Cosa rende alcuni generi videoludici attraenti alle masse? Se i giochi d’azione e d’avventura detengono i primissimi posti nella classifica dei generi più amati, non si può dire lo stesso per i giochi musicali che riuniscono una piccola fetta di videogiocatori appassionati del premere tasti velocemente a ritmo di brani più o meno conosciuti. Nella rubrica #MusicPlayer analizzeremo i diversi tipi di videogiochi musicali esistenti, portando alla luce tutti i sottogeneri che vedono nella musica la protagonista del proprio gameplay.
Inaugura questa rubrica una delle mie serie preferite di sempre, insieme ad altri giochi che ne hanno ricalcato i passi: Rhythm Heaven – localizzato in Rhythm Paradise perché più comprensibile a un pubblico europeo non anglofono – è il riuscitissimo tentativo di Nintendo di portare il videogioco musicale alle masse, unendolo a un impeccabile umorismo nipponico.
La storia
Chi ha passato l’infanzia incollato ai due schermi del DS sarà incappato almeno una volta in questo bizzarro titolo, seguito dell’esclusiva giapponese per Game Boy Advance Rhythm Tengoku del 2006. Lo sviluppo di questo primo gioco però risale al 2002, anno in cui il progettista Kazuyoshi Osawa diede vita a un prototipo di software per suonare la batteria su GBA, concept che si evolse due anni dopo nei primi Rhythm Toys, minigiochi inseriti proprio in Rhythm Heaven come extra dedicati unicamente al divertimento del giocatore.
Prese in carico il progetto il compositore Tsunku (nome d’arte di Mitsuo Terada) che molti riconosceranno perché sempre presente a caratteri cubitali all’interno dei titoli della serie. Tsunku affermò di essersi fatto ispirare da un altro iconico brand Nintendo, cioè Brain Training, il gioco che allena la mente con il Dr. Kawashima e in effetti una volta scovato il collegamento questo risulta davvero palese. Esattamente come Brain Training allena la mente con dei semplici minigiochi, Rhythm Heaven vuole far lo stesso al giocatore col senso del ritmo; la prima lezione l’hanno avuta proprio gli sviluppatori, costretti a partecipare a un workshop di ballo per testare la propria attitudine verso questo strambo progetto.
Il primo nome pensato per il gioco doveva essere infatti Rhythm IQ per rendere ancor più chiaro il riferimento all’allenamento, ma lo sviluppo ha poi preso strade differenti, rendendo dunque inadatto il titolo in questione. Sta di fatto che Rhythm Tengoku si evolverà poi in Rhythm Heaven/Paradise a partire dall’uscita per Nintendo DS nel 2009 e manterrà il nome per tutta la sua longeva esistenza.
Curiosità: l’emittente televisiva del mondo di Rhythm Paradise è la RIQ-TV, probabile riferimento a Rhythm IQ.
Proprio la versione per DS è quella maggiormente riconosciuta e amata dal pubblico, un grande classico che si distingueva da qualunque altro gioco musicale per il suo colorato mondo di follia. Con l’evoluzione della piattaforma, anche il gioco ha subito delle modifiche, a partire dallo stile grafico, non più a pixel ma cartoon 2D, e dal gameplay che doveva adesso prevedere l’utilizzo di uno schermo touch invece dei soliti pulsanti.
La divertente idea di proporre minigiochi basati sul ritmo tutti diversi tra loro non sarebbe però bastata a portare in auge il titolo se non fosse stato per l’impeccabile worldbuilding dell’intera serie. I minigiochi e i loro personaggi sono infatti parte di un unico mondo e finiscono spesso per interagire tra loro o avere comunque una propria unicità che li rende memorabili anche dopo anni. Il seguito per Nintendo Wii ha contribuito ancor più a stabilizzare il successo della serie rincarando la dose di divertimento con nuovi personaggi e famosi ritorni, nonché proponendo il Remix 10 più famoso e apprezzato di tutto Rhythm Heaven.
Il bello del fallimento
Il gameplay di Rhythm Paradise è stato lo stesso per decenni: una serie di minigiochi buffi e dalle ambientazioni variegate divisi in capitoli alla fine dei quali era presente un remix che mescolava insieme i brani e gli scenari dei precedenti.
Nella mia memoria sono rimasti fortemente impressi alcuni iconici personaggi come Alta e Lena, il Trio Brio, il wrestler e la reporter dell’Intervista Sportiva, ma anche la pop star con il suo Fan Club di scimmiette e un orecchiabilissimo brano (yeah, yeah, yeah, I suppose!).
Ogni capitolo è in qualche modo memorabile perché i suoi personaggi sono iconici e il gameplay differisce nonostante si tratti sempre di cliccare lo schermo o i pulsanti a tempo: riempire i robot in fabbrica e scappare da un gatto famelico richiedono entrambi di tener premuto sullo schermo per un po’ di tempo, ma l’ambientazione è così diversa da dare l’impressione al giocatore di star provando sempre qualcosa di nuovo.
