Inauguriamo questa domenica il Gamer’s Digest, recap delle principali notizie della settimana videoludica appena trascorsa.
La settimana si è aperta con la notizia della vittoria di Bungie sui cheaters di Destiny 2: qualche tempo fa il developer recentemente acquisito da Sony voleva intentare causa contro i proprietari di Veterancheats, piattaforma incentrata sulla compravendita di cheats per videogiochi, compreso appunto Destiny 2. Bungie ha chiesto un cospicuo risarcimento dato che, per difendersi dai cheaters e mantenere pulito il suo gioco, lo studio è obbligato a spendere ingenti risorse in misure di sicurezza anti-bot e anti-cheat.
Non c’è stato bisogno di finire in tribunale: Bungie ha infatti raggiunto un accordo economico con i proprietari di Veterancheats, che hanno accettato di corrispondere al developer un risarcimento di ben 13,5 milioni di dollari! Evidentemente erano consapevoli di essere nel torto e hanno preferito aprire il portafogli piuttosto che rischiare procedimenti penali. L’importo è stato calcolato su 2.000 dollari di risarcimento a singolo download di cheat, moltiplicato per il numero totale di download (poco meno di 7.000). Insomma si tratta sicuramente di una buona notizia per i giocatori legittimi, nonché per gli sviluppatori in generale, costretti ogni anno a spendere barcate di soldi per arginare questa piaga. La notizia è doppiamente positiva poiché va a costituire un deterrente all’avvio di ulteriori attività commerciali basate sulla compravendita di cheats, il che significa fare soldi rovinando la festa ai giocatori.
Il successo di Returnal ha contribuito ad accrescere la fama di Housemarque, developer finlandese recentemente entrato a far parte dei PlayStation Studios. La narrative designer Eevi Korhonen è stata protagonista di un’intervista nella quale ha ripercorso le tappe dello sviluppo del progetto e si è espressa circa la trasformazione dello studio in first party Sony. In questo contesto l’autrice ha fatto trapelare qualche scampolo di informazione circa il prossimo progetto di Housemarque.
Lo studio è al lavoro su una nuova IP, la quale tuttavia non sarà completamente estranea a Returnal: nel corso dello sviluppo del gioco, infatti, molte idee legate a meccaniche di gameplay, level design e spunti narrativi non sono stati implementati nel gioco finale, per svariati motivi. Tuttavia questo patrimonio di proposte e spunti creativi non è stato certo cancellato, anzi: è proprio attorno ad alcuni dei concept “scartati” che il developer ha intenzione di costruire il prossimo progetto. Dichiara infatti Korhonen:
Returnal era davvero ambizioso. Abbiamo pensato in grande, ma abbiamo dovuto lasciare molti elementi da parte: tante idee e spunti narrativi. Sono entusiasta di poter recuperare questi frammenti e vedere come si adatteranno alla storia della nostra nuova IP.
Una dichiarazione che fa il paio a quella rilasciata a marzo da Ilari Kuttinen, CEO dello studio, il quale aveva anticipato come una nuova IP fosse in fase di concettualizzazione. Questo significa che ci vorranno comunque diversi anni prima che si arrivi al progetto finito. È pensabile che Housemarque non faccia uscire nessun altro titolo nel frattempo? In effetti sì, soprattutto se continuerà a rilasciare espansioni per Returnal nel frattempo: Ascension, il primo update gratuito, è stato pubblicato a circa un anno di distanza dal lancio del gioco; non sarebbe una cattiva idea mantenere il ritmo di un grosso aggiornamento ogni anno, fino all’uscita di un nuovo titolo. Anche perché, pur dotati delle risorse finanziarie garantite da Sony e dal successo delle vendite, Housemarque rimane uno studio di dimensioni contenute (meno di 100 dipendenti in base alle informazioni presenti su Wikipedia), dunque potrebbe non avere sufficiente personale per sviluppare contemporaneamente più progetti.
Lo sfortunato titolo mobile di Activision Blizzard se la passa sempre peggio: accolto malissimo fin dal suo annuncio, Diablo Immortal è stato ulteriormente subissato di critiche post-lancio a causa di un sistema di monetizzazione giudicato predatorio da molti utenti: addirittura il titolo mette in palio sconti sugli acquisti in-game come ricompense per il completamento di quest!
