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Speciali

Sette giochi di ruolo che sarebbero bei videogiochi

Il gioco di ruolo è un hobby sociale incredibilmente divertente e piacevole, che purtroppo in questo periodo soffre di particolari restrizioni a causa della situazione di pandemia. Tuttavia, non so voi, ma da giocatore di ruolo abbastanza assiduo a volte chi scrive si trova a pensare a come sarebbe bello godersi qualcuno dei suoi setting rpg preferiti in solitudine, magari attraverso un librogame o un videogioco.

Dunque, ecco una lista dei cinque giochi di ruolo che potrebbero essere alla base di videogiochi efficaci, un articolo realizzato chiedendo un parere al nostro saggio di redazione, Pierluigi de La tana dell’orso, sommo esperto di gdr.

Pronti? Iniziamo!

Memento Mori

Pubblicato dall’italianissima Raven nel 2017, Memento Mori è un piccolo-grande gioco di ruolo Italiano che fonde l’ispirato setting storico dell’epidemia di peste del 1348 e uno scenario fantahorror intenso e con radici nel folklore medioevale.

Caratteristica essenziale, ogni personaggio è un Errante, un malato di peste in grado di entrare in contatto con sinistre entità provenienti da altre dimensioni, fatto che porterà spesso alla sua degradazione fisica e morale e a esiti disastrosi.

Un videogioco su Memento Mori potrebbe tramutarsi in molti tipi di titoli, da un’avventura grafica a un survival horror, tuttavia un ruolo preponderante dovrebbe comunque averlo il meccanismo della corruzione del personaggio, già presente nel regolamento base.

In una specie di “trasposizione dei desideri”, Memento Mori potrebbe diventare un allucinato gioco d’avventura in cui scelte sbagliate potrebbero dar vita a esiti disastrosi. Va da sé che la componente storytelling sarebbe essenziale, e data la possibile brevità del narrato (di fatto, un’avventura di Memento Mori racconta gli ultimi giorni di vita di un uomo malato) non sarebbe male prevedere un gioco con un forte fattore di rigiocabilità e con diversi finali.

La Leggenda dei Cinque anelli

Pubblicato per la prima volta nel 1997, La Leggenda dei Cinque anelli ha saputo creare un vero unicum nella storia del gioco di ruolo cartaceo, un fantasy ad ambientazione asiatica in grado di costruire una solida alternativa al più canonico Dungeons & Dragons.

Ambientato in un’Asia fittizia, in cui gli immaginari collettivi di Giappone, Cina, Corea si mescolano in un tutt’uno, La Leggenda dei Cinque Anelli fonde meravigliosamente fantastico, epopea bellica e persino gioco politico, e proprio per questo una trasposizione “letterale” del gioco non sarebbe affatto male. Gestire un valoroso samurai del Rokugan in un mondo mortale, ricco di insidie e sfide, ma soprattutto di scelte che possono avere un impatto politico mastodontico, potrebbe dar vita a un gigantesco action-rpg in una terra esotica e meravigliosa (e a chi dice “C’è già Ghost of Tsushima” rispondiamo “Sì, ma lì non ci sono componenti ruolistiche o mostroni soprannaturali!“).

Maghi: L’Ascensione

Il Mondo di Tenebra di White Wolf è sempre stato discretamente frequentato dal videogioco, con alti e bassi, come sappiamo. Lasciando perdere il triste caso di Vampire: The Masquerade-Bloodlines 2, recentemente abbiamo visto arrivare sui nostri schermi il setting “Licantropi”, in ben due giochi: Heart of the Forest (un piccolo gioiello) ed Earthblood (qui la nostra recensione).

Cosa vorrei a questo punto?

Una bella trasposizione di Maghi: L’Ascensione, forse uno dei setting meno conosciuti ma più affascinanti di quest’universo narrativo: nei panni di gruppi di maghi riuniti in cabale che studiano la magia in segreto, i giocatori di una campagna di Maghi si vedono spesso coinvolti in giochi di potere fra congreghe avversarie, indagini dai contorni soprannaturali ma, soprattutto, un elemento magico che può portare tanto al controllo della realtà quanto a effetti lesivi per gli spessi PG.

