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Speciali

PSN Plus Premium: non sei male… ma puoi fare di meglio!

In molti sono rimasti spiazzati dalla mossa a sorpresa di Sony con cui, in effetti, si allargava l’offerta del suo servizio online e, con essa, il costo del “biglietto d’ingresso”. Il colosso nipponico ha, in buona sostanza, fuso il caro, vecchio PSN Plus con lo sfortunato PS Now, incorporandoli in un unico pacchetto destinato a chiunque desideri allargare la propria esperienza di gioco, sia in termini di quantità che dal punto di vista tecnologico.

Tuttavia, se più o meno tutti conosciamo l’offerta del PS Plus “standard” (o “vanilla”, fate un po’ voi) e l’impressione è generalmente positiva, tutt’altro discorso riguardava il PlayStation Now.

Chiunque abbia provato il servizio streaming di mamma Sony ne ha ricavato un giudizio non proprio esaltante, soprattutto se confrontato a ciò che c’è “dall’altra parte della barricata”, quell’Xbox Game Pass Ultimate in cui Microsoft sta profondendo tutte le sue energie.

La curiosità di provare il nuovo servizio Sony, inutile negarlo, era decisamente tanta, incentrata soprattutto su quel versante “Classics” che potrebbe fare, almeno sulla carta, la felicità di qualsiasi retrogamer.

Ebbene, abbiamo avuto modo di trascorrere circa un mese in compagnia delle versioni Extra e Premium del PSN Plus e, nelle righe che seguono, cercheremo di spiegarvene al meglio pregi e difetti, cercando di capire quanto terreno sia stato recuperato, lato streaming, nei confronti della concorrenza e, in buona sostanza, quanto l’impresa valga la spesa.

Avanti il nuovo…

Ecco la nuova schermata del PSN Plus.

L’interfaccia del nuovo corso del Play Station Plus si presenta divisa in sei diverse sezioni, di cui l’ultima è quella dedicata ai giochi mensili e, quindi, già nota a tutti i clienti di vecchia data del servizio.

Il “Catalogo Giochi” è la prima grossa aggiunta di casa Sony, disponibile tanto con l’upgrade Extra che con il Premium del PSN Plus; questa feature ha lo scopo di colmare il gap (almeno parzialmente) con l’offerta del già menzionato Game Pass, creando un paniere di titoli first e third party sia di recente uscita che un po’ più datati, potendoli sia scaricare sulla vostra console (per la maggior parte) che giocare in streaming.

Nel caso in cui ve lo steste chiedendo, la distanza con il servizio Microsoft è ancora sensibile, sia sotto l’aspetto dello streaming (che analizzeremo in seguito) che sotto quello del parco videogame. Come ben sappiamo, a differenza di quanto optato dall’azienda di Redmond, Sony ha deciso di non inserire i propri titoli first party sulla propria piattaforma digitale anche al lancio; tuttavia, sfogliando l’elenco di titoli, è possibile trovare diverse esclusive del calibro di Ghost of Tsushima: Director’s Cut, Death Stranding: Director’s Cut, Returnal, Demon’s Souls e, sorpresa delle sorpresa, anche Stray (di cui potete leggere la recensione cliccando qui).

Lato third party, invece, possiamo trovare giochi come Red Dead Redemption 2, Greedfall, Saints Row IV, Hello Neighbor e tantissimi altri. Come già detto, l’offerta Sony è diversi gradini inferiore rispetto a quella Microsoft, soprattutto sui giochi di terze parti; sul Game Pass, ad esempio, è reperibile una selezione di titoli molto più variegata e recente, mentre sul servizio Sony a farla da padrone sono i titoli first party, mentre i third party sono contorno piacevole, ma non di “primissimo pelo”.

Tutto questo senza dimenticare che tanto il servizio Microsoft quanto quello Sony sono pensati per gamer non tanto assidui; qualora foste dei giocatori attenti alle novità, potreste aver già completato una cospicua parte dei titoli presenti in entrambi i cataloghi.

Un’altra piccola pecca riguarda proprio l’interfaccia, che ci consente di mettere in ordine i giochi in ordine alfabetico, di filtrarli per genere ma non per piattaforma, cosa che, come vedremo, avrà una sua importanza.

… ma senza dimenticare il vecchio (?)

Cosa sarebbe il gaming senza i suoi classici?

