La storia di una software house passa soprattutto dal suo videogioco più celebre, sappiamo che Ubisoft è legata indissolubilmente alla saga di Assassin’s Creed, Rockstar è salita alla ribalta con i capitoli di GTA e la stessa Game Freak è conosciuta quasi esclusivamente per la saga Pokémon: proprio con questa premessa presentiamo il nuovo capitolo di #aDevStory dedicato allo sviluppo della serie dei mostri tascabili dopo il successo mondiale.
Il primo capitolo si era concluso parlando degli altri progetti minori di Game Freak negli anni più recenti, ma facciamo un passo indietro tornando al 1997, precisamente tra il 21 e il 24 novembre di quell’anno, quando sul sito ufficiale di Nintendo viene trasmesso un evento esclusivo dedicato ai videogiochi della grande N che porta il nome di “Space World”.
L’evento, che fino all’anno precedente portava il nome di Shoshinkai, è una sorta di presentazione alla quale assistevano giornalisti e addetti ai lavori che avevano la possibilità di vedere in anteprima i nuovi prodotti targati Nintendo, sia console che videogiochi.
La prima edizione dell’evento è datata 1989 ed è proseguita annualmente fino al 2001: nel corso di tutte le edizioni Nintendo ha mostrato alla stampa in anteprima console del calibro di Nintendo 64, GameCube, Super Famicom, Game Boy Advance e inediti capitoli delle serie di maggior successo della casa di Kyoto come The Legend of Zelda, Super Mario e Pokémon.
Oggi ci soffermiamo sull’edizione del 1997 perché è il momento nel quale Game Freak ha presentato per la prima volta i titoli di seconda generazione Pokémon Oro e Argento.
Le premesse dello Space World 1997
L’edizione del 1996 dello Space World (all’epoca chiamato ancora Shoshinkai) si era tenuta al Makuhari Messe di Chiba, in Giappone, ed era stata una delle più ricche presentazioni in assoluto: in quell’occasione, infatti, si è tenuta la prima dimostrazione del Nintendo 64DD, una periferica del Nintendo 64 che supportava particolari cartucce da 64MB.
Nonostante la periferica fosse stata già annunciata durante l’edizione del 1995 Nintendo ne approfitta per mostrare il funzionamento dell’accessorio usando, come gioco esemplificativo, il suo titolo più celebre: Super Mario 64.
In occasione dello Space World 1997, dunque, Nintendo si concentra maggiormente sulle periferiche esterne delle proprie console: oltre a nuove dimostrazioni del Nintendo 64DD (che verrà pubblicato sul mercato addirittura nel 1999), vengono presentati anche inediti accessori come la Game Boy Camera e la Game Boy Printer.
Questo però non vietò a Nintendo di presentare anche nuovi videogiochi: proprio in questa occasione, infatti, abbiamo un primissimo prototipo di Pokémon Oro e Argento, una demo creata per l’evento molto diversa rispetto alla versione definitiva arrivata nel 1999.
La demo in questione non è mai stata rilasciata pubblicamente, ma nel 2018, a causa di un pesante attacco hacker a Nintendo, tutti sono venuti a conoscenza di quel prototipo e dei suoi contenuti che hanno fatto impazzire l’intera community mondiale di Pokémon.
Dalle mappe al Pokédex: un gioco totalmente diverso
Le intenzioni iniziali di Game Freak e di Nintendo erano quelle di pubblicare Pokémon Oro e Argento sulla stessa console sulla quale erano stati pubblicati i primi titoli, ovvero il Game Boy.
Per questo motivo gli sviluppatori, presentando la demo, avevano affermato che il titolo era completo all’80% e che poteva essere pubblicato entro la fine del 1997.
Come tutti sappiamo questo non accadde, ma il titolo andò incontro a numerose revisioni e modifiche che fecero slittare la pubblicazione alla fine del 1999 e su una nuova console, presentata nel 1997, ovvero il Game Boy Color.
Non sappiamo il motivo preciso per cui ci furono tutti questi ritardi nella pubblicazione e perché il gioco fu modificato così tanto rispetto alla demo del 1997, ma a causa dell’attacco hacker del maggio del 2018 abbiamo scoperto che il gioco arrivato sulle console giapponesi alla fine del 1999 aveva subito pesanti modifiche rispetto a quel primo prototipo.
Mappe, gameplay e perfino numerosi Pokémon furono modificati o addirittura scartati prima del rilascio ufficiale: una pratica che, a dire il vero, non è nuova nel mondo dei videogiochi, ma fa strano pensare sia cambiato così tanto e che addirittura la demo dello Space World era stata presentata come un videogioco completo all’80%.
