Sei al bar, in una di quelle giornate dove la vita ti sorride e va tutto a gonfie vele. Avresti voglia di attaccare bottone anche coi muri qualora vi scorgessi su un’ombra, una sagoma vagamente rassomigliante un membro della tua stessa specie; nulla ti causa esitazione e tutto stimola in te una intemperante curiosità.
Sei come Blanco sul palco dell’Ariston e non senti altro fuorché la voglia di divertirti: tu lo sai, il pubblico lo percepisce.
Oppure.
Sei al bar, con le persone di cui meno potrebbe fregarti mai. Nè di loro nè di quello che dicono. Sei scocciato e vorresti solo tornartene a casa ma non puoi; persino un video di 45 minuti dove una iguana si abbrustolisce al sole del Paraguay proietterebbe la tua attenzione in un ambiente intellettualmente più ameno e stimolante che stare li, appollaiato mentre maledici di non essere venuto con la macchina tua.
Sei vivo, ma solo superficialmente.
Una singola cosa ristabilirebbe la situazione, con efficacia, in ambo i casi. L’unico modo per canalizzare il flusso strabordante di energie mentali nel primo, la sola salvezza ad una voragine di oblio nel secondo: il puzzle, il rompicapo.
Per ogni tovaglietta dei pub con sopra i cruciverba, per le interminabili file dai medici della cassa mutua, i numeretti freschi di stampa dalle colonnine degli uffici postali, il regionale Trenitalia.
Andiamo a scoprire l’alternativa digitale di questa pratica salva-vita presso alcuni simpatici giochi mobile che generano appunto puzzle e che hanno fatto dell’enigma pret-a-porterre il loro cavallo di battaglia.
Se parliamo di indie, pochi publishers in tempi recenti hanno saputo tenere i ritmi da maratoneta di Devolver Digital. Oltre alle oculate competenze professionali, da interviste emerge che la resa vincente della compagnia di Austin passa per un approccio intuitivo, quasi spiritato, verso il lavoro degli sviluppatori.
Preservarne il potere creativo tenendo fede all’idea di partenza sono alcuni dei valori sbandierati da Devolver, che nel suo essere tanto care free su tematiche di supervisione finisce per dare quasi l’impressione di non saper cosa aspettarsi, talvolta, dall’esito che una distribuzione avrà.
Devolver Tumble Time è un puzzle free-to-play di genere match-three, descrizone alla pokedex per dire che è un gioco dove bisogna selezionare tre o più elementi uguali, adiacenti su una griglia.
I “giocattoli” da far scoppiare sono le teste dei personaggi dei giochi targati Devolver Digital, riprodotti in una graphic fashion rotonda e spessa che incarta tutte le schermate. La griglia è una specie di cestello della lavatrice, da far roteare con un apposito tasto qualora il contenuto dovesse sembrare asciutto di combinazioni, rimescolando le teste delle serie. .
In maniera simile a tanti altri puzzle game negli store anche questo contiene diversi personaggi sbloccabili tramite una pescata gatcha… anche se nella sua irriverenza è un gioco che si prende bonariamente burla proprio di tutti i gatcha e i free to play.
Le mascotte del brand, quando il meter apposito si riempie, ci porgono le loro abilità speciali . Selezionando quello spettro alimentato a cocaina con la maschera da gallo di Hotline Miami– che qui scopro chiamarsi Richard– alla carica massima della sua barra comparirà una mazza da baseball che attraversando la schermata farà scoppiare tutti i giocattoli sotto di sè.
E via così, con i vari Serious Sam, Gris, Carrion più altri e altri ancora che magari arriveranno in futuro a completare il roster.
Ogni partita dura 60 secondi di fiato interrotto, con l’occhio aguzzato a carpire quante più combinazioni possibili. Se lo si fa in fretta, si entrerà in modalità fever, dove i secondi si congelano e si fanno i punti veri.
Prendere in giro i gatcha games in questo caso avviene con l’introduzioni di elementi atipici a fine sarcastico. In Tumble Time esistono valute di gioco completamente accessorie, se non proprio inutili. Calzini, mele verdi, cerchi (?) non spendibili quasi praticamente in nessun modo.
Dissacrando poi i meccanismi idle, le ricompense settimanali forniscono un singolo soldo per schiusa, a fronte dei migliaia richiesti in-game per gli acquisti. Addirittura c’è la possibilità spuntino dei deal di acquisto dal prezzo provocatoriamente esorbitante in soldi reali.