Uno dei motivi principali che spingerà molti all’acquisto del tier Premium del PSN Plus è sicuramente il “Catalogo dei Classici“. Il nome non è di quelli che passano inosservati, soprattutto per tutti coloro che hanno mosso i primi passi (ludicamente parlando) tra la seconda metà degli anni ’90 e i primi anni del 2000, nell’epoca a cavallo tra la PSX e la PS2, senza disdegnare qualche escursione anche nel roster PS3.

Ebbene, se vi state accingendo a sfogliare il listone di Classici con gli occhi lucidi e la speranza di trovarvi all’interno tutti quei videogame che hanno definito la nostra adolescenza, sappiate che… beh… come dire… non ce li troverete!

Prima che la tristezza ed il male di vivere prendano il sopravvento su di voi, occorre fare qualche piccolo chiarimento.

Il “Catalogo dei Classici” propone sì grandi titoli del glorioso passato Playstation (e non solo), ma solo una minima parte di essi rientra in quella cerchia di titoli che hanno accompagnato i nostri anni più spensierati.

Il grosso dei titoli presenti proviene dalla generazione PS3 tra cui, ad esempio, possiamo trovare la trilogia Batman: Arkham, Red Dead Redemption, Castlevania: Lords of Shadows I e II, God of War: Ascension, Rage, Saints Row 2, i Ratchet & Clank di quella generazione di console, ecc; l’idea non è male visto che questi giochi non sono nemmeno emulabili con semplicità.

Ai più nostalgici sono invece destinati titoli come Syphon Filter, Wild Arms I e III, Worms: Armageddon, Tekken II, Kurushi, Jumping Flash!, Primal, Dark Cloud, l’intera saga di Jak & Daxter, Ape Escape, qualche Resident Evil di annata e poco altro; è qui che potenzialmente casca l’asino.

Riusciamo quasi a percepire le vostre preoccupazioni: dov’è Tombi? Dove sono i Silent Hill? Cosa ne è stato di Gran Turismo? La saga di Legacy of Kain che fine ha fatto? Metal Gear Solid verrà mai aggiunto alla lista?

Vorremmo potervi tranquillizzare ma, allo stato attuale, non è possibile rispondere a nessuna delle vostre domande. A parere di chi vi scrive, è altamente probabile che il parco titoli messo a disposizione dal “new deal” del PSN Plus sia un punto di partenza e che, in futuro, possa essere rimpolpato, soprattutto per quanto riguarda l’aggiunta di nuovi “classici”.

Tuttavia, nonostante la presenza videogiochi della caratura di Ape Escape e Syphon Filter sia decisamente un ottimo segnale, solo il futuro potrà svelarci il destino di questo importantissimo catalogo.

Un occhio allo streaming

Uno streaming buono, ma migliorabile.

Eccoci arrivati all’analisi dell’altro punto dolente di casa Sony che, ai tempi, fu una delle cause principali del tracollo del PS Now. La società giapponese sembra aver lavorato parecchio sul miglioramento delle proprie infrastrutture online, ed il risultato finale è decisamente migliore rispetto al passato. Ciò che colpisce è la velocità di avviamento dei vari titoli: dopo pochi secondi di attesa, siamo già proiettati al menu principale del titolo scelto, senza la necessità di effettuare alcun tipo di download.

Inutile dire che l’avere questa tecnologia a disposizione ci ha incuriositi non poco, facendocela testare su una discreta fetta dei titoli che ne potevano beneficiare. Nonostante i notevoli passi avanti compiuti, la sensazione è che ci sia ancora qualcosa da migliorare.

In prima battuta, nonostante una connessione di tutto rispetto (70 Mbps in download e 10 Mbps in upload), si deve scendere a qualche compromesso grafico, soprattutto con i videogame più “esigenti”, che risentono non poco della “compressione” ai fini dello streaming. Inoltre, è stato possibile riscontrare un input lag tutt’altro che indifferente, sia su titoli recenti e che meno recenti.

Va sottolineato che tali problemi non si presentano qualora si decidesse di scaricare il gioco in questione, ma tale opzione non risulta disponibile per molti esponenti del parco titoli PS3, fruibili solo attraverso lo streaming che, tra le varie cose, impedisce di catturare screenshot e filmati di gioco. Non sappiamo se questo blocco sia momentaneo o permanente, ma occorre ricordare che tali opzioni sono disponibili su servizi concorrenti come Game Pass e GeForce Now.

Inutile girarci troppo intorno: la sfida più grande di Sony consisterà proprio nel perfezionamento dello streaming, riuscendo così a riallinearsi ad una concorrenza che, sotto questo aspetto, sembra già essere più avanti.

