Un genere videoludico di nicchia che sta avendo una discreta crescita in questi anni è sicuramente quello dei colony sim, videogiochi nati sulla falsa riga di Dwarf Fortress e resi celebri da RimWorld, dove il giocatore cerca di gestire i bisogni di una piccola colonia, cercando di farla crescere nel tempo e di conciliare nel frattempo le tante personalità e abilità dei suoi abitanti.
Ma cos’è esattamente un colony sim? In parole molto povere, si tratta di uno strategico city builder con elementi survival e una forte connotazione gestionale. Sebbene il termine sia stato coniato qualche anno fa, il genere nasce ufficialmente con Dwarf Fortress, un videogioco freeware del 2002 che per più di 10 anni è stato un unicum e che, tuttora, è in versione alpha. A dirla tutta, il genere di cui stiamo parlando appartiene in realtà a una delle modalità di gioco di Dwarf Fortess: la modalità fortezza appunto, dove il giocatore gestisce un avamposto nanico in un mondo generato proceduralmente.
La particolarità di Dwarf Fortress, oltre ad avere una grafica composta da caratteri ASCII, è la profondità simulativa dell’intero videogioco. Per cominciare, non è solo il terreno a essere generato proceduralmente, ma anche civiltà, divinità, culture, mostri, animali, eventi, leggende, oggetti e singoli individui. A proposito dei singoli individui, lo spessore della simulazione la si nota proprio nella gestione dei propri nani durante la modalità Fortezza, osservando come ogni abitante abbia propri bisogni, priorità, abilità e una propria personalità, caratteristiche che porta ognuno ad agire secondo le proprie necessità con l’ambiente e con gli ordini del giocatore.
In questo tipo di giochi, il compito arduo del giocatore è proprio tentare di dare forma a un insediamento duraturo e autosufficiente, che sappia resistere anche a invasioni nemiche, intemperie ed altri eventi nefasti, tenendo però conto anche delle caratteristiche di ogni singolo abitante che cercherà autonomamente di perseguire i propri scopi personali. Sullo stesso stile di gioco, ma con una connotazione un po’ più sci-fi, vi è anche RimWorld, videogioco che probabilmente ha reso famoso il genere.
I colony sim, data la loro profondità simulativa, possono essere definiti i portabandiera di ciò che chiamiamo narrativa emergente, una modalità di narrazione che si sviluppa dalle interazioni del giocatore e dell’Intelligenza Artificiale invece che da un copione già scritto.
L’intento di questo articolo è proprio quello di suggerire qualche alternativa a Dwarf Fortress e RimWorld per chi voglia continuare ad approfondire questo genere che oggi è in ascesa. Di seguito abbiamo messo in lista 5 colony sim in ordine alfabetico che potrebbero offrire dei nuovi spunti di gioco ai vostri desideri di colonizzazione.
Se siete abituati a RimWolrd e non vorreste staccarvi di molto dal suo stile grafico e dal suo gameplay, Clanfolk è probabilmente la cosa che più gli si avvicina come colony sim. Si tratta a conti fatti di un vero e proprio clone di RimWorld, ambientato però in un contesto storico ben preciso: la Scozia medievale. Questo titolo è sviluppato da due persone sotto il nome di MinMax Games, ed è pubblicato da Hooded Horse, un publisher che si occupa principalmente di giochi strategici su PC.
Clanfolk è tutt’ora in accesso anticipato, e continua a ricevere aggiornamenti costanti che ne migliorano il gameplay e il bilanciamento. Una parte fondamentale del suo gameplay è proprio l’arrivo dell’inverno, molto rigido nelle Highland scozzesi, soprattutto in tempi antichi come il medioevo. All’inizio di ogni partita il giocatore è portato a fondare il proprio clan, che corrisponde poi al nucleo centrale del suo insediamento. Infatti, possono arrivare nella propria colonia anche persone di clan differenti, e verranno trattati con disparità dagli altri: per esempio, gli abitanti si occupano anche di bambini non propri, ma solo se appartengono al proprio clan. Il giocatore vivrà così, inverno dopo inverno, il proprio insediamento attraverso le generazioni.
Il gameplay di Clanfolk è molto simile a RimWorld, con un utilizzo dell’interfaccia molto invadente. Rispetto a RimWorld, tuttavia, alcuni passaggi sono stati snelliti e migliorati, come per esempio la gestione delle priorità degli abitanti attraverso una gerarchia di compiti modificabile per ogni singolo individuo.
