Benvenuti ad un nuovo #Gamersdigest, recap delle principali notizie della settimana videoludica appena trascorsa!
La notizia è storica, per il medium videoludico: il Comitato Olimpico Internazionale ha annunciato l’inizio della prima Olympic Esports Series 2023, una competizione globale di sport simulativi virtuali creata dall’IOC in collaborazione con le Federazioni Internazionali!
Il dibattito sull’equiparazione tra Esports e sport tradizionali, nonché di una possibile inclusione degli Esports agli eventi olimpici, non è certo nuova. Nel 2017, all’interno del sesto summit dell’IOC tenutosi a Losanna, l’ente aveva per la prima volta espresso parole di apprezzamento ufficiale per gli Esports, riconoscendone la diffusione capillare e la capacità attrattiva in quanto a numero di spettatori,
ragionando su una possibile equiparazione di tali discipline agli sport tradizionali. Tuttavia la violenza rappresentata nei MOBA ed in altri MMO protagonisti della scena Esports avevano sempre frenato un riconoscimento ulteriore, poiché non in linea con i valori dello sport promossi dalle Olimpiadi.
Negli anni seguenti l’IOC, senza dubbio consapevole dell’enorme mercato e bacino d’utenza coinvolto nel settore in questione, aveva promosso alcune alcune competizioni in concomitanza o in apertura di importanti manifestazioni sportive tradizionali di portata internazionale. Questi casi hanno riguardato solo videogiochi genere simulativo o sportivo, quindi non violenti, con l’unica eccezione dell’Intel World Open, un campionato Esport con competizioni di Street Fighter V e Rocket League che ha funto da evento di apertura per le Olimpiadi di Tokyo. Un ulteriore passo avanti si è avuto nel 2021 con le Olympic Virtual Series, le prime competizioni Esport organizzate ufficialmente dal Comitato.
Ora però l’IOC ha fatto il salto di qualità, imbastendo un vero e proprio evento ufficiale: insomma quest’anno avranno luogo le prime vere e proprie Olimpiadi degli Esports! Si è deciso quindi di scorporare la manifestazione dalle Olimpiadi tradizionali (anche perché il Comitato ha dichiarato la volontà di rendere la manifestazione un evento annuale), una scelta intelligente che aiuterà a concentrare risorse, sponsorship e sperabilmente anche ricavi dell’evento. Saranno 9 le discipline ufficiali della competizione (ma potrebbero aggiungersene altre), e per ciascuna la rispettiva federazione ha decretato il videogioco (o la piattaforma) atto a rappresentarla:
Il processo di selezione dei giochi non è stato semplice e non è ancora concluso, come ha spiegato Vincent Pereira, head of virtual sport del Comitato Olimpico Internazionale ai microfoni di Multiplayer:
Abbiamo aperto la selezione a tutte le federazioni riconosciute dal Comitato Olimpico Internazionale e non solo a quelle che fanno già parte dei giochi olimpici. Abbiamo ricevuto 15-20 proposte di cui, a oggi, ne abbiamo accettate nove. I criteri che abbiamo usato sono stati la popolarità del gioco, la necessità di avere rappresentate le molte piattaforme disponibili (PC, console, mobile) e l’essere il più accessibili e inclusivi possibile. Per questo abbiamo quattro discipline che ritornano dalla scorsa edizione [le Olympic Virtual Series di cui ho scritto prima, ndr], cinque nuove e altri titoli che annunceremo in seguito.
Vincent Pereira intervistato da Riccardo Lichene per Multiplayer.it – 1 marzo 2023
Qui sotto il video di presentazione ufficiale della manifestazione, che vedrà il suo culmine nelle gare finali che si disputeranno nel corso della Olympics Esports Week a Singapore, dal 22 a 25 giugno.