Come vorrei un videogioco tratto da Maghi? Probabilmente non mi dispiacerebbe che fosse un puro investigativo nel quale poter utilizzare i complessi rituali di cui il gioco si compone, con un alone di mistero arcano che permea ogni cosa.

Tenendo presente la complessità dell’ambientazione e i vari aspetti di cui si compone, sono certo che gli elementi di interesse non mancherebbero.

Coriolis

Di giochi di ruolo ad ambientazione fantascientifica ne esistono moltissimi, ma ultimamente pochi hanno dato un’impronta originale all’esperienza di gioco quanto Coriolis-Il Terzo Orizzonte di Fria Ligan.

Ambientato in un lontano futuro fantascientifico dai tratti orientaleggianti e mistici, Coriolis ci conduce in un lontano sistema stellare chiamato Terzo Orizzonte, abitato dagli umani attraverso sofisticate tecnologie di viaggio, e in particolare sulla grande stazione orbitante che dà il nome al gdr.

Coriolis è un gioco che fonde misticismo e fantascienza in un setting che si pone da qualche parte fra Alien, The Expanse e Mass Effect, dando al gioco componenti politiche e “sociali” molto interessanti. Un action rpg ambientato in Coriolis sarebbe davvero affascinante: il giocatore avrebbe di fronte a sé un setting vivo, sufficientemente “robusto” dal punto di vista del fantarealismo e artisticamente in stato di grazia.

Da un punto di vista di gameplay, le situazioni di fronte al giocatore potrebbero essere le più disparate: potremmo ritrovarci a indagare sui segreti di una nave alla deriva, come a dover intraprendere una pericolosa trattativa fra le fazioni umane, e chissà cos’altro.

Sine Requie Anno XIII

Gioco di ruolo italiano dall’eccezionale successo quasi ventennale, Sine Requie Anno XIII (qui la nostra guida completa del gioco) è un prodotto che già più di una volta ha attirato le attenzioni dei programmatori nostrani, ma purtroppo tutti i progetti di una trasposizione videoludica non sono andati in porto.

È un vero peccato, perché Sine Requie è davvero un punto di eccellenza, per più motivi.

Ambientato in una dimensione alternativa in cui la Seconda Guerra Mondiale si è conclusa con il risveglio dei Morti Viventi, che ha portato le nazioni europee a tramutarsi in crudeli regimi totalitari, Sine Requie è un gioco di ruolo dall’horror sfrenato, in cui al pericolo dei morti viventi si accompagna quello dell’incappare nei meccanismi repressivi della dittatura e quelli derivati dalle pulsioni umane più basse e distruttive. Un gioco in cui il ruolo della narrazione è preponderante.

Per la profondità del suo setting, la complessità delle questioni morali che le avventure di Sine Requie pongono ai giocatori e per l’originalità dell’intera operazione, la soluzione migliore sarebbe quella di un action open-world in cui il giocatore possa immergersi per ore e giorni scovando misteri, segreti e orrori, molto incentrato sullo storytelling.

In generale, qualsiasi sia la formula adottata, Sine Requie merita assolutamente una sua chance videoludica di ampio respiro, magari grazie a un team italiano.


E ora, per concludere, le due scelte del nostro Pierluigi:

Starfinder

Innanzitutto, in un ipotetico gioco di Starfinder fra Temi, Razze, Classi, Cammini, Archetipi e Specializzazioni, la personalizzazione del PG toccherebbe vette che si vedono poco frequentemente in ambito videoludico.

La meccanica della Risolutezza, poi, si presta benissimo a una conversione in videogame: pensate a un miscuglio tra gli scudi di Mass Effect e la Stability di Outward.