Tra un’ads e l’altro ne può spuntarne fuori uno inventato di sana pianta. Di un gioco che non esiste.
Devolver Tumble Time è un gioco divertente con tante piccole sfumature che possono sembrare fini a se stesse ma che aggiungono brio a un puzzle game per cellulari al passo coi tempi. Anzi con mezzo alluce forse anche oltre. E’ free to play con un limite di partite che si ripristinano col tempo, si può fare un acquisto di circa 3 euro per rimuovere tale limitazione. Contiene video di pubblicità -alcune vere, altre fittizie- e ,tocca dirlo, con un acquisto in-app da 199 dollari si possono sbloccare tutti i livelli, i personaggi e le features.
Conviene trascorrere qualche minuto, accompagnati da flauti solenni e sinistri, nell’how to play di Dice Versa per comprendere appieno il meccanismo di un puzzle/rompicapo a tema dadi che può sembrare semplice ma in realtà non è.
Ovviamente stiamo scherzando. C’è davvero qualcuno la fuori con tutta questa pazienza? Specie quando poi basta un clic e siamo già davanti alla griglia 4×4 coi nostri dadi colorati in basso a schermo.
Ciò da fare è posizionarli cercando di comporre righe, orizzontali o verticali, di quattro unità che una volta convalidate si trasformeranno in punti.
Va da se che i dadi non possono essere allocati seguendo il nostro particolare schiribizzo bensì facendo base al colore o al numero presente su di esso. Lavoreremo sull’adattarci a quello che ci veiene fornito per creare delle combinazioni.
Accanto a un dado si può accostare un altro dado che abbia tassativamente lo stesso colore o riporti lo stesso numero di quello che è già sulla griglia .Pensatela come una sorta di domino che si è messo d’accordo col Tetris.
Tale regolamento stringente suggerisce quanto possa essere challenging riuscire posizionare i dadi sulla griglia, specie quando vorremo collocare un dado in una casella attigua ad altri due dadi: in quel caso bisognerà trovarne uno che condivide numero o colore, con entrambi.
Nel momento in cui non sarà possibile più fare mosse il gioco decreterà la fine della partita.Scopriremo quindi che mettere un dado in un dato punto sarà molto più cruciale di quanto pensiamo.
Alla fine non si scappa, tocca sempre imparare a conoscere come funzionano le cose, per riuscire a fare tanti punti.
In questo gioco si fanno solo punti. Non c’è nulla da sbloccare, non c’è nessuno shop. Il gusto sta tutto nel confrontarsi con i dadi che arrivano sempre più numerosi e difficili da piazzare. E’ un puzzle nudo e crudo. Con i dadi.
Che poi, tra l’altro, io non ho mai visto particolari rewards, che so, alla fine di un numero della settimana enigmistica .
Solo sfizio di averci speso un po’ di tempo.
Dive Versa è un puzzle originale e avvincente. Si scarica senza pagare nulla e ha delle pubblicità che scattano dopo ogni fine partita. Per il resto non c’è molto altro da aggiungere se non il fatto che abbia molto a che fare con i dadi.
Come Diceversa, anche Oco ci spedisce in una dimensione con regole diverse dalle nostre.
Nessuna spiegazione o introduzione, tutto auto esplicativo sin dal livello 1, dove vediamo un piccolo quadratino sfilare in senso orario su una struttura circolare
La struttura non è tutta pianeggiante, può avere dei dislivelli e quando il quadratino sbatte contro una parete verticale inverte il suo senso di marcia. Quello che possiamo fare è fargli eseguire un salto con un tap. L’obiettivo è raccogliere tutti i collezionabili arancioni a schermo.
Ogni volta che si raccoglie un orb, si rimbalza o si cade da una certa altezza si genera un suono diverso che entra in loop sul kick del beat di sottofondo, andando a creare un motivo. Quel quadratino altro non è che la puntina di un giradischi che si muove su un vinile.
Tutti i livelli si svolgono su queste medesime basi. Gli obiettivi al completamento includono anche un limite di tocchi e una risoluzione entro un tot di secondi. I livelli più avanti presentano rompicapi sempre più difficili e richiedono una certa dose di considerazione su come risolvere senza eccedere con i tocchi a sproposito.
OCO è un platform/rompicapo dal concept armonioso e “sinestetico”. Semplicissimo e brillante nell’esecuzione, ottimo nei momenti in cui c’è un esito da attendere o per una pausa di riposo attivo. Disponibile al download negli store gratis con poche pubblicità.
This post was published on 17 Febbraio 2023 12:30
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