Il comunicato ufficiale dell’IOC fornisce maggiori dettagli sul format:
La Olympic Esports Series 2023 inizia oggi [1 marzo 2023, ndr],quando sia professionisti che amatori sono invitati a prendere parte ai gironi di qualificazione nei giochi coinvolti. La Olympic Esports Series 2023 culminerà in una fase finale dal vivo, per la prima volta, con i giocatori che potranno aggiudicarsi l’ingresso alle Olympic Esports Finals 2023. Le finali avranno luogo al Suntec Centre di Singapore dal 22 al 25 giugno, e saranno il punto forte della già annunciata Olympic Esports Week 2023. Riunendosi a Singapore per questa competizione unica, gli atleti competeranno di fronte al pubblico per aggiudicarsi il titolo di vincitori della Olympic Esports Series. Le emozionanti gare finali saranno trasmesse in streaming su Olympics.com e sui canali social delle Olimpiadi.
IOC announces Olympic Esports Series 2023 with winners to be crowned at live finals in Singapore from 22 to 25 June – 1 marzo 2023
Come si legge nel passaggio riportato qui sopra, le Olympic Esports Week prevederà una serie di panel e attività corollarie alle gare vere e proprie. Ci saranno infatti showcase tecnologici, match amichevoli e panel di esperti. Nel corso del mese di aprile saranno forniti i dettagli riguardanti il calendario degli eventi e il prezzo dei biglietti.
È tutto bellissimo, ma rimane ancora aperta una questione: potranno mai i MOBA, gli shooter e i fighting game entrare a far parte di questa competizione ufficiale? Finora non è stato possibile, oltre alle ragioni che ho spiegato prima riguardo il contenuto violento, anche per il fatto che nessuno di giochi fa capo a delle federazioni sportive, requisito per il momento indispensabile. Tuttavia Vincent Pereira non chiude del tutto le porte a questa possibilità, anzi ha svelato che ci sono ragionamenti in corso in questo senso:
abbiamo avuto delle conversazioni con dei publisher e alcuni sono interessati a modificare il loro gioco per creare una modalità che possa essere rispettosa dei valori olimpici. Questo aprirebbe la porta al dialogo con una federazione internazionale e quindi alle Esports Series. È difficile che la modalità che tutti conosciamo dei MOBA possa far parte delle OES ma c’è un percorso per farcela arrivare.
Vincent Pereira intervistato da Riccardo Lichene per Multiplayer.it – 1 marzo 2023
Non manca comunque qualche spunto critico in merito ai giochi selezionati. Il fatto è che almeno un paio di questi, Tic Tac Bow (tiro con l’arco) e Tennis Clash, prevedono micro-transazioni per potenziare il proprio equipaggiamento e dunque ottenere vantaggi concreti in gara. Lo ha segnalo per primo via Twitter Simone Trimarchi, giornalista specializzato in Esport, che ha criticato duramente la scelta e si chiede come possano queste pratiche conciliarsi con i valori dello sport e assicurare un’equa competizione. Tra l’altro lo specifico Tic Tac Bow è un gioco molto poco conosciuto e al momento non disponibile su iOS:
Ho giocato un intero pomeriggio a Tic Tac Bow e devo dire che, volendo fare l’avvocato del diavolo, le micro-transazioni sono del tutto opzionali ed il gioco è perfettamente giocabile anche senza spendere un centesimo. Ovviamente ciò non toglie il problema del garantire una competizione equa ed accessibile da ogni piattaforma. A questo proposito va detto che il Comitato è al lavoro sulla scrittura delle regole di iscrizione ad ogni disciplina, che non sono ancora state pubblicate. Ogni competizione avrà un proprio regolamento, anche riguardo i requisiti e le modalità di iscrizione. Tutte le informazioni utili sono disponibili a questa pagina, che immagino sarà aggiornata nel corso del tempo. È quindi lecito aspettarsi che, nei casi di giochi che includano meccaniche pay-to-win, esse dovranno essere in qualche modo disabilitate per poter accedere alla competizione, altrimenti le condizioni di partenza sarebbero diverse per ciascun giocatore, il che ovviamente sarebbe assurdo. Non resta che monitorare la situazione.
La nascita delle Olimpiadi degli Esport costituisce un fatto storico di importanza notevole per il riconoscimento del medium videoludico. Auguriamoci tutti che non venga sporcato già nella sua prima edizione da pratiche discutibili.
