Benvenuti ad un nuovo #Gamersdigest, recap delle principali notizie della settimana videoludica appena trascorsa!
Settimana scorsa ha fatto scalpore la diatriba riguardante il ritiro del voto per la sindacalizzazione del reparto QA di Proletariat, studio controllato da Blizzard che sembrava destinato a seguire la china tracciata da Raven Software e Blizzard Albany l’anno scorso. La CWA aveva espressamente accusato il CEO di Proletariat Seth Sivak di aver organizzato meeting aziendali intimidatori che avrebbero fatto desistere molti lavoratori dal votare a favore della costituzione della union.
In questi giorni ho contattato Sivak chiedendogli un commento a proposito di queste accuse. Il CEO non ha voluto rilasciare dichiarazioni dirette, tuttavia mi ha indirizzato verso un thread Twitter di Damon Iannuzzelli, Art Director dello studio, che ha fornito il suo punto di vista sulla questione. Iannuzzelli sostiene che i 4 meeting organizzati da Sivak avessero il solo scopo di fornire informazioni ai dipendenti riguardo alla necessità di organizzare una votazione ufficiale presso la CWA, in modo che tutti ricevessero informazioni esaustive sulle implicazioni derivanti dalla sindacalizzazione e potessero così maturare una decisione più consapevole. Ciò in conseguenza del fatto che la dirigenza di Proletariat non ha riconosciuto una prima votazione ufficiosa organizzata spontaneamente all’interno dello studio dal personale del reparto QA.
Si sono tenuti esattamente 4 meeting allargati all’intero team e non obbligatori, in merito alla sindacalizzazione. Nel primo di questi Seth ha illustrato alla squadra i motivi per i quali la dirigenza avrebbe richiesto di indire una votazione. La riunione ha avuto una forte carica emotiva: c’è stata molta confusione repentina a proposito di cosa questo significasse per le carriere di ciascuno, e nessuno disponeva veramente di informazioni esaustive. A seconda dei punti vista questo meeting potrebbe essere stato giudicato contro la sindacalizzazione, per il semplice fatto di non essere stato esplicitamente a favore.
Damon Iannuzzelli, serie di tweet del 25 gennaio 2023
Personalmente io l’ho vissuto come un onesto essere umano (Sivak, ndr) intento a spiegare i motivi per i quali lo studio non poteva accettare una semplice conta interna ma aveva bisogno di una votazione ufficiale. I sindacati so una realtà nuova nel mondo degli sviluppatori di videogiochi e molti di essi non ne comprendono i meccanismi di funzionamento e il loro impatto.
Iannuzzelli poi sostiene di credere alla buona fede del superiore, e conclude ritenendo che sia stata l’eterogeneità delle posizioni interne agli stessi lavoratori a far naufragare la votazione. Insomma, dato che lo stesso Sivak mi ha indirizzato verso i tweet di Iannuzzelli, ne deduco che egli si senta rappresentato dal punto di vista del suo Art Director, e dunque che neghi ogni responsabilità nel naufragio del tentativo di costituzione della Proletariat Workers Alliance. In ogni caso è evidente che l’operato del CEO sia sostenuto da altri colleghi, che hanno ritwittato i messaggi di Iannuzzelli, come il Principal Engineer Dan Ogles, l’ex gameplay engineer Norm Nazaroff e il producer David Morón.
Nel frattempo la casa madre Blizzard continua a far parlare di sé, avendo pagato 35 milioni di dollari come patteggiamento per mettere la parola fine alle accuse mossegli dalla SEC, ente di vigilanza della borsa valori americana, relative al mancato ascolto delle lamentele dei propri dipendenti in merito ad episodi di abusi e maltrattamenti sul luogo di lavoro, oltre ad aver violato la norma di protezione degli informatori forzando gli stessi dipendenti a non comunicare con la stessa SEC in merito ad indagini che essa stava conducendo su alcune possibili violazioni di legge da parte della stessa Blizzard. Ovviamente il patteggiamento non equivale ad un’ammissione di colpa, ma diciamo che l’azienda non ci fa propriamente un figurone ecco.
Il Dipartimento di Giustizia americano ha fatto causa a Google per aver monopolizzato il mercato della pubblicità online. Nello specifico, la compagnia di Mountian View avrebbe messo in atto una strategia di acquisto di tecnologie ed ostruzionismo della concorrenza che l’avrebbe portata, negli ultimi 15 anni, a detenere il controllo quasi totale della pubblicità digitale. Sarebbe riuscita in questo intento divenendo proprietaria tanto delle tecnologie che i content creator utilizzano per vendere spazi pubblicitari nei propri show, tanto di quelle utilizzate dalle aziende per comprare tali spazi pubblicitari. In sostanza quindi Google controllerebbe l’intera filiera della compravendita di pubblicità online.
