“Isaac e sua madre vivevano da soli in una casetta su una collina. Isaac se ne stava per conto suo, disegnando e giocando con i suoi giocattoli, mentre sua madre guardava le trasmissioni cristiane in televisione. La vita era semplice ed erano entrambi felici. Questo fino al giorno in cui la madre di Isaac ha sentito una voce dall’Alto…”
Con queste parole, raccontate da una misteriosa voce narrante, si apre The Binding of Isaac, uno dei giochi che maggiormente ha segnato e cambiato il mondo videoludico nell’ultimo decennio.
Nato come flash-game, il roguelike, sviluppato da Nicalis e progettato da Edmund McMillen e Florian Himsl, ha affascinato sempre più videogiocatori sbarcando nel 2014 su Steam con una versione aggiornata e migliorata, The Binding of Isaac: Rebirth.
Dopo numerose espansioni ed aggiornamenti e l’approdo su tutte le principali console, nel 2021 l’ultima versione del titolo, Repentance, ha completato un gioco infinito, destinato ad essere ancora comprato ed installato per anni.
La trama è ispirata alla vicenda biblica del sacrificio di Isacco.
Abramo, un giorno, sentì la voce di Dio che gli ordinava di sacrificare il suo unico figlio, Isacco appunto. L’uomo, nonostante il dolore, obbedì ai comandi del suo Signore, salì una rupe e si preparò a trafiggere il bambino. Dio, però, dopo aver tastato la fedeltà del suo suddito, decise di risparmiare Isacco sostituendolo con un agnello prima che la lama lo attraversasse.
Torniamo in quella piccola casa su una collina.
Il piccolo Isaac sta giocando nella sua cameretta quando sente la madre ricevere ordini da una misteriosa entità. La voce spiega alla donna che suo figlio è corrotto dal male e solo ucciderlo potrà renderla di nuovo una buona credente.
Isaac è terrorizzato: da un buco nella porta osserva la madre che impugna un coltello da cucina e si dirige furente verso la stanzetta. Il bambino, per sfuggire al sacrificio, apre una botola sotto al tappeto e si nasconde nella cantina.
Qui inizia il vero gameplay del titolo.
La cantina in questione è un luogo dalle infinite stanze, abitate da creature di ogni genere: bambini deformi, mosche, mostri e tanta tanta cacca. Per difendersi e proseguire nella sua avanzata verso la salvezza Isaac ha a disposizione le sue stesse lacrime sparate come proiettili contro i nemici, oltre a numerosi oggetti quotidiani capaci di fornirgli poteri speciali.
The Binding of Isaac è molto più della storia di una fuga.
Esso è’ il racconto di un bambino e delle sue paure più profonde, del crollo di una famiglia, delle difficoltà e dell’abbandono, La discesa di Isaac è il racconto di un dramma, una tragedia che lentamente, partita dopo partita, fa capolino tra i disegni cartoon e le stranezze del titolo.
Per comprendere la profondità del gioco è necessario vedere un po’ più da vicino la figura del suo autore.
Edmund McMillen, californiano, nasce come fumettista, ma raggiunge il successo grazie ai videogiochi in flash Il più noto prima di The Binding of Isaac è stato un certo Meat Boy, un platform capace di farsi iscrivere all’interno del registro dei primi rage-game della storia diventandone uno dei più rappresentativi. Al giorno d’oggi ricordiamo con molto amore in più il suo sequel Super Meat Boy).
Quello che ci interessa maggiormente è il suo passato.
McMillen stesso ha dichiarato, in numerose interviste, che in Isaac ha riversato molti suoi traumi ed i dolori che ha sopportato nel corso dell’infanzia.
I genitori avevano entrambi un passato burrascoso a causa dell’abuso di alcool e droghe. Lo stesso autore dichiara di aver più volte subito abusi e violenze in famiglia. Anche quando uscirono dal tunnel delle dipendenze la situazione non migliorò perché diventarono credenti accaniti e fin troppo chiusi.
Per salvarsi dal bigottismo dei suoi genitori il piccolo Edmund passò gran parte della sua vita insieme a sua nonna, per lui una vera e propria guida. Fu lei che, una volta cresciuto, gli regalò uno scatolo con tutti i disegni che aveva fatto da bambino, ispirandolo così nel suo futuro lavoro di disegnatore.
