Sono stati molti, negli anni, i videogiochi che ci hanno fatto saltare sulla sedia ed hanno reso le nostre notti insonni e piene di incubi.
Ma quanti sono stati i villains inquietanti a tal punto da rimanere nel cuore dei videogiocatori?
Noi di Player.it ne abbiamo scelti cinque ed in questo articolo cercheremo di dare loro un volto (non tutti ne hanno uno) spiegandone contemporaneamente origini e retroscena.
Iniziamo subito questo spaventoso viaggio
SPOILER: Si, in questo articolo troverete spoiler di ogni forma e funzione. Lettori avvisati mezzi salvati 🙂
Matriarca della famiglia Baker, ha da sempre vissuto nelle paludi della Louisiana e più precisamente nel ranch di suo marito Jack.
Dal matrimonio con Jack, Marguerite ha avuto due figli: Lucas e Zoe.
Entrambi i figli, terminati gli studi, hanno iniziato a lavorare nel ranch di famiglia. Lucas tra questi era quello più versatile, aiutando il padre tanto con i lavori agricoli quanto con i lavori manuali legati alla tenuta.
Nel 2014 la zona della Louisiana viene colpita da un forte uragano che distrugge quasi completamente il ranch dei Baker. Le conseguenze sono terribili, ma Jack e Lucas non si perdono d’animo e cominciano a lavorare ancora più intensamente per riparare i danni causati dalla perturbazione.
Mentre perlustrano il terreno circostante alla ricerca di materiali utili, trovano due vittime della catastofe e le portano in salvo: una bambina ed una giovane adulta (scopriremo poi che sono proprio Eveline e Mia Winters).
Marguerite, che era al tempo una casalinga premurosa, obbediente e tradizionale accetta di prendersi cura delle superstiti e decide di sistemarle nella vecchia camera di Lucas. La famiglia è felice di ospitare le due sopravvissute ma la più entusiasta è proprio Marguerite, che non vede l’ora di accudirle al meglio.
Jack dichiarò che avrebbe permesso a entrambe di rimanere per un po’, giusto il tempo di riprendersi e che avrebbe successivamente chiamato le autorità in modo da far tornare a casa tutti quanti. Nessuno poteva immaginare che Eveline fosse in realtà un’arma biologica capace di controllare telepaticamente le persone e ossessionata dall’idea di avere una famiglia tutta sua. Avendo quest’ultima ascoltato le parole di Jack, decise che avrebbe imposto il suo controllo sull’intera famiglia attraverso i suoi poteri psichici.
La prima ad accorgersi che c’è qualcosa di strano in Eveline è proprio Marguerite, che la porta da un medico per una radiografia cerebrale. Quest’ultimo scorge alla base del suo cervello una sostanza simile alla muffa. Sebbene in un primo momento il medico si fosse dichiarato preoccupato sarà il dottore stesso a dichiarare la sostanza come innocua, invitando Marguerite a tornare direttamente a casa.
Dopo pochi giorni il potere di Eveline sui Baker cresce esponenzialmente e tutti i membri della famiglia vengono infettati da un fungo (noto come E-001) bioingegnerizzato da una corporazione sconosciuta. Il fungo è capace di mutare la mente e la forma della creatura ospitante, garantendole inoltre una forza sovrumana e la capacità di rigenerarsi da gravi ferite.
Marguerite è la prima a subire le conseguenze dell’infezione. Jack cerca di fermare i suoi episodi di violenza, ma dopo poco l’infezione si propaga su di lui ed il figlio Lucas.
Zoe, che conserva ancora la ragione, decide di nascondersi da Eveline.
A causa di questi avvenimenti, il paese mormora dicerie raccapriccianti sulla dimora dei Baker, sostenendo che chiunque osi avventurarsi al suo interno non farà mai più ritorno a casa propria. All’atto pratico è tutto vero: i temerari che tentano l’impresa, o anche solo gli addetti alla consegna del latte che si avvicinano troppo, vengono catturati e dissezionati da Jack che divide accuratamente le viscere dal corpo. Le prime vengono date a Marguerite, che si occupa di cucinarle e servirle per cena, mentre i corpi vengono trasformati in mostri composti di fango e muffa proprio da Eveline.
Durante i primi stadi dell’infezione, Marguerite conserva qualche accenno alla sua natura pacata e gentile precedente, cercando di trattare con cura i suoi “ospiti” e limitandosi a servire cibo avariato e putrefatto. Quando il suo cibo viene rifiutato o viene messa alla prova la sua dolce facciata però cade, rivelando un individuo violento e irrazionale che minaccia il malcapitato nei modi più inquietanti. Col tempo si convince ulteriormente di essere la donna di casa migliore di sempre.
