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Speciali

Resident Evil 2 ribalta gli standard qualitativi dei remake

In una generazione di remaster e remake non sempre utilissimi, il trailer che abbiamo visto questa notte, alla conferenza Playstation dell’E3 2018, rischia di mettere in difficoltà le aziende che in futuro vorranno riproporre vecchie glorie della storia videoludica o titoli più o meno recenti per permettere a una community più vasta di poterli giocare. Diciamo questo perché il primo trailer ufficiale del remake di Resident Evil 2 è di caratura così pregevole che, crediamo, si porrà come punto di riferimento per molti anni a venire.

Gli standard qualitativi, dopo l’uscita di Resident Evil 2 Remake, che avverrà il 25 gennaio 2019, dovranno per forza di cose alzare la propria asticella e fare un salto per non rischiare di sbatterci contro e farla cadere. Ciò che è avvenuto stanotte è straordinario, lo diciamo senza temere smentite, perché in una serata in cui vengono mostrati il gameplay di The Last of Us: Part 2, il primo gameplay assoluto di Death Stranding, l’opera che maggiormente sta tenendo i fan col fiato sospeso, una nuova IP dal titolo Control sviluppata da Remedy e scene spettacolari del prossimo Spider-Man, ci si aspetta che un “semplice” remake non faccia scalpore, non rimanga scolpito in mente in modo quasi indelebile, rubando quasi la scena a tutto il resto.

Ciò è avvenuto perché in sala o nelle case, dietro ai monitor dei PC, ci sono tanti nostalgici del Resident Evil che fu? Anche, non c’è dubbio, ma non solo. Il remake del secondo capitolo della saga horror di Capcom ha fatto scalpore perché presentava una qualità fuori dal comune che ha riportato tutti al 1998, quando il capitolo originale della serie fu pubblicato. Riuscire in questo intento è stato ancora più sensazionale proprio perché stiamo parlando di Resident Evil. Questa serie ha passato anni di “crisi” d’identità, un lungo periodo in cui non era ben chiaro che strada volesse imboccare. Quello che per tutti era un esponente di spicco del genere survival horror, nel tempo si è evoluto cambiando radicalmente il suo approccio e costringendo i giocatori stessi a cambiare il proprio modo di interfacciarsi con questa serie.

Il punto di svolta fu Resident Evil 4, uno dei capitoli meglio riusciti per molti, ma che presentava già meccaniche action che sarebbero state poi ampliate ed esasperate negli episodi successivi, raggiungendo il culmine in Resident Evil 6. Capcom ha prodotto nel tempo episodi dalla qualità discutibile, come Operation Raccoon City e Umbrella Corps. Quando ormai sembrava che la strada intrapresa fosse irrimediabilmente quella, Capcom stupisce tutti il 24 gennaio 2017, data in cui viene pubblicato Resident Evil 7 Biohazard. La serie torna horror, ma ancora una volta la software house giapponese conferma di essere diventata camaleontica, perché l’horror proposto dal settimo capitolo della serie principale non aveva nulla a che vedere con il suo modo classico di interpretare il terrore.

Quanto sei bella, Claire!

Tutto questo per dire cosa? Che quando trapelarono le prime voci su un remake di Resident Evil 2, probabilmente il capitolo più amato, entusiasmo e paura iniziarono a serpeggiare su due linee parallele. Erano in molti a temere un brutto epilogo, perché mettere mano su un gioco di quel calibro, quando parecchi pensano che tu abbia perso il tocco magico, non è semplice e il rischio di strafalcione è dietro l’angolo. I dubbi sono stati fugati questa notte, durante l’E3 2018. Il trailer mostrato alla conferenza Playstation non solo ci ha fatto tirare un sospiro di sollievo, ma ci ha letteralmente trasportati nell’epoca d’oro di Capcom. Ora tutti attenderemo il 25 gennaio 2019 con la stessa impazienza con cui attendemmo il 21 gennaio 1998 l’uscita di Resident Evil 2. Questa è stata la magia dell’E3 2018 di Sony.

Il gameplay di dieci minuti mostrato in seguito non fa altro che confermare le nostre sensazioni positive.

This post was published on 12 Giugno 2018 12:05

Michele Longobardi

Laureato in Lettere moderne, scopro la passione per il giornalismo quasi per caso. I videogiochi sono il mio più grande amore e così decido di coniugare le due cose. Il giornalismo videoludico diventa la mia forma finale. Per me i videogiochi sono una forma d'arte e guai a dirmi il contrario. Appassionato di tutto ciò da cui sgorga sangue: cinema horror (registi preferiti Argento e Romero), letteratura gialla e dell'orrore (autori preferiti Christie, Poe e Lovecraft) e ovviamente i videogiochi del genere (Silent Hill e Resident Evil sopra ogni cosa). Il mio videogioco preferito di sempre è Fahrenheit che ho finito un numero non precisato di volte, da lì scaturisce la mia ammirazione per tutti i lavori di David Cage. La mia "carriera" videoludica è segnata da un marchio da cui non sono mai riuscito a staccarmi: PlayStation! In circa 20 anni di gaming, ho completato più di 800 titoli.

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