Con Uncharted: Drake’s Fortune continua la nostra rubrica settimanale #venerdìnostalgia dedicata al retrogaming. Ecco il nostro racconto del primo capitolo di una delle saghe action più belle degli ultimi anni. Scopriamo tutto quello che c’è da sapere su Nathan Drake e i segreti del suo straordinario successo.
Se vi siete persi gli articoli precedenti dedicati al retrogaming potrete ritrovarli comodamente tutti a questo link. Troverete Final Fantasy, Resident Evil, Silent Hill, Winning Eleven e molte altre chicche raccolte solo per voi!
A largo delle coste panamensi, l’esploratore e avventuriero Nathan Drake, grazie alle coordinate incise su un anello in suo possesso, ha appena recuperato la bara del corsaro inglese “Sir Francis Drake”. Assieme a lui c’è la giornalista Elena Fisher, la cui emittente ha finanziato tutta l’operazione in cambio dei diritti su un documentario televisivo. All’interno della bara però, non vi è alcun corpo, solo un diario, la cui ultima pagina è stata strappata e che contiene gli appunti per raggiungere la fantomatica città di El Dorado.
Inizia così la nostra storia d’amore con uno dei personaggi del mondo dei videogiochi più amati e riusciti di sempre. Nathan Drake è la risposta maschile a Lara Croft, di cui vi abbiamo parlato approfonditamente in questo articolo. Una sorta di Indiana Jones, più sarcastico e scanzonato, sempre pronto a imbarcarsi in folli imprese assieme all’amico Victor Sullivan detto “Sully”. Uncharted: Drake’s Fortune, grazie al suo perfetto mix di azione, umorismo e narrazione, riesce a fare breccia nei cuori degli appassionati già dopo pochissimi minuti, accompagnandoci in un modo tutto da esplorare.
Il primo capitolo di questa fortunata saga ci porta in giro per l’America Latina. Attraverso la Colombia e il Rio delle Amazzoni, Nate e Sully scoprono che El Dorado non è una leggendaria città, ma una colossale statua d’oro, rimossa quattro secoli prima dai Conquistadores. Scoprono anche che sulle tracce dell’idolo si erano messi già i nazisti, come testimoniato da un sottomarino U-Boot della seconda guerra mondiale ormeggiato nel famoso fiume. All’interno del sommergibile Drake scopre che i marinai sono stati brutalmente uccisi, che hanno dei dobloni con un marchio sconosciuto e che la statua è stata portata da qualche parte nel Pacifico.
Prende così il via una corsa contro il tempo assieme alla belle Elena per arrivare prima di un esercito di mercenari al servizio di Gabriel Roman. Dopo una serie di peripezie, il gioco prende la prima svolta horror. Sull’isola si viene infatti a scoprire che la statua è stata portata in un bunker nazista segreto. Al suo interno numerosi soldati nazisti sono ancora vivi, mutati in orribili creature che continuano ad attaccare chiunque provi ad avvicinarsi alla struttura. Il giocatore viene a scoprire che all’interno della statua vi è una mummia in grado di rilasciare una spora mutante, i cui effetti sarebbero devastanti se non contenuti. Questo sviluppo della trama è decisamente intriso di paura e suspense, regalando al gioco delle interessanti meccaniche survival del tutto inaspettate.
Sebbene il gameplay di Uncharted: Drake’s Fortune non fosse rivoluzionario o ricco di chissà quali novità nelle sue dinamiche, ebbe il grande pregio di mixare alla perfezione elementi visti e rivisti in altri titoli ad una scrittura decisamente di alto livello. Ogni fase di gioco prevede l’alternanza di momenti di esplorazione e indagine, enigmi e trabocchetti da risolvere e superare, e scontri contro orde di nemici in puro stile action. Il tutto intervallato da momenti di pura adrenalina, con taglio registico di stampo decisamente cinematografico. Grazie a questo insieme di elementi il gioco riesce a non risultare mai monotono o ripetitivo.
L’altra enorme forza del titolo e di tutta la saga, risulta essere nei personaggi splendidamente caratterizzati. In Uncharted: Drake’s Fortune il nostro avventuriero ha 31 anni, e una personalità spiccata ma ancora in divenire. Riesce a sdrammatizzare anche nelle situazioni più difficili con ironia e sarcasmo, scherzando anche sulle stesse situazioni in cui si caccia ogni volta. Sally è una figura quasi paterna, una canaglia buona alla Han Solo, sempre pronto a sacrificarsi per gli amici anche a discapito di un buon bottino, mentre Elena rappresenta la saggezza e la parte più retta del gruppo. Il terzetto funziona magnificamente nelle sue meccaniche e trova il suo compimento nel proseguo della saga.
Quando il team di Naughty Dog si è trovato a dover dare vita e forma al proprio protagonista hanno deciso che sarebbe stato simile agli eroi dei pulp magazine. Per permettere una maggiore identificazione dei giocatori con l’eroe, lo hanno volutamente vestito come una persona qualunque, in jeans e t-shirt. Nathan Drake è la somma di parte dei tratti di Harrison Ford in Indana Jones, del Bruce Willis di Die Hard, di Johnny Knoxville. Drake non è un sex-simbol alla Lara Croft, inciampa quando corre, afferra le sporgenze per un soffio, non è un lottatore invincibile e rischia spesso e volentieri di spezzarsi l’osso del collo. Questa sua fragilità fa si che il videogiocatore empatizzi e si immedesimi nel protagonista ad un livello davvero profondo.
L’elemento divenuto più iconico di Drake è la sua cintura. In ogni capitolo infatti c’è una fibbia diversa. In Uncharted: Drake’s Fortune il disegno rappresenta un teschio pirata “Jolly Roger“, in omaggio al corsaro Francis Drake. Nel secondo capitolo il disegno mostra il “Sol Levante” e rappresenta l’ambientazione orientale dell’amato sequel. In Uncharted 3 la fibbia rappresenta un ferro di cavallo che sta ad indicare la buona sorte che da sempre accompagna Drake in tutte le sue scorribande.
Le somiglianze tra Drake e Indiana Jones sono davvero troppe per non essere notate e anche gli sviluppatori non hanno mai nascosto di essersi ispirati all’archeologo con la frusta per delineare i tratti del proprio protagonista. Questa ispirazione diventa ancora più evidente se teniamo conto delle citazioni presenti nel titolo. Indimenticabile quando Sully dice: “Mai andare ad una sparatoria con un coltello”. La stessa battuta veniva citata nel film Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo ed era a sua volta un tributo a Sean Connery per il film “Gli Intoccabili” del 1987.
Un’altra curiosità legata a questo titolo deriva dal fatto che quelli della Naughty Dog non hanno mai messo barriere tra gli universi dei loro prodotti. Spesso troviamo citazioni e riferimenti di un personaggio o di una saga all’interno di un altro titolo della stessa casa. Ed è esattamente quello che è successo con una citazione all’interno di “The Last of Us“. All’interno del gioco c’è un giornale con la pubblicità di un film dedicato proprio ad Uncharted e nel quale il ruolo da protagonista è stato affidato a Justin Bieber. Questo simpatico easter eggs in realtà è poco più di una burla, anche se un adattamento cinematografico di Uncharted è attualmente in lavorazione e vedrà come protagonista Tom Holland già divenuto famoso come Spider Man nel grande universo degli Avengers.
This post was published on 1 Giugno 2018 12:00
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