Quando settimana scorsa è stata annunciata la data di uscita di Baldur’s Gate 3 hanno gioito quasi tutti videogiocatori. L’attesissimo RPG sarà rilasciato il 31 agosto su PC e console Sony, ma non è stata confermata un’uscita simultanea su Xbox Series X|S. Ciò è sembrato subito strano, e lo sviluppatore Larian ha dovuto ammettere che no, i possessori di console Microsoft non potranno acquistare una copia del gioco al day 1, ma dovranno aspettare ancora qualche tempo. Quanto? Non si sa. Lo sviluppo della versione Xbox di Baldur’s Gate 3 sta provocando infatti diversi grattacapi agli sviluppatori, come ha ammesso la community manager dello studio in un post pubblicato su reddit, confermando che lo studio è comunque al lavoro su tali port:
Lo sviluppo della versione Xbox di BG 3 è in corso da tempo ormai, ma siamo incappati in problemi tecnici – in particolar modo riguardo lo split-screen della modalità cooperativa. Ci stiamo ancora lavorando, ma non siamo al momento abbastanza sicuri per poter annunciare una data di uscita precisa. Preferiamo non annunciare nulla fino a che non sia pronto, per non creare negli utenti aspettative che potremmo non essere in grado di soddisfare. Non c’è nessun accordo di esclusività temporale che ci precluda la possibilità di realizzare una versione Xbox di BG 3 (…) se e quando annunciamo la versione per una nuova piattaforma, vogliamo essere sicuri che ciascuna di esse sia al livello delle nostre stesse aspettative.
Salomé Moreira García, post su Reddit – 24 febbraio 2023
Insomma prima o poi il gioco uscirà anche su Xbox, ma al momento non c’è modo di prevedere quando. Amen.
Ne avrete letto in tutte le salse, ma dopo un decennio è tornato alla ribalta Gioventù Ribelle, il famigerato videogioco di ambientazione storica sviluppato nell’ambito delle celebrazioni per il 150° anniversario dell’unità d’Italia. Chi c’era all’epoca (tra cui il sottoscritto) ricorda ancora la faccenda tragicomica di un progetto che in teoria avrebbe dovuto avvicinare i giovani alla conoscenza della storia nazionale e al contempo promuovere la conoscenza e gli investimenti nell’industria italiana dei videogiochi. Tutto questo secondo i proclami del Ministero per le Politiche Giovanili, presieduto all’epoca dall’attuale Presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Nulla di tutto questo però accadde, perché il gioco non era altro che una demo a mala pena giocabile imbastita da studenti dello IED con scarse conoscenze di programmazione, coordinati (?) da Raoul Carbone, all’epoca dirigente dell’AIOMI (Associazione Italiana Opere Multimediali Interattive) e oggi direttore di VIGAMUS, il museo del videogioco locato a Roma.
L’argomento è stato rispolverato da un bell’articolo di Damiano Gerli su Kotaku, che ne ha ricostruito la triste e breve storia di fallimento con conseguenti scarichi di responsabilità circa l’esito infausto dell’operazione. Al di là dei contenuti del pezzo in sé, estremamente interessanti, l’articolo è rimbalzato un po’ ovunque sui social network, suscitando dibattiti e commenti vivaci, tra lo stupore delle generazioni più giovani che non conoscevano il fatto storico e i sorrisi d’imbarazzo strappati a chi ricorda ancora la figuraccia nazionale dell’industria videoludica nostrana, che fortunatamente si è riscatta alla grande negli anni successivi.
Personalmente l’unica nota stonata che ho riscontrato nell’articolo è una reticenza nel nominare esplicitamente gli autori di alcune supposte minacce ventilate alle fonti intervistate da Gerli: non si capisce bene se tale omissione sia dovuta alla paura di ritorsioni o alla mancanza effettiva di prove di colpevolezza. Nel primo caso, sarebbe stato a maggior ragione necessario dichiararne l’identità, nel secondo sarebbe stato meglio tacere del tutto la questione. Ciò comunque non compromette la bontà dell’articolo né sminuisce la sua accuratezza storica.