Come tutti gli infetti, Marguerite ha la capacità di rigenerare ferite e arti recisi, questo la rende praticamente immortale. L’infezione le ha dato inoltre la capacità di creare e controllare insetti mutanti, così come di trasformare il suo corpo in un aracnide gigante, con arti lunghi e sottili.
É uno dei nemici più inquietanti di sempre, poiché, a differenza di altri, Marguerite compare alle spalle all’improvviso, si avventa velocemente sul bersaglio non appena lo nota, ma per tutto il tempo è una presenza silenziosa, che si limita a camminare tranquillamente per la villa, talvolta canticchiando, fin quando non trova qualcosa che cattura la sua attenzione.
Uno dei momenti più memorabili di Resident Evil VII è proprio quello in cui il giocatore è costretto ad improvvisare una “partita a nascondino” con lei, nel tentativo di fuggire.
Una delle nemesi più importanti di sempre, nonché una delle più curiose, che compare soltanto a partire dal secondo capitolo della saga. Per cominciare a raccontare questa iconica figura è doveroso fare un passo indietro e descrivere il contesto, i personaggi e la città di Silent Hill.
James Sunderland ha ricevuto una lettera da sua moglie Mary, che lo invita a raggiungerla nella città in cui sono cresciuti. Fin da subito tutto risulta essere molto strano poiché la donna è morta anni prima a causa di una malattia ma, nonostante un primo momento di incredulità, James si mette in viaggio e raggiunge Silent Hill.
La coltre nebbiosa che aleggia su ogni angolo della città nasconde orrori che la mente umana non è in grado di concepire, ma anche alcuni personaggi secondari che, come James, si muovono per le strade di Silent Hill alla ricerca di qualcosa o qualcuno.
Il primo incontro avviene con Angela, un’adolescente disturbata che ha ucciso la sua famiglia per vendicarsi degli abusi subiti dalla stessa.
Poco più avanti incontriamo Laura, un’orfana di otto anni che, come James, vaga per Silent Hill alla ricerca di Mary, conosciuta solo l’anno prima. Laura non crede che Mary sia morta, sostiene bensì che il “luogo tranquillo e bellissimo” descritto nella lettera, sia proprio la città nebbiosa e non il paradiso, come chiunque crederebbe. Anche se in costante disaccordo con James, Laura è l’unico personaggio del gioco che possiede un animo puro. Grazie alla sua innocenza infatti, non vede mostri o anomalie nella città.
Eddie, il terzo personaggio incontrato a Silent Hill è stato sempre oggetto di abusi verbali a causa della sua obesità, finché la sua rabbia ha preso il sopravvento ed ha iniziato a uccidere chiunque gli causasse sofferenza, forte del fatto che l’aspetto di una persona non conti più nulla, una volta morti.
La donna provocante, sensuale ed estroversa, identica alla defunta moglie di James nelle fattezze, è Maria. La incontriamo più volte durante il gioco e si pensa rappresenti il fantasma di Mary, di cui possiede i ricordi, creata dalla disperazione di James, che si sente attratto da lei, ma anche intimorito.
Tutti i personaggi, eccetto Laura, hanno in comune un profondo senso di colpa per motivi differenti ed incontrano, almeno una volta durante il gioco, Pyramid Head.
Questo fattore lascia spazio a diverse teorie ed interpretazioni. Vediamone alcune.
Esteticamente appare come una persona molto robusta di cui non riusciamo vedere il volto, poiché rinchiuso in un elmo con la forma di una piramide, da cui il nome. A causa del curioso copricapo non può certo vedere, ma riesce comunque a percepire la posizione esatta del protagonista e delle altre creature che abitano la città. Pyramid Head stringe tra le mani quello che sembra essere uno spadone talmente grande e pesante da dover essere trascinato e sempre accompagnato nei movimenti da un rumore metallico assordante, lo stesso che per generazioni di giocatori ha rappresentato un incubo. Questo personaggio non è violento solo con gli esseri umani, ma anche con le altre creature che abitano Silent Hill. Più volte, infatti, lo incontriamo intento a torturare, violentare e uccidere mostri. È solo dopo un po’ che comincia a comportarsi in modo diverso e compie gesti che ci fanno capire di più circa il suo scopo.
Ci sono dei momenti particolari del gioco in cui questo mostro rappresenta una vera e propria chiave per raccontare alcune vicende di cui il giocatore è all’oscuro, come per esempio il colpo di scena in cui si scopre che è stato proprio James ad uccidere la moglie, con lo scopo di cancellare i dolori che la malattia le stava infliggendo. Oppure lo ritroviamo sul finale, quando trafigge Maria con una lancia, simboleggiando così il momento in cui il protagonista “lascia andare” definitivamente Mary, dimenticando i suoi sensi di colpa.