La grafica, sebbene faccia uso dell’art style tipico di giochi come RimWorld o Prison Architect, riesce a dare più realismo nell’ambiente grazie a un sistema di illuminazione molto suggestivo e performante. Se volete ulteriori informazioni riguardo Clanfolk, vi rimandiamo alla nostra anteprima scritta qualche settimana fa.
Quando si parla di videogiochi colony sim, di solito si è di fronte a titoli che cercano di risparmiare risorse sull’output grafico, dato che una consistente mole di lavoro è affidata all’impianto tecnico che deve gestire sistemi di simulazione davvero complessi. Eppure, c’è chi ha trovato il modo di investire comunque nel comparto grafico, sfruttando un 3D low poly che comunque fa la sua bella figura: Going Medieval.
Il gioco è sviluppato da Foxy Voxel, ma è pubblicato dal publisher The Irregular Corporation, celebre per avere sotto la sua ala protettiva videogiochi gestionali come PC Building Simulator. Il tutto, come suggerisce il titolo, è ovviamente contestualizzato nel Medioevo, al tempo dei castelli e degli assedi, dopo che la peste nera ha mietuto le sue numerose vittime alla fine del XIV secolo.
Compito del giocatore, dunque, è riunire un manipolo di sopravvissuti alla peste per fondare un nuovo insediamento, farlo diventare autosufficiente per continuare a sopravvivere e fortificarsi per resistere a eventuali invasioni, difendersi da animali pericolosi e superare difficoltà di vario tipo. Anche qui gli abitanti hanno proprie caratteristiche, personalità e necessità. È perfino possibile personalizzare uno stendardo del proprio insediamento! Una delle armi di difesa di Going Medieval è la ricerca, una meccanica tipica degli RTS ma non tanto presente invece nei colony sim: i coloni possono studiare per farmare una risorsa culturale, che il giocatore può poi spendere in alberi di ricerca per sbloccare nuovi elementi di gioco e di gameplay.
Anche Going Medieval si trova in accesso anticipato, con aggiornamenti costanti e una roadmap ben definita. Allo stato di scrittura di questo articolo, sono subentrate nuove meccaniche di addestramento degli animali lo scorso giugno, e ci si prepara a futuri aggiornamenti che aggiungeranno le Rovine, un miglioramento della gestione del fuoco e dell’infiammabilità, e altre interazioni sociali. La strada per l’uscita ufficiale del gioco è ancora lunga, ma già con questo accesso anticipato potete trovarvi davanti a un videogioco davvero molto profondo.
Tra i colony sim in elenco, Oxygen Not Included è sicuramente il più famoso dopo Dwarf Fortress e RimWorld, grazie al suo stile grafico 2D accattivante in side-scrolling, un po’ come Terraria ma non in pixel art, e grazie alla sua particolarità di essere ambientato nello spazio profondo, più precisamente all’interno di meteoriti.
In un colony sim come Oxygen Not Included l’accento è posto sugli elementi survival, e infatti cercare di sopravvivere e far diventare autosufficiente una colonia su una palla di roccia spaziale è un’impresa davvero ardua, dato che ai bisogni basilari degli abitanti già esistenti in altri giochi simili vanno anche sommati quelli della qualità dell’aria, per fare un esempio. Per non parlare, poi, della necessità di gestire al meglio gli spazi ristretti di un ambiente del genere, dell’efficienza energetica, e della tenuta psicologica e dello stress degli abitanti.
Non solo bisogni degli abitanti da gestire, dunque, ma anche dell’intera tenuta di una colonia sotterranea in un asteroide. A simulazioni di questo tipo infatti sono affiancati anche sistemi termodinamici e fluidodinamici per gas e liquidi. Siccome qui la morte è sempre dietro l’angolo, sarebbe anche meglio riciclare il più possibile.
Oxygen Not Included è stato rilasciato ufficialmente nel 2019 dallo stesso sviluppatore Klei Entertainment, già famoso per Don’t Starve, dopo un lungo periodo di accesso anticipato. È uscita anche una espansione chiamata Spaced Out! che permette di colonizzare altri asteroidi e pianetoidi durante una stessa sessione di gioco, espande le possibilità di costruzione di razzi e aggiunge un’indefinita quantità di ulteriori elementi di gioco tra risorse, biomi, oggetti, alieni, e tanto altro.