L’acceleratore per startup inglese Indielab Games sta per lanciare una nuova iniziativa di sostegno all’industria videoludica indipendente britannica. Lo scopo dello UK Games Accelerators 2023 è quello di finanziare progetti di studi di media grandezza, oltre ad organizzare seminari e opportunità di networking, ed avrà luogo nelle città di Glasgow, Cardiff e Londa, come si legge sul comunicato stampa. Le richieste di partecipazione potranno essere inoltrate fino al 5 aprile, mentre i lavori dell’acceleratore inizieranno a maggio. L’acceleratore è aperto ad accogliere qualsiasi proposta di studi che abbiano il proprio ufficio nel Regno Unito, con il caveat che gli studi in questione devono essere post-revenue, cioè devono aver già generato dei profitti (c’è comunque un numero limitato di posti riservati anche a startup appena avviate).
Nel frattempo procedono i lavori dell’acceleratore italiano, in particolare emiliano: il Bologna Game Farm, programma di finanziamento di progetto di sviluppo presentati da studi indipendenti, sta per iniziare i lavori sui 4 progetti vincitori, che saranno sostenuti con un contributo di 30.000 euro per la realizzazione di un prototipo che potranno poi presentare a editori nazionali ed esteri (per chi non lo sapesse, la fase di prototipazione è una prassi cruciale della pipeline di sviluppo di un videogioco; il risultato di essa è la creazione di una vertical slice, una demo completamente giocabile e che racchiuda tutte le principali caratteristiche di design del titolo, da presentare a potenziali investitori interessati a finanziarne lo sviluppo completo). I 4 progetti vincitori sono Farafter, Monster Chef, The First Hand e Ryoko. Questi inizieranno un percorso di incubazione presso le Serre di Giardini Margherita di Bologna, al termine del quale avranno realizzato il prototipo e il pitch del loro gioco. Questo processo prevede anche sessioni di mentorship con importanti rappresentanti dell’industria videoludica italiana, ovvero Andrea Basilio di Milestone, Nicola Zonca di Native Prime, Samuele Perseo di Reply Game Studios, Marco Ponte e Fabio Respighi di Nacon Studio Milan.
Bologna Game Farm è uno dei primi acceleratori di videogiochi in Italia, crediamo molto in questo progetto e nei nuovi talenti. Dopo il successo della prima edizione, proseguiamo con grande passione nel nostro cammino verso il consolidamento e la professionalizzazione del settore dei videogiochi in Emilia-Romagna, a conferma della rilevanza di questo settore come fattore culturale e come elemento di crescita economica dell’intero sistema produttivo
Ivan Venturi, coordinatore del Bologna Game Farm, comunicato stampa – 21 febbraio 2023
Beyond Good & Evil 2: sempre e solo brutte notizie per un progetto videoludico che difficilmente vedrà mai la luce. Guillaume Carmona, managing director di Ubisoft Montpellier che era a capo del progetto, ha abbandonato la compagnia dopo 18 anni. In una mail indirizzata a Kotaku, una dipendente dello studio denuncia ritmi di lavoro massacranti e sviluppatori colpiti da esaurimento. Non c’è modo di sapere se questi due fatti siano collegati, ma lo studio sta passando decisamente un brutto periodo, dato che le rimostranze di cui sopra sembrerebbero corroborate da un’indagine attualmente in corso da parte dell’Ispettorato del lavoro francese. I portavoce di Ubisoft gettano acqua sul fuoco, descrivendo la situazione quasi come se fosse un’operazione di routine:
Data la lunghezza del tempo di sviluppo di Beyond Good & Evil 2, il team di sviluppo di Montpellier sta attraversando una fase di valutazione del livello di benessere interno attraverso un ente terzo, per adottare misure preventive e valutare dove potrebbe essere necessario un aiuto aggiuntivo.