Non è un caso che la storia Isaac viene raccontata dallo stesso bambino attraverso dei disegni, quasi come se il piccolo Edmund volesse ancora liberarsi dal dolore, mostrando quei disegni che la nonna aveva saputo comprendere e conservare.
Il giocatore conosce la realtà ed i sentimenti del piccolo Isaac attraverso tutto il mondo di gioco. La cantina non è altro che l’immaginario del bambino ed i mostri che lo popolano le sue paure ed i suoi demoni interiori. Anche gli oggetti che trova sono rielaborazioni di idee o di strumenti che vede quotidianamente nella sua vita.
Per questo l’analisi della vera storia del titolo è l’analisi di come Isaac vede il mondo che lo circonda, come elabora i suoi dolori ed i suoi traumi.
Isaac è un bambino estremamente introverso.
Vivere in una famiglia difficile l’ha portato a chiudersi sempre di più in un mondo immaginario, i suoi disegni sono uno sfogo, il modo per fuggire alla realtà che lo circonda.
Così facendo, però, si isola.
Tra un livello e l’altro il giocatore vede ricordi e paure del bambino.
Da queste immagini, tutte mostrate attraverso vignette, si può subito notare che anche il rapporto con i coetanei non è facile: Isaac è spesso vittima di episodi di bullismo, da feci lanciate addosso a scherzi di cattivo gusto.
La famiglia ha sempre avuto difficoltà economiche.
Alcuni degli oggetti trovati nel corso dell’avventura sono degli HP up e vengono descritti da Isaac come pasti: colazione, pranzo, cena e così via.
Il problema è che questi oggetti sono quasi sempre scarti come latte scaduto, carne avariata, cibo per cani.
E’ chiaro che spesso abbia mangiato simili alimenti tanto per incuria quanto per semplice “abbandono”da parte dei genitori.
Altri strumenti, invece, aumentano la velocità del personaggio e sono, generalmente, cose come un mestolo da cucina o una cintura. Isaac, una volta che riceve tali poteri appare ferito. Un chiaro segno che, nella vita reale, il bambino è stato più volte picchiato con tali arnesi ed è molto probabile che la sua velocità aumenti proprio perché ricorda di dover scappare via quando li vede.
Tutto peggiora quando il padre va via di casa e la madre piomba in una vera e propria depressione, alleviando il dolore guardando in TV programmi di predicatori cristiani.
Isaac non può capire ancora molti di quei dogmi e quelle regole, quindi li reinterpreta.
Il bambino inizia a sentirsi sbagliato, un peccatore. Si sente in colpa per il dolore della madre e pensa di essere la causa dell’abbandono del padre. Così arriva a quella assurda fantasia del sacrificio e si perde in essa, non riesce più a distinguere la realtà dalla sua immaginazione.
Temendo l’estrema punizione da parte della madre si nasconde nell’unico posto in cui si sente al sicuro in tutta la casa: il suo baule dei giochi. E’ qui che fantastica della cantina, dei mostri e della sua fuga verso la salvezza, è qui che i suoi giochi ed i suoi disegni gli daranno nuove immagini da introdurre nell’avventura come poteri e strumenti, è qui che la sua storia volge tragicamente al termine.
Concludendo il gioco più e più volte, sbloccando finali avanzati, il giocatore scopre la triste verità sul suo alter ego: il piccolo Isaac, spaventato a morte, resta chiuso nel suo baule dei giochi fino a soffocare per mancanza di ossigeno. La madre, disperata, lo cercherà per giorni mettendo manifesti ovunque. Solo dopo molto tempo troverà il cadavere di suo figlio ormai ridotto ad uno scheletrino.
Prima di ogni avventura è possibile selezionare un personaggio, ognuno con nome e poteri ispirati a racconti biblici: Magdalene, Judas, Cain, Lazarus e altri ancora.
Non stiamo parlando di altri personaggi ma solo di travestimenti di Isaac.
Il bambino per arricchire le sue fantasie è solito travestirsi ed ovviamente i suoi soggetti preferiti sono ispirati a ciò che la madre sente in TV.
