Benvenuti ad un nuovo #Gamersdigest, recap delle principali notizie della settimana videoludica appena trascorsa.
La settimana inizia con quello che ha le potenzialità per diventare uno dei più grossi danni d’immagine per Ubisoft, oltre che un grave precedente per l’industria del gaming: Assassin’s Creed Liberation HD e Silent Hunter 5 sono stati quasi rimossi da Steam. Il “quasi” lo spieghiamo subito: a inizio settimana rriva la notizia che, dal 1° settembre 2022, i titoli non si avvieranno più, nemmeno se regolarmente comprati e presenti nella libreria dei giocatori. Come mai? nel thread Reddit Ubisoft why che ha reso pubblica la notizia, gli utenti si sono interrogati sulle motivazioni: la spiegazione più probabile è che, pur essendo titoli single player, richiedano una verifica DRM online all’avvio; verifica che diventerà impossibile dal momento che Ubisoft disattiverà il server dedicato.
La decisione controversa e unilaterale della compagnia non è un unicum nella storia di Steam (esiste ad esempio il raro precedente di Order of War: Challenge, come ricordano gli utenti del thread), ma ha fatto particolarmente imbestialire l’utenza il fatto che Ubisoft sembra aver voluto a tutti i costi giocare sporco, avendo messo Assassin’s Creed Liberation HD in saldo solo pochi mesi fa. Se si va ad esaminare il tracker del prezzo del gioco, infatti, si scopre che il titolo è stato messo in promozione a fine gennaio, scontato del 75%. Certo si può considerare che una finestra temporale di 7 mesi (da febbraio a d agosto compresi) sia più che sufficiente per ultimare una partita ad un titolo che richiede meno di 20 ore per essere completato, ma il fatto che l’azienda abbia taciuto questa informazione chiave agli acquirenti rimane assolutamente inaccettabile.
Assassin’s Creed Liberation HD e Silent Hunter 5 non sono gli unici giochi Ubisoft colpiti dalla mannaia dello spegnimento dei server. In un articolo dedicato, la compagnia ha elencato tutti i titoli che, a partire dal 1° settembre, vedranno menomate le proprie funzioni, in molti casi limitatamente al multiplayer ma in altri all’esperienza ludica tout court, come ad esempio Space Junkies, titolo concepito appositamente per il gioco online. La giustificazione è la seguente:
La chiusura dei servizi online per alcuni giochi più vecchi ci permette di concentrare le nostre risorse sull’ottimizzazione dell’esperienza degli utenti che giocano a titoli più recenti o più popolari. Per raggiungere questo obiettivo, il 1° settembre 2022 alcuni titoli più vecchi saranno aggiunti alla lista dei servizi online dismessi.
Ubisoft, Decommissioning of online services (September 2022) – link alla pagina
Da qui la svolta: la pagina suddetta non sembra riportare correttamente l’informazione relativa ad AC Liberation HD e SH 5, dei quali si dice solamente che “Non sarà possibile collegare gli account Ubisoft al gioco o utilizzare le funzionalità online” e “l’installazione e l’accesso ai DLC non sarà più possibile“. Queste informazioni cozzano palesemente con l’avviso presente nelle pagine Steam dedicate ai due giochi, ove si dice espressamente che essi non saranno più accessibili in tutto e per tutto.
Quindi come stanno davvero le cose? Nel caso effettivamente i giochi venissero resi completamente inutilizzabili, i giocatori saranno rimborsati degli acquisti fatti? E da chi: Steam o Ubisoft? Inizialmente le dichiarazioni di circostanza rilasciate dal publisher a VG247 suonavano solo come il tentativo di guadagnare tempo pensando a quale strategia adottare:
Non prendiamo alla leggera la decisione di dismettere i servizi online per i vecchi giochi Ubisoft e i nostri team stanno valutando tutte le opzioni disponibili per i giocatori che saranno colpiti dalla cessazione dei servizi online di questi giochi il 1° settembre 2022. Stiamo inoltre lavorando con i nostri partner per aggiornare queste informazioni in tutti gli store, in modo che i giocatori siano pienamente informati della rimozione dei tali servizi al momento dell’acquisto, proprio nello stesso modo con cui abbiamo condiviso tali informazioni nell’articolo sul nostro sito.