Per il resto siamo sul tradizionale: abilità, skill, talenti, equipaggiamento, bonus vari e tiri di attacco / difesa / tutto-il-resto si prestano benone all’attraversamento della sempre più sottile barriera tra i nostri due media preferiti.

E poi suvvia: vorreste privarmi della soddisfazione di giocare un Android – Ace Pilot – Mechanic con tanto di -più o meno- esoscheletro?

Come genere penserei a qualcosa di simile a The Outer Worlds: vari mondi esplorabili più o meno liberamente, senza scadere nell’ormai trita e ritrita formula dell’open world. No, davvero: basta.

Blades in the Dark

Ecco, Blades in the Dark è un altro RPG che ben si presterebbe a essere riplasmato e trasposto sui nostri schermi.

Il gioco potrebbe miscelare gli innati elementi Industrial Fantasy dell’ambientazione con la trama del film The Italian Job, aggiungendo qualche abbondante spruzzata di occulto e distillando il tutto sulla fiamma della mente dell’autore, John Harper, lo stesso del Lady Blackbird premiato agli Indie RPG Awards.

Le sequenze narrative sono già di per sé molto adatte al medium videoludico, tra negoziazioni che finiscono più o meno bene, inganni -spesso subiti- e insospettabili tradimenti, mentre sul fronte action abbiamo la messa in atto di colpi, rapine e in generale di latrocini di ogni genere, oltre agli scontri tra gang, gli inseguimenti rocamboleschi e l’interferenza delle Giubbe Blu della guardia di Doskvol.

Non dobbiamo dimenticare la fase di pianificazione dei colpi: se già al tavolo le meccaniche offerte da Blades in the Dark vanno a velocizzare il tutto, sullo schermo il buon vecchio GTA V ci ha insegnato che anche l’heist planning può risultare interessante, carico di risvolti positivi o negativi per la fase action, e soprattutto divertente.

Tenendo presente anche che abbiamo alchimia, fantasmi, vizi, un ventaglio sufficientemente ampio di opzioni per la creazione del nostro personaggio, nonché un sistema già bello e pronto per la formazione di una propria banda con ruoli designati e specializzazioni, ecco che la ricetta per un Action RPG memorabile è già a buon punto.


Queste sono i nostri “cinque+due” in merito a giochi di ruolo che vorremmo vedere trasposti in giochi digitali, ma data la vastità del mercato editoriale sappiamo che le scelte potrebbero essere infinite e variare da giocatore di ruolo a giocatore di ruolo.

Diteci quindi la vostra: quale gdr vorreste veder trasposto?

This post was published on 8 Maggio 2021 16:00

Fabio Antinucci

30 anni (anagraficamente, in realtà molti di più) ha alle spalle esperienze come copywriter, redattore multimediale e critico cinematografico, letterario e fumettistico, laureato con una tesi triennale su Il Cavaliere Oscuro di Christopher Nolan e una magistrale su From Hell di Alan Moore. Appassionato di letteratura horror e fantastica, divoratore di film di genere di pessima lega (ma ha nel cuore pezzi da novanta come Kubrick, Mann e Kurosawa), passa le sue giornate fra romanzi di Stephen King, graphic novel d’autore e fascicoletti di Batman. Scrive (male) da una vita, e ha pubblicato un romanzo breve (Cacciatori di morte) e due librigame (quelli della saga di Child Wood). Crede che il gioco sia una forma di creazione e libertà, capace di farti staccare la spina e al contempo di far riflettere, ragionare, commuoverti e socializzare. Per questo gioca di ruolo da dieci anni (in particolare a Sine Requie, D&D, Vampiri la Masquerade e Brass Age) per questo adora perdersi di fronte alla sua Play. È innamorato del videogioco grazie a Hideo Kojima e al primo Metal Gear Solid, al quale ha giurato amore eterno, ma col tempo ha imparato ad amare gli open-world, gli action-adventure, gli rpg all’occidentale, i punta e clicca, a una condizione: che raccontino una bella storia.

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