A questa fittizia varietà si aggiunge un sound design impeccabile che permette di riconoscere i singoli minigiochi facilmente da un solo effetto, che sia il grido del samurai o il becco dei Blue Birds. Si sperimenta con ritmi sempre diversi e anche complessi come potrebbe essere la Bossa Nova introdotta per la prima volta nel titolo per Wii, ma i tutorial rendono accessibile davvero a tutti anche i livelli più complessi e in caso di fallimento ci sarebbe solo da ridere!
Un’altra forza del titolo è infatti il vedere andare tutto a rotoli nel momento in cui si sbaglia qualcosa: le occhiatacce del pubblico che ci giudica per i nostri errori, i personaggi sofferenti perché colpiti dal nemico di turno per colpa nostra, sono tutte cose che permettono di immedesimarsi e sentirsi davvero parte di quel mondo, forse ferendo un po’ il nostro orgoglio, ma scatenando anche qualche risata per le situazioni meme che si vengono a creare.
La ricerca della perfezione
Se a sbagliare ci si diverte, lo stesso vale però per la “caccia al perfetto”, la modalità in cui occorre non sbagliarne nessuna per ottenere l’ambita medaglia. La caratterista di Rhythm Paradise è quella di limitare l’ottenimento del perfetto con un sistema di rotazione e tentativi: il perfetto infatti non sarà conteggiato nel momento in cui viene ottenuto per la prima volta, ma solo quando il gioco pone su quello specifico minigioco la sfida al perfetto. Per ottenere la medaglia avremo dunque a disposizione solo 3 tentativi e poi dovremo passare a un diverso minigioco casuale finché non si ripresenterà l’occasione di platinare quello desiderato.
Un ritmo perfetto non è qualcosa di semplice da ottenere perché ogni livello ha un momento cruciale in cui lo schema cambia e azzeccare il tempismo diventa una vera sfida. Così, una run perfetta può esser perduta per colpa di un singolo click, portando a disperazione e frustrazione. Proprio queste emozioni spingono a ripetere ancora e ancora quel livello finché non si raggiunge la perfezione e la gratificazione che deriva da essa, non solo personale, ma anche materiale perché dà accesso a simpatici pezzi di lore e approfondimenti sul mondo di gioco.
Anche i Rhythm Toys, minigiochi solitamente endless e senza un reale fine, venivano resi interessanti e gratificanti perché erano la chiave per accedere a contenuti bonus e easter eggs sbloccabili solo con codici e password segrete lì ottenibili.
I successori di un mito
In molti hanno poi provato a imitare il modus operandi di Rhythm Heaven ispirandosi a esso proprio per la suddivisione in singoli livelli e per lo stile colorato e fortemente improntato alla risata. Tra i titoli recenti, Rhythm Doctor ha un linguaggio che molto si avvicina a quello del “paradiso del ritmo” con un gameplay però più ripetitivo, ma sempre leggermente differenziato in base al personaggio che si va ad affrontare; sempre tornando al Nintendo DS invece potremmo nominare Beat City che però ha ottenuto scarso successo perché un po’ troppo insignificante.
Nel prossimo futuro invece ad attirare la nostra attenzione è Melatonin, chiusura del Wholesome Direct 2022 e probabile successore di questo specifico genere. Questo titolo presenta un gameplay in tutto e per tutto simile a quello di Rhythm Heaven, ma con musiche lo-fi, un’estetica vaporwave dai colori pastello e disegni rotondeggianti che farebbe invidia a qualunque artista di Instagram. Dopo aver provato la demo gratuita su Steam non vediamo l’ora di poter giocare la versione intera, la cui uscita è stata però rimandata al momento a un indefinito tardo 2022.
Per quanto sia stato Rhythm Tengoku a segnare la storia del Rhythm Game, è bene fare un accenno anche a PaRappa The Rapper, uscito su PlayStation nel lontano 1996 e anch’esso un rhythm game davvero bizzarro con personaggi 2D che davano un effetto collage stile Paper Mario all’opera e un altissimo contenuto di meme, tra i quali un uomo cipolla, oggetto poi ripreso anche da Rhythm Paradise.
Un titolo così pieno di personalità non poteva che creare una community solida e altrettanto creativa che dopo anni ricorda con nostalgia uno dei giochi musicali meglio riusciti della storia. Vi lasciamo proprio con un altro video di impeccabile fattura realizzato dai fan di Rhythm Heaven in attesa che magari un giorno arrivi una versione per Nintendo Switch con nuovi minigiochi e alcuni richiami al passato. Quale tipologia di videogioco musicale esploreremo la prossima volta?