dichiarazioni Ubisoft Montpellier riportate da Jeffrey Russeau per GamesIndustry – 28 febbraio 2023
Rimanendo in tema di luoghi di lavoro malsani, va segnalato anche il caso di molestie sessuali ricevute da alcune dipendenti di Nordic Games sul luogo di lavoro, denunce presentate nel 2021 e corroborate dalle indagini dell’ente indipendente svedese Gender Balance, che ha rilasciato un comunicato riassuntivo in proposito. I nomi delle persone coinvolte sono stati omessi, in ogni caso sono stati trovati riscontri di 5 casi di molestie su 7, perpetrate da un uomo di Nordic Games in aperta violazione della legge svedese sulle discriminazioni (Discrimination Act SFS 2008:567). Va detto che l’indagine è scattata su iniziativa della stessa Nordic Games a seguito di segnalazioni interne.
I reclami spaziano da commenti o messaggi non richiesti ed insistenti di natura sessuale, incluse esplicite richieste di atti sessuali, fino a contatti fisici espliciti e non consensuali di natura sessuale. I messaggi espliciti spesso sono proseguiti anche dopo le ripetute ed esplicite rimostranze da parte della vittima.
estratto da Summary of report for Nordic Game regarding sexual misconduct – 8 febbraio 2023
Infine, quando si parla di maltrattamenti ai propri dipendenti non può mancare Activision, verso la quale la CWA ha sporto denuncia per ingiusto licenziamento nei confronti di due dipendenti (anche loro QA testers) che avrebbero ricorso a “strong language” per criticare il piano aziendale di ritorno al lavoro in ufficio, che per una parte dei lavori comporterebbe problemi legati al costo della vita e all’impatto che questo potrebbe avere su altri colleghi che dovrebbero cedere loro il posto. La CWA ha spiegato a GamesIndustry che tale “strong language” sarebbe perfettamente legittimo all’interno dell’occasione in cui è stato usato, ovvero durante un evento sindacale, e che il licenziamento operato dalla società non sarebbe altro che una ritorsione nei loro confronti. La competenza sulla questione passa ora all’ufficio regionale della NLRB, l’agenzia federale che che vigila sul rispetto del diritto del lavoro.
In concomitanza con il Pokémon Day di lunedì si è tenuto l’evento digitale Pokémon Presents, nel corso del quale sono stati fatti diversi annunci riguardo il popolare franchise videoludico giapponese di mostriciattoli collezionabili. Di seguito un riepilogo di tutti gli annunci:
Flash news su trailer e annunci della settimana:
Sul fronte recensioni partiamo con un titolo che farà la gioia dei nostalgici: Riccardo Galdieri ha provato Paraoh: A New Era, remake di un classico city-builder con qualche decennio sulle spalle… e si sente.
Passiamo all’ambito action con l’attesissimo Wo Long: Fallen Dynasty, nuova opera di Team Ninja passata ai raggi X da Simone Mauro, che ne è rimasto piacevolmente soddisfatto.
Inoltre gli appassionati di hack’n’slash saranno ansiosi di leggere l’anteprima di Bayonetta Origins: Cereza and the Lost Demon, in cui Diego del Buono vi racconta tutto su questo interessante spinoff in salsa action-adventure di Bayonetta.
Parliamo di guide iniziando con Genshin Impact: Gaia Tornitore vi raccomanda le migliori build, manufatti e team per il personaggio di Dehya.
Sul fronte di Wo Long: Fallen Dynasty non si è fatto attendere Simone Mauro che, ancora fresco di recensione, ha redatto una guida a tutti i potenziamenti per il Vasetto cura di Dragone, mentre Alessandra Borgonovo vi spiega dove trovare tutti gli Shitieshou e tutti i gusci Cicala Dorata.
Inoltre Michele Longobardi accorre in soccorso degli utenti PlayStation, spiegando loro Come risolvere l’errore non identificato che non vi fa acquistare dal PlayStation Store.
Per finire con rubriche vi proponiamo con un interessantissimo approfondimento di Demetrio Scira su Playdate, la folle console portatile a manovella: trassi di “videogiocattolo”? Leggete e saprete!
Per questa settimana è tutto.
Arrivederci a domenica prossima con il #Gamersdigest N°10 del 2023!
This post was published on 5 Marzo 2023 10:00
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