Secondo alcuni è una rappresentazione inquietante delle pulsioni e dei sensi di colpa che James reprime, per altri è una sorta di giudice spietato che vuole mettere James di fronte al suo crimine più grande ed aiutarlo a redimersi.
La verità è che Konami non ha mai rilasciato una versione ufficiale del significato attribuito a questo personaggio. Ma forse è proprio questo mistero uno dei motivi per cui è così affascinante ai nostri occhi.
Conosciuto anche come Ruben Victoriano è l’antagonista di Sebastian in The Evil Within, oltre che uno dei personaggi più creepy di sempre.
Inquietante già nell’aspetto, appare come un ragazzo molto magro, dal volto pesantemente sfigurato. Indossa bende ed una tunica a brandelli bianca, quasi a voler esaltare il suo pallore cadaverico, con un ampio cappuccio che gli nasconde buona parte del viso. La metà destra del suo cranio è stata sostituita con una placca artificiale trasparente che espone il cervello, risultato di una probabile “auto-sperimentazione”. Ciò che salta subito all’occhio guardandolo, è sicuramente la quantità di ustioni e cicatrici che lo caratterizza, e le iridi chiarissime, quasi bianche, che gli conferiscono un aspetto spettrale.
Inizialmente non si comprende bene la natura di Ruvik.
Definirlo umano sarebbe inappropriato, considerando che non rispetta le leggi della fisica, è immune a qualunque arma e sa teletrasportarsi ad una velocità impressionante.
Forte della sua sete di vendetta, dei suoi poteri sovrannaturali e dalla sua follia, Ruvik tormenta tutti coloro che, in qualche modo entrano in contatto con lui.
Durante la giovinezza Ruben fu un bambino prodigio. Fece grandi progressi nel campo della psicoterapia, seppur utilizzando con metodi disumani.
Cominciò gli studi con il dottor Jimenez in giovane età e, grazie alle donazioni periodiche che i suoi genitori facevano al Beacon Mental Hospital, riuscì a perfezionare i suoi metodi studiando e servendosi, all’occorrenza, di “cavie umane” su cui sperimentare.
Alle spalle di Ruvik vi era una famiglia benestante con enormi possedimenti che suscitavano l’invidia dei popolani. Questi ultimi decisero così di appiccare il fuoco nella loro proprietà, col solo scopo di danneggiare la famiglia e le loro ricchezze.
Ironia della sorte vuole che al momento della tragedia i due più giovani membri della famiglia, ovvero Ruben e sua sorella Laura, poco più che bambini, si trovassero all’interno del granaio e fossero divorati dalle fiamme in pochi minuti.
Laura morì sotto gli occhi di Ruvik, la cui vita non fu più la stessa. I suoi rapporti con la famiglia si deterioraono in maniera definitiva. Il padre del ragazzo, dopo l’incidente, decise di tenerlo nascosto alla società a causa del suo aspetto e di tormentarlo in ogni modo possibile. L’odio e la follia consumarono il ragazzo che decise di uccidere entrambi i genitori, ereditando il loro denaro ed impiegandolo nelle sue ricerche scientifiche.
Il rapporto lavorativo con il dottor Jimenez durò anni, fino a quando quest’ultimo non solo escluse Ruvik dal progetto STEM, a cui i due lavoravano insieme, ma lo costrinse a diventare una cavia, imprigionandolo in una dimensione parallela.
Ruvik resta intrappolato nello STEM fin quando scopre che l’ospedale psichiatrico Beacon e Leslie Withers, un paziente del dottor Jimenez, sono il solo mezzo per tornare nel mondo fisico. Non viene mai spiegato come Ruvik riesca a tornare e manifestarsi al Beacon, ma quando succede la sua furia è incontenibile e dà inizio a un massacro. É proprio questo il momento in cui Sebastian lo incontrerà per la prima volta, dando inizio alla saga che conosciamo.
Immaginate di percorrere i corridoi di un’immensa villa infestata.
Fuori c’è un temporale che ha causato un black-out e voi stringete tra le mani una candela.
La luce fioca di quest’ultima vi permette di vedere solo pochi centimetri più in là del vostro naso, ma voi continuate ad esplorare ogni stanza, intenti a risolvere un mistero. Gradini di legno scricchiolanti, rumori di dubbia entità ed il televisore che si accende e si spegne in autonomia.
Un quadro piuttosto angosciante, no?
Aggiungete a tutto questo il fantasma di un’anziana signora con un ghigno malefico sul volto.
