Alzi la mano chi non ha iniziato a canticchiare la sigla di Marsupilami, con tanto di *Uba Uba* quando ha visto l’annuncio ufficiale del gioco. Il vortice di nostalgia di quell’annuncio è stato così potente che ha scatenato una gara alla memoria tra i membri della redazione, ognuno con il suo cartone animato preferito da mettere sul tavolo. Per quanto ci abbia fatto piacere l’annuncio di Marsupilami, ci sono altri cartoni della nostra infanzia che vorremmo veder tornare in ambiente videoludico, con una veste grafica all’altezza e un gameplay moderno. Alcuni dei titoli citati hanno già visto un minimo adattamento nel passato, ma nulla di così memorabile da essere ancora considerato un titolo giocabile ai giorni nostri, e visto che questi sono i nostri sogni, andiamo dritti al punto e diamo qualche suggerimento per un adattamento moderno!
Storicamente parlando, cartoni animati e videogiochi sono andati a braccetto sin dall’alba dell’era dell’informazione. Alcuni adattamenti sono nati e morti insieme ai cartoni che li accompagnavano negli anni ’90, come per esempio Action Man e Mighty Max, altre invece si sono evoluti e continuano a sfornare nuovi giochi, come per esempio Pokemon o Dragon Ball. Visto il numero sempre crescente di remastered e la facilità con cui tutti noi siamo vittime di nostalgia canaglia, abbiamo deciso di tirare giù una bella listona di titoli che vorremmo vedere sui nostri schermi, rigorosamente presi dai cartoni della nostra infanzia!
Rossana è stato forse l’unico cartone di fine anni novanta ad azzeccare il mix tra il “mio dio guarda che bella storia d’amore” per le signorine e il “sono un ragazzaccio che può fare il bullo quanto vuole” per i maschietti, risultando in un cartone universale.
Non ce ne vogliano cartoni dallo spiccato romanticismo con sigle da premio Sanremese come “Piccoli problemi di cuore”, ma persino il mix della sigla, che vedeva Her Majesty Cristina D’Avena e un Giorgio Vanni in rampa di lancio, rubava attenzione a tutti i ragazzi indipendentemente dal genere.
Viste le premesse, quale cartone potrebbe mai adattarsi meglio di Rossana alle Visual Novel moderne? Immaginatevi la povera Rossana che vaga tra i corridoi della scuola alla ricerca di quel disgraziato di Eric: la situazione si presta troppo ad una visual novel, magari con quella puntina di amore e coccole da dating sim e un poco di gore/splatter alla Yandere Simulator. Io, a 30 anni, lo comprerei.
Un altro gioco che ha fatto sfacelli con entrambe i generi tradizionali è Occhi di Gatto, anche se per motivi profondamente diversi.
Da un lato la complicità delle tre sorelle-amiche, dall’altro le loro curve, un mix perfetto che teneva tutti incollati alla televisione e che ha generato ottimi ricordi (anche se, della trama, nessuno ricorda niente).
Andando oltre quella patina superficiale che avevamo posato sopra il cartone a 10 anni, bisogna riconoscere che Occhi di Gatto aveva una struttura narrativa non banale, qualcosa che si adatterebbe perfettamente ad un gioco a turni in cui i personaggi possono essere controllati singolarmente.
Tati che sblocca l’allarme, Sheila che distrae la guardia, e Kelly che ruba il malloppo.
Una buona idea che non lascerebbe nessuno fuori, neanche il povero Matthew.
Se pensi a Lupin, pensi a come il ladro gentiluomo fosse in grado di trovare sempre e comunque la falla in qualunque sistema per arrivare a ciò che voleva (per poi perderlo per una donna). Purtroppo o per fortuna, sono stati tanti i giochi che negli anni hanno messo al centro il ladro francese (ultimo in ordine cronologico è stato Lupin the Third: The Greatest Brain Battle in History nel 2010), nessuno dei quali ha raggiunto un livello minimo di notorietà. Se volete farvi male con titoli di cui nessuno o quasi ha mai sentito parlare, wikipedia ha qualcosa per voi.
