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Speciali

La famiglia disfunzionale come vettore narrativo: The Binding of Isaac | #Lore+

The Binding of Isaac, ideato e creato da Edmund McMillen, è probabilmente il gioco indie di maggior successo, talmente importante da aver rivoluzionato il genere dei rogue-like e dettato nuovi canoni per tutto il mondo videoludico.

In pochi, però, sanno che dietro i disegni cartoon e la difficoltà folle, si nasconde la storia drammatica di un bambino e dei suoi drammi psicologici e familiari.

Dopo aver approfondito le paure del piccolo Isaac è giusto concentrarsi sulla sui suoi genitori: una famiglia disfunzionale che, in gran parte, ha condizionato la psiche del bambino durante i suoi primi anni di vita e portato alla tragedia raccontata silenziosamente dal titolo.

Mamma: il vero nemico?

La premessa narrativa è ormai risaputa.

Isaac ascolta sua madre mentre riceve da una voce dall’alto l’ordine di sacrificare il suo unico figlio per espiare i peccati della famiglia, così, in preda al panico, il bambino scappa in una cantina infestata da mostri mentre la donna lo insegue armata di coltello.

Sappiamo anche, però, che tutta la storia è solo un’interpretazione della realtà del piccolo Isaac che, ormai preda delle sue paure e delle sue fantasie, non distingue più ciò che è vero da ciò che è frutto della sua immaginazione.

La mamma, quindi, è davvero un mostro in grado di uccidere suo figlio per compiacere una divinità?

Di Maggie, questo il nome della donna, conosciamo molto nel corso dell’avventura: Isaac trova tantissimi oggetti legati alla madre.

Un passato felice

Molti di questi oggetti sono trucchi (rossetto, mascara…), gioielli e dei tacchi a spillo. Risulta, quindi, evidente che, almeno in passato, Maggie non era diversa da qualunque altra giovane donna. Come tutte amava vestirsi bene, prepararsi, farsi bella e sfoggiare, ad esempio, una vistosa collana di perle.

Questo fa intuire anche che, inizialmente, la donna non doveva essere nemmeno bigotta, forse nemmeno fedele, come invece appare la madre agli occhi di Isaac. I predicatori cristiani che la donna segue costantemente in TV sono veri e propri estremisti che condannano qualunque comportamento o pulsione lontani dalle regole ferree della Bibbia. Quindi è improbabile che una donna succube di tali ideali possa pensare di truccarsi, dal momento che questi vezzi sono più volte puniti nel Vecchio Testamento.

Probabilmente, quando la giovane Maggie ha incontrato suo marito era una ragazza normalissima, con le sue passioni e con la voglia di apparire piacente, di sedurre, di essere apprezzata per il suo aspetto. Del resto, se Isaac ancora ricorda queste cose, se in camera di sua madre trova ancora una specchiera per truccarsi, vuol dire che la donna si è comportata normalmente anche dopo esser diventata madre, dopo il matrimonio.

Qualcosa di terribile deve esserle accaduto per trasformarla così radicalmente, qualcosa che le ha levato ogni stimolo, portandola a devolversi completamente ad una fede radicale.

Depressione?

Isaac trova numerose pillole nel corso della sua fuga, oggetti che, se ingeriti dal bambino, possono avere effetti positivi o negativi. Un’alternanza che richiama molto l’altalena emotiva che possono procurare i farmaci utili a contrastare ed alleviare la depressione.

Risulta chiaro anche che le pillole sono fortemente associate alla madre: molti oggetti, la sacca per pillole o il barattolo di pillole, sono compresi nel set di strumenti appartenenti alla donna; inoltre la specchiera di mamma viene distrutta, dal suo interno fuoriescono numerose pillole.

Maggie, quindi, ha sofferto e, al momento delle avventure di Isaac, è piombata in una profonda forma di depressione.

Potrebbe essere uno stato mentale dovuto all’abbandono del marito, ma sappiamo anche che quando il padre di Isaac va via di casa la donna è già succube della fede radicale ed ha già comportamenti insani. Questo lo sappiamo bene perché in uno dei percorsi finali, introdotti dal DLC Repentance, ascoltiamo l’ultimo litigio dei due genitori e, mentre il padre accusa la donna di essere “insana”, lei si preoccupa dell’anima corrotta del marito e del figlio.

Dev’esserci stato, allora, un altro evento che ha portato la donna ad una crisi, poi trasformatasi in depressione e crisi mistica. La depressione non è una causa, ma l’effetto di qualcosa di ancor peggiore.

Cancro

Tra gli oggetti della madre che Isaac trova in giro c’è anche una vecchia parrucca. Eppure la donna è sempre rappresentata con una folta chioma bionda e, del resto, vista la giovanissima età del bambino, è improbabile che la perdita di capelli sia dovuta all’età. Un’altra causa per la perdita di capelli può essere una cura oncologica.

