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Speciali

Resident Evil Village: Identikit di un’infezione | Lore+

Circa un anno e mezzo fa, Resident Evil Village chiudeva il breve ma sofferto percorso di Ethan Winters – l’uomo senza volto al quale internet ha cercato a tutti i costi di darne uno. O, alla luce di quanto rivelato proprio nel corso del gioco, sarebbe il caso di definire Ethan per quello che è: una muffa.

Fa un po’ ridere, messa così, di fatto però è quello che Village stesso racconta.
Per tutto il corso dell’avventura abbiamo vestito i panni di un uomo morto, “riportato in vita” dal Mold (non a caso, muffa in italiano) rispondendo a uno dei tratti distintivi della serie Resident Evil e, purtroppo, molto poco preso in considerazione: la fantamedicina.
Come suggerisce il nome stesso, si tratta di medicina fantascientifica che non ha pieno riscontro nelle conoscenze acquisite nonostante queste ultime vengano sfruttate proprio per costituirne la base, dalla quale poi prenderà le opportune derive (si pensi anche a Dead Space, per citare un vecchio esempio pronto a ritornare sulle scene fra pochissimi mesi).

Tornando a noi, Ethan è stato ucciso da Jack Baker nel prologo di Resident Evil VII e resuscitato poi dallo stesso Mold, che su di lui ha applicato un processo di trasferimento genico orizzontale.

Prima di entrare in questi dettagli, tuttavia, occorre gettare delle basi: perché Village ha scoperchiato un vaso di Pandora non indifferente, a partire dal fatto che il Mold della Louisiana non è genuino ma si ricollega al Dio Oscuro venerato dagli abitanti del villaggio nell’ottavo capitolo, conosciuto come Micorriza.

È Micorriza, non Megamicete

Probabilmente vi starete chiedendo da quale cilindro sia uscita la parola micorriza, perché se avete giocato a Village in inglese o italiano con relativi sottotitoli avrete più familiarità con megamicete: si tratta, come purtroppo moltissime altre cose facenti parte della lore di Resident Evil, di una licenza poetica della localizzazione americana. Laddove il giapponese utilizza “特異菌” per indicare quello che è stato rinominato Mutamicete in Resident Evil VII, quando in realtà sarebbe più corretto Idiomicete (fungo distinto dagli altri, originale, singolare), il Dio Oscuro di Village viene invece definito “菌根”, il cui corrispettivo inglese esiste ed è, per l’appunto, Micorriza.

Chiaramente si è voluto creare un senso di continuità con il già stiracchiato Mutamicete, optando così per la parola Megamicete anche in virtù del fatto che il primo è un derivato del secondo, ma in tal modo si è dato all’intero impianto infettivo del gioco una connotazione fantascientifica priva di radici – per restare in tema.
La parola Micorriza invece va a delineare una struttura tale per cui la fantamedicina di Resident Evil si conferma di nuovo brillante, nonché la dimostrazione che dietro questi fenomeni c’è uno studio approfondito da parte del team. Sebbene possano sembrare sottigliezze da appassionati, e forse lo sono, saperle è utile per contestualizzare e capire la mole di lavoro dietro quelli che sembrano soltanto dei mostri buttati lì.

In breve. Idiomicete è il termine generale per il fungo al di là del più semplice muffa, tenendo inoltre a mente che Mold per come lo conosciamo è un derivato da laboratorio dell’Idiomicete. Micorriza è invece un particolare tipo di associazione simbiotica tra un fungo e una pianta superiore, localizzata nella radice del simbionte vegetale, che si estende nella rizosfera (la porzione di suolo che circonda le radici delle piante) e nel terreno limitrofo.

Nel caso specifico di Resident Evil Village, Micorriza è la colonia scoperta da Madre Miranda negli anni ’10 del Novecento, cresciuta al punto da riprodurre un livello di tessuto muscolare e nervoso tale per cui riesce a imitare un cervello e immagazzinare la coscienza degli organismi che assorbe – nonché, se serve, a replicarli, come succede con moroi e lycan nella parte di gioco dedicata a Chris Redfield.

Chiamarlo con il suo nome spiega dunque perché si sia formato nel sottosuolo e perché sia, di fatto, non solo una colonia ma anche un’entità considerata benevola dalla popolazione. Gli abitanti, anche in passato se consideriamo quanto sia antico il Micorriza, lo nutrono con i propri resti una volta sepolti permettendogli di ingrandirsi sempre di più e quest’ultimo li protegge, presumibilmente donando loro la forza di quelli che nel presente vengono definiti lycan: sebbene accennato qui e lì, infatti, è chiaro che queste creature siano ben più antiche di quanto si possa pensare ed è lecito supporre come a suo tempo questa mutazione fosse vista in chiave molto più positiva (divina, per l’appunto) di oggi.