Arrivando al dunque, e sognando un adattamento moderno (e chissà che non arrivi grazie a Netflix, anche se preferirei una versione cartoon), immagino qualcosa sulla falsa riga di Hitman per stile, narrativa e gameplay, ma con più enigmi e rigorosamente nessun omicidio. Una storyline principale, missioni con Goemon e Jigen, e il solito Zenigata che finisce gambe all’aria ogni singola volta. Un qualcosa che derivi magari da Lupin The 3rd: Treasure Of The Sorcerer King, il gioco PS2 più vicino ad incarnare lo spirito del ladro gentiluomo.
Se poi mi dessero anche i doppiatori originali, comprerei il gioco, la special edition, il DVD con un cartone dedicato che segue il videogioco, l’action figure, e una quota azionaria della compagnia capace di sviluppare questo capolavoro. I have a dream (e Lupin lo ha rubato).
Sono rari i giochi horror in cui il protagonista è un mostro, e con il giusto narrative design Pelle e Ossa potrebbe essere un titolo rivoluzionario.
Quel fetido e orrendo guardiano cantastorie, con i suoi amici mostri, sarebbe il perfetto protagonista per un gioco dalle tinte cupe, un poco Silent Hill e un poco Resident Evil.
Immaginate cosa potrebbe essere se invece di essere un gioco con una storia lineare seguisse lo stile del cartone e proponesse una serie di short-stories in cui ogni missione è a sé stante ma ugualmente terrificante.
Una struttura di quel tipo si presterebbe tantissimo non solo al modding, ma anche ad un gioco dal prezzo base non troppo alto e con DLC continui. Antico Egitto, zombie, vampiri, licantropi: ogni amante dell’horror avrebbe la sua avventura, rigorosamente commentata da un antico legionario di cui non resta più niente se non Pelle e Ossa…
Per i Puffi vale un poco il discorso di Lupin: tanti tanti giochi, ma nessuno davvero memorabile.
Dovevo inserire un gioco VR in elenco, e per quanto i VR troopers fossero probabilmente il mio cartone preferito, ho deciso di fare una passeggiata su via degli acidi e tirare fuori un gioco che venderebbe più di Half-Life: Alyx. Avete presente Black & White, quel meraviglioso gioco in cui si vestono i panni di un dio in una isola tropicale, che ha potere di vita e di morte sui suoi seguaci?
Ecco, per i Puffi vorrei un gioco del genere, magari che sfrutti a pieno la potenza della realtà virtuale. Seguendo la falsa riga del cartone un gioco dei Puffi vedrebbe il protagonista nei panni di Madre Natura o Padre Tempo, i quali devono controllare le stagioni, gli elementi, e tutto ciò che circonda il villaggio di funghi più famoso di sempre, supportando (o ostacolando) l’evoluzione dei piccoli omini blu e salvandoli non solo dal mondo circostante ma anche dal malefico Gargamella e il suo gatto Birba.
Non mi sono drogato, ma nella mia testa sembra un trip fantastico.
Chi devo chiamare per proporlo?
Ricordo di aver avuto questo pensiero già quando recensì Blacksad – Under the Skin. Ci sono tanti altri cartoni che si presterebbero bene come avventure grafiche (City Hunter tra tutti), ma l’inspettore Gadget nella mia testa si trova sul gradino più alto di una ipotetico podio.
Non è solo l’umorismo semplice, simile a quello che poi si troverà in Detective Conan anni dopo, a funzionare: l’inspettore Gadget, con il suo cappello mille funzioni potrebbe presentare una ampissima gamma di enigmi e puzzle divertenti e ingegnosi. Un primo tentativo è già stato fatto in passato, con il gioco per SNES del 1992, seguito da un secondo tentativo in tempi più recenti con Inspector Gadget: Mad Robots Invasion, nulla che abbia però sfruttato al massimo le potenzialità del cartone animato per diversità e ingegnosità.
Sia chiaro, non vorrei essere nei panni del game designer che dovrebbe bilanciare gadget, gameplay, UI e flow, ma il potenziale sarebbe altissimo. Hop hop Gadget sviluppatecelo!
Gli street sharks sono un concept così figo che potrei vederli in praticamente qualsiasi genere videoludico, ma è forse come Hack n’Slash che troverebbero il loro trionfo. Questi “quattro splendidi fratelli” hanno il muso troppo aggressivo per un gioco semplice, ma non sono abbastanza cattivi per un picchiaduro o una cosa di quel tipo.
