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Speciali

Vada come vada, io con il caso Abandoned mi sto divertendo un botto

E anche il 25 giugno è passato con una fumata nera che ha, momentaneamente, oscurato la speranza di vedere il volto di Kojima solcato da un perfido ghigno mentre presenta la sua nuova IP horror. È questo, d’altronde, ciò che si aspettano tantissimi giocatori che si stanno appassionando, in maniera anche morbosa, al caso Abandoned, un gioco nato come indie horror tra i tanti, ma che sta giorno dopo giorno assumendo connotati quasi paranormali.

Io non voglio dirvi come la penso, se credo si tratti di isteria di massa, di marketing aggressivo, di una kojimata, che Silent Hill sia alle porte, anche perché sto cercando di tenermi nel mezzo, l’unica cosa che voglio dire qui e ora è che, vada come vada, tutto sommato, io con il caso Abandoned mi sto divertendo.

Chiariamoci: sono assolutamente contrario al martellamento che talune testate stanno infliggendo ai lettori con decine di news che sembrano uscite dagli archivi segreti del Vaticano, infatti, come avrete sicuramente notato, di comune accordo con la redazione di Player.it, ho deciso di non scrivere alcunché su questa faccenda, mi sono solo permesso di lanciare un appello ai giocatori e ai recensori, cioè quello di non boicottare il gioco se non dovesse essere ciò che tutti ora sperano, anche irrazionalmente.

Esiste però, un’altra faccia dell’ “informazione”, tra molte virgolette, e questa è rappresentata dai social, luoghi virtuali in cui il reale e l’irreale si scambiano di posto vorticosamente, in cui chiunque può vestire i panni di investigatore, insider e, sì, anche giornalista. Ebbene, ciò che sto vedendo in queste settimane sui social mi sta divertendo un botto, perché viviamo in un’epoca in cui si fa a gara a leakare la data del prossimo attesissimo videogioco, in cui non possiamo vederci in santissima pace un evento che subito questo ci viene svelato in tutte le sue forme (leggete qui cosa penso dei leak). E quest’epoca fatta di leak e rumor è figlia proprio dei social, pertanto non sto qui a glorificarli in tal senso, ma mi preme dire che il caso specifico di Abandoned, per me, sta invece tirando fuori, paradossalmente, il meglio da questi strumenti (anche se il troppo può risultare fastidioso, è innegabile).

Io preferisco di gran lunga avere la bacheca intasata di teorie fantasiose piuttosto che dover fare lo slalom tra gli spoiler perché stiamo pur sempre parlando di videogiochi e, nessuno me lo toglierà dalla testa, con i videogiochi è fondamentale, pur prendendoli sul serio per ciò che sono diventati nel tempo, tornare un po’ agli albori, tornare ragazzini, sperimentare la meraviglia che da adulti si perde inevitabilmente.

L’Abandoned “affaire” sta facendo impazzire tutti, ma nel senso buono del termine, convincendo molti di essere diventati uno di quei detective per caso che si leggono nei libri gialli o si vedono nelle serie tv italiane, perlopiù di serie B (facciamo anche C) in cui la polizia brancola nel buio, ma è il portinaio o il maestro delle elementari a sbrogliare la matassa. E questo, mi sta divertendo. Solo ieri è successo di tutto, la giornata infatti è iniziata con un countdown presente su questo canale YouTube riconducibile a Blue Box che, però, sa tanto di fake. La cosa curiosa è che al termine del countdown, su Twitter appare un video di Hasan Kahraman, il fantomatico director della software house che sta lavorando ad Abandoned. In questo filmato, l’uomo annuncia che il reveal del gioco/dell’app è rimandato ad agosto per “non deludere le aspettative dei fan”.

Apriti cielo, le teorie complottistiche sono scoppiate in tutta la loro virulenza. Addirittura, un account Twitter ha instillato il dubbio che quello non fosse Kahraman, ma un rendering in CG per mostrare la potenza del prossimo gioco di Kojima.

A questo punto, alcuni utenti di Facebook fanno ricicciare fuori un video di YouTube (apparentemente senza alcuna logica) di un anno fa circa, 30 settembre 2020, in cui ci sarebbero indizi proprio su Abandoned, nello specifico ai minuti 27:27, 31:14 e 45:54.

I post iniziano ad aumentare di numero in maniera considerevole, gli interrogativi si moltiplicano, si cercano le coordinate degli account per riconoscere quelli veri e quelli fake, alcune ipotesi sfiorano la fantascienza come quella che vorrebbe Konami e Kojima, mai arrivati al litigio, da tempo in combutta per fare la campagna marketing del secolo, oppure quella che vedrebbe Kojima fuori dal progetto all’inizio, ma chiamato in fretta e furia da Blue Box per non far fare loro una brutta figura (da qui il rinvio).

Quando poi la giornata sembrava giungere al termine senza altri sussulti, un account giapponese di Blue Box (anch’esso non proprio il ritratto dell’affidabilità) se ne esce con una roba del genere:

Il delirio più totale. AGGIORNAMENTO: Il video non è più visibile perché l’account è stato sospeso.

Dal canto mio, ho deciso di non effettuare ricerche particolari, ho voluto assistere a tutto da spettatore pur non mancando ogni tanto di pubblicare vere e proprie scemenze come questa.

Eh sì, perché ho voluto togliere i panni del giornalista in questa vicenda, sia di quello che riporta tutto senza controllare niente sia di quello professionale, ho voluto indossare i vestiti dell’utente medio che sa che nulla accadrà, ma che sotto sotto spera che qualcosa accada. In un’epoca in cui i leak e i rumor stanno rovinando la sorpresa di un mondo che dovrebbe essere fatto di stupore, il caso Abandoned a me sta appassionando, che sia o meno tutta fuffa.

This post was published on 26 Giugno 2021 17:06

Michele Longobardi

Laureato in Lettere moderne, scopro la passione per il giornalismo quasi per caso. I videogiochi sono il mio più grande amore e così decido di coniugare le due cose. Il giornalismo videoludico diventa la mia forma finale. Per me i videogiochi sono una forma d'arte e guai a dirmi il contrario. Appassionato di tutto ciò da cui sgorga sangue: cinema horror (registi preferiti Argento e Romero), letteratura gialla e dell'orrore (autori preferiti Christie, Poe e Lovecraft) e ovviamente i videogiochi del genere (Silent Hill e Resident Evil sopra ogni cosa). Il mio videogioco preferito di sempre è Fahrenheit che ho finito un numero non precisato di volte, da lì scaturisce la mia ammirazione per tutti i lavori di David Cage. La mia "carriera" videoludica è segnata da un marchio da cui non sono mai riuscito a staccarmi: PlayStation! In circa 20 anni di gaming, ho completato più di 800 titoli.

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