Ora l’esoso gioco mobile sembra vedersela male anche riguardo il suo lancio in Cina: non solo pochi giorni prima dell’uscita, prevista inizialmente per questo giovedì 23 giugno, il social network Weibo ha bannato temporaneamente l’account del gioco, proibendo di pubblicare nuovi post in quanto i suoi contenuti avrebbero violato le regole della piattaforma; NetEase ha comunicato che il lancio stesso del gioco è stato rimandato, senza peraltro comunicare alcuna nuova data. La motivazione ufficiale è che il titolo abbia bisogno di ulteriore ottimizzazione, ma sembra difficile crederlo dato che è già disponibile da inizio mese in tutti i paesi occidentali (tranne Olanda e Belgio, a causa delle severe restrizioni riguardo le loot boxes).
Insomma quello che per la grande holding videoludica doveva essere un titolo perfetto per fare cassa si sta rivelando sempre più un boomerang in termini economici e di immagine, tanto che lo stesso annuncio di Diablo 4, di cui è stata recentemente annunciata la presenza della classe Necromancer con un trailer settimana scorsa, non ha generato l’ondata di consensi che avrebbe suscitato in passato.
Dopo l’ultimo trailer di Final Fantasy XVI mostrato nella cornice della Summer Game Fest, il producer del gioco Naoki Yoshida si è concesso un po’ di attività promozionale sul gioco, rilasciando interviste a diverse testate. Da queste dichiarazioni abbiamo appreso alcuni dettagli interessanti sul nuovo capitolo della più celebre saga JRPG.
Dall’ultimo gameplay trailer, in cui le sequenze di combattimento mostrate vedevano impegnato sempre e solo il protagonista Clive Rosefield, la comunità di fan ha iniziato ad interrogarsi sulla presenza o meno di un party, caratteristica propria di tutti i Final Fantasy. Yoshida ha rivelato che il protagonista avrà sia alleati che compagni di viaggio, tuttavia il giocatore avrà il pieno controllo solamente di Clive, mentre potrà impartire alcuni semplici ordini al suo “companion”, la cui identità o natura non sono ancora chiari.
Insomma l’impostazione del combat system avrà un design più memore di Kingdom Hearts che di FF, con influenze dichiarate nei confronti di titoli prettamente hack’n’slash alla Devil May Cry V, sul quale del resto ha lavorato lo stesso Ryota Suzuki, combat system designer ingaggiato per FFXVI. Tuttavia, per chi preferisce un approccio più rilassato, sarà presente una Story Mode che faciliterà le fasi di combattimento con automatismi legati alle meccaniche di schivata e parata. Sempre a proposito dei combattimenti, Yoshida ha rivelato che gli scontri contro gli eikon saranno tutti unici e programmati ad hoc, con meccaniche sempre diverse, che passano da fasi simil-shooter a momenti emuli di una scazzottata da picchiaduro.
Yoshida ha poi rivelato che il gioco non sarà un open world: il team ha preferito creare aree di gioco separate che, per quano vaste e dettagliate, non sono combinate in un’unica mappa globale. Ciò ha permesso allo studio di rifinire al meglio ogni singola area, che si preannuncia comunque molto ampia e zeppa di contenuti, oltre che dotata di una propria spiccata personalità estetica. Per quanto riguarda la narrativa, il producer ha aggiunto di aver voluto imbastire una storia adulta nei modi e nei toni, senza porsi autocensure legate alla natura ludica del medium.
Ulteriori informazioni sul gioco verranno comunicate in autunno con il rilascio di un nuovo trailer, mentre la pubblicazione vera e propria di Final Fantasy XVI è prevista per l’estate 2023.
La settimana corrente ha visto l’approdo anche in Italia del nuovo PlayStation Plus, con nuove fasce di prezzo a servizi aggiuntivi. Una rapida carrellata per chi ne avesse bisogno:
È presto per valutare se questi prezzi, sensibilmente rialzati, andranno incontro alla disponibilità a pagare dell’utenza. Certo è che Sony deve sentirsi rassicurata dalla vendita massiccia di PS5, nonostante i prezzi spesso superiori a quelli di listino e la vendita forzata in bundle di cui siamo vittima in tutte le catene di negozi fisici d’Italia.
Contestualmente Sony ha anche rilasciato delle nuove carte prepagate dedicate a PS Plus, tuttavia il loro funzionamento è peculiare e svela una certa “furbizia” da parte della compagnia. Tali ricariche, infatti, non estendono l’abbonamento PS Plus direttamente, sono semplici ricariche del portafogli elettronico. Una volta riscattate, dovremo manualmente sottoscrivere l’abbonamento desiderato. Insomma, non cambia nulla rispetto alle vecchie carte prepagate. Questa scelta mette in luce come Sony abbia recepito la lezione impartita dal caso della conversione delle sottoscrizioni all’Xbox Game Pass Ultimate.
