Con Age of Empires: strategia ed evoluzione continua la nostra rubrica settimanale #venerdìnostalgia dedicata al retrogaming. Ecco il nostro racconto di uno dei videogiochi del genere strategico in tempo reale più famosi di sempre.
Se vi siete persi gli articoli precedenti dedicati al retrogaming potrete ritrovarli comodamente tutti a questo link. Troverete Final Fantasy, Resident Evil, Silent Hill, Winning Eleven e molte altre chicche raccolte solo per voi!
Diciamoci la verità, studiare storia a scuola, è sempre stata una noia mortale. Preistoria, età della pietra, del bronzo, del ferro, battaglie, dinastie, casate, date. Professoresse più antiche dei periodi storici che ci andavano raccontando. Poi, un bel giorno del 1997 è cambiato tutto. La storia, improvvisamente, diventava una delle cose più divertenti e appassionanti mai viste. Il merito? In buona parte di quel capolavoro chiamato “Age of Empires” ovvero il più famoso strategico in tempo reale a sfondo storico di tutti i tempi. I segreti del successo? Presto detto: l’unione di ambientazioni più o meno famose, di periodi ben definiti e di un gameplay solido come le mura di un castello.
Cos’è uno strategico in tempo reale? Per coloro che negli ultimi trent’anni fossero vissuti sull’isola di Lost, o in una realtà alternativa dove non si è mai sviluppata la tecnologia dei microchip e i calcolatori funzionano con valvole e schede traforate e dunque non esistono i videogiochi, uno strategico in tempo reale è un tipo di gioco nel quale l’azione non è suddivisa in “turni” ma si svolge liberamente e consiste nel recupero di risorse che ci permettono di costruire un certo numero di unità (che gestiamo nella loro totalità) per trionfare su uno o più avversari.
L’idea alla base di Age of Empires fu quella di unire queste riuscite meccaniche, già rese famose all’epoca da giochi come Dune 2 o Warcraft, alle ambientazioni storiche, dando vita ad una saga longeva come il genere umano. Il primo AoE prendeva il via nel periodo dell’età della pietra, attraversando l’età classica fino all’età del ferro, cercando di imporre il proprio dominio commerciale e militare. Si poteva gareggiare contro il computer, o in rete contro avversari umani. Le modalità spaziavano dalle classiche campagne, ovvero una serie di scenari appositamente creati per ripercorrere alcune tappe fondamentali dell’evoluzione umana, alle classiche schermaglie, ovvero battaglie limitate ad un singolo scenario.
La famosa campagna del primo Age of Empires iniziava con l’ascesa della civiltà egizia, in quello che era a tutti gli effetti un tutorial per apprendere le nozioni base del gioco come caccia, pesca, agricoltura, combattimento, commercio. Si passava poi alla gloria della Grecia, dalla fondazione di Atene alla conquista della Persia da parte di Alessandro Magno. C’erano poi le voci di Babilonia, con l’evoluzione della civiltà babilonese, dalle prime schermaglie con Accadi ed Elamiti fino ad arrivare alla distruzione di Ninive. Infine la parte dedicata agli Yamato e all’impero del Sol Levante, con l’affermazione degli Yamato e alle lotte con i clan rivali fino alla conquista di Kyūshū.
Entrando nel merito del gioco e delle sue meccaniche, ogni partita era caratterizzata da una mappa (o scenario) all’interno del quale vi erano elementi naturali come coste, monti, fiumi, laghi, foreste, miniere. Il nostro insediamento si sviluppava su un punto predefinito della mappa e sarebbe toccato a noi decidere come svilupparlo. Tutto quello che sulla mappa era sconosciuto era oscurato sulla mappa stesso, e poteva essere scoperto mandando degli esploratori in avanscoperta. Da qualche parte, il nostro avversario partiva in una situazione speculare alla nostra. Fondamentale in questo senso la ricerca e la raccolta di materie prime per poter spendere per creare nuove unità o edifici.