Nella schermata di selezione, infatti, sopra tutti i personaggi campeggia una domanda: “Who am I?”, “chi sono”; come se Isaac dovesse scegliere chi interpretare nella nuova partita tra tutti i suoi alter ego.
Tre personaggi tuttavia, non sono travestimenti ma quanto più un presagio di quanto sta avvenendo nella realtà.
The Lost è una versione spiritica di Isaac e rappresenta l’anima del bambino uscita dal corpo dopo la morte.
L’innominato ??? (che la community ha soprannominato “blue baby”) è un Isaac blu con gli occhi chiusi a forma di X che, in linguaggio fumettistico, vengono messi a personaggi deceduti.
Infatti il blue baby rappresenta il cadavere del piccolo Isaac diventato cianotico a causa della mancanza di ossigeno.
The Forgotten, il dimenticato, è uno scheletro, un chiaro riferimento al cadavere del bambino abbandonato nel baule dei giochi per settimane.
Sempre in tema di personaggi giocabili Azazel ha un significato molto particolare.
Nella Bibbia ebraica il demone Azazel era, in realtà, un angelo caduto di nome Asael: il suo peccato fu quello di insegnare agli uomini come costruire le armi ed alle donne ornamenti e trucchi.
Per questo motivo Dio inviò l’arcangelo Gabriele a seppellire il vecchio compagno nel deserto. In profondità, Asael, ormai divenuto Azazel, sentirà il costante bisogno di redimersi, senza mai trovare l’assoluzione.
Nel gioco Azazel è una versione di Isaac demoniaca, totalmente nera, con ali da pipistrello ed occhi rossi.
Rappresenta il senso di colpevolezza del bambino, l’idea di essere un peccatore e, probabilmente, considerata la storia del demone, la sua incapacità di trovare un’assoluzione per i suoi peccati.
In più filmati del gioco Azazel apparirà al posto di Isaac quando il bambino si lascerà andare al “lato oscuro” ritenendosi sempre più irrimediabilmente un peccatore.
In ogni livello, ad ogni piano, in ogni fase del gioco Isaac incontrerà sempre e comunque un numero considerevole di escrementi. Cacchine sorridenti, infette, piene di mosche, nere, persino boss a forma di escrementi.
E’ evidente che le feci siano uno dei tanti problemi del bambino.
Si potrebbero rapportare ai fenomeni di bullismo: abbiamo visto come spesso Isaac è stato aggredito proprio utilizzando escrementi. Tuttavia i problemi sembrano ancora più profondi.
Molti oggetti fanno avere ad Isaac attacchi di dissenteria, altri modificano le sue feci ed uno dei personaggi le utilizza come arma principale. L’oggetto “N. 2“, che indica un modo di dire comune per insegnare ai bambini come orinare (N. 1) e defecare (N. 2) correttamente nel vasino, fa in modo che Isaac, senza poter controllarsi, lasci improvvisamente una cacca esplosiva mentre combatte.
Sembra abbastanza chiaro che il bambino abbia avuto grossi problemi nella fase di transizione tra il pannolino ed il vasino, vivendo come un trauma l’idea di dover trattenere gli escrementi e la paura di lasciarli in giro.
E’ possibile che i problemi in famiglia siano iniziati proprio in quella fase dello sviluppo del bambino che, quindi, non ha potuto ricevere le dovute attenzioni. Un disagio che, come vedremo, andrà ad alterare anche la sessualità di Isaac ed il rapporto con il suo organo genitale.
Uno dei dubbi che maggiormente ha assalito la community di The Binding of Isaac è sempre stato l’esistenza di una sorellina.
Tra gli oggetti del gioco è possibile trovare “sister Maggy” ovvero un feto rosso.
Tra i personaggi giocabili Magdalene è una versione di Isaac che indossa una parrucca bionda. Secondo molti, Magdalene non è l’interpretazione di Maria Maddalena ma della sorella scomparsa di Isaac.