Per chi non sapesse di cosa sto parlando, si tratta di una classica “gabola” con cui gli utenti hanno scoperto essere possibile risparmiare tantissimi soldi, ovvero la conversione automatica dei mesi residui di abbonamento a Xbox Live Gold in caso si effettui l’upgrade di prova a Xbox Game Pass, offerto al prezzo promozionale di 1 dollaro/euro. In sostanza, se si acquista un abbonamento di 36 mesi a Xbox Live Gold e poi si acquista a €1 la prova di Game Pass Ultimate, tutti e 36 i mesi saranno convertiti in tale sottoscrizione, facendo risparmiare centinaia di euro! Senza dubbio una situazione che Sony è fortemente motivata ad evitare, avendo imparato dagli errori altrui. Come darle torto…
L’attesissimo terzo capitolo della serie Xenoblade Chronicles è stato oggetto di un Nintendo Direct a tema, che ha diffuso tante informazioni sull’ambizioso JRPG in sviluppo per Switch.
A livello narrativo è stato introdotto il comitato dei Consul, misteriosi individui incappucciati che sembrano rappresentare gli antagonisti del gioco. Le loro mire nel mondo Aionios rimangono oscure, così come oscura è la causa del conflitto che sta insanguinando le sue terre, e che vede contrapposte la nazioni del Keves e dell’Agnus. Al centro del conflitto c’è la volontà di alimentare un misterioso potere detto Cronofiamma. La guerra vede lo schianto continuo di eserciti di bambini-soldato creati artificialmente e con durata di vita limitata a 10 anni, il cui unico scopo è morire combattendo. Il video è proseguito presentando alcuni dei personaggi principali del titolo, 6 soldati appartenenti alle due fazioni rivali, che saranno costretti a collaborare per affrontare un problema comune. Per i dettagli su di essi vi rimandiamo alla visione del video qui sotto. Quello che si può dire è che l’impostazione della narrativa del gioco sembra parecchio cupa e tragica, un po’ sulla scia proprio di quel FFXVI di cui abbiamo parlato sopra.
A differenza del titolo Square Enix, Xenoblade Chronicles 3 manterrà la tipica struttura open world della serie, con un mondo enorme e liberamente esplorabile, punteggiato di colonie, campi base in cui fare provviste, craftare gemme e materiali per perfezionare le abilità, parlare con gli NPC e intensificare l’affinità tra i personaggi, nel classico stile della serie. Le aree sono sterminate, ma per fortuna ci sarà un sistema di viaggio rapido immediatamente disponibile. L’esplorazione del mondo, punteggiato di tesori nascosti ma anche mostri inferociti, si preannuncia ricca di scorci spettacolari.
Il sistema di combattimento mantiene l’assegnazione delle abilità a tasti specifici. L’azione a schermo appare più frenetica che in passato, bisognerà vedere se a ciò corrisponderà una gestione della battaglia altrettanto più movimentata. Il party in campo arriverà fino a quota 7 personaggi, ed ognuno ricoprirà un ruolo specifico, in funzione dell’arma che imbraccia. Il giocatore avrà il controllo totale di ciascun membro del party, tra i quali potrà switchare a piacimento. Il sistema di classi sembra parecchio approfondito, dato che ogni personaggio potrà imparare tecniche da innestare in classi diverse rispetto a quella nativa, dando luogo a build personalizzate per dar vita a combo devastanti. Per non palare delle Uroboros, fusioni tra coppie di personaggi che danno accesso ad ulteriori tecniche distruttive, espandibili tramite skilltrees dedicati.
Insomma sarà un vero paradiso per i minmaxer e un inferno per i casual gamers! Lo aspettiamo alla prova dei fatti: l’uscita del gioco è prevista per il 29 luglio in esclusiva su Nintendo Switch.
Il primi segni del futuro del gaming sono già qui: come sappiamo i developer hanno iniziato cautamente a sviluppare giochi che contemplino NFT. Nell’ultima riunione con gli investitori, Square Enix ha annunciato di voler investire maggiori risorse nello sviluppo di NFT “story-based” (qualunque cosa significhi) legati ai suoi marchi storici, anche se per ora questo sforzo non riguarderà le sue IP di punta, ovvero Final Fantasy e Dragon Quest.
D’altra parte, in settimana è arrivato l’annuncio che Liithos, nuovo team composto fondato da Michael Mumbauer (precedentemente direttore di Sony Visual Arts, divisione che aiuta nello sviluppo dell’art design degli AAA first party di Sony), e John Garvin (membro per molti anni di Bend Studio e director di Days Gone; per maggiori info vi rimando alla #aDevStory dedicata a Bend Studio), sta sviluppando un progetto che promette di essere un “vero titolo AAA per il web 3.0”. Il gioco, intitolato Ashfall, sembra essere uno sparatutto ambientato in un futuro distopico, e prevederà una fase iniziale single-player che evolverà successivamente in un multiplayer PvE e PvP. Il gioco poggerà sul network Hedera, un’infrastruttura di economia virtuale basata su un sistema di transazione alternativo alle blockchain, denominato hashgraph. Difficile capire al momento come sarà implementato nel gioco, dato che le informazioni rilasciate sono state finora piuttosto scarse. Nell’attesa di saperne qualcosa di più dagli sviluppatori, vi rimandiamo al sito ufficiale di Liithos per leggere le prime informazioni sul progetto.