Dichiarazione di Ubisoft riportata da Dom Peppiatt per VG247 – 11 luglio 2022
Risultato dell’incertezza: il gioco è stato vittima di review bombing su steam (attualmente la sua media è “estremamente negativa”), ciò ha costretto Ubisoft a chiarire con un ulteriore comunicato che lo spegnimento dei server avrà effetto solo sulla componente online di questi giochi, che dovrebbero continuare ad essere eseguibili in single player dagli acquirenti. È stato quindi Steam a dover a sua volta modificare l’avviso sulla pagina del gioco in negozio, in cui ora si legge: “i DLC e la componente online di questo titolo saranno inaccessibili a partire dal 1 settembre 2022. Il gioco base continuerà ad essere giocabile”.
Tutta questa vicenda, ora fortunatamente risolta, dimostra una volta di più come una cattiva comunicazione possa avere ripercussioni nefaste sui rapporti tra azienda e community, e quanto le prime debbano impegnarsi maggiormente per dare alle seconde informazioni chiare e precise, onde evitare contraccolpi di immagine potenzialmente molto dannosi.
Dalle comunicazioni poco chiare passiamo a quelle ridicolmente false: come saprete, la scorsa settimana l’ex premier giapponese Shinzo Abe è caduto vittima di un attentato che gli è costato la vita. Nei giorni immediatamente seguenti ha destato un misto di scalpore e incredulità un tweet del politico francese Damien Rieu che, condannando l’atto terroristico, ha condiviso alcune foto di Hideo Kojima, scambiandole per ritratti del killer Tetsuya Yamagami.
Le stesse immagini di Kojima sono rimbalzate anche nei notiziari di alcuni paesi. L’associazione tra le fattezze di Kojima e quelle di Yamagami pare sia nata scherzosamente da alcuni utenti su 4chan, per poi essere ripresa senza cognizione di causa da Rieu su Twitter, e da qui a varie emittenti tv.
L’equivoco è stato chiarito nel giro di un paio di giorni, le immagini ritirate e le scuse di Damien Rieu arrivate ufficialmente, sempre su Twitter. Tuttavia, in settimana Kojima Productions a sua volta ha commentato il fatto sullo stesso social network, dicendosi pronta a valutare il ricorso a vie legali in risposta agli incresciosi fatti avvenuti.
Questa tragicomica vicenda la dice lunga su quanto poco professionale possa arrivare ad essere il giornalismo contemporaneo (per non parlare della politica), mosso dalla fretta e dal clickbait più che dall’esigenza di fare un’informazione corretta e verificata.
È ufficiale: Haven Studios è ora parte integrante dei PlayStation Studios. L’acquisizione, già annunciata a marzo, si è concretizzata questo lunedì 12 luglio 2022. Haven Studios si aggiunge così alla scuderia di casa Sony, che conta altri 18 studi interni. La particolarità di questa acquisizione risiede nel fatto che il giovanissimo sviluppatore ha ancora tutto da dimostrare, essendo nato appena l’anno scorso: era febbraio 2021 infatti quando Jade Raymond, già ex Ubisoft (dove aveva lavorato come produttrice di Assassin’s Creed e Watchdogs), lasciava il suo incarico presso Google, dove aveva lavorato alla divisione Stadia Games and Entertainment.