Dando il giusto boost alla storia, che già di base era molto ben pensata, Street Sharks potrebbe diventare una piccola gemma. Un gioco non da tutti forse, ma che si incastonerebbe al centro della corona dei migliori giochi per una piccola nicchia.
Avete presente quel feeling di tamarraggine che vi corre lungo la colonna vertebrale pensando a quando truccavate i motorini a 14 anni, convinti che la vita su due ruote fosse il tutto? Ecco, questo gioco dovrebbe farvi tornare le stesse emozioni (e la folle versione Android in realtà è un buon inizio).
Se penso ai Biker Mice immagino la cattiveria di Limburger, del suo scienziato pazzo di cui non ricordo il nome, ma penso tanto e soprattutto a Sterzo, Turbo, e Pistone, con le loro moto fighissime costruite su Marte.
Un gioco di guida stile i vecchi Need For Speed, dove contano solo acceleratore e freno, senza troppe simulazioni, e sarei comunque felice. Questo è uno di quei casi in cui less is more. So give us more, please.
Devo commentare? Devo davvero commentare? Va bene, commentiamo. Ci sarebbero cartoni che come stile si avvicinerebbero di più ai picchiaduro (due draghi per una cintura nera, i 5 samurai, e così via), ma nessuno ha un numero di personaggi rilevanti come le sexy guerriere dalla luna. Di tutti i franchise nominati in questa lista, Sailor Moon è l’unico ancora attivo, con nuovi giochi che vengono rilasciati periodicamente, anche se nessuno è mai davvero arrivato al pubblico europeo. Io vorrei una remastered in stille Dragon Ball Z: Kakarot dell’originale Bishōjo Senshi Sailor Moon S: Jōgai Rantō!? Shuyaku Sōdatsusen (Si ho copiato il nome), un picchiaduro arcade datato 1994.
Con millemila serie, nemici, guerriere, amanti, gatti e cristalli, Sailor Moon è uno dei pochi cartoni con una base violenta a potersi permettere un roster abbastanza ampio per un picchiaduro (e si, Sailor Moon era un cartone violento, in cui c’era sempre qualcuno pronto a menarsi) in cui il giocatore sia in grado di riconoscere tutti i personaggi.
Avrebbe anche la variazione minima necessaria per rendere i personaggi unici e caratterizzarli con mosse dedicate. Non vorreste anche voi dei deliziosi cazzotti in fronte dalle guerriere che vestono alla marinara?
Potrà non sembrare, ma Futurama è un cartone sbarcato per la prima volta sui nostri schermi nello scorso millennio, e che non ha mai trovato, al contrario dei Simpson, uno sbocco videoludico vagamente accettabile. Un primo platform venne rilasciato nel 2003, quando Futurama sembrava andare per la maggiore, ed un gestionale chiamato Futurama: Worlds of Tomorrow è uscito per Android nel 2017. Troppo poco per un franchise con questo potenziale.
Visto che queste sono le mie fantasie e qui comando io, Futurama deve diventare un open world, punto. Che si prendano a schiaffi da soli Cyberpunk, Skyrim, Fallout, Red Dear Redemption e tutti i vari pseudo-action/sandbox/rpg di questo mondo.
Futurama, con tutti i suoi personaggi, le sue storie, i suoi recurring jokes, e i suoi doppiatori, merita di essere preso in maniera identica dal cartone, reso 3D, e trasformato in un gioco vero, con un mondo completamente esplorabile, non solo sulla terra nella bellissima New New York, ma anche alla Mars University, al confine dell’universo, ed in tutti i posti trattati dalla serie. Prendete The Outer Worlds, cambiate lo stile, rendetelo futurama, e piangete dalla gioia.
Anche il solo scrivere l’elenco di papabili cartoni ha riportato la mente indietro di vent’anni, quando la vita era Italia Uno, TMC, cartoni, e ancora cartoni.
Ci sarebbero stati altri mille e mille altri ancora titoli che avrebbero potuto far parte dell’elenco, ma ad una certa bisogna tracciare una linea.
Voi cosa avreste aggiunto? Cosa state sognando? Fatemelo sapere nei commenti, e sentiamoci vecchi insieme.
This post was published on 29 Giugno 2021 11:14
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