C’è un mutuo scambio tra le due parti e il Micorriza preserva il villaggio, almeno fin quando Miranda non ne scatena la crescita incontrollata con lo scopo di indurlo a creare una copia della figlia morta un secolo prima, per la quale avrebbe utilizzato come “contenitore” Rosemary Winters. Il motivo? Ovviamente, alla luce di quanto spiegato nel gioco, essere un organismo composto del tutto da Mold: entrambi i suoi genitori, Mia e Ethan, sono infetti e costituiti da muffa che ha sostituito le  cellule umane.

Chiarito questo aspetto, ossia il nome corretto della colonia sotto il villaggio, occorre fare una ulteriore distinzione tra l’Idiomicete inteso come estensione della Micorriza e il Mold di Resident Evil VII, che è invece derivato da sperimentazioni della The Connections una volta ottenuto il campione da Miranda.

Eveline, la prima B.O.W. di tipo E, e la genesi del Mold

Nel 2000, l’organizzazione criminale nota come The Connections approccia Miranda dopo aver sentito parlare di lei e delle sue ricerche: essendo in quel periodo coinvolta assieme all’H.C.F. di Albert Wesker nello sviluppo di nuove armi biologiche umane in grado di fare il lavaggio del cervello ai nemici, l’uso di un campione di Micorriza sarebbe potuto essere l’ideale per eventuali progressi. Miranda non solo gliene ha offerto uno ma, vedendo a sua volta la possibilità di riavere indietro la figlia, ha permesso inoltre loro di ottenere il DNA di Eva che ha portato, in mezzo a diversi prototipi, alla nascita di Eveline sotto la sua diretta supervisione in un non meglio specificato anno prima del 2014.

La creazione di una simile B.O.W. è però preludio di un intero stravolgimento del mercato nero delle armi biologiche, dato che rende inutili non solo le B.O.W. più classiche (licker, tyrant, hunter, eccetera eccetera) ma anche le armi da fuoco convenzionali, quelle chimiche e persino nucleari; a fronte di una minaccia del tutto basata sul controllo mentale, tutto questo avrebbe perso di senso. In molti dunque, non solo la Blue Umbrella, decidono di dare la caccia a Eveline e questo induce la The Connections a nasconderla, o almeno provarci, in un secondo laboratorio in Sudamerica. Qui entra per la prima volta in gioco Mia Winters, agente sotto copertura che rimane coinvolta nell’incidente della nave Annabelle e diventa la prima infetta viva del Mold – laddove tutti gli altri a bordo, compreso il suo compagno Alan, muoiono.

Annabelle è anche il primo luogo in cui vediamo manifestarsi una versione contenuta della Micorriza, sebbene all’epoca non ne conoscessimo il nome: l’involucro, se così vogliamo chiamarlo, in cui Ethan viene tenuto prigioniero e tramite il quale ha il suo dialogo “onirico” con Jack è proprio una versione contenuta di quell’enorme colonia – e del suo concetto di coscienza condivisa – presentata in Village.

A differenza della Micorriza pura, o dell’Idiomicete che non sia stato geneticamente modificato, Mold segue il concetto base, anche metaforico, degli agenti infettivi in Resident Evil: la cellula, sottoposta a stress, muta per adattarsi allo stimolo stressante, e lo fa sia fisicamente, sia psicologicamente. Rivela inoltre la natura dell’individuo e questo lo si vede in moltissimi personaggi della saga finiti vittime dei virus.

Nello specifico di Resident Evil VII è particolarmente evidente in Eveline per prima e Marguerite poi: la prima, sulla scia di un atteggiamento infantile in linea con l’età che ha (peraltro forzatamente spinta a quel punto in laboratorio), è in continua ricerca di una famiglia ed è parecchio prona agli stati d’animo al punto da reagire, quando non viene assecondata, in modo violento e vendicativo. La moglie di Jack, invece, vede distorta la propria natura materna ed è caratterizzata, nella sua forma mutata, da un utero funzionante in grado di concepire insetti. Per quanto riguarda, infine, l’invecchiamento precoce, si tratta ancora una volta di una conseguenza dell’intervento umano: una volta nata, Eveline è stata forzatamente fatta crescere fino ai dieci anni, un processo che tuttavia doveva essere tenuto sotto controllo per evitare un rapido deterioramento. Cosa a cui va incontro nell’attimo in cui, per via dell’incidente sulla nave, non è più possibile somministrarle le necessarie iniezioni.

Nonostante tutto, però, stiamo comunque parlando di un originale derivato della Micorriza: per quanto rimaneggiato, il campione è quello e rappresenta il motivo per cui Eveline possiede le caratteristiche della Micorriza.