Il mese successivo Raymond diede l’annuncio della fondazione di un nuovo team denominato, appunto, Haven Studio. All’oggi il neonato developer non ha ancora svelato a cosa stia lavorando, ma qualunque cosa sia deve aver impressionato Sony, che ha deciso di prenderlo sotto la sua ala. A questo punto c’è la viva curiosità di sapere cosa stia bollendo in pentola…
Lo shopping estivo prosegue anche in Danimarca, da dove Nordisk Games ha annunciato l’acquisizione di Supermassive Games, il team responsabile della Dark Pictures Anthology, di Until Dawn e del recente The Quarry. La cifra sborsata dalla holding danese non è stata divulgata, senza dubbio però deve aver rappresentato un investimento notevole per un’azienda che ha sì diversi studi al proprio interno, ma che sono per lo più orientati a titoli mobile e free-to-play, con le uniche eccezioni di Avalanche Studios Group e MercurySteam a rappresentare la quota AA. Insomma la nuova acquisizione rappresenta di fatto uno degli studi più grandi (250 sviluppatori, secondo il comunicato ufficiale relativo all’acquisizione) e riconosciuti tra tutti quelli posseduti da Nordisk.
Le acquisizioni non riguardano solo studi di sviluppo: Nintendo ha annunciato l’operazione di acquisto del 100% della proprietà di Dynamo Pictures, società di produzione video specializzata nella creazione di cinematiche per videogiochi (Persona 5 tra i più recenti). La nuova entità prenderà il nome di Nintendo Pictures ed ovviamente lavorerà in esclusiva sulle produzioni della società giapponese. Con un nome così altisonante, viene il sospetto che Nintendo non voglia limitare il neonato studio all’ambito videoludico: potremo aspettarci anche prodotti cinetelevisivi seriali, di fiction e/o animazione? Data la tendenza alla creazione di franchise crossmediali in cui l’intera gaming industry si è lanciata negli ultimi anni, questa sembra una deriva altamente probabile.
L’acquisizione dovrebbe finalizzarsi entro ottobre. Non è stato reso noto il costo dell’operazione.
Per finire con le ristrutturazioni aziendali, segnaliamo anche l’apertura di Hook, una nuova divisione interna al gruppo Digital Bros. Il team svolgerà il ruolo di publisher per studi indipendenti sparsi in tutto il mondo. I membri del team sono veterani con oltre un decennio di esperienza pregressa nell’industria e, leggiamo sul sito ufficiale del gruppo, sarà in grado di fornire servizi quali localizzazione, QA (controllo qualità/testing), campagne marketing e tutto ciò che occorre per promuovere adeguatamente un progetto videoludico indipendente, compreso il supporto alle attività di finanziamento. Bravi.
In settimana si è data da fare anche Unity, che merita un capitolo a parte.
La carrellata di acquisizioni si conclude con l’acquisto di IronSource da parte di Unity, azienda sviluppatrice dell’omonimo motore grafico. L’operazione dovrebbe essere finalizzata entro fine anno e a quanto pare la cifra sganciata per l’acquisizione ammonta a oltre 4 miliardi di dollari. IronSource è una compagnia tecnologica specializzata nella creazioni di ecosistemi economici per le app, ad esempio sistemi di monetizzazione e distribuzione. Evidentemente l’acquisizione permetterà a Unity di integrare tool ad hoc nel proprio software, con l’intento di agevolare il lavoro degli sviluppatori intenzionati ad implementare questo tipo di dinamiche nei propri giochi. Si legge infatti dal comunicato ufficiale:
E se il processo non fosse più “prima creare, poi monetizzare”? Cosa succederebbe se i creatori avessero a disposizione un motore che, per impostazione predefinita, permettesse loro di ottenere indicatori predittivi di successo per i loro giochi attraverso l’acquisizione del loro prototipo da parte degli utenti, fornendo loro strumenti di feedback per migliorare i giochi sulla base delle interazioni dei giocatori reali fin dalle prime fasi del processo di sviluppo? L’offerta combinata di Unity e IronSource posizionerà l’azienda come l’unica piattaforma che sia simultaneamente di creazione di giochi e crescita degli stessi.