Altri oggetti comuni nel corso dell’avventura sono le siringhe: tante, di ogni tipo e colore e con effetti diversi sul piccolo protagonista. Viene da chiedersi perché Isaac abbia dimestichezza con così tante medicine. Se le pillole servono alla depressione, le siringhe anche devono avere uno scopo, qualcosa che il bambino ha rielaborato così tanto da trasferirle nella sua fantasia.

Un altro indizio verso la malattia di Maggie è dato proprio dal suo aspetto.

Certo, tutto è traslato nell’immaginazione di Isaac, ma alcuni dettagli appaiono comunque strani. La mamma è una donna estremamente grassoccia, al punto da muoversi sempre male. Quando poi appare meglio, ad esempio quando con la gamba cerca di schiacciare il bambino, gli arti appaiono realmente deformi, pieni di bozzi e venature. Forse non si tratta solo della visione mostruosa di Isaac, ma ci potrebbe essere un fondo di verità: il piccolo ha visto il corpo della mamma deteriorarsi lottando contro la malattia, in seguito alle cure.

Un’immagine che evidentemente ha sconvolto Isaac al punto da vedere sua madre come un mostro deforme e spaventoso.

Del resto, numerosi oggetti trovati fanno riferimento a malattie e, soprattutto, a tipi di tumore. Improbabile che un bambino tanto piccolo possa avere così tante nozioni mediche senza aver vissuto qualcosa sulla sua pelle.

Storia di un lento tracollo

Possiamo ora ricostruire il dramma di Maggie.

Un matrimonio felice, come mostrato dalle prime polaroid che osserva Isaac, benedetto dalla nascita di un figlio. Poi sono iniziati i problemi, a partire da quelli economici. Vedremo in seguito, parlando del padre, che la famiglia era molto povera.

La scoperta del cancro ha devastato completamente la donna, mentalmente ed umanamente. E’ diventata una madre assente, dovendo preoccuparsi della sua malattia e la paura della morte l’ha spinta a trovare sempre maggior conforto nella fede.

L’ultima coltellata le è stata data dall’abbandono del marito. Maggie è così rimasta sola, con la sua malattia, la sua depressione ed un figlio che ormai la vedeva come un mostro, incapace di comprendere il dolore che tormentava il cuore di sua madre.

Papà: l’eroe di Isaac

Del padre di Isaac si conosce relativamente poco: gli oggetti legati a lui si contano sulle dita di una mano e, praticamente, appare solo in alcuni brevi filmati.

Sappiamo, però, che Isaac ha fortemente sofferto per la sua scomparsa quindi è molto probabile che il bambino avesse un legame molto forte con suo padre proprio a causa dell’assenza della madre.

Un altro indizio importante sul loro rapporto lo troviamo in The Legend of Bumbo, nuovo titolo di McMillen e spin-off di The Binding of Isaac.

Nel filmato introduttivo scopriamo che il padre di Isaac ha cercato di incanalare la smodata fantasia del figlio facendogli costruire personaggi immaginari con cui giocare o attraverso cui manifestare i propri stati d’animo: molte di quelle figure sono nemici e avversari del gioco principale.

Evidentemente il bambino si sentiva capito ed ascoltato dall’uomo, che riusciva anche ad interpretare i suoi piccoli tormenti interiori e trasformarli in gioco. Inoltre, la stessa voce narrante che accompagna le avventure di Isaac è quella del padre: come se nella testa del piccolo l’uomo stia ancora vegliando su di lui, raccontando la sua storia.

Eppure, alcuni particolari del gioco mostrano che, forse, il papà non era la figura benevola che Isaac ricorda.

Moneta o… gettone

Uno dei pochi strumenti legati al padre che Isaac può trovare in giro è il “Dad’s lost coin” (“la moneta perduta di papà”). Malgrado tutte le monete del gioco abbiano colori legati all’oro, questa, in particolare, è grigia ed al centro ha raffigurata un’immagine simile ad una Omega.

Ancora una volta la spiegazione non arriva dal gioco, ma da un altro prodotto ad esso collegato: il gioco di carte collezionabili. Nell’illustrazione dell’oggetto la moneta appare più nitidamente.

Con questa nuova prospettiva la moneta appare molto simile al gettone che, solitamente, viene dato agli alcolisti che cercano di disintossicarsi. Generalmente, negli Stati Uniti, ogni gettone è la prova di un determinato periodo di sobrietà. Eppure, anche se Isaac lo ricorda bene, il padre ha perso la moneta. Una riprova del fatto che l’uomo fosse un alcolista e che abbia anche fallito nel tentativo di riabilitarsi.