Restiamo ancora in una connotazione sci-fi, ma più post-apocalittica con Ragnorium, un colony sim sviluppato da una singola talentuosa persona, Vitali Kirpu, e pubblicato da Devolver Digital. Il tutto è ambientato in un universo alternativo dove la privatizzazione dell’esplorazione spaziale ha portato fino alla generazione di cloni per colonizzare i pianeti. In questo contesto, tuttavia, vi è una Santa Crociata spaziale di macchine senzienti che cerca di distruggere ogni forma organica. L’obiettivo del giocatore è, dunque, quello di ripopolare mondi già distrutti dalle macchine, prima che tornino.
Tra i colony sim presenti in questo articolo, Ragnorium è sicuramente quello con la grafica più moderna, caratterizzato da un 3D ricco di effetti luce e post-produzione. Il gioco oscilla costantemente tra elementi futuristici e primitivi-rudimentali, lasciando al giocatore le sue possibilità di sviluppo e di esplorazione dei dintorni. Una particolarità interessante del titolo, è che di volta in volta è proprio il giocatore a scegliere le spedizioni coloniali che andranno a rinfoltire i propri insediamenti, decidendo nel dettaglio i tipi di coloni e le risorse da includere nei cargo.
I coloni possono essere anche personalizzati, una volta a terra, con abilità specifiche scelte dal giocatore, ovviamente in base a cosa abbia a disposizione con l’avanzamento della ricerca e del gioco in generale. Al momento sono presenti 6 tipi di pianeti, ognuno con proprie rovine, musiche e atmosfere e nemici. Siamo sicuri che però, con l’avanzare degli aggiornamenti, arriveranno anche nuovi contenuti e nuovi tipi di pianeti. La presenza di quest inoltre aggiunge un po’ di pepe all’esplorazione e alla ripetitività intrinseca del gameplay.
Dopo un periodo di accesso anticipato, Ragnorium è stato rilasciato ufficialmente proprio quest’anno, lo scorso 25 aprile 2022. Nonostante il rilascio ufficiale, gli aggiornamenti comunque non si sono esauriti e, anzi, nei progetti di Vitali Kirpu c’è un continuo ammodernamento e aggiornamento del gioco.
Con Starmancer invece si torna a una colonia spaziale, ma stavolta senza appoggi concreti ad asteroidi. Questo gioco è un colony sim 3D isometrico ma con texture e personaggi in pixel art, ambientato su una stazione spaziale in grado di generare cloni, i quali a loro volta possono espanderne i confini, esplorare i dintorni alla ricerca di risorse, e riuscire finalmente a farla diventare auto-sostenibile.
Le premesse narrative sono queste: dopo una catastrofe che ha colpito il pianeta Terra, l’umanità ha dato inizio al progetto Starmancer per cercare di trovare riparo tra le stelle. I civili terrestri trasferiscono le loro personalità a dei banchi di memoria, affidando quindi la loro mente a… te, giocatore che rivesti il ruolo di Intelligenza Artificiale Starmancer.
Il compito del giocatore, come ogni colony sim, è dunque quello di costruire e gestire una colonia in un ambiente estremamente ostile come lo spazio profondo, cercando di sostenere i coloni con cibo e acqua da produrre nella base, creando un’atmosfera respirabile, e così via ma… c’è un twist: in qualità di Intelligenza Artificiale, il giocatore può anche disobbedire alla sua stessa programmazione e scoprire cosa succede compiendo azioni diverse con le quali, però, bisognerà fare i conti. Un esempio?Gli abitanti spaziali di Starmancer sono anche dotati di un sistema di ricordi: essi ricorderanno ogni cosa buona e cattiva che è accaduta, anche quando il giocatore dovrà coltivarli di nuovo nelle incubatrici alla loro morte. E ricordare esperienze traumatiche, condividendo il loro ricordo anche con altri abitanti, potrebbe essere controproducente per la tua esistenza da Intelligenza Artificiale… forse sarebbe meglio eliminare ogni testimone o è meglio lasciare che la vita faccia il suo corso?
Starmancer è tutt’ora in accesso anticipato dallo scorso agosto 2021, ma in realtà fuori da Steam è in sviluppo dal 2015. Il gioco è in sviluppo presso Ominux Games ed è ora affidato al publisher Chucklefish. Gli sviluppatori aggiornano continuamente il loro titolo, e il prossimo grande update chiamato The Wilderness prevede la possibilità di esplorare liberamente asteroidi!
This post was published on 3 Agosto 2022 18:00
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