Comunicato stampa ufficiale dal blog di Unity.com – 12 luglio 2022
La mossa è anche un indice dell’interesse nutrito da Unity per il mercato mobile, nel quale vuole evidentemente aumentare la propria presenza. Del resto il mobile gaming è uno dei segmenti in più forte crescita dell’intera industria dei videogiochi (qui la mia analisi sui numeri del mobile gaming nel 2021). Tuttavia questa notizia è stata accolta tutt’altro che bene da una parte dell’industria: il motivo è legato al fatto che in passato IronSource sviluppò InstallCore, un sito che fungeva da aggregatore e distributore di software per Windows, notoriamente poco sicuro e ritenuto responsabile dell’installazione surrettizia di malware in molti PC, tanto che nel 2015 fu flaggato come sito pericoloso da Windows Defender, l’antivirus di Microsoft, per poi essere definitivamente dismesso nel 2020. Evidentemente InstallCore è ancora vivo nei ricordi di alcuni sviluppatori, che hanno pubblicamente criticato questa operazione. Persino la borsa non ha reagito bene alla notizia, col valore delle azioni di Unity in calo subito dopo l’annuncio.
Per tutta riposta, il CEO di Unity John Riccitello ha definito “fottuti idioti” gli sviluppatori che osteggiano le pratiche di monetizzazione nei videogiochi (poi è corso ai ripari su Twitter, dove si è scusato dicendo di essere stato frainteso). Insomma c’è solo amore nell’aria!
Finalmente Nintendo ha sciolto la riserva riguardo la data di pubblicazione di Bayonetta 3, atteso da anni (il precedente Bayonetta 2 risale al 2014) dai fan della popolare serie hack’n’slash sviluppata da PlatinumGames. Il gioco, pubblicato in esclusiva su Nintendo Switch, arriverà sugli scaffali il prossimo 28 ottobre. Per l’occasione è stato pubblicato il trailer ufficiale che potete vedere qui (sottoposto a limiti di età).
Gli attacchi hacker nei confronti degli sviluppatori e publisher di videogiochi si sono fatti frequenti negli ultimi anni, con clamorosi trafugamenti di notizie e dati sensibili, o compromissione dei sistemi informatici. L’anno scorso è toccato a CD Projekt, vittima di un attacco che avrebbe portato al furto del codice sorgente di Cyberpunk 2077 e The Witcher 3 (ma la compagnia polacca non ha confermato); a marzo di quest’anno era toccato a Ubisoft, che ha dovuto resettare tute le password dei propri sistemi aziendali; in settimana è stata la volta di Bandai Namco, vittima di un attacco rivendicato dal ransomware ALPHV.
Non è stata resa pubblica l’entità dell’attacco, che possiamo ipotizzare abbia avuto come mira il furto di dati sensibili a fini di riscatto (tale è solitamente la natura dei ransomware). Tuttavia Bandai Namco ha assicurato che non sono stati violati dati sensibili riguardanti gli utenti finali occidentali, quindi i giocatori dovrebbero poter stare tranquilli. La compagnia giapponese ha dichiarato però che potrebbero essere state compromesse alcune informazioni riguardo gli utenti asiatici (ma non giapponesi), soprattutto per quanto riguarda i settori Toys and Hobby Business, e che sta investigando per capire l’entità del danno. A giudicare dalla frequenza con cui tocca leggere questo genere di notizie, è plausibile immaginare come la spesa in cyber-sicurezza delle aziende videoludiche sia destinata ad aumentare sempre di più nei prossimi anni.
Questa settimana Diego del Buono, che ha seguito per voi la Nacon Connect, ci ha raccontato quanto sia stato bello tornare finalmente a partecipare ad eventi dal vivo. Invece il nostro glottologo videoludico Alessandro Colantonio ci ha spiegato per bene il significato di Teabag, e ha anche fatto il punto su The DioField Chronicle, promettente TRPG di Square Enix.
Infine, in barba al fatto che l’estate sia avara di uscite, vi abbiamo riempito di recensioni: Simone Mauro ha tessuto le lodi di Cuphead: The Delicious Last Course; Salvatore Montagnolo ha provato senza troppi entusiasmi Spidersaurs; il nostro caporedattore Graziano Salini è andato in brodo di giuggiole per Neon White; e infine Alessio Acunzio ha sezionato con precisione chirurgica Matchpoint: Tennis Championships.
Per questa settimana è tutto.
Appuntamento a domenica prossima con il #Gamersdigest 29.
This post was published on 18 Luglio 2022 10:18
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