alle ariosità e alle atmosfere aliene dei Kraftwerk di Spacelab.
Ecco, smettiamo di fare finta: tutto questo articolo nasce per colpa di una canzone specifica, anzi, per colpa di un gruppo specifico.
il 10 Marzo 2023 è uscito sulle piattaforme di streaming Periphery V: Djent is not a Genre, ovvero l’ultimo disco della nota band statunitense che a colpi di tempi dispari e chitarre ribassate ha portato avanti un percorso all’interno di un genere/non genere tra i più popolari del metal odierno.
Tutto ok: il disco è di ottima fattura, i singoli sono spaziali ed in generale il livello è mediamente alto; a lasciare il sottoscritto con un pizzico di curiosità in più è arrivata però l’ultima, devastante, canzone del disco: Thanks Nobuo.
Misha Mansoor, chitarrista e membro fondatore della band, non ha mai nascosto la sua passione per i videogiochi. Oltre a qualche thread su Twitter e a interviste completamente incentrate sul tema, Mansoor ha collaborato con Steve Vai (altro mostro sacro della chitarra rock metal) alla stesura della colonna sonora della versione rimasterizzata di Halo 2, oltre ad aver composto e suonato l’ending theme di Deus Ex: Manking Divided.
Gli altri membri della band non sono da meno, tanto da aver citato all’interno del secondo disco tanto tematicamente Chrono Trigger (un nome come Epoch non può passare inosservato) quanto musicalmente Final Fantasy VII (cfr la splendida Froggin’ Bullifish e la costruzione melodica di Under The Rotting Pizza, come poi dichiarato dalla stessa band in questo vecchio post Facebook)
Thanks Nobuo, all’interno di un tracciato del genere, a chi potrebbe essere riferita se non a Nobuo Uematsu? La conferma, tra le altre cose, è praticamente scrittura in musica grazie ad un continuo parallelo tra il brano e diversi elementi di Final Fantasy VII (plausibilmente il preferito dei diversi componenti.
Ad esempio la melodia vocale cantata da Sotelo a 2.04 riprende pari pari il crescendo del main theme del settimo capitolo, esattamente come la melodia vocale a 2.23 riprende il momento distensivo della stessa melodia, qualche secondo dopo; c’è un lick di chitarra intorno ai 4.00 minuti che mima in maniera leggermente distorta l’arpeggio di sintetizzatore che compare nella (lunghissima) coda della victory fanfare del titolo.
Si potrebbe aprire un intero altro capitolo sulle varie riproposizioni che Misha ha fatto di diversi altri brani del titolo: da una cover orchestrale del battle theme ad un medley a sette corde di diversi brani della saga; facciamo che per oggi invece cerchiamo di citare anche qualche altro artista, magari non per forza di cose metal-based per parlare di come i videogiochi abbiano fatto capolino all’interno della musica contemporanea.
Il fenomeno del sampling (c’è questo articolo sul tema sul sito) ad esempio è il vettore perfetto per permettere alla musica videoludica di approcciare i grandi mercati mainstream. Artisti come JPEGmafia all’interno di Bald hanno usato frammenti della DNB classy ed eterea di Kohta Takahashi in Move Me, per l’OST di Ridge Racer Type 4; brani da 30 milioni di views come Freddy VS Jason di XXXTENTACION & Ski Mask The Slump God riprendono la melodia chitarristica di Historia, dal sottovalutatissimo Radiant Historia. Avete presente Lil Uzi ‘Vert? Il trapper dal diamante incastonato in fronte? Ecco: il suo singolo di maggior successo, XO Tour Lif3, utilizza in maniera molto intelligente gli effetti sonori dell’immortale Minecraft.
Qui potremmo continuare per forse almeno un anno a tirare fuori citazioni, sample e brani sconosciuti vari: da French Montana che sampla in maniera ignorantissima la nostalgicissima Sanctuary di Utada Hikaru, a J.Cole che in Dollar and a Dream III se ne esce con una base al gusto Yoko Shinomura, usando la melodia di archi di Darkness of the Unknown da Kingdom Hearts 2.
Ciliegina sulla torta assoluta rappresentata da Wiz Khalifa, quello della lagnosissima see you again, che in Never Been inanella due sample da game of the year usando lo Schala’s Theme direttamente dalla colonna sonora di Chrono Trigger.
Poi ci sarebbe Drake, che nel giro di dieci anni è passato dall’essere uscito da un telefilm ad essere diventato il più popolare meme vivente usando, nel mentre, tanto la colonna sonora di Sonic The Hedgehog 2006 quanto quella di Donkey Kong Country 2: Diddy Kong’s Quest.
Dulcis in fundo ci sarebbe poi intero altro articolo da scrivere su vaporwave, videogiochi, culto del recupero, altro sampling e gran parte della Drain Gang che utilizza Heal di Ico per rapparci sopra, con una stralunatezza senza pari, Legendary Member. E poi God Of War 3 che esce in limited con un EP di brani metal, i videogiochi con Jack Black dentro, Peter Gabriel che fa le avventure grafiche alla Myst o Sting che recita in un FMV Game.
Materiale per altri articoli: per oggi basta così.
This post was published on 24 Marzo 2023 12:30
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