Nella Resident Evil Wiki (Fandom), gradualmente sempre più accurata nelle informazioni grazie a chi si prende la briga di tradurre dal giapponese senza passare per una spesso discutibile localizzazione ufficiale, viene però riportato erroneamente a esempio il quorum sensing.

Si tratta di un sistema di comunicazione tra le cellule batteriche in grado di rispondere all’aumento della densità di popolazione modificandone l’espressione genica: In particolare sono coinvolti due elementi ovvero la molecola segnale (a) e l’attivatore trascrizionale (b).
La molecola segnale è un induttore che diffonde all’esterno della cellula originaria, potendo in questo modo entrare nel citoplasma di altre cellule vicine. Nel caso in cui la concentrazione di molecola segnale all’interno di cellule della popolazione batterica fosse alta, questa molecola si legherà all’attivatore trascrizionale, che a sua volta attiverà o reprimerà una serie di geni, determinando l’attivazione o lo spegnimento di vie metaboliche o processi cellulari specifici. In parole ancora più brevi, un cambiamento nel comportamento mostrato da un individuo all’interno di una colonia avrà effetto sugli altri, anche se non dovessero essere esposti alle medesime condizioni.

Per fare un esempio concreto: un organismo chiave nella ricerca è il vibrio fischeri, studiato per capire la bioluminescenza microbica che si lega, per l’appunto, al quorum sensing: la luminescenza avrà luogo quando i singoli batteri, una volta raggiunte condizioni stabilite, diffonderanno la molecola segnale (a) in numero tale da giustificare un aumento nella densità della popolazione. Soddisfatto tale requisito, nel caso specifico sarà l’operone Lux l’attivatore trascrizionale (b) che provocherà la bioluminescenza.

Un simile concetto non si può applicare alla Micorriza e ai suoi derivati perché è un comportamento, come riportato, tipico dei batteri. I funghi sono tutt’altra questione proprio a livello comunicativo: la comunicazione che avviene nel quorum sensing (o nel biofilm) non è la stessa che avviene nei miceti, perciò non può neppure essere visto come equivalente. La condivisione somiglia di più a quella tra le ife del micelio: questi è il corpo vegetativo dei funghi, composto da filamenti sottili posti l’uno sull’altro e chiamati per l’appunto ife. Il micete si riproduce attraverso la diffusione di spore microscopiche che sono presenti nell’aria o nel terreno e possono essere inalate o entrare in contatto con la superficie dell’organismo – motivo per cui le infezioni micotiche sorgono nei polmoni oppure nella pelle. Al caso dei Mold in particolare ci si riferisce con micosi sistemiche (uno o più organi interni coinvolti).

Le ife hanno diverse funzioni, tra cui colonizzare le radici delle piante ospitanti (Micorriza) ma soprattutto quella di comunicare tra loro: se ci ripensate, infatti, Eveline per riuscire a generare allucinazioni negli altri infetti non ha bisogno di un particolare trigger – come nel quorum sensing – bensì deve trovarsi nel suo ambiente; ergo, deve prima crearsene uno. Con la nave Annabelle prima e in particolare con casa Baker e il terreno circostante è accaduto proprio questo: infettando i dintorni, Eveline ha fatto sì che le spore si liberassero nell’aria e creassero una forma di avvelenamento tale per cui le vittime sono state poi soggette ad allucinazioni. Al di fuori di un ambiente idoneo, non avrebbe potuto estendere la propria influenza a Mia o Ethan poiché non ci sarebbe stato un “vettore” a dargliene la possibilità.

Concludendo, Eveline è il primo caso attivo o almeno riconosciuto di Mold, la genesi vera e propria di questo agente infettivo, e da lei derivano tutti gli altri coinvolti nel caso Baker: dalla famiglia stessa, passando per le innumerevoli vittime che si sono semplicemente tramutate nei cosiddetti Molded o come Alan sono morte per un’accelerazione volontaria dell’infezione, fino alla stessa Mia (scampata a un destino analogo perché Eveline la voleva come madre) ed Ethan che rappresenta la proverbiale goccia rossa nel mare, in questo caso, nero. La differenziazione tra i diversi termini (Micorriza, Idiomicete e Mold, ci sarebbe anche il Cadou ma lo lasciamo da parte) è fondamentale perché contestualizza l’esistenza di Ethan in Resident Evil Village.

Chi, o che cosa, era Ethan Winters?

Riallacciandoci al discorso iniziale, Ethan Winters è morto all’inizio degli eventi in Resident Evil VII ed è stato “riportato in vita” dal Mold tramite trasferimento genico orizzontale (HGT), un processo in cui un organismo trasferisce materiale genetico a un’altra cellula non discendente.