Camicia da notte bianca, espressione priva di qualunque emozione, eccessiva magrezza e trascuratezza… Dolores è solita alternare urla disumane a lamenti e risatine sommesse con una frequenza tale che fa pensare da subito ad una certa instabilità mentale.
In ogni angolo della casa potrete udirla mentre bisbiglia frasi incomprensibili, canticchia allegramente in un momento e si dispera subito dopo, ma non appena vi nota, uscirà dalla coltre di buio nel quale è nascosta e correrà nella vostra direzione, mettendovi KO.
Dolores è la moglie di un uomo di nome George, con cui sta allevando un bambino. Ama la musica lirica, bere tè al pomeriggio e la sua vita scorre piuttosto tranquilla, fino a quando lei e il marito si trasferiscono nella nuova casa (la stessa in cui il gioco è ambientato). Qui la donna diventa bersaglio di un’entità maligna sconosciuta, subendone l’influenza al punto di perdere la ragione.
Demenza, disturbo bipolare, ansia e schizofrenia…il tè sorseggiato in soggiorno sarà in realtà un cocktail di psicofarmaci.
George cerca di prendersi cura della consorte come meglio può, così come del bambino.
Dolores, vittima della sua paranoia, inizia a spiare il marito perché convinta che stia cercando di avvelenarla. La malattia peggiora e gli episodi in cui la donna borbotta sequenze numeriche, si gratta fino a sanguinare, sbatte la testa contro il muro ed, in generale manifesta sfoghi emotivi estremi senza alcuna causa scatenante si fanno sempre più frequenti.
George, che ormai inizia a sentirsi fortemente sopraffatto dalla situazione, decide di sottoporla a una cura migliore ma finisce per ucciderlo trafiggendolo con sette coltelli.
Nei minuti successivi all’omicidio, Dolores entra nella sua camera da letto per consolare il bambino, l’unico in grado di placare le sue reazioni violente.
Ma l’attimo di tenerezza dura poco: in un ultimo momento di lucidità, schiacciata da un forte senso di colpa, Dolores si impicca ad una trave del soffitto.
Il bambino abbandonato e spaventato dalla vista del cadavere, piange senza sosta, fino a morire di stenti, solo qualche giorno più tardi.
Donna Beneviento nasce nel XX secolo da una famiglia nobile.
Si narra che la sua famiglia discendesse direttamente da Berengario, un uomo che, secondo il folklore locale, era un antico mutante che si stabilì in una regione remota dell’Europa dell’Est (probabilmente la Romania) insieme ad altre tre casate da cui discendono le famiglie Dimitrescu, Moreau e Heisenberg.
Dopo la Prima Guerra Mondiale la famiglia Beneviento si è lentamente disgregata. I genitori di Donna si suicidano quando lei è ancora bambina, causandole degli enormi disagi mentali.
Tra questi, la ragazza ha sviluppato profonde ansie che l’hanno tenuta in estrema solitudine, emarginata dalla società. Lady Beneviento ha iniziato a preferire la compagnia delle sue bambole, in particolare di Angie, una bambola fatta per lei dal padre, che è anche il suo unico strumento di comunicazione.
Durante l’età adulta, la donna passa le sue giornate a creare bambole che, secondo lei, avrebbero riempito il suo cuore, sostituendo in qualche modo la sua vera famiglia, ormai defunta.
Madre Miranda provando pietà per la ragazza, decide di accoglierla come figlia adottiva, assegnandole un posto nel consiglio come uno dei Quattro Signori del villaggio.
È sempre la stessa Madre Miranda ad innestare nei 4 sovrani il parassita Cadou, causando loro cambiamenti tanto nell’aspetto quanto nelle capacità.
Lady Beneviento impara a manipolare la mente delle persone ed indurre allucinazioni. Inoltre può dividere il suo parassita Cadou tra le bambole da lei create e controllarle a distanza. In circostanze normali, sfrutta questa abilità per “animare” la bambola Angie, sua cara amica nonché portavoce, ma il potere le permette di controllare anche più bambole contemporaneamente.
Come effetto collaterale della sua mutazione, la malattia mentale di Lady Beneviento è peggiorata, portandola a ragionare come una bambina ed accentuando la sua fissazione per le bambole.
A differenza degli altri Signori del villaggio, il parassita non ha cambiato la donna nell’aspetto. Apparentemente sembra una normale umana, ma sotto il velo nero e pesante nasconde un ascesso che le cresce sull’occhio destro.
Probabilmente è il più debole dei Quattro Signori, ma il disturbo mentale e i retroscena sconosciuti la rendono sicuramente la più interessante.
This post was published on 15 Gennaio 2023 12:30
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