Prezzi e considerazioni finali

Quanto si paga per il nuovo PlayStation Plus? Di seguito, vi riportiamo le tre diverse opzioni di abbonamento, comprensive di tutti i loro contenuti.

  • PSN Plus Essential
    – Contenuti: Giochi mensili; Sconti esclusivi; Multigiocatore online;
    – Prezzo: €8.99 al mese / €24.99 per tre mesi / €59.99 all’anno
  • PSN Plus Extra
    – Contenuti: Tutti i contenuti PSN Plus Essential; Catalogo giochi; Ubisoft+ Classics;
    – Prezzo: €13.99 al mese / €39.99 per tre mesi / €99.99 all’anno
  • PSN Plus Premium
    – Contenuti: Tutti i contenuti PSN Plus Extra; Catalogo dei Classici; Versione di prova dei giochi; Streaming nel Cloud;
    – Prezzo: €16.99 al mese / €49.99 per tre mesi / €119.99 all’anno

Come è possibile constatare, chiunque fosse in possesso della versione base del Plus, potrà continuare a beneficiarne allo stesso prezzo di prima, mentre le versioni Premium ed Extra presentano dei costi mensilmente superiori al Game Pass, ma tutto sommato simili su base annuale. In ogni caso, i piani tariffari prospettati da Sony sembrano essere perfettamente in linea con ciò che offrono.

Alla fine della fiera, il nuovo corso del PSN Plus sembra promettere decisamente bene, vantando un’offerta di titoli e servizi di tutto rispetto per una cifra non molto diversa da quella richiesta dai diretti concorrenti.

Tuttavia, il parere di chi vi scrive è che solo i prossimi mesi ci diranno che cosa il PSN Plus vuol fare “da grande”; il catalogo dei third party crescerà? Verranno aggiunti dei nuovi classici? Tutto questo senza ovviamente dimenticarci del lavoro che c’è ancora da fare sul versante streaming.

Sulla base di queste considerazioni, ci sentiamo di consigliare l’acquisto dei tier più elevati a tutti coloro che, per un motivo o per un altro, avessero “saltato” una generazione di console, in modo da recuperare alcuni dei migliori titoli del passato, ed anche a tutti coloro che volessero vivere (o rivivere) alcune pietre miliari della storia del nostro medium di riferimento.

Ed ora tocca a voi: fate la vostra scelta e, soprattutto, giocate responsabilmente!

This post was published on 7 Agosto 2022 14:00

Claudio Albero

Nasce a Torre del Greco, una piccola metropoli alle falde del Vesuvio, nei favolosi anni ’80, che già però non avevano più niente di favoloso. Provano ad educarlo con Beatles e musica classica sin dalla più tenera età, ma lui, di tutta risposta, si appassiona all’ heavy metal ed ai videogame , spendendo un piccolo patrimonio in sala giochi, quando queste due parole erano ancora slegate dalle slot machine. Dopo aver mosso i primi passi su Sega Master System II con Alex Kidd, il Super Mario con le orecchie a sventola, si innamora dei platform, degli action/adventure e degli RPG, con particolare attenzione alla saga di Final Fantasy. Inguaribile sognatore con le radici saldamente ancorate nel passato, scopre la sua passione per la scrittura quasi per caso, in uno dei tanti pomeriggi passati tra i corridoi della Facoltà di Giurisprudenza di Napoli, dove si laureerà giusto qualche anno dopo, con una tesi in Diritto d’Autore basata sull’opera multimediale. Dopo aver scritto di attualità e musica su Lacooltura.it , Road TV Italia e Federico TV , approda sui lidi di Player.it , in cui comincia sin da subito ad apprendere e fare domande, guadagnandosi rapidamente il titolo di “ redattore rompiscatole del mese ”. Nonostante sia legatissimo alla grande famiglia di Player, non sono rare alcune sue incursioni su portali come Gameplay Café e Spazio Rock . Musica, videogame, concerti, boardgame, modellismo, fumetti, cinema e serie tv: tanti hobby diversi tra loro, ma collegati da un fil rouge che li unisce tutti: il divertimento . È proprio questo che cerca in un videogame, è proprio questo sentimento che muove le sue dita, ed è sempre il divertimento la sensazione che cerca di infondere nei suoi articoli. Al di fuori del mondo del gaming, indossa giacca e cravatta per mimetizzarsi nel mondo degli avvocati, esercitando la professione forense, con lo scopo di conoscere a fondo le “ regole del gioco ”, nonché di minacciare di far causa a chiunque al minimo pretesto.

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