La condotta anticoncorrenziale di Google ha incluso:
– Acquisizione dei concorrenti: mettendo in atto di una serie di acquisizioni per ottenere il controllo di fondamentali strumenti pubblicitari digitali, utilizzati dagli editori di siti web per vendere spazi pubblicitari;
– Forzata adozione degli strumenti di Google: vincolando gli editori di siti web all’adozione dei suoi strumenti appena acquisiti, concentrando la domanda di inserzionisti nel suo sistema Ad Exchange, e di conseguenza vincolando l’accesso effettivo in tempo reale all’Ad Exchange all’uso del suo Publisher Ad Server;
– Distorsione della concorrenza nelle aste: limitando le offerte in tempo reale al catalogo degli editori sul proprio Ad Exchange e ostacolando la capacità degli ad exchange rivali di competere alle stesse condizioni del proprio;
– Manipolazione delle aste: manipolando le meccaniche d’asta in molti dei suoi prodotti per isolare Google dalla concorrenza, privando i rivali di possibilità di scalare e arrestando l’ascesa delle tecnologie rivali.
Department of Justice, comunicato stampa dell’Office of Public Affairs – 24 gennaio 2023
Questa sarà la seconda causa che Google dovrà affrontare contro il Dipartimento, che l’aveva già citata in giudizio per aver monopolizzato le ricerca sul web tramite Google Search. Tale processo inizierà a settembre 2023. Per questa seconda causa invece aspettiamo di conoscere la calendarizzazione della prima udienza.
Quanto ci piacciono gli RPG? Noi videogiocatori ne vogliamo sempre di più, e la competizione fra gli sviluppatori è serrata, ma c’è sempre spazio per nuovi venuti. Accogliamo quindi con gioia la nascita di Wayfinder Games, nuovo team svedese fondato da ex sviluppatori di DICE che dopo aver lavorato per anni a sparatutto AAA hanno deciso che ne avevano abbastanza.
In un’intervista esclusiva per GamesIndustry, i fondatori Fia Tjernberg e Dennis Brännvall raccontano di aver avuto l’illuminazione dopo una sessione di gioco di ruolo con alcuni colleghi, che ha aperto loro gli occhi rispetto a ciò di cui avrebbero voluto occuparsi di lì in avanti: abbandonare le disumanizzanti realtà delle mega-produzioni e dedicarsi al proprio genere di gioco preferito creando uno studio di non oltre 30 persone, in modalità full-remote, evitando rigorosamente il crunch e dando vita ad un innovativo RPG cooperativo online che sia party-focused, per riscoprire anche in digitale la piacevole sensazione delle giocate al tavolo con gli amici ed evitare la spersonalizzazione degli MMO con raid da centinaia di utenti.
Il gioco non ha ancora un titolo ufficiale e i tempi di sviluppo si preannunciano lunghi: i creatori si dicono intenzionati a prendersi tutto il tempo necessario per studiare nuove meccaniche, provare ad implementarle, fallire, correggere e riprovare finché non saranno soddisfatti, senza pressioni esterne, investitori famelici, società proprietarie tiranniche e così via. In ogni caso lo studio è stato fondato ben 2 anni fa, ma solo a inizio di quest’anno la sua esistenza è stata resa pubblica. Non resta che fare i migliori auguri di buon lavoro al team e attendere con pazienza nuovi aggiornamenti.
La divisione VR della compagnia Meta ha perso 14 miliardi di dollari nel 2022, riuscendo a fare peggio del 2021 quando ne aveva persi una decina. Vedremo se il nuovo Meta Quest Pro lanciato sul mercato lo scorso ottobre, riuscirà a invertire la tendenza nel corso del 2023.