Altre defezioni per la Gamescom 2022. Si sapeva già che né Sony né Nintendo né Wargaming (i creatori di World of Tanks) avrebbero preso parte alla kermesse di Colonia, prevista dal 24 al 28 agosto. In settimana però è arrivato l’annuncio di ulteriori defezioni importanti, ovvero quelle di Activision Blizzard e Take-Two. Insomma il parterre della fiera tedesca sembra destinato ad essere il più esiguo da molti anni a questa parte.
La notizia conferma il trend attuale del declino delle grandi fiere della gaming industry, sempre più disertate dai grandi players che preferiscono ormai distribuire a piacere i propri annunci nel corso dell’anno tramite showcase personali. Una scelta chiaramente comprensibile che lascia però una punta di amarezza nei nostalgici cresciuti a pane e E3 (il quale però pare dovrebbe tornare l’anno prossimo, anche se non si sa ancora in che forma).
Nel recente #GameFactorydedicato al Metaverse abbiamo riflettuto sul fatto che una delle sfide principali per la concretizzazione del metaverso immaginato da Mark Zuckerberg sia l’adozione di standard comuni in ambito di linguaggi di programmazione, infrastrutture software e hardware e sistemi di monetizzazione. I primi passi in questa direzione si stanno già muovendo.
Proprio questa settimana è stata annunciata l’istituzione del Metaverse Standards Forum, organizzazione di cui fanno parte le maggiori industrie dell’hi-tech, anche videoludico, intenzionate a plasmare il nascituro metaverso. Lo scopo del Forum è quello di costituire un ponte di dialogo fra queste grandi compagnie, tramite convegni, hackaton e strumenti open-source che favoriscano l’interoperabilità dei processi e la stesura di linee guida comuni. Si legge dal sito ufficiale del progetto:
Il Metaverse Standards Forum riunisce aziende ed enti di standardizzazione per favorire l’allineamento sui requisiti e la definizione di ordini di priorità negli standard di interoperabilità del metaverso, accelerandone lo sviluppo e la diffusione attraverso progetti concreti.
Il Forum si focalizzerà su prototipi di implementazione, hackathon, plugfest e strumenti open-source per accelerare la sperimentazione e l’adozione degli standard, sviluppando al contempo una terminologia coerente e linee guida per l’implementazione. Le attività del Forum saranno dipendenti dalle esigenze e dagli interessi dei suoi membri e potranno coinvolgere diversi ambiti tecnologici, tra cui, a titolo di esempio: asset 3D e rendering fotorealistici; interfacce e interazioni umane in ambito VR, AR e XR [extended reality, termine ombrello in cui ricadono i primi due]; USG ed altri.
Dando una letta ai membri del forum possiamo farci un’idea di quali siano le aziende interessate ad investire nel progetto del Metaverse nel prossimo futuro: a parte ovviamente Meta, troviamo compagnie di telecomunicazione come Huawei e Verizon, istituti di ricerca ed enti universitari, e grandi compagnie dell’industria videoludica come Epic, Sony Interactive Entertainment e Microsoft. Insomma se speravate che la vostra console preferita sarebbe rimasta estranea alle future pratiche del metaverso, vi sbagliavate di grosso.
In settimana abbiamo inaugurato una nuova rubrica intitolata #Loscarico?, con la quale la redazione di Player vi aiuterà ad orientarvi nel marasma dei giochi gratuiti costantemente propinatici dagli store digitali. Simone Mauro ha pubblicato una guida ai livelli del puzzle game mobile Draw Line Puzzle. Abbiamo poi pubblicato il nuovo momento BG 57 a cura dell’Astropate.
Infine, il nostro Michele Longobardi si è scatenato con diversi articoli che propongono spunti di riflessione disparati: si va da un ragionamento sull’assenza di open world in FFXVI a qualche chicca su Dragon’s Dogma; da una riflessione sul rapporto tra estetica e gameplay a una retrospettiva dedicata al caso unico di Far Cry 3: Blood Dragon.
Per questa settimana è tutto.
Appuntamento a domenica prossima con il #Gamer’sDigest 26.
This post was published on 26 Giugno 2022 14:00
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