A corroborare questa ipotesi, si aggiunge anche uno dei finali, il numero 14. Nel video si vedono una serie di polaroid che ritraggono alcuni momenti della vita di Isaac, alcuni felici come la famiglia riunita ed altri tristi come il bambino che piange accovacciato vicino al baule dei giochi. In una delle foto appare la madre di Isaac che tiene per mano una bambina bionda.
Così i fan hanno immaginato che Isaac avesse una sorellina, Maggy, morta prematuramente in circostanze poco chiare. Questa tragedia avrebbe causato la disgregazione della famiglia e la depressione della madre.
Inoltre, Isaac invidiava l’amore riversato nei confronti della bambina, odiandola. Per questo motivo la morte di Maggy avrebbe provocato in lui un profondo senso di colpa, arrivando alla drammatica conclusione di essere il male della casa.
Tuttavia, alcuni particolari sembrano negare l’esistenza di una sorella.
In uno degli ultimi finali aggiunti in Repentance si può ascoltare una discussione tra il padre e la madre di Isaac. L’uomo, infuriato, dice alla donna “Shut up Meg!”, “Zitta Meg!”. Lo stesso McMillen ha confermato che Maggie è il nome della mamma di Isaac. Pertanto è improbabile che sua figlia avesse lo stesso nome.
In una delle vignette di intermezzo vediamo Isaac che riceve dalla madre un pacco regalo ed al suo interno trova una parrucca bionda. Possibile che la madre, tra i tanti abusi, costringesse anche Isaac a vestire da bambina? Dato che la donna è una fanatica religiosa è improbabile che possa accettare un bambino vestito da donna.
Quindi? Chi è quella bambina?
La piccola Maggy non esiste se non, come al solito, nella fantasia del piccolo Isaac. Il bambino, sentendosi poco amato ha ipotizzato che se fosse nato femmina avrebbe ricevuto l’amore e l’attenzione dei genitori.
Inoltre, in più vignette si mostra Isaac che si vergogna del suo pene che, addirittura, immagina di veder cadere. Isaac vede nel simbolo della sua mascolinità ciò che l’allontana dall’amore, ciò che lo rende diverso da sua madre: immaginando di essere una bambina si sente vicino alla donna, compreso, accettato.
Un altro tema che ha suscitato confusione è quello dell’aborto. Il piccolo Isaac spesso si confronta con feti e immagini che richiamano il parto. Il boss “It Lives” è letteralmente il cuore della madre al cui interno è imprigionato il feto di un bambino.
In uno dei primi finali Isaac apre il baule dei giochi ed al suo interno trova una gruccia. Lo strumento si conficca nel suo cranio. Se ottenuta nel corso dell’avventura, la gruccia aumenta le lacrime “sparate” dal protagonista.
Non è un caso, la gruccia è, infatti, uno degli strumenti utilizzati, specialmente in passato, per aborti clandestini in casa ed il suo uncino veniva utilizzato per arpionare ed uccidere il feto.
Quindi c’è un aborto nella storia di Isaac e, soprattutto, nella vita della madre? E’ possibile che Maggy o Bobby, altro feto trovato come oggetto nella cantina, siano fratellini di Isaac mai nati perché la madre ha interrotto la gravidanza.
Anche in questo caso è improbabile che la madre, fervente cristiana, abbia abortito anche se potrebbe essersi trattato di un aborto spontaneo, ma questo non spiegherebbe la gruccia.
Ancora una volta, però, la risposta va trovata nelle paure di un bambino. E’ probabile che Isaac abbia sentito molto sull’aborto ascoltando i programmi TV della madre che lo condannavano e nell’immaginazione di un bambino è naturale che un simile atto faccia paura, soprattutto se il bambino in questione vive con la costante paura di non essere amato e voluto.
Isaac ha sviluppato una reale fobia dell’aborto perché si convince che sua madre sarebbe stata molto più felice se lui non fosse mai nato. Così, la gruccia è il destino che lo attendeva, qualcosa che ha evitato a discapito della felicità dei genitori.
Il feto che occupa il cuore di sua madre nello scontro con “It Lives” non è un bambino abortito, è Isaac che è sopravvissuto avvelenando i sentimenti della donna. “Lui vive”, Isaac vive ed ha paura che qualcuno potesse aver preferito di non farlo vivere.
This post was published on 14 Novembre 2022 12:30
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