Il virgolettato serve a specificare che no, non è lui, ma al contempo lo è: questo perché, sebbene ogni cellula del suo corpo sia stata totalmente rimpiazzata da un’imitazione, il DNA non è stato alterato. Una volta infettato dal Mold (che per via delle modificazioni in laboratorio è la forma più impura del Micorriza derivata dalla unione dell’Idiomicete con un embrione umano in pre stadio 4), Ethan subisce una micosi accelerata che porta a una riproduzione delle spore; ciascuna di queste porta in sé del DNA cellulare di Ethan al punto tale da permettere la riproduzione della sua struttura cellulare – dalla cellula il tessuto, dal tessuto l’organo, dall’organo il sistema e dal sistema si arriva infine a noi.

Imitazione dell’individuo, appunto, ma parziale perché in realtà è ancora Ethan, il DNA cellulare resta il suo; il Mold infatti cambia tutto tranne la spina dorsale, il DNA (quello è appannaggio del Progenitore in quanto virus mutageno).

Ethan risulta dunque il miglior prodotto del Mold, come e per certi versi più di Eveline. Laddove lei vantava una capacità di controllo mentale dovuta, come scritto sopra, alle ife e alle spore ma soffriva di invecchiamento molto precoce a causa della crescita forzata in laboratorio, lui presumibilmente non aveva lo stesso controllo su altri infetti (o non sapeva di poterlo fare) però non soffriva del medesimo deterioramento e vantava inoltre un’estrema capacità rigenerativa – non al punto da farsi ricrescere parti mancanti, vedasi le dita perse nel villaggio, abbastanza però da eventualmente ricollegarle come la gamba a casa Baker. Ci sarebbe riuscito anche senza la soluzione medica, che accelera il processo di rigenerazione cellulare; in fondo la mano mozzata da Mia gli è stata ricucita da Zoe ed entro la fine del gioco, pur essendoci ancora i punti di sutura, è messa meglio rispetto all’inizio.

Il fatto che alla fine di Village stesse morendo (la calcificazione e successiva perdita della mano era un preludio) lo si deve semplicemente a una lisi incontrollata che ne ha soverchiato le capacità rigenerative: per lisi si intende la demolizione e dissoluzione di una cellula, provocata dalla rottura della membrana cellulare, che può essere indotta da agenti chimici, fisici e biologici (la Necrotossina E di Resident Evil VII è un esempio). Sapendo che sarebbe diventato polvere, Ethan ha deciso di sacrificarsi facendosi esplodere assieme al villaggio per distruggere una Micorriza ormai fuori controllo. Chiaramente, la soluzione medica è un artificio del gioco come ogni altro espediente curativo all’interno della serie e perciò non possiamo considerarla nella sua morte: non possiamo certo dire “ma se l’avesse usata sarebbe sopravvissuto”.

Sarebbe stato interessante capire fin dove sarebbero potute spingersi le capacità di Ethan, una volta consapevole della sua vera natura, tuttavia sua figlia Rose risulta un elemento ancora più interessante.

Cosa sappiamo di Rose Winters?

In realtà non abbastanza.

Queste risposte, nonché il suo destino, ci saranno chiarite con il DLC in uscita. Possiamo senza alcun dubbio dire che Rose è un Molded esattamente come i genitori: il suo corpo è costituito interamente di muffa e il passaggio di materiale genetico, in questo caso, è avvenuto tramite trasferimento genico verticale (VGT), che avviene appunto da genitore a figlio. Non si sia quali poteri abbia sviluppato, se in qualche modo sia un’evoluzione di quanto iniziato con Eveline, di certo la sua capacità di connessione con la Micorriza – di cui è stato prelevato un frammento – è singolare. Con la notizia che Shadow of Rose sarà la parentesi conclusiva della saga dei Winters, è probabile che Rose riuscirà nell’intento di sbarazzarsi delle sue abilità tornando, nei limiti del possibile, a vivere come una ragazza qualsiasi; non è tuttavia escluso che possa diventare una seconda Sherry Birkin, dunque una possibile nuova leva per il futuro della serie che vede molti dei suoi personaggi sul viale del tramonto.

Il DLC è chiaramente uno sguardo troppo avanti nel futuro di Resident Evil, che ha sempre allineato la sua linea temporale alla nostra soprattutto con i capitoli principali, se tuttavia l’intenzione è mettere un punto ad alcune vicende (la tragedia dei Winters) e al contempo gettare le basi per un potenziale nuovo cast di personaggi quando sarà tempo, ben venga. È ora che i vecchi eroi si godano la pensione.

This post was published on 31 Ottobre 2022 21:30

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