Le principali differenze col gioco finale: il Pokédex
Come detto in precedenza, le principali differenze col gioco finale stanno quasi tutte nel Pokédex che nel 1997 presentava creature successivamente modificate o scartate definitivamente: tra questi abbiamo anche i celebri “starter“, tra i quali il solo Chikorita è sopravvissuto. Totodile e Cyndaquil non erano ancora stati concepiti poiché nella demo sono presenti due diversi Pokémon iniziali di tipo Fuoco e Acqua: Honōguma e Kurusu, rispettivamente un ratto in fiamme e una foca.
Sebbene Chikorita fosse già presente, la sua evoluzione Bayleef non era stata ancora ideata, ma al suo posto c’era Hanamogura, una strana creatura floreale. Anche Meganium era stato già concepito da Game Freak nel 1997.
Un’altra grande differenza tra la demo dello Space World e il gioco finale è quella dei cosiddetti Pokémon baby, ovvero pre-evoluzioni di Pokémon già rilasciati in passato: sappiamo che in Pokémon Oro e Argento sono stati introdotti i “baby” di Magmar (Magby), Electabuzz (Elekid), Clefairy (Cleffa), Jigglypuff (Igglybuff), Pikachu (Pichu) e Jynx (Smoochum); nella demo dello Space World erano presenti altre forme baby poi scartate successivamente, ovvero quelle di Goldeen, Ponyta, Tangela, Vulpix, Paras, Doduo, Ditto e Meowth.
Il Pokédex, inoltre, contiene circa 20 Pokémon inediti poi scartati successivamente come ad esempio le evoluzioni di Farfetch’d, di Tangela e di Qwilfish, effettivamente poi realmente ideate in titoli futuri; oppure linee evolutive mai più riprese come quella della tigre elettrica Kotora o dello squalo/catena Ikari.
I design dei Pokémon, inoltre, sono totalmente stravolti rispetto a come li conosciamo: Politoed, per esempio, è un rospo su 4 zampe, Noctowl sembra Pidgeot, Girafarig aveva effettivamente due teste identiche e opposte mentre la linea evolutiva di Hoppip era basata su dei gatti fusi a piante.
Lugia non era ancora stato concepito come Pokémon leggendario di Argento dato che Ho-Oh è presente su entrambe le schermate iniziali dei giochi.
Mappe e meccaniche di gioco
Come abbiamo specificato inizialmente il titolo doveva uscire per Game Boy e dunque le stesse mappe dovevano essere molto simili, per design e colori, a quelle di Pokémon Rosso, Blu e Giallo.
Le musiche, alcune descrizioni del Pokédex e alcune città nella demo dello Space World erano ancora in fase di sviluppo e quindi sostituite momentaneamente da placeholder, ma possiamo comunque notare che le mappe non avevano diversi colori (come accade negli effettivi titoli di seconda generazione grazie alle funzionalità del Game Boy Color) e anche il ciclo giorno/notte, nonostante fosse già implementato nella demo, non portava sostanziali cambiamenti atmosferici e di luce.
Pokémon Oro e Argento hanno introdotto due nuovi tipi: Buio e Acciaio, i quali all’interno della demo dello Space World avevano uno schema di debolezze e resistenze totalmente diverso rispetto a quello poi effettivamente scelto per i giochi finali.
Il tipo Buio, per esempio, era superefficace contro sé stesso ed era debole al tipo Normale; il tipo Acciaio era debole contro il tipo Elettro e Acqua ed era resistente al tipo Lotta e al tipo Veleno anziché esserne immune.
Segreti di sviluppo: non è finita qui
Ciò che è successo alla demo dello Space World 1997 non è l’unico caso di titoli Pokémon trapelati nelle loro fasi primordiali: a causa del famoso furto ai danni di Nintendo datato maggio 2018 il web ha potuto scoprire build intermedie di sviluppo di altri giochi della serie Pokémon: tra questi hanno fatto maggiore scalpore i file riguardanti Pokémon Diamante e Perla e addirittura Pokémon Spada e Scudo.
Nelle prossime puntate di #aDevStory dedicate a Game Freak andremo a trattare proprio le versioni beta e i segreti di sviluppo dei titoli di quarta generazione Pokémon Diamante e Perla concentrandoci, come abbiamo fatto in questo articolo, su tutti quei design scartati o modificati in fase di sviluppo e anche su meccaniche di gioco mai rilasciate nei titoli su Nintendo DS.