Soldi e gioco d’azzardo

La famiglia di Isaac era molto povera e, a quanto pare, il padre non contribuiva in modo positivo sull’economia domestica.

In una scena molto breve si nota l’uomo mentre ruba dei soldi dalla borsa della moglie. Inoltre, nel litigio finale si sente chiaramente Maggie chiedere al marito “Come hai perso tutti i nostri soldi?” e lui risponde semplicemente con “Sono andati, non ci pensare”.

E’ molto probabile che oltre al vizio del bere, il padre di Isaac fosse anche incline al gioco d’azzardo. Una tendenza che l’ha portato a rubare i soldi alla moglie ed utilizzare i risparmi della famiglia in modo scriteriato.

Non è, quindi, un caso se la moneta perduta, come effetto principale su Isaac ha quello di aumentare la fortuna. I vari scenari percorsi dal bambino sono sempre pieni di slot machine e il valore fortuna aumenta la possibilità di vincere premi utilizzando monete.

E’ chiaro che il bambino, malgrado l’età, conosca bene le insidie della ludopatia ed abbia una chiara consapevolezza sul funzionamento di tali macchine. Il padre potrebbe addirittura averlo portato con lui in alcuni dei suoi tentativi di fare fortuna con il gioco.

Avidità

Tra i tanti mostri che Isaac incontra nella sua fuga una particolare importanza la ricoprono i sette vizi capitali: veri e propri mini-boss che appaiono in qualunque piano, ben più pericolosi di nemici comuni.

Fra questi, però, è il peccato dell’avidità, “Greed”, a ricoprire un ruolo principale.
Mentre gli altri peccati possono essere trovati in due versioni differenti, debole e potente, la rappresentazione dell’avidità ha persino una versione “Ultra” ed è il boss principale di una specifica modalità di gioco basata unicamente sui soldi.

Inoltre, anche le versioni normali di Greed possono essere trovate nel gioco base in molti più punti rispetto agli altri peccati, ovviamente in luoghi legati al denaro come negozi o sale da gioco.

A quanto pare Isaac ha dato un’importanza assoluta al peccato dell’avidità rendendolo il più spaventoso: strano per un bambino così piccolo.

Sembrerebbe che, pur ricordando il padre come l’unico affetto familiare, una parte di Isaac abbia metabolizzato gli errori dell’uomo, abbia, in parte, compreso che gran parte dei problemi non derivino dalla madre, ma dall’avidità del padre. Qualcosa, nel suo piccolo inconscio, lo porta ad essere così spaventato dai soldi da immaginare un mostro ben più pericoloso della mamma, una figura che cerca continuamente denaro e diventa violenta per ottenerlo.

Isaac deve aver visto il padre chiedere insistentemente soldi alla madre, magari diventare violento per ottenerli, l’avrà visto rubare, l’avrà visto perdere tutto al gioco ed infervorarsi. Tutto questo, in pochi intervalli di lucidità, mostrano ad Isaac il vero mostro che ha distrutto la famiglia: l’avidità del padre.

Una corda al collo

Assodato che Greed potrebbe essere la manifestazione del padre nella fantasia di Isaac, resta da capire un piccolo mistero: tutti i Greed hanno una corda legata intorno al collo. Molte rappresentazioni di Greed lo mostrano addirittura impiccato nel negozio.

E’ evidente che all’avidità il bambino associ l’impiccagione.

E’ possibile che il padre di Isaac, dopo aver abbandonato la famiglia, si sia ucciso, ma nulla lo fa intuire nei filmati e nei vari ricordi del bambino. Sappiamo, però, che in The Legend of Bumbo, la madre disperata chiede al figlio di smettere di rifugiarsi nelle figure di cartone create col padre, che quell’uomo ormai se n’è andato e non tornerà più.

Che il bambino abbia interpretato il mancato ritorno del padre come una morte?

Oppure, il riferimento potrebbe ricavarsi nella Bibbia e potrebbe essere scollegato del tutto dal destino del padre.

Dai Vangeli sappiamo che Giuda tradisce Gesù per trenta denari. Quindi, agli occhi di Isaac, Giuda potrebbe essere un chiaro esempio di avidità. Tuttavia, l’apostolo si pentì dopo la crocifissione del suo Maestro e, schiacciato dai sensi di colpa, si tolse la vita impiccandosi. Dunque, Isaac potrebbe vedere l’impiccagione come diretta conseguenza dell’avidità, come punizione divina e destino per chi antepone il denaro agli affetti.

Forse, essendo così condizionato dai racconti biblici della madre, il piccolo Isaac sa, nel suo cuore, che il padre prima o poi dovrà impiccarsi per espiare la sua eccessiva avidità.

This post was published on 21 Novembre 2022 12:30

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