Gli altri due aspetti fondamentali di Age of Empires erano la ricerca di nuova tecnologia e l’uso della diplomazia. Gli edifici infatti potevano essere evoluti e potenziati, facendo avanzare il nostro popolo verso una nuova fase della sua evoluzione. Questo meccanismo era basilare per ottenere il predominio sui rivali. Riuscire a giungere per primi alle successive tappe ere umane, era la chiave per sbloccare nuove unità e imporsi militarmente ed economicamente. Ovviamente anche la diplomazia era assolutamente indispensabile, scegliere accuratamente gli alleati e i nemici era alla base del successo o della sconfitta in un determinato scenario.
Certo, non mancava qualche imperfezione o momento di frustrazione. La gestione delle code di produzione era quantomai rivedibile, e i nostri sottoposti, a volte, erano soliti fare delle scelte abbastanza cervellotiche, sopratutto quando si trattava di recarsi a reperire risorse, ignorando comodi passaggi diretti e facendo dei giri insensati che spessi li portavano a morire sotto le torri di guardia dei nostri rivali. Piccoli difetti a parte, il gameplay del primo AoE era già solidissimo ed in grado di regalare un’esperienza appassionante e impegnativa.
Il gioco ebbe talmente tanto successo che ben presto venne sviluppata una prima espansione dedicata agli antichi romani. Age of Empires: The Rise of Rome introduceva nel gioco originale quattro nuove civiltà, cinque nuove unità, quattro tecnologie e le quattro campagne che coprono il periodo dalla nascita della potenza di Roma agli splendori dell’età imperiale. Con Rise of Rome era finalmente possibile creare delle code nella produzione di unità di diverso tipo, veniva introdotta la balistica, con catapulte leggere e pesanti e molte altre innovazioni.
La nuova campagna ripercorreva la storia dell’impero romano. La prima campagna era l’ascesa di Roma, al comando dell’esercito romano durante le guerre della Repubblica: guerre sannitiche, guerre pirriche, guerre puniche e guerre mitridatiche. Si passava per l’avvento di Cesare, con le vittorie contro i pirati, la conquista della Gallia e fino alla Guerra civile romana del 49 a.C. contro Pompeo Magno. Era poi la volta della celeberrima Pax Romana che seguiva tutto il periodo imperiale con la fine della Guerra civile tra Ottaviano e Marco Antonio, l’anno dei quattro imperatori e le lotte contro gli invasori dell’Impero come i Sasanidi e gli Unni.
C’era poi una quarta campagna denominata: I nemici di Roma. In questa campagna si ripercorrevano le più grande battaglie di Roma contro i suoi nemici, dalla traversata delle Alpi di Annibale, alla Terza guerra macedonica, dalla rivolta di Spartaco alla guerra di Odenato contro i Sasanidi. In questa modalità era possibile giocare contro i romani stessi, ad esempio controllando i cartaginesi nella traversata delle Alpi.
Il responsabile principale dell’originale Age of Empires fu Rick Goodman, coadiuvato da Bruce Shelley, oltre che da Tom Goodman, addetto a tutta la parte artistica. Dave Pottinger, invece, curò l’intelligenza artificiale e mentre le musiche originali furono composte da Stephen Rippy con l’aiuto di David Rippy e Kevin McMullan. Tutti i brani di AoE furono il risultato di lunghe ricerche sugli usi e costumi culturali delle epoche e delle popolazioni trattate. In quest’ottica si scelse di utilizzare unicamente gli strumenti musicali originali delle varie epoche trattate, conferendo realismo e immedesimazione nelle musiche.
Age of Empires, ad oggi, è ancora un gioco solidissimo, come testimoniato dalla pubblicazione di una Definitve Edition a più di vent’anni di distanza dall’originale. L’aver introdotto scenari storici fedeli alla realtà è stata la chiave di volta del successo di un prodotto in grado di staccarsi da una concorrenza ancorata a mondi fantasy o fantascientifici, in grado, negli anni, di dare vita ad una serie tra le più iconiche della storia dei videogiochi.
This post was published on 8 Giugno 2018 12:00
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