Non se la passa meglio Square Enix, che ha diffuso i risultati finanziari degli ultimi nove mesi del 2022, da cui si denota una perdita netta Y-o-Y del 6,6%. La holding giapponese ammette che la causa principale del tracollo sia dovuta alle scarse vendite delle produzioni maggior dell’anno, come Crisis Core: Final Fantasy VII Reunion, Dragon Quest Treasures e Dragon Quest X. Evidentemente questi titol non sono stati tanto attrattivi quanto quelli dell’anno precedente, che furono Outriders, NieR Replicant ver. 1.22474487139… e Marvel’s Guardians of the Galaxy. Inoltre a questo giro è andato in sofferenza anche il reparto MMO, dato che Final Fantasy XIV, notoriamente la gallina dalle uova d’oro della compagnia, non ha ricevuto update maggiori com’era avvenuto nel 2021 con il lancio di Endwalker. Tuttavia ci sono buone possibilità che le cose andranno meglio nel 2023. Nonostante Forspoken abbia ricevuto un’accoglienza tiepida, il 2023 vedrà l’uscita di Final Fantasy XVI e Octopath Taveler 2, entrambi molto attesi.
Infine c’è EA, che ha diffuso i dati del Q3 2022, che sono… positivi! In effetti all’azienda va piuttosto bene, con i ricavi in crescita del 5% (se contiamo gli ultimi 9 mesi del 2022 si sale al 13%). Tutto bene quindi? Nì, perché le previsioni di ricavi per il prossimo anni fiscale sono state corrette al ribasso, a causa del freno di alcuni titoli di punta che non sembrano più in grado di suscitare le stesse attitudini di spesa nel pubblico, a partire dall’IP Apex. Questa è particolarmente in sofferenza, dato che Apex Legends ha generato meno introiti del previsto, e la compagnia ha addirittura annunciato la dismissione di Apex Mobile a causa dello scarso riscontro di pubblico. Il gioco chiuderà i battenti il primo maggio.
In ogni caso anche EA si aspetta ottimi profitti dal comparto PC/console nel corso del 2023, che è già iniziato alla grande con Dead Space Remake.
Errore #404.
Flash news su trailer e annunci della settimana:
Le recensioni della settimana sono aperte da Michele Giannini che ha provato per voi Fire Emblem Engage, ultimo arrivato della popolare serie JRPG in esclusiva su Switch.
Lo shadowdrop di Hi-Fi Rush da parte di Microsoft ha colto tutti di sorpresa, ma il nostro Pasquale Monniello ha abbandonato tutti i suoi innumerevoli impegni mondani per gettarsi nella sua prova, e non ne è rimasto deluso.
In settimana Alessandro Colantonio ha anche avuto la possibilità di provare Sons of Valhalla, uno strategico in pixel art dal setting vichingo, e vi racconta le sue impressioni nella sua anteprima.
Passando alle guide, come sempre la nostra Gaia Tornitore ha scritto qualcosina a tema Genshin Impact. Nel cocnreto vi spiega dove trovare gli screenshot e come fare le foto, come usare l’app HoYo Lab e il Daily Check-In pper ottenere Primogemme, come ottenere, craftare e potenziare nuove armi, come affrontare i Boss Settimanali e del mondo, quali sono i Personaggi Migliori e come sbloccarli,
E passiamo alle nostre rubriche: sapete che anche se siete fan degli AAA dovreste dare qualche chances anche a titoli minori? Vi state chiedendo il motivo? Ci pensa Pasquale Monniello che ha composto un’ode ai giochi discreti: perché è un bene che tutti i giochi non siano capolavori.
Chi ama approfondire lo studio delle meccaniche di gioco impazzirà per il nuovo pezzo di Michele Longobardi, che vi propone l’analisi di 5 videogiochi con un combat system da paura.
Se avete ancora fame di mitologia norrena nei videogiochi, il nostro esperto Domenico Ascione vi accompagna alla scoperta di 5 videogiochi ispirati a Loki, dio dell’inganno.
L’uscita di Dead Space Remake ha ridato lustro all’immaginario fantahorror caro a molti giocatori, ma più in generale ha rispolverato il classico topos della nave fantasma, declinata in chiave sci-fi; ci dice di più l’On. Fabio Antinucci nella sua dotta disamina sul fascino segreto delle (astro)navi fantasma.
A volte la distanza temporale dall’uscita di un gioco ci permette di valutarne meglio l’impatto e l’effettiva riuscita. Proprio a questo serve la nostra rubrica #Seimesidopo, che questa settimana vi propone le riflessioni di Luigi Cianciulli tramite la sua lettera aperta a Xenoblade Chronicles 3.
Per questa settimana è tutto.
Arrivederci a domenica prossima con il #Gamersdigest N°6 del 2023!
This post was published on 5 Febbraio 2023 10:00
I lavori sul gioco sono cominciati addirittura nel 2